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Papa Giovanni Paolo II

"Il Grande"

Il feretro di Giovanni Paolo II esposto in San Pietro

Oggi la messa esequiale del papa. Il programma

La messa esequiale rappresenta il momento centrale delle esequie del Romano Pontefice, che si compongono di tre momenti fondamentali o 'stazioni': la prima si compie nella Casa Pontificia ed e' rappresentata dall'accertamento della morte e dall'esposizione della salma in un luogo adatto (che per Giovanni Paolo II e' stata la Cappella Palatina); la seconda si celebra nella basilica vaticana ed e' rappresentata dalla traslazione della salma nella basilica, dalla messa esequiale e dai Novendiali (i riti liturgici in suffragio del Papa, che durano appunto nove giorni); infine la terza stazione, con la traslazione del corpo nel luogo dellasepoltura e il rito della tumulazione. La normativa sulle esequie del Pontefice e' stata rinnovata nel 1998 su indicazione di Giovanni Paolo II, che desiderava fosse sottolineato con maggiore evidenza il carattere pasquale della morte del Pontefice e fossero date norme precise per rendere piu' composta e ordinata la partecipazione dei fedeli e dei pellegrini. Tutto il rituale e' contenuto in 'Ordo Exsequiarum Romani Pontificis', approvato da Giovanni Paolo II il 5 febbraio 1998 e promulgato per Rescritto d'Udienza da monsignor Piero Marini il 25 marzo 1998. - Il precedente rito seguiva le indicazioni del libro 'De funere Summi Pontificis', redatto in seguito alla promulgazione della Costituzione Apostolica 'Romano Pontifici eligendo' di Papa Paolo VI. Secondo questo rito furono celebrati i funerali di Paolo VI e di Giovanni Paolo I. In seguito, con la pubblicazione della Costituzione Apostolica 'Universi Dominici Gregis'di Papa Wojtyla, il 22 febbraio del 1996, l'Ufficio delle celebrazioniliturgiche, su indicazione dello stesso Papa, ha riveduto il rito, formulando la normativa attuale. A stabilire il giorno della Messa esequiale e' la Congregazione dei cardinali, ma esso deve obbligatoriamente cadere tra il 4° e il 6° giorno dalla morte del Pontefice. La Congregazione decide anche se il rito avverra' nella basilica o sul sagrato (come e' stato disposto per venerdì, visto l'enorme afflusso di pellegrini). Prima dell'inizio della funzione il corpo del Pontefice viene posto in una cassa di cipresso, alla presenza del cardinale Camerlengo (Eduardo Martinez Somalo), i cardinali capi rispettivamente dell'ordine dei vescovi, dei presbiteri e dei diaconi (Joseph Ratzinger, Eugenio Sales de Araujo, Jorge Arturo Medina Estevez), l'Arciprete della basilica (Francesco Marchiano), il cardinale gia' Segretario di Stato (Angelo Sodano), il Vicario di Roma(Camillo Ruini), il Sostituto della Segreteria di Stato (Leonardo Sandri), il Prefetto della Casa Pontificia (James M. Harvey), l'Elemosiniere del Santo Padre (Oscar Rizzato), rappresentanti del capitolo vaticano, il segretario del Papa (Stanislao Dziwisz), i familiari e infine altre persone eventualmente autorizzate dal Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie (Piero Marini). A questo punto viene letto e sottoscritto dai presenti il 'Rogito', ossia il documento che ricorda i principali avvenimenti e atti della vita del Papa, documento che viene poi posto nella bara dentro un tubo di metallo. Nella cassa e' inoltre inserito un esemplare delle monete coniate dallo stato vaticano durante il pontificato. Tuttavia, nel caso di Giovanni Paolo II nel sepolcro non verrano poste monete ma alcune delle medaglie commemorative del lungo pontificato di Papa Wojtyla per evitare, ha spiegato nei giorni scorsimons. Marini, di mettere sia lire che euro.
Il volto del Papa viene quindi coperto di un velo bianco, un velo di seta, come e' stato precisato ieri, e contemporaneamente il gesto e' sottolineato dalla preghiera ''Copriremo il volto con rispetto e venerazione, nella viva speranza che egli possa contemplare il volto del Padre, insieme con la beata Vergine e tutti i Santi''. A questo punto viene sigillata la bara, accompagnata dalla lettura del salmo 41: ''Come la cerva anela ai corsi d' acqua, cosi' l'anima mia anela a te, o Dio''. La bara viene a questo punto portata nel luogo della celebrazione della Messa, posta sulla 'nuda terra' davanti all'altare (in realta' viene adagiata su un tappeto), coperta solamente dal librodei Vangeli. Accanto viene posto, acceso, il cero pasquale. La Messa, presieduta dal cardinale Decano (che in questo caso sara' il cardinale Ratzinger), e' concelebrata dai cardinali e dai Patriarchi delle Chiese Orientali. Il salmo responsoriale 'il Signore e' il mio pastore' ricorda all'assemblea la funzione pastorale esercitata dal Papa.
- La Messa si conclude con un atto modificato dal nuovo rito introdotto da Giovanni Paolo II: il saluto rivolto dalla comunita' della Chiesa al fratello defunto prima che il suo corpo venga inumato. Questo rito deriva da una tradizione pagana, passata, per la sua forte carica umana, nella liturgia cristiana. Diventa un 'arrivederci' nella casa di Dio. Il saluto viene dato tramite una triplice preghiera: dalla Chiesa di Roma, dalle Chiese orientali e infine da tutta la Chiesa cattolica. In passato la Messa esequiale veniva celebrata al mattino nella cappella del Coro, a S. Pietro, mentre il corpo era ancora esposto. Il nuovo rito invece prevede che il corpo sia prima deposto nella cassa di cipresso, con il cero pasquale posto tra l'altare e la testa del defunto. A cominciare da Paolo VI la messa fu celebrata sul sagrato, per permettere una piu' larga partecipazione di popolo. Cosi' fu anche per Papa Giovanni Paolo I, nonostante fosse un giorno di pioggia. Nelle esequie e nei Novendiali, infine, era in passato previsto il colore nero, mentre attualmente viene usato il rosso.

