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Cronaca
Scoperta una Polizia fai da te

 

Poliza fai da te: Stay Behind ed il CEAS ribadiscono la loro completa estraneità.

03/07 La totale estraneita' dell' operazione 'Stay behind' con la Dssa, polizia parallela scoperta in questi giorni, e con le persone che ne facevano parte, e' stata ribadita dal presidente dell' associazione degli ex volontari di 'Gladio' Giorgio Mathieu, che ha anche affermato di avere dato mandato ad un legale ''per verificare se vi siano gli estremi per una querela contro gli organi di informazione che in questi giorni hanno accostato i nomi di 'Stay behind' e 'Gladio' a questa sedicente organizzazione antiterroristica''. ''Quelle persone arrestate non c'entrano nulla ne' con l' organizzazione militare speciale Stay behind ne' con l' associazione ex gladiatori'' - ha insistito Mathieu, che ha partecipato questa mattina, insieme ad altri ex gladiatori e alla socia onoraria dell' associazione che li riunisce, la medaglia d' oro della Resistenza Paola Del Din Carnielli, ad una cerimonia-pellegrinaggio alle Malghe di Porzus, in Friuli, un evento che si ripete ogni anno dal 2001 per ricordare le vittime dell' eccidio, partigiani cattolici e indipendenti trucidati da partigiani comunisti durante l' occupazione titina di queste terre, il 7 febbraio del 1945. ''Gladio era nata per volere dello Stato - ha ricordato Mathieu a margine della cerimonia - su modello di quanto gia' accadeva in altri Stati europei. Di questi signori arrestati, invece, non si sa quasi nulla e quindi accostarla anche solo per definirla una 'Gladio di provincia', e' fuori dalla realta'. Trovo singolare - ha aggiunto - che proprio nei giorni in cui le commissioni parlamentari dovrebbero prendere in esame la proposta di legge presentata da Cossiga per il riconoscimento dello stato giuridico militare degli appartenenti alla 'Stay behind', guarda caso salta fuori di nuovo una faccenda che ci coinvolge nostro malgrado''. Del resto - ha concluso il presidente degli ex gladiatori - ''oggi Stay behind non e' piu' attiva in Italia, e non avrebbe piu' ragione di essere. Aveva il solo scopo di creare movimenti di resistenza in Paesi occupati da forze di paesi nemici, e oggi non c'e' piu' questo pericolo''. Mathieu ha poi spiegato, durante la cerimonia, il senso della presenza di oggi a Porzus. ''Noi dell' Associazione - ha detto Mathieu - vogliamo riaffermare il vincolo ideale che ci unisce all' associazione Osoppo, che celebra la memoria dell' eccidio in febbraio, ma qualche mese dopo, per rispetto del loro diretto coinvolgimento. Per noi - ha aggiunto - Porzus rappresenta la 'sede morale' dell' associazione, perche' li', allora, avrebbe dovuto esserci la 'Stay behind', che aveva proprio l' impegno di far insorgere una resistenza contro un' eventuale invasione militare'. Alla cerimonia hanno partecipato anche un rappresentante del Comune di Faedis (Udine), in cui si trovano le Malghe, e il presidente dell' associazione ex partigiani della Osoppo, Saverio Marzano.

