HOME, Torna alla pagina Indice
Citta' di Cosenza , Torna alla pagina Indice
Dir.resp. Pippo Gatto
Home . Cronaca . Università . Sport . Politica . Link . Cultura . Spettacoli . Calcio . Forum . Meteo .
Hinterland
 Rende
 Castrolibero
 Castiglione
 Servizi on Line
 Segnala i problemi 
 Famacie di Turno 
 Gare e Appalti 
 Bandi e Concorsi 
 Cinema 
 Scrivi alla Redazione 


 
 Turismo
 I Monumenti
 Mappa dell'Hinterland
 Centro Storico
 Notizie per i visitatori
 Rubriche
 Alimentazione
 Ambiente
 Attualità/Cronaca
 Consumatori
 Cronaca Rosa e Gossip
 Cultura
 Diritti del Cittadino
 Economia e Finanza
 Innovazione e Tecnologia
 Politica e Sociale
 Servizi Speciali e Dossier
 Sindacati
 Spettacoli
 Sport
 Partecipativi
 Chat
 Forum
 Scienza
 Informatica
 Innovazione
 Scienza
 Associazioni
 Salute
 Prevenzione
 Sanità e Salute
 Scuola e Giovani
 Scuola
 Musica
 Università




Previsioni: Epson Meteo


Cronaca
Speciale rogo Primavalle

 


Giampaolo Mattei: “Morucci, Pace e Piperno sono i mandanti del rogo di Primavalle”

16/02 ''Lanfranco Pace, Franco Piperno e Valerio Morucci sono i mandanti del rogo di Primavalle''. Lo ha detto questa sera a Bari nel corso di un convegno Giampaolo Mattei, fratello di Virgilio e Stefano, figli del segretario di una sezione del Movimento sociale morti nel 1973 a Roma, in seguito a un attentato. Le accuse sono state ribadite durante il convegno da Graziano Cecchini, consulente storico dell'avvocato della famiglia Mattei, Luciano Randazzo che non era presente nel capoluogo pugliese. ''I vertici di Potere operaio, Pace, Piperno, Morucci e altri -ha detto Cecchini- nei prossimsi gionri verranno sentiti dai magistrati. Ne sono convinto, mi denuncino. Sono loro stessi -ha spiegato- che si autoaccusano per esempio al convegno di potere operaio del '71 a Roma. E' tutto scritto in un documento avallato dall'intero vertice dell'organizzazione''. ''Ieri Lollo, Scalzone e Boato -ha affermato Giampaolo Mattei- durante la trasmissione di Vespa si sono mandati messaggi trasversali. Lollo in Brasile era tranquillo, si era pure iscritto nel 2001 nelle liste elettorali. Non si e' mai nascosto, si e' sempre chiamato cosi'. Partecipava anche alle feste nel Consolato italiano''. ''Il nostro errore negli anni scorsi -ha aggiunto- e' stato quello di appoggiarsi a personaggi politici che hanno strumentalizzato questa vicenda. Veltroni, che propone l'intitolazione di una strada ai miei fratelli, e' come il ministro Alemanno quando parla di amnistia e
pacificazione nazionale''.

Il gruppo consiliare di AN chiede l’audizone di Piperno in Consiglio comunale

I Consiglieri comunali di An Fabrizio Falvo e Fausto Orsomarso hanno chiesto al Presidente del Consiglio comunale di Cosenza ed al Sindaco Eva Catizone la immediata convocazione di una riunione dell'assemblea civica per discutere dellastrage di Primavalle, alla presenza dell'assessore Franco Piperno, ex leader di "Potere Operaio". Il gruppo consiliare di Alleanza Nazionale, nell'esprimere "indignazione totale in merito alle sconcertanti dichiarazioni dell'assassino Lollo che ha attribuito l'incendio alla famiglia Mattei", afferma di non volere "criminalizzare nessuno prima della pronuncia della magistratura" e chiede soltanto "che dinanzi al Consiglio Comunale ed alla citta' di Cosenza, l'assessore Piperno chiarisca il suo punto di vista sulla grave vicenda e, come ha giustamente affermato il Ministro Gasparri, dica quello che sa, da ex leader di Potere Operaio". Il Gruppo di An tiene a sottolineare "che la richiesta di dibattito non intende minimamente riaccendere focolai di guerra civileo campagne denigratorie sullo stile degli anni '70. La richiesta di discussione - fanno rilevare i due consiglieri - e' doverosa proprio per la presenza in giunta dell'Assessore Piperno, che e' stato uno deiprotagonisti di quegli anni. Crediamo che lo stesso Piperno non si sottragga al dibattito in aula". Nei giorni scorsi da settori della Casa delle Liberta' cosentina erano giunti all'indirizzo di Piperno inviti alle dimissioni.