I funerali trasmessi in diretta su di un grande schermo in Assindustria a Cosenza

''La comunita' degli imprenditori cosentini si unisce nella preghiera universale, ricordando l' opera e gli insegnamenti del Pontefice che piu' di tutti ha saputo parlare al cuore ed alle menti dei giovani''. Lo ha detto, in una dichiarazione, il presidente dell' Associazione degli industriali della provincia di Cosenza, Raffaele De Rango. ''Profondo e' il cordoglio di tutti noi - ha aggiunto De Rango - per la scomparsa del tanto amato Santo Padre Giovanni Paolo II''. I funerali del Papa, in programma domani, saranno trasmessi su schermo gigante nel salone di rappresentanza della sede dall' Associazione provinciale degli industriali, dove sara' anche osservato un minuto di silenzio.

A Castrovillari maxischermo in Consiglio comunale

Il comune di Castrovillari, in provincia di Cosenza, al fine di consentire la piu' ampia partecipazione alle esequie di Giovanni Paolo II, allestira' nella sala consiliare un maxischermo da cui i cittadini potranno seguire la solenne cerimonia a partire dalle ore 10. Lo ha reso noto il sindaco, Franco Blaiotta, il quale ricorda che gli operatori commerciali potranno anche non aprire i propri esercizi dalle ore 10 alle ore 13 per esprimere la loro partecipazione a questo momento che coinvolgera' venerdi' 8 aprile tutto il mondo.

Fuda: “una perdita che non ha eguali begli ultimi decenni”. Schermo gigante nella Provincia di Reggio

''Ciascuno di noi ha vissuto il dolore personale di una perdita che non ha eguali nella storia degli ultimi decenni''. Lo ha detto il presidente dell' Amministrazione provinciale di Reggio Calabria, Pietro Fuda, facendo riferimento alla morte di papa Giovanni Paolo II. Fuda ha anche disposto che i dipendenti della Provincia possano seguire domani i funerali di Giovanni Paolo II nella sala consiliare della Provincia, dove e' stato installato uno schermo gigante che permettera' di assistere alla diretta televisiva. ''Abbiamo deciso - ha detto Fuda - di permettere ai dipendenti della Provincia di dare l'estremo saluto ad un uomo che ha lasciato un segno indelebile ed importantissimo negli animi di tutti, credenti e non credenti. Domani gli occhi del mondo saranno puntati su Piazza San Pietro e la' saremo presenti tutti, almeno idealmente, in un abbraccio mondiale''. Prima dell' inizio della diretta televisiva dei funerali sara' osservato, come ultimo saluto a Giovanni Paolo II, un minuto di silenzio.