Il CEAS: Nulla a che fare con loro

03/07 Il Ceas (Centro Alti Studi per la lotta al terrorismo e alla violenza politica) ''respinge con fermezza il tentativo di accostamento fra la propria struttura'' e il Dssa, al centro delle indagini della magistratura di Genova. Lo afferma lo stesso Ceas, con riferimento a dichiarazioni rilasciate alla stampa da Gaetano Saya, ideatore e uno dei responsabili del Dssa, contro cui si riserva di presentare ''formale querela per diffamazione''. ''Il Ceas non ha mai avuto alcun tipo di rapporti con la sedicente Dssa, ne' con suoi singoli esponenti od aderenti'', afferma in una nota l'ex senatore Maurizio Calvi, presidente del centro studi. ''Il Ceas - aggiunge - e' una onlus, riconosciuta quale ente internazionalistico, impegnata nella ricerca criminologica ed in particolare nell'analisi delle dinamiche e delle cause che favoriscono l'insorgenza dei fenomeni di violenza politica, ideologica e religiosa''. Inoltre, ''e' una organizzazione del tutto apolitica ed apartitica, non e' ne' di destra, ne' di sinistra, ma opera esclusivamente, secondo i propri fini statutari, in collaborazione con le massime autorita' istituzionali e le maggiori universita' italiane, al fine di favorire l'analisi del fenomeno del terrorismo, della criminalita' organizzata e della violenza politica sul piano nazionale ed internazionale, organizzando incontri di studio, convegni, seminari e curando pubblicazioni in materia''.

Avv. Taormina: “Il DSSA non aveva finalità criminali”

03/07 Il ''polverone'' nei riguardi del Dssa finira' ''quando sara' accertato che le informazioni del Dssa pervenivano ad organi pubblici'': e' il parere di Carlo Taormina, vicepresidente dei deputati di Forza Italia e docente di diritto penale, a proposito dell' inchiesta della Procura di Genova sulla presunta ''polizia parallela''. ''Un organismo pubblico o privato che si proponga come obiettivo quello di combattere il terrorismo - dice Taormina - non puo' avere finalita' criminali, e percio' e' allucinante che al Dssa sia stata contestata l' associazione per delinquere. Delinque chi non combatte adeguatamente o favoreggia il terrorismo islamico o scarcera allegramente i terroristi''. ''Questa considerazione elementare - aggiunge Taormina - dimostra l' abnormita' dell' inchiesta della Procura di Genova, che ha accusato Saya e i suoi collaboratori di associazione per delinquere per poterli arrestare e procedere ad intercettazioni telefoniche ed ambientali, cosa che non avrebbe potuto fare con la mera contestazione di un reatucolo come la presunta usurpazione di pubbliche funzioni, punibile anche con soli 15 giorni di reclusione sostituibili con una semplice pena pecuniaria''. ''Quale poi - si chiede Taormina - l' usurpazione di funzioni in un organismo che era dotato quantomeno dei poteri spettanti ad un qualsiasi investigatore privato, notevolmente invasivi laddove sostenuti dai poteri spettanti ad un legale che fosse stato incaricato di svolgere indagini ai fini della presentazione di denuncia? Questo ennesimo polverone genovese, che addirittura vorrebbe tappare la bocca agli odierni arrestati a fronte della pubblicita' dei provvedimenti giudiziari adottati, si fermera' quando sara' accertato che le informazioni del Dssa pervenivano ad organi pubblici, come dichiarato da Saya e dalla moglie, proprio ieri intervenuta sulla stampa per suo incarico; e che le informazioni di Dssa erano raccolte in assoluta legittimita', ed anzi in meritoria collaborazione con i servizi del nostro Paese e nella consapevolezza di buona fede di tutti''. ''I sequestri dei nostri connazionali in Iraq - dice ancora Carlo Taormina - sono il buco nero dei grandi eventi criminali di questi anni, sui quali investigatori e magistratura non si muovono come dovrebbero, e non potrebbero essere le verita' ufficiali italiane, americane o italo-americane, a poter soddisfare. Ritengo che il Dssa conosca la verita' sui sequestri iracheni e, invece di incriminarlo, sarebbe bene avvalersene. La moglie di Saya ha dichiarato per conto del marito che il Dssa sa la verita' su Calipari e sugli interessi italiani nei sequestri iracheni senza essere da qualcuno smentita ed, anzi, facendo cadere il silenzio sulle sue parole. Certi organi di stampa - conclude Taormina - farebbero bene a sollecitare quella magistratura che personalmente ho gia' provveduto a sollecitare, invece di pubblicare improbabili e ridicolizzanti dossier su Saya, e senza essere lambiti dall' idea che possano essere cose buone e vere''.

 

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