Tra due giorni la rogatoria internazionale per interrogare Lollo

Entro le prossime 48 ore sarà ultimata la richiesta di rogatoria internazionale al Brasile per poter interrogare Achille Lollo. Secondo quanto si è appreso alla Procura di Roma, anche alla luce dell'ultima intervista rilasciata a Porta a porta, è opportuno ascoltare dalla viva voce di Lollo la ricostruzione di tutto quanto avvenuto nel periodo precedente e seguente il 16 aprile '73, il rogo di Primavalle. Qualora i tempi dell'interrogatorio si dovesse allungare, per motivi burocratici, oppure legati agli accordi di tipo giudiziario da Italia e Brasile, gli inquirenti si potrebbero avvalere della possibilità di ascoltatre Lollo negli uffici dell'Ambasciata o del Consolato. Questa ipotesi, usata anche in passato, in casi simili, permetterebbe di accelerare il tutto. Intanto, gli investigatori hanno acquisito le mappe catastali di Roma tra il '70 e il '73 e nelle quali sarebbero riportati alcuni luoghi dove Potere operaio mise a segno alcune azioni. Questo - secondo l'avvocato della famiglia Luciano Randazzo – potrebbe provare la natura premeditata dell'attentato a casa Mattei.

Ex Questore Adornato “Nessun dubbio, furono quelli di Potop”

''Il rogo nell'abitazione dei Mattei non e' stato un caso isolato ne' una disgrazia. Era nell'ordine naturale delle cose che prima o poi nel quartiere sarebbe successo qualcosa di grave, di molto grave''. Lo afferma al 'Giornale' l'ex questore Isidoro Adornato che dirigeva il commissariato di Primavalle all'epoca dell'attentato costato la vita a Virgilio e Stefano Mattei. Adornato ricorda che vivere e lavorare per un poliziotto in quegli anni era difficile ''perche' rossi e neri ti davano addosso'', dice, e spiega come fu tra i primi ad arrivare ''nell'abitazione di quei poveri ragazzi'' il 15 aprile 1973. ''Le strade si riempivano di giovani del Movimento sociale in lacrime ma, secondo me, decisi anche a farsi giustizia da soli. Grazie a Dio non successe nulla'', racconta Adornato, sottolineando come nell'indagine che segui' ''ogni indizio venne vagliato e riscontrato. Una buona mano ce la diede chi stilo' il volantino di rivendicazione appiccicando lettere ritagliate, e anche quello fu uno degli elementi forti che ci portarono a identificare Lollo, Grillo e Clavo''. Quando venne avanzata l'ipotesi che all'origine del rogo c'era una faida interna al Msi, Adornato risponde al 'Giornale' : ''la valutammo, ci lavorammo su, trovammo anche chi all'interno della sezione dissentiva politicamente da Mario Mattei, ma presto capimmo che non c'era uno straccio di prova''. ''Anzi -prosegue l'ex questore che dirigeva la polizia di Primavalle- tutto portava la' dove l'intervista-confessione di Lollo trent'anni dopo ha poi dimostrato. Quando andammo ad arrestarlo ci aspettavamo la solita contestazione, l'ennesima sollevazione sul compagno arrestato. E invece trovammo poche persone, soprattutto curiosi''.

Pisapia (Rif.) “vergognose le dichiarazioni di Lollo”

Credo sia un insieme di patologia mentale e di volonta' di chiudere, con un discorso politico, gli anni di piombo. Purtroppo tutto cio' ha solo effetti controproducenti, che vengono interpretati come una giustificazione o un'autodifesa del tutto inutile dal punto di vista processuale'. Commentando le ultime dichiarazioni di Achille Lollo sul rogo di Primavalle , Giuliano Pisapia, (Prc), durante la trasmissione Omnibus di La7, ha aggiunto che quelle di Lollo sono "dichiarazioni inutili, controproducenti e vergognose sotto il profilo umano. A questo punto servirebbe una riflessione di tutti quanti e un confronto su quegli anni, non solo per fare in modo che eventi del genere non accadano piu' ma, soprattutto, per far emergere la verita' e la realta' politica. Cio' che serve e' una svolta politica rispetto a quel passato. Una svolta che non puo' certo avvenire nelle aule giudiziarie. In quegli anni - ha concluso Pisapia - quel tipo di logica trovava consensi significativi in ogni ambiente sociale mentre oggi, pur verificandosi ancora episodi gravissimi, sono tuttavia limitati a un gruppo ristretto di persone'.

Urso “Siamo nel 2005 o siamo ancora nel 1973?”