Il testamento del Papa

Il Papa ha iniziato a scrivere il suo testamento pochi mesi dopo la sua ascesa al soglio di Pietro e l'ha terminato durante il periodo quaresimale del Giubileo del 2000. Il testo che è stato diffuso oggi è piuttosto frammentario poiché stato stilato in vari momenti storici assai differenti tra loro. Ecco il testo integrale del testamento diGiovanni Paolo II.
- "6.3.1979 (e le aggiunte successive) Totus Tuus ego sum Nel Nome della Santissima Trinita'. Amen." "Vegliate, perche' non sapete in quale giorno il Signore vostro verra'" (cf. Mt 24, 42) - queste parole mi ricordano l'ultima chiamata, che avverra' nel momento in cui il Signore vorra'. Desidero seguirLo e desidero che tutto cio' che fa parte della mia vita terrena mi prepari a questo momento. Non so quando esso verra', ma come tutto, anche questo momento depongo nelle mani della Madre del mio Maestro: Totus Tuus. Nelle stesse mani materne lascio tutto e Tutti coloro con i quali mi ha collegato la mia vita e la mia vocazione. In queste Mani lascio soprattutto la Chiesa, e anche la mia Nazione e tutta l'umanita'. Ringrazio tutti. A tutti chiedo perdono. Chiedo anche la preghiera, affinche' la Misericordia di Dio si mostri piu' grande della mia debolezza e indegnita'. Durante gli esercizi spirituali ho riletto il testamento del Santo Padre Paolo VI. Questa lettura mi ha spinto a scrivere il presente testamento. Non lascio dietro di me alcuna proprieta' di cui sia necessario disporre. Quanto alle cose di uso quotidiano che mi servivano, chiedo di distribuirle come apparira' opportuno. Gli appunti personali siano bruciati. Chiedo che su questo vigili don Stanislao, che ringrazio per la collaborazione e l'aiuto cosi' prolungato negli anni e cosi' comprensivo. Tutti gli altri ringraziamenti invece, li lascio nel cuore davanti a Dio stesso, perche' e' difficile esprimerli. Per quanto riguarda il funerale, ripeto le stesse disposizioni, che ha dato il Santo Padre Paolo VI. (qui nota al margine: il sepolcro nella terra, non in un sarcofago, 13.3.92).
- 07.04.2005: "apud Dominum misericordia et copiosa apud Eum redemptio" Giovanni Paolo pp. II - Roma, 6.III.1979 "Dopo la morte chiedo Sante Messe e preghiere 5.III.1990" – Foglio senza data: "Esprimo la piu' profonda fiducia che, malgrado tutta la mia debolezza, il Signore mi concedera' ogni grazia necessaria per affrontare secondo la Sua volonta' qualsiasi compito, prova e sofferenza che vorra' richiedere dal Suo servo, nel corso della vita. Ho anche fiducia che non permettera' mai che, mediante qualche mio atteggiamento: parole, opere o omissioni, possa tradire i miei obblighi in questa santa Sede Petrina". –
24.II - 1.III.1980: "Anche durante questi esercizi spirituali ho riflettuto sulla verita' del Sacerdozio di Cristo nella prospettiva di quel Transito che per ognuno di noi e' il momento della propria morte. Del congedo da questo mondo - per nascere all'altro, al mondo futuro, segno eloquente (aggiunto sopra: decisivo) e' per noi la Risurrezione di Cristo. Ho letto dunque la registrazione del mio testamento dell'ultimo anno, fatta anch'essa durante gli esercizi spirituali - l'ho paragonata con il testamento del mio grande Predecessore e Padre Paolo VI, con quella sublime testimonianza sulla morte di un cristiano e di un papa - e ho rinnovato in me la coscienza delle questioni, alle quali si riferisce laregistrazione del 6.III. 1979 preparata da me (in modo piuttosto provvisorio). Oggi desidero aggiungere ad essa solo questo, che ognuno deve tener presente la prospettiva della morte. E deve esser pronto a presentarsi davanti al Signore e al Giudice - e contemporaneamente Redentore e Padre. Allora anche io prendo in considerazione questo continuamente, affidando quel momento decisivo alla Madre di Cristo e della Chiesa - alla Madre della mia speranza. I tempi, nei quali viviamo, sono indicibilmente difficili e inquieti. Difficile e tesa e' diventata anche la via della Chiesa, prova caratteristica di questi tempi - tanto per i Fedeli, quanto per i Pastori. In alcuni Paesi (come p.e. in quello di cui ho letto durante gli esercizi spirituali), la Chiesa si trova in un periodo di persecuzione tale, da non essere inferiore a quelle dei primi secoli, anzi li supera per il grado della spietatezza e dell'odio. Sanguis martyrum - semen christianorum. E oltre questo - tante persone scompaiono innocentemente, anche in questo Paese in cui viviamo... Desidero ancora una volta totalmente affidarmi alla grazia del Signore. Egli stesso decidera' quando e come devo finire la mia vita terrena e il ministero pastorale. Nella vita e nella morte Totus Tuus mediante l'Immacolata. Accettando gia' ora questa morte, spero che il Cristo mi dia la grazia per l'ultimo passaggio, cioe' la [mia] Pasqua. Spero anche che la renda utile anche per questa piu' importante causa alla quale cerco di servire: la salvezza degli uomini, la salvaguardia della famiglia umana, e in essa di tutte le nazioni e dei popoli (tra essi mi rivolgo anche in modo particolare alla mia Patria terrena), utile per le persone che in modo particolare mi ha affidato, per la questione della Chiesa, per la gloria dello stesso Dio. Non desidero aggiungere niente a quello che ho scritto un anno fa - solo esprimere questa prontezza e contemporaneamente questa fiducia, alla quale i presenti esercizi spirituali di nuovo mi hanno disposto. Giovanni Paolo II".
- "Totus Tuus ego sum", 5.III.1982, "Nel corso degli esercizi spirituali di quest'anno ho letto (piu' volte) il testo del testamento del 6.III.1979. Malgrado che tuttora lo consideri come provvisorio (non definitivo), lo lascio nella forma nella quale esiste. Non cambio (per ora) niente, e neppure aggiungo, per quanto riguarda le disposizioni in esso contenute. L'attentato alla mia vita il 13.V.1981 in qualche modo ha confermato l'esattezza delle parole scritte nel periodo degli esercizi spirituali del 1980 (24.II - 1.III) Tanto piu' profondamente sento che mi trovo totalmente nelle Mani di Dio - e resto continuamente a disposizione del mio Signore, affidandomi a Lui nella Sua Immacolata Madre (Totus Tuus) Giovanni Paolo pp. II". - 5.III.82 "In connessione con l'ultima frase del mio testamento del 6.III 1979 (: "Sul luogo /il luogo cioe' del funerale/ decida il Collegio Cardinalizio e i Connazionali") -chiarisco che ho in mente: il metropolita di Cracovia o il Consiglio Generale dell'Episcopato della Polonia - al Collegio Cardinalizio chiedo intanto di soddisfare in quanto possibile le eventuali domande dei su elencati".
- 1.III.1985 (nel corso degli esercizi spirituali). "Ancora - per quanto riguarda l'espressione "Collegio Cardinalizio e i Connazionali": il "Collegio Cardinalizio" non ha nessun obbligo di interpellare su questo argomento "i Connazionali"; puo' tuttavia farlo, se per qualche motivo lo riterra' giusto. JPII". "Gli esercizi spirituali dell'anno giubilare 2000" (12-18.III) (per il testamento)
1. Quando nel giorno 16 ottobre 1978 il conclave dei cardinali scelse Giovanni Paolo II, il Primate della Polonia Card. Stefan Wyszynski mi disse: "Il compito del nuovo papa sara' di introdurre la Chiesa nel Terzo Millennio". Non so se ripeto esattamente la frase, ma almeno tale era il senso di cio' che allora sentii. Lo disse l'Uomo che e' passato alla storia come Primate del Millennio. Un grande Primate. Sono stato testimone della sua missione, del Suo totale affidamento. Delle Sue lotte: della Sua vittoria. "La vittoria, quando avverra', sara' una vittoria mediante Maria" - queste parole del suo Predecessore, il card. August Hlond, soleva ripetere il Primate del Millennio. In questo modo sono stato in qualche maniera preparato al compito che il giorno 16 ottobre 1978 si e' presentato davanti a me. Nel momento in cui scrivo queste parole, l'Anno giubilare del 2000 e' gia' una realta' in atto. La notte del 24 dicembre 1999 e' stata aperta la simbolica Porta del Grande Giubileo nella Basilica di San Pietro, in seguito quella di San Giovanni in Laterano, poi di Santa Maria Maggiore - a capodanno, e il giorno 19 gennaio la Porta della Basilica di San Paolo "fuori le mura". Quest'ultimo avvenimento, per via del suo carattere ecumenico, e' restato impresso nella memoria in modo particolare". "A misura che l'Anno Giubilare 2000 va avanti, di giorno in giorno si chiude dietro di noi il secolo ventesimo e si apre il secolo ventunesimo. Secondo i disegni della Provvidenza mi e' stato dato di vivere nel difficile secolo che se ne sta andando nel passato, e ora nell'anno in cui l'eta' della mia vita giunge agli anni ottanta ("octogesima adveniens"), bisogna domandarsi se non sia il tempo di ripetere con il biblico Simeone "Nunc dimittis". Nel giorno del 13 maggio 1981, il giorno dell'attentato al Papa durante l'udienza generale in Piazza San Pietro, la Divina Provvidenza mi ha salvato in modo miracoloso dalla morte. Colui che e' unico Signore della vita e della morte Lui stesso mi ha prolungato questa vita, in un certo modo me l'ha donata di nuovo. Da questo momento essa ancora di piu' appartiene a Lui. Spero che Egli mi aiutera' a riconoscere fino a quando devo continuare questo servizio, al quale mi ha chiamato nel giorno 16 ottobre 1978. Gli chiedo di volermi richiamare quando Egli stesso vorra'". "Nella vita e nella morte apparteniamo al Signore... siamo del Signore" (cf. Rm 14, 8). Spero anche che fino a quando mi sara' donato di compiere il servizio Petrino nella Chiesa, la Misericordia di Dio voglia prestarmi le forze necessarie per questo servizio".