Adolfo Urso interviene nel dibattito sul rogo di Primavalle e la violenza politica negli anni '70 accusando ''la sinistra'' di essere rimasta ''ferma ai suoi slogan e alle sue giustificazioni deliranti'' e di essere quindi responsabile dell' ''impossibilita''' di provvedimenti di clemenza che segnino la definitiva ''pacificazione''. Il vice ministro, che firma l'editoriale che apparira' domani sul Secolo d'Italia, sostiene che il dibattito ''ha preso una piega inattesa e in qualche modo inquietante'' e confessa la ''sensazione di deja vu'' di fronte ad Achille Lollo ''che parla di incendio a porte chiuse, dei Mattei 'che si sono bruciati da soli''' a Franco Piperno ''che si giustifica comiziando di contesto e illegalita' diffusa con un linguaggio che sembrava sepolto insieme alle risoluzioni dell'Autonomia operaia'', alla ''ultrasinistra dei Pardi e degli Scalzone che gigioneggia raccontando a modo suo gli anni dell'antifascismo militante'', ai ''Bertinotti che forniscono una sponda politica mischiando le vecchie parole della strategia della tensione con il neo-buonismo dell' 'archiviamo quegli anni'''. Urso denuncia poi quello che definisce ''il silenzio degli altri, dei post- socialisti, dei post-comunisti, degli intellettuali d'area, che nella migliore delle ipotesi se la sono cavata con iniziali e rapide espressioni di biasimo e vergogna''. ''Viene da chiedersi: siamo nel 2005 o nel 1973?'', scrive Urso, per il quale, mentre la destra ''dice: dateci giustizia e verita', poi potremo offrire pace al paese'', la sinistra e' ''incapace di sottrarsi agli slogan polverosi della sua stagione peggiore''. Tutto cio', per Urso, smentisce la presunta responsabilita' della destra per ''l'impossibilita' di approdare a un provvedimento, amnistia, indulto, grazia collettiva o quant'altro''. ''Ora il caso Lollo rende evidente a tutti che e' l'esatto contrario: e' la sinistra - afferma Urso - che non e' cambiata, che e' rimasta li', ferma ai suoi slogan e alle sue giustificazioni deliranti''. ''Oggi come allora - conclude Urso - parla di pacificazione ma cerca tutt'altro, un timbro 'archiviato' sulla pratica degli anni '70 per continuare a parlarne come di anni formidabili e gagliardi''.

Mattei “ieri da Vespa una riunione tra ex compagni di Potop”

''La trasmissione di ieri non mi ha impressionato più di tanto. Quelle affermazioni Lollo le aveva già fatte nell'intervista al Corriere della Sera. Forse sono state amplificate dall'importanza della trasmissione e dalla presenza di politici e ministri. Ieri la novità è stata che abbiamo assistito a una riunione di ex compagni di Potere Operaio che si parlavano tra di loro e tra le righe: uno collegato da Parigi, l'altro da Rio, l'ultimo nello studio di Porta a Porta''. Lo ha detto questa sera a Bari Gianpaolo Mattei, fratello di Virgilio e Stefano vittime nel 1973 a Roma del rogo di Primavalle, intervenendo ad una manifestazione organizzata da un comitato spontaneo costituito da una serie di realtà culturali della destra. Il comitato ha preannunciato altri incontri a Napoli e Potenza.''Lello mi ha sconvolto a livello umano -ha aggiunto Mattei- perchè fa delle cose assurde. Io posso ribadire quanto detto ieri in diretta: che è una bestia e un assassino e come tale deve pagare con la giustizia. Sono 33 anni che diciamo che la strage di Primavalle faceva parte di un disegno politico ben definito e studiato a tavolino. Oggi forse stiamo vedendo degli spiragli di luce per scoprire la verità''. Mattei ha detto inoltre ''di non essere a conoscenza dell'acquisizione da parte della Procura di Roma della casetta del programma Porta a Porta''. ''Potrei immaginare il motivo di questo atto ma quelle affermazioni -ha ribadito- Lollo le aveva già fatte sui giornali''. Quanto ai presunti mandanti della strage, Mattei si è limitato a dire: ''Stiamo aspettando e verificando questa situazione''.