- 3. "Come ogni anno durante gli esercizi spirituali ho letto il mio testamento del 6.III.1979. Continuo a mantenere le disposizioni contenute in esso. Quello che allora, e anche durante i successivi esercizi spirituali e' stato aggiunto costituisce un riflesso della difficile e tesa situazione generale, che ha marcato gli anni ottanta. Dall'autunno dell'anno 1989 questa situazione e' cambiata. L'ultimo decennio del secolo passato e' stato libero dalle precedenti tensioni; cio' non significa che non abbia portato con se' nuovi problemi e difficolta'. In modo particolare sia lode alla Provvidenza Divina per questo, che il periodo della cosi' detta "guerra fredda" e' finito senza il violento conflitto nucleare, di cui pesava sul mondo il pericolo nel periodo precedente".
- 4. "Stando sulla soglia del terzo millennio "in medio Ecclesiae", desidero ancora una volta esprimere gratitudine allo Spirito Santo per il grande dono del Concilio Vaticano II, al quale insieme con l'intera Chiesa - e soprattutto con l'intero episcopato - mi sento debitore. Sono convinto che ancora a lungo sara' dato alle nuove generazioni di attingere alle ricchezze che questo Concilio del XX secolo ci ha elargito. Come vescovo che ha partecipato all'evento conciliare dal primo all'ultimo giorno, desidero affidare questo grande patrimonio a tutti coloro che sono e saranno in futuro chiamati a realizzarlo. Per parte mia ringrazio l'eterno Pastore che mi ha permesso di servire questa grandissima causa nel corso di tutti gli anni del mio pontificato. "In medio Ecclesiae"... dai primi anni del servizio vescovile - appunto grazie al Concilio - mi e' stato dato di sperimentare la fraterna comunione dell'Episcopato. Come sacerdote dell'Arcidiocesi di Cracovia avevo sperimentato che cosa fosse la fraterna comunione del presbiterio - il Concilio ha aperto una nuova dimensione di questa esperienza".
- 5. "Quante persone dovrei qui elencare! Probabilmente il Signore Dio ha chiamato a Se' la maggioranza di esse - quanto a coloro che ancora si trovano da questa parte, le parole di questo testamento li ricordino, tutti e dappertutto, dovunque si trovino. Nel corso di piu' di vent'anni da cui svolgo il servizio Petrino "in medio Ecclesiae" ho sperimentato la benevola e quanto mai feconda collaborazione di tanti Cardinali, Arcivescovi e Vescovi, tanti sacerdoti, tante persone consacrate - Fratelli e Sorelle - infine di tantissime persone laiche, nell'ambiente curiale, nel Vicariato della Diocesi di Roma, nonche' fuori di questi ambienti. Come non abbracciare con grata memoria tutti gli Episcopati nel mondo, con i quali mi sono incontrato nel succedersi delle visite "ad limina Apostolorum"! Come non ricordare anche tanti Fratelli cristiani - non cattolici! E il rabbino di Roma e cosi' numerosi rappresentanti delle religioni non cristiane! E quanti rappresentanti del mondo della cultura, della scienza, della politica, dei mezzi di comunicazione sociale!".
- 6. "A misura che si avvicina il limite della mia vita terrena ritorno con la memoria all'inizio, ai miei Genitori, al Fratello e alla Sorella (che non ho conosciuto, perche' mori' prima della mia nascita), alla parrocchia di Wadowice, dove sono stato battezzato, a quella citta' del mio amore, ai coetanei, compagne e compagni della scuola elementare, del ginnasio, dell'universita', fino ai tempi dell'occupazione, quando lavorai come operaio, e in seguito alla parrocchia di Niegowi", a quella cracoviana di S. Floriano, alla pastorale degli accademici, all'ambiente... a tutti gli ambienti... a Cracovia e a Roma... alle persone che in modo speciale mi sono state affidate dal Signore. A tutti voglio dire uno sola cosa:"Dio vi ricompensi" "In manus Tuas, Domine, commendo spiritum meum" A.D. 17.III.2000".