Verdi: “Gli anni di piombo si chiudono con un amnistia”

Convinti che basti leggere interamente le cifre delle violenze degli '70 per "scoprire il gioco della destra sul Rogo di Primavalle", i Verdi lanciano una 'sfida bipartisan': per chiudere definitivamente quel sanguinoso periodo della storia italiana e ripropongono la strada dell'aministia e/o dell'indulto, insieme ad un dibattito parlamentare 'conclusivo' che dia una lettura "contestualizzata" di quelli che poi vennero chiamati gli anni di piombo. Il coordinatore Paolo Cento, insieme alla responsabile Giustizia Paola Balducci e a Mauro Bulgarelli, ha lanciato la "sfida" al centrosinistra e al centrodestra e, in particolare, ad An che si e' sempre opposta a una soluzione politica. "Siamo convinti che la stagione degli anni '70-'80, della violenza politica - ha scandito Cento - si deve chiudere con una assunzione di responsabilita' se si vuole un futuro di nonviolenza bisogna avere il coraggio di mettersi alle spalle il passato, senza dimenticare le responsabilita' individuali e collettive, ma sapendo che in quegli anni in Italia c'e' stata una guerra civile a bassa intensita' iniziata con la strategia della tensione e con la strage di piazza Fontana". La soluzione politica "non e' un azzeramento, ma un assunzione di memoria collettiva attraverso gli strumenti che la nostra Costituzione ci offre che sono appunto l'amnistia e l'indulto". "D'altra parte - ha ricordato Cento - Togliatti ebbe il coraggio e la forza di fare un'amnistia pochi mesi dopo la caduta del fascismo e la guerra di Liberazione e di Resistenza avvenimenti ben piu' drammatici: possibile che le forze politiche italiane, che forse qualche resposabilita' hanno su quanto accadde in quegli anni e sul silenzio che continuano a mantenere sugli episodi piu' oscuri, oggi, a oltre trenta anni di distanza, non abbiano la forza morale e politica per dire: ci vuole un atto per chiudere con quegli anni che furono di violenza politica, ma anche di grandi passioni di una generazione che decise di scendere in campo?". Da Cento e' venuto anche un 'basta' a un "uso tardivo e strumentale della giustizia", perche' "se vogliamo costruire un futuro di nonviolenza" non c'e' altra strada che "la coerenza" dando corso alle decine di proposte di legge, presentate da esponenti di sinistra come di destra, che si prefiggono l'obiettivo della soluzione politica, della "pacificazione". E all'amministia o all'indulto potrebbero essere interessati circa 150 detenuti, sottoposti a diversi regimi, e oltre 200 latitanti o 'esiliati'. Cento ha anche spiegato che nelle proposte dei Verdi per una soluzione politica "e' sempre stato escluso il reato di strage". Ma Bulgarelli non ha dimenticato di rinnovare la richiesta che "venga tolto il segreto su tutti i materiali", anche perche' "se i cittadini sono 'maturi' per votare, lo sono pure per affrontare le trame oscure che hanno attraversatoquegli annI”. Nel lanciare la loro 'sfida' e/o l'indulto, i Verdi ricordano i numeri di quegli anni terribili. La prima vittima di quegli anni fu uno studente ucciso sulla scalinata della Facolta' di Lettere dell'Universita' di Roma: era il 27 aprile del '66 ed il nome di quel giovane di sinistra era Paolo Rossi. Dal '69 al '75 rimangono "uccise o ferite 442 persone a causa di episodi di violenza o attentati, ben 413 causati dalle 'stragi di Stato' e 'dall'eversione fascita', mentre solo 29 sono ascrivibili alle organizzazioni di sinistra". Sommare le due tipologie (sttagi e assassinii da parte di militanti della destra) per i Verdi e' "legittimato dal fatto che in tutte le stragi sono stati imputati (qualche volta condannati, piu' spesso protetti dai servizi segreti e fatti espatriare) numerosi militanti dell'estrema destra". Nello stesso periodo si ebbero 2.528 episodi di violenza di cui 194 ascrivibili alla sinistra e ben 1.671 alla destra e 174 ad altri. Gli attentati non rivendicati sono stati, invece, 1.708, di cui 175 ascrivibili alla sinistra, ben 1.339 alla destra e 194 ad ignoti. Per quanto riguarda il periodo che va dal '76 all'82 gli espisodi di violenza sono stati 2.301, 977 attribuibili alla sinistra, 1.254 attribuibili alla destra. Gli attentati non rivendicati sono stati, invece, 4.445, 1.617 acrivibili alla sinistra, 1.206 alla destra, 1.622 a ignoti. Discorso a parte per gli attentati rinvendicati dalle organizzazioni di lotta armata sia di sinistra che di destra: in quel periodo si verificarono 2.055 attentati riconosciuti a gruppi di sinistra (394 dalle sole Brigate rosse, 107 da Prima linea), mentre 388 sono di destra. 22 sarebbero i militanti di sinistra uccisi dai fascisti in agguati o scontri di piazza, mentre 11 sono i neofascisti morti nello stesso modo. A sinistra, con quello di Paolo Rossi, si ricordano tra gli altri giovani caduti i nomi di Vincenzo De Waure, Claudio Varalli, Tonino Micciche', Alberto Brasili, Gaetano Amoroso, Luigi De Rosa, Pier Antonio Castelnuovo, Walter Rossi, Lorenzo Jannucci, Fausto Tinelli, Valerio Verbano. Tra i caduti della destra, oltre ai fratelli Mattei, Ugo Venturini, Carlo Falvella, Sergio Ramelli, Franco Bigonzetti, Francesco Ciavatta, Francesco Cecchin, Mikis Mantakas, Paolo Di Nella e Angelo Mancia.