Dorina Bianchi: “Roma esempio di accoglienza”

''Stanno facendo tutti al massimo il loro dovere: le forze dell'ordine, volontari, protezione civile, cittadini, chiunque si sia trovato ad affrontare questa emergenza. Grazie Roma''. E' quanto afferma in una nota Dorina Bianchi, deputata della Margherita. ''In queste giornate cosi' straordinariamente drammatiche - aggiunge - i romani dimostrano tutto il loro senso di civilta' e sono un esempio di straordinaria accoglienza. Un esempio che Roma sta dando a tutto il mondo. Questa citta' ed i suoi cittadini meritano tutta la nostra ammirazione. E' una grande lezione di civilta' e di amore''.

I treni per il ritorno in Calabria partiranno da Roma Ostiense

Partiranno dalla stazione di Roma Ostiense i treni straordinari per i fedeli recatisi a rendere omaggio alla salma del Pontefice che, da Roma, ritornano in Calabria. Lo rende noto un comunicato delle Ferrovie dello Stato nel quale si informa ''che per i treni ordinari rimangono invariate le stazioni di partenza previsti dall'orario ufficiale''. ''La decisione - e' spiegato nel comunicato - fa seguito alla richiesta della Protezione civile di sospendere il servizio nella stazione di Roma San Pietro per motivi di ordine pubblico e per garantire maggiore fluidita' degli eccezionali flussi di traffico ferroviario all' interno del nodo di Roma''. ''Data la grande richiesta, inoltre, e' possibile che non tutti potranno ripartire venerdi' sera da Roma; pertanto, i fedeli devono tenere anche conto della possibilita' di dover sostare a Roma e prendere poi il treno nella giornata di sabato. In tutte le stazioni, che rimarranno aperte per l' intera notte, si troveranno, comunque, punti di informazione e di ristoro''. Nella nota si precisa che ''Trenitalia sta distribuendo depliant con tutte le informazioni sugli orari dei treni in partenza dalle stazioni di Roma; a cura di RFI, invece, e' la distribuzione di pieghevoli illustrativi con informazioni dei punti dedicati ai servizi di emergenza''.

 