Per il PM Lollo è un teste e dovrà dire la verità

Quanto sia attendibile Achille Lollo.E' l'interrogativo che ci si pone a piazzale Clodio dopo le nuove rivelazioni dell'ex militante di Potere Operaio mandate in onda nella puntata di ieri di "Porta a Porta". Suscita perplessita' il fatto che nel giro di pochi giorni Lollo abbia dato piu' versioni sul rogo di Primavalle, chiamando prima in causa Elisabetta Lecco, Diana Perrone e Paolo Gaeta, per poi ritornare sull'ipotesi, ventilata gia' in passato, che i Mattei avessero avuto qualche responsabilita' nell'incendio. Urge, quindi, accelerare i tempi per eseguire la rogatoria in Brasile, con cui l'Italia ha un accordo, per raccogliere e fissare una volta per tutte il racconto di Lollo, che verra' sentito come testimone, con l'obbligo, dunque, di dire la verita' sul conto degli altri, pur con l'assistenza di un legale. L'ex militante di Potop dovra' fornire ai pm Franco Ionta e Salvatore Vitello, titolari dell'inchiesta per strage, una ricostruzione dettagliata e precisa che, pero', da sola non bastera': gli investigatori, anche se sono passati trentadue anni, dovranno necessariamente trovare riscontri. Quanto alla configurazione del reato, per il momento non ci sono dubbi: chi ha agito la notte tra il 15 e il 16 aprile del '73, facendo filtrare quasi tre litri di benzina sotto l'unica porta di un appartamento di appena quaranta metri quadrati con otto persone dentro, non poteva non prevedere di uccidere. La procura non manchera' di convocare i Mattei per conoscere il loro ricordo su quanto accadde quella notte.

Bertinotti: “Mi ribello. Gli anni 70 non sono gli atti di violenza da entrambe le parti”

''Sui singoli episodi quello che conta è la verità giudiziaria. Abbiamo tutti davanti agli occhi quella vicenda terribile e drammatica, ma, se attraverso quell'episodio, si vogliono guardare gli anni '70, io mi ribello, non si possono ridurre gli anni '70 solo agli atti di violenza di entrambe le parti''. Così Fausto Bertinotti in un incontro con 'Libera stampa' commenta gli ultimi sviluppo della vicenda del rogo di Primavalle. Secondo Bertinotti gli anni '70 furono un periodo ''di grandi cambiamenti sociali. Questo movimento ha animato una intera stagione in cui cambiò tutto grazie ad un processo gigantesco che coinvolse l'intera società italiana. In questo processo straordinario, ci furonole stragi di stato e credo -conclude Bertinotti- che insieme agli episodi di violenza si debba affrontare anche la vicenda delle stragi.Forse bisognerebbe avere uno Stato in grado di parlare apertamente anche di Ustica e di piazza Fontana''.

Fragalà (An) “Serve la verità anche sulle stragi del treno 904 e quella della Stasi”

Serve una operazione-verita' anche sulle stragi realizzate da Carlos e dalla Stasi. E' quanto chiede il deputato di An, Enzo Fragala', intervenendo nelle polemiche sulla vicenda del rogo di Primavalle e proponendo la previzione dell' indulto ''in cambio di una ricostruzione completa dei fatti''. ''La vergognosa marcia indietro effettuata da Achille Lollo nell'intervista a Bruno Vespa durante la puntata di 'porta a Porta' - dice Fragala', che e' capogruppo in commissione Mitrokhin - e' la prova piu' evidente di una forte intimidazione che, dagli ambienti della sinistra italiana, si e' abbattuta su Lollo accusato di essere un traditore per avere cominciato a dire la verita' sulle responsabilita' del rogo di Primavalle e sulla rete di complicita' e protezioni che consenti' ai tre autori della strage prima di inquinare le indagini e fermare e vanificare l'azione giudiziaria e poi di scappare clandestinamente all'estero realizzando l'impunita' completa''. Secondo l'esponente di An, ''e' chiaro che c'e' qualcuno - e sono in molti- che in Italia teme l'effetto contagio, cioe' la slavina delle confessioni sui delitti degli anni di piombo fino a scoperchiare o ribaltare verita' processuali di comodo,come quella della strage di Natale sul treno 904: e' bene ricordare che proprio grazie a documenti inediti della Stasi, il servizio segreto tedesco-orientale, raccolti nell'inchiesta giudiziaria sul terrorismo internazionale, il giudice francese Bruguiere ha individuato in Carlos l'autore di quell' attentato''. Fragala' sostiene che ''fa bene, quindi, Fausto Bertinotti a chiedere di far luce sulle stragi, da piazza Fontana in poi fino all'attentato al Papa, giacche' stanno per arrivare in Commissione Mitrokhin proprio quei documenti da cui emerge, con tragica chiarezza, la rete internazionale attraverso cui i Servizi segreti dell'est destabilizzarono i vari Paesi europei con atti terroristici di ogni livello. Quegli atti terroristici, quelle stragi e quegli attentati che la sinistra, parlamentare e non, mistifico' per tanti anni attribuendoli ai fascisti, all' immancabile Cia e alla destra in genere''. E conclude che: ''se si vuole veramente, dunque, che quel passato non torni mai piu' bisogna avere il coraggio di un' operazione-verita', come quella che fece Nelson Mandela in Sudafrica dopo la guerra civile. Una soluzione politica che, in cambio della verita' e della completa ricostruzione dei fatti, realizzi una pacificazione nazionale anche attraverso la previsione dell'indulto per coloro che contribuiranno all' accertamento dei fatti e delle responsabilita' ''

Sottosegretario Valentino: “Eravamo i legali dei Mattei e ci sentivamo emarginati”

''Eravamo i difensori delle vittime, eravamo dalla parte della ragione, ma ci sentivamo stranamente emarginati in un contesto che era difficile''. Giuseppe Valentino, sottosegretario al ministero della Giustizia, aveva poco meno di 30 anni nel 1975 quando era in aula al processo di primo grado contro Lollo, Clavo e Grillo per il rogo di Primavalle, come componente del collegio di avvocati della famiglia Mattei. Valentino, testimone diretto della vicenda sia giudiziaria sia umana della famiglia Mattei, spiega, in merito al dibattito scaturito dalle vicende sul rogo di Primavalle, che oggi ''non ci sono le condizioni per un generalizzato atto di clemenza verso chi si e' macchiato nei cosiddetti 'anni di piombo' di crimini odiosi, non vi sono le condizioni politiche e sociali''. ''Le Br - ricorda il sottosegretario - hanno colpito fino a qualche anno fa, hanno colpito Biagi, hanno colpito D'Antona. Abbiamo accertato che esiste un nucleo armato che coltivava gli stessi progetti deliranti delle vecchie Br. E' la riprova che questo fenomeno drammatico di contestazione armata contro lo Stato''. Il sottosegretario rammenta il clima degli 'anni di piombo', quando per entrare in aula al processo, era necessaria per gli avvocati dei Mattei la scorta dei carabinieri. ''I missini di Primavalle ? - dice Valentino che e' stato il legale della quasi totalita' dei giovani di destra imputati negli anni di piombo - erano umili lavoratori, erano poveri e disperati e pieni di fede. Credevano nelle cose che facevano. Dall'altra parte c'erano i figli dei grandi editori, della borghesia intellettuale, i radical chic e i giovanotti rampanti come Lollo che al processo si presentava, lo ricordo bene, sempre in giacca e cravatta, sempre educato e misurato nei toni. A giudizio di Valentino ''non solo la sinistra extraparlamentare, ma l'intera sinistra fece di tutto per creare cortine fumogene tra la responsabilita' degli imputati e il processo''. ''Il dibattimento di primo grado, nel 1975 - ricorda il sottosegretario - fu celebrato in un clima terribile, dentro e fuori dell'aula di giustizia. Certo non si poteva nascondere la estrema gravita' di quel che accadde a Primavalle percio' venivano sempre da sinistra vennero fuori le tesi piu' assurde come quella della faida interna al Msi e il famigerato 'incendio a porte chiuse'''. ''Al processo - rammenta ancora Valentino - ci fu una sfilata di personaggi di primo piano della scena politica, e non certamente extraparlamentari. E non dimentichiamo che tra i difensori degli imputati c'era Umberto Terracini un personaggio sicuramente carismatico. Era una scelta di campo precisa anche quella: credo che alla sinistra interessasse poco il processo, interessava evitare che si accostasse un fatto cosi' drammatico e sconvolgente ad uomini della sinistra parlamentare''. ''Ma le cose sono cambiate - conclude il sottosegretario - ci impegnammo per il cambiamento anche noi: rammento che c'era una associazione di avvocati tutti di destra, un associazione forense di cui facevo parte, tutti di destra. Un nucleo che a un certo punto riusci' ad esprimere al Consiglio dell' ordine di Roma la maggioranza e il presidente, Raffaele Valensise. Sono convinto che Alleanza nazionale nacque quando uomini della societa' civile con ruoli significativi, nonostante tutto stavano a destra e pagavano il prezzo di queste scelte''.