Il Cordoglio della FNSI al Cardinale Camerlengo

Il Consiglio Nazionale della FNSI, riunitosi oggi, ha aperto i lavori con un momento di raccoglimento in memoria di Giovanni Paolo II, ricordato con sentimenti di rispetto e ammirazione dal presidente Franco Siddi e dal segretario generale Paolo Serventi Longhi. Al termine dei lavori il Consiglio ha sintetizzato in un messaggio di cordoglio i ''sentimenti di partecipazione al moto di commemorazione che coinvolge milioni di persone in tutto il mondo''. Il messaggio è stato trasmesso dal presidente Siddi, a nome di tutto il Consiglio, al Cardinale Camerlengo Eduardo Martinez Somàlo. ''I giornalisti italiani - si legge nel testo del messaggio - hanno sempre trovato nel magistero del Papa ancoraggi morali di rilevanza assoluta per la valorizzazione e il rispetto del bene informazione, come bene primario per le singole persone e per tutta la società. Ed è di speciale significato 'l'abbraccio' che Egli ha dedicato ai giornalisti nel Suo testamento''. ''Il Papa - prosegue il Consiglio Nazionale - incoraggia ancora, e sarà così anche domani, i giornalisti ad agire con una forte coscienza etica e a resistere a interessi particolari e ristretti. A istituzioni e poteri, ha detto più volte Giovanni Paolo II con appelli, messaggi e richiami di valore universale, è richiesto un atteggiamento di rispetto e di libertà, perché i giornalisti possano avere l'accesso pieno all'informazione e proporla, con rispetto delle persone umane, ai cittadini perché possano liberare tutte le loro energie di solidarietà e di pace, perché siano liberi di scegliere e di giudicare''. ''Giovanni Paolo II - si legge ancora nel messaggio - per i credenti propone un supplemento di riflessione e di coscienza, per tutti illumina una strada che può essere giustamente considerata a sostegno di un'opinione universale per il giornalismo: per un giornalismo indipendente, libero da pregiudizi nazionali, razziali e religiosi, autenticamente e pienamente informato, credibile, impostato sulla ricerca della verità condizione di libertà e di pace. Questi semi sono destinati a produrre germogli che il sindacato italiano dei giornalisti coltiva sul terreno proprio, laico, di un rigoroso impegno di promozione e tutela del lavoro professionale, della sua dignità e di tutti i suoi valori morali e materiali''. ''Il saluto al Papa Giovanni Paolo II - conclude il Consiglio Nazionale della Fnsi - è atto d'omaggio e di gratitudine, per una presenza viva che attraversa sensibilmente anche la nostra esperienza''.

Alle sei l’apertura dei varchi

I primi ad entrare in piazza San Pietro venerdì mattina per partecipare ai funerali di Papa Giovanni Paolo II saranno i polacchi. Una quindicina circa di connazionali di Papa Wojtyla si sono sistemati in sacco a pelo davanti alle transenne più vicine alla piazza. Passeranno la notte lì, in attesa che venga loro aperto il varco: venerdì mattina alle 6, come deciso dagli addetti alla sicurezza. Sugli schermi allestiti in via della Conciliazione continuano a sfilare le immagini dei pellegrini in preghiera, dei fedeli che salutano la salma del Pontefice, mentre scorrono in sottotitolo, in italiano e in polacco, gli annunci sull'orario di apertura degli accessi alla piazza. Saranno due: uno in via del Mascherino e uno all'altezza di Ponte Vittorio. Un gruppo di fedeli, anche questi in maggioranza polacchi, rimasto a dormire davanti alle transenne in via Paolo VI arriverà alla piazza senza passare per i varchi di via del Mascherino e ponte Vittorio. Una concessione fatta solo per loro, in fondo guardati con maggiore riguardo e rispetto in quanto connazionali di Papa Giovanni Paolo II e forse maggiormente colpiti dalla sua scomparsa. Sono comunque solo poche decine i pellegrini rimasti in via della Conciliazione per la notte. Molti si sono già sistemati in sacco a pelo, altri improvvisano una celebrazione eucaristica, con tanto di altare, ceri e cori di preghiera. Le vie adiacenti a via della Conciliazione, dove pure altri gruppi di pellegrini avevano manifestato la volontà di trascorrere la nottata, sono state sgomberate per motivi di sicurezza. Notte per aspettare, per pregare e, per gli addetti ai lavori, per pulire le strade e preparare l'area alla cerimonia di domani. Tre ore di preghiera, a partire dalle ore 10, per l'addio a Giovanni Paolo II, le cui spoglie verranno tumulate al termine della celebrazione nelle Grotte Vaticane.

I Papaboys ai potenti del mondo: “in ginocchio davanti al Santo Padre”

"Davanti alla salma del Santo Padre ed a migliaia di fedeli, il Presidente degli Stati Uniti d'America, non ha esitato ad inginocchiarsi, visivamente commosso e raccolto in preghiera. Eppure, non e' lontano il tempo in cui parvero cadere nel vuoto gli accorati appelli del Papa, che ha gridato il suo 'No, alla guerra'. Oggi, vorremmo interpretare la testimonianza di Bush, come un segno di sincero impegno a convertire la logica delle armi nella realta' di una pace duratura ed estesa a tutti i popoli della terra". E' quanto si legge in un comunicato diffuso dall'ufficio stampa dei Papaboys. "Chiediamo ai potenti del mondo, coloro che parteciperanno alle esequie di Papa Giovanni Paolo II, di piegare tutti finalmente le ginocchia, affinche' si realizzi cio' per cui il Santo Padre ha offerto la sua stessa vita, fino alla fine, cio' per cui ci ha cercato nel mondo affidandoci il suo messaggio di pace, dimostrando cosi' che la sua morte, benche' dolorosa, ha segnato per l'umanita' un luminoso passaggio di vita in vita in un'autentica riconciliazione universale. Inginocchiatevi quindi tutti davanti al Papa! Davanti ad un uomo Santo che non avete voluto ascoltare proprio nel giorno in cui la piazza, il suo popolo di giovani, e non solo, lo eleggera' Santo. E se non avrete l'umilta' del gesto - conclude la nota - non vergognatevi in seguito se sarete fischiati".