Giovanardi al question time “Tutte le forze necessarie saranno messe in campo per far luce”

"Finora l'autorita' giudiziaria non ha trasmesso alcuna delega d'indagine alla Polizia giudiziaria ma ci attendiamo che questo avvenga in breve tempo". Lo ha affermato il ministro per i rapporti col Parlamento Carlo Giovanardi durante il question time, precisando che per far luce su quanto accadde nella notte dell'incendio a Primavalle "tutte le competenze del Governo, del ministro degli Interni e dell'ordinamento giuridico italiani saranno messe incampo". "Perche' l'emozione dell'opinione pubblica davanti a questi avvenimenti non puo' essere sottovalutata e la sete di giustizia e di verita' rispetto a fatti che temporaneamente sono lontani ma sono ancora vicini all'emozione e alla sensibilita' degli italiani. La ricerca della verita' storica ma anche delle responsabilita' impegneranno al massimo il Governo nelle direzioni che l'ordinamento ci permettera' di seguire per ottemperare alle indicazioni e alle richieste fatte dagli interpellanti". Riguardo alle responsabilita' del rogo di Primavalle, Giovanardi ricorda che "le dichiarazioni contraddittorie di Achille Lollo hanno messo in moto un meccanismo tale per cui la procura della Repubblica di Roma ha aperto un procedimento penale che al momento e' nella fase delle indagini preliminari per quanto riguarda le persone che sono state chiamate come complici da parte di Lollo. E' poi emerso pubblicamente - conclude Giovanardi - che la complicita' non e' stata solo relativa al fatto (all'incendio e alla morte dei due fratelli Mattei) ma anche alle coperture, alle complicita', alla rete di coloro che si sono dati da fare per far sfuggire alla giustizia italiana Achille Lollo, Manlio Grillo e Marino Clavo".

La Russa; “Vicenda che lascia attoniti”

''C'e' da rimanere attoniti per una vicenda lontana piu' di trenta anni e che ha visto in questi anni susseguirsi connivenze incredibili: i responsabili del rogo di Primavalle furono subito individuati, tutti e sei, anche quelli indicati oggi da Lollo''. Cosi' il capogruppo alla camera di An Ignazio La Russa, ha replicato, durante il question time, al ministro Giovanardi sulla vicenda del rogo di Primavalle. ''Vennero interrogati dalla polizia - ha sottolineato La Russa - e solo tre e solo in secondo grado vennero condannati per il reato di omicidio colposo quasi che si trattasse di un incidente stradale. Gli altri tre rimasero nel ruolo di testimoni e i giornali, non solo l'Unita' e il Manifesto, ma anche il Messaggero e altri scrissero per mesi che si trattava di una faida tra missini e gettarono fango sulla memoria di due innocenti e sul dolore della loro famiglia''. ''Oggi non e' finita - ha aggiunto La Russa - c'e' ancora qualcuno che crede al silenzio ideologico e che solidarizza nella sostanza nei comportamenti di allora e c'e' addirittura l'interessato, Lollo, che oggi dice dagli schermi tv che 'I Mattei si diedero fuoco da soli'. E allora credo che questo insulto abbietto e lurido sul dolore della famiglia Mattei, deve far reagire le autorita'. Si deve far in modo che, per carita', si ricerchi una memoria condivisa, ma che si faccia pagare tutto cio' che la giustizia impone che si paghi per casi come questo''.

Storace: “Estrema sinistra facci achiarezza e dica la verità”

''Non sono sicuro di che cosa farei a Lollo se fosse qui''. Con queste parole il presidente della Regione Lazio Francesco Storace ha chiuso la sua risposta alla domanda sul rogo di Primavalle durante l'incontro con l'associazione 'Lista-Libera Stampa'. L'ex militante di Potere Operaio, ieri sera nell'intervista a 'Porta a Porta', ''ha giocato la parte di chi vuole farsi dichiarare incapace di intendere e di volere e parla di rito suicida della famiglia Mattei. Ha detto cose quasi piu' infami di quelle che ha commesso''. Duro anche il giudizio di Storace sul dibattito dentro la sinistra sugli anni '70. ''E' ora - ha affermato il governatore del Lazio - che la sinistra, sopratutto la sinistra estrema, faccia chiarezza e racconti la verita' perche' inizio a pensare che ci fu un piano di aggressione premeditato contro gli uomini di destra. Ed e' facile trovare responsabilita' di illustri accademici di sinistra che aizzavano i giovani dicendo: 'Uccidere un fascista non e' reato'''.

L’Osservatore Romano: “Fratelli Mattei uccisi due volte”

Con le rivelazioni "decisamente tardive e dalle finalità tutt'altro che chiare" di Achille Lollo sul rogo di Primavalle "è come se i fratelli Mattei fossero stati uccisi un'altra volta". Lo scrive l'Osservatore Romano condannando la "verità" di Lollo secondo la quale furono gli stessi Mattei a dare fuoco al loro appartamento dove poi morirono i due fratelli Stefano e Virgilio, figli del segretario della locale sezione dell'Msi. "In sostanza - è il commento amaro del quotidiano della Santa Sede - dopo oltre trent'anni, i fratelli Mattei da vittime di quello che finora era stato presentato come un orrendo crimine si ritrovano incredibilmente ad essere accusati del proprio omicidio". La rivelazione "sconcertante", prosegue l'Osservatore, arriva dopo la prescrizione del reato "che aveva suscitato giusta indignazione nell'opinione pubblica".

Alessandra Mussolini “Il porocesso sul rogo fu processo politico”

''Il processo sul rogo di Primavalle fu un processo politico''. E' quanto ha detto l'on Alessandra Mussolini leader di Alternativa Sociale a Napoli per presentare il programma che accompagna la sua candidatura alla presidenza della regione Campania. Riferendosi alle dichiarazioni di Achille Lollo, la Mussolini le definisce ''un fatto gravissimo'' che dimostra come non cia sia stata all'epoca un'''inchiesta e un'indagineapprofondita''. Quindi, con una battuta rivolta a Francesco Storace, ha affermato sorridendo: ''Io all'epoca del tragico rogo avevo 11 anni''.

Fragalà (AN) “La commissione Mitrochin acquisisca i documenti”

''Chiederò domani, in occasione dell'ufficio di presidenza della Commissione Mitrokhin che vengano acquisiti tutti i documenti e gli atti dimostrativi della rete di complicità, connivenze e coperture di cui godettero gli autori della strage di Primavalle tanto da sottrarsi alla giustizia per oltre trent'anni''. Lo annuncia Enzo Fragala' (An), componente la Commissione Mitrokhin. ''Le lettere scoperte dalla Digos di Roma a casa di Antonella De Stefani e che sono oggetto di un'interrogazione che ho presentato oggi dimostrano -prosegue Fragala'- come l'occupazione da parte della sinistra estrema della Rai, dell'associazionismo e di enti pubblici e parastatali non soltanto fu totale ma venne utilizzata spregiudicatamente per coprire latitanze dorate, finanziare le clandestinità o le fughe all'estero senza tirarsi indietro neppure nell'organizzazione di campagne di disinformazioni e di mistificazionecome quella messa in opera con il dossier 'Primavalle - Come costruire una strage con poco' contenuto nel numero unico in attesa di autorizzazione del libro 'Contro-Informazione' riferibile a Potere Operaio''. - ''Nelle lettere emerge, fra l'altro, come Lollo si stesse occupando di realizzare alcuni documentari per la Rai dove si esaltavano come lotte di liberazione dei popoli, dei veri e propri genocidi in Africa o in Sudamerica, perpetrati dai guerriglieri castristi e comunisti. Ancora nelle lettere di Lollo -aggiunge Fragala'- sequestrate alla De Stefani, figlia di Stefano De Stefani, regista Rai, protettore di Lollo, cognato di Giangiacomo Feltrinelli, ritroviamo l'intero album di famiglia della sinistra che a parole lottava contro il terrorismo ma, nei fatti, lo proteggeva e ne garantiva l'impunità''. ''Nell'album di famiglia di questa sinistra c'è, peraltro, anche l'attuale presidente e fondatore del Codacons, il cui nome -conclude Fragala'- figura nella falsa controinchiesta dal titolo 'Primavalle - come costruire una strage con poco' dove si sosteneva la calunnia che i Mattei si erano bruciati da soli''.

 

 

Le altre notizie di cronaca

Home . Cronaca . Università . Sport . Politica . Link . Cultura . Spettacoli . Calcio . Forum . Meteo .

Copyright © 2005-2011 Nuova Cosenza. Quotidiano di informazione. Reg. Trib. CS n.713 del 28/01/2004
Tutti i dati e le immagini presenti sul sito sono tutelati dalla legge sul copyright
Il loro uso e' consentito soltanto previa autorizzazione scritta dell'editore

ShinyStat

Per una migliore visualizzazione del portale si consiglia uan risoluzione di 800x600 punti