Piazza San Pietro Vuota dopo quattro giorni

Vuota, piena di commozione, con i lumini accesi per tutta la notte. Piazza San Pietro dopo quattro giorni di grande folla si prepara ai funerali del Santo Padre. C'e' un'aria di smobilitazione generale dopo le lunghe code in via della Conciliazione per l'ultimo saluto al Santo Padre che ormai tutti chiamano Giovanni Paolo il Grande. Fino all'ultimo i fedeli hanno cercato, senza arrendersi, di entrare a San Pietro e molti di loro che ancora camminano lungo via della Conciliazione e ai lati esterni del colonnato, ci sono riusciti. Ai lati estremi della piazza restano le pile di bottigliette che infaticabili volontari della Protezione civile in questi giorni offrivano ai pellegrini in coda. In oltre due milioni sono arrivati e per i funerali di domani sono destinati a crescere ancora molto, soprattutto i polacchi. Si comincia a pulire il sagrato della basilica dove domani si celebrera' la cerimonia funebre e si cominciano a preparare i posti che ospiteranno le delegazioni dei capi di Stato e i vescovi. Sara' un a notte di silenzio e di lavoro prima dell'estremo saluto al pontefice. Dietro alle transenne che ora circondano piazza San Pietro restano ancora gruppi di suore, preti e tanti giovani che domani sperano di conquistare un posto nella piazza per la cerimonia. Molti dei Papa-boys attendono con i loro sacchi a pelo sul marciapiede sinistro di via della Conciliazione pronti domani mattina alle 5, quando la piazza dovrebbe riaprire, a cercare un posto nell'abbraccio del colonnato. La grande folla si e' dileguata con la stessa tranquillita', ordine e pazienza che ha contraddistinto in questi giorni le lunghe file a cui si sono sottoposti i fedeli supportati dalla forza dei canti e delle preghiere che per tutto il tempo hanno fatto da colonna sonora alla piazza. Domani ci sara' con i suoi canti anche il primo tenore solista del teatro dell'Opera di Tirana, Gezim, che, da quando il pontefice si e' ammalato, ha cantato ogni giorno per lui. ''Canto per la sua anima - racconta - il giorno dopo la morte di Giovanni Paolo II ho cantato piu' di novanta Ave Maria''. Adesso sulla piazza ci sono soprattutto i volontari della Protezione civile del Comune di Roma con i loro giubbotti gialli, gli operatori della Croce rossa e tutte quelli che in questi giorni hanno lavorato infaticabilmente per rendere accessibile l'ingresso a San Pietro. E in questo momento a dominare e' il silenzio.

Alle 22 chiuse le porte della Basilica di San Pietro

Le porte della Basilica sono state chiuse poco dopo le 22 come era stato deciso. Tutti i pellegrini che erano in fila da questa mattina per rendere omaggio alla salma di Giovanni Paolo II sono riusciti ad entrare, gli ultimi stanno continuando ad uscire. Le Forze dell'ordine e i responsabili della sicurezza stanno sgombrando l'area di piazza San Pietro, piazza Pio XII e le vie limitrofe sino all'inizio di via della Conciliazione. Questa area venerdì mattina sarà considerata come area di sicurezza e di emergenza. In via della Conciliazione, invece, centinaia di pellegrini stanno preparandosi per affrontare la lunga notte prima dei funerali in onore di Papa Wojtyla con sacchi a pelo, materassini e viveri di fortuna. Via della Conciliazione sembra un vero e proprio bivacco, ma tutto sembra sotto controllo.

Oltre tre milioni di pellegrini attesi a Roma

La grande paura e' passata. Cosi' come l'assedio bianco che milioni di pellegrini hanno portato a San Pietro in questi giorni con una dimostrazione di fede senza precedenti. Ora pero', prima di tirare un bilancio, e un sospiro di sollievo, resta l'ultimo e piu' difficile atto: i funerali di Giovanni Paolo II. ''L'evento di massa e la sfida organizzativa piu' grandi e difficili della storia'' lo ha definito il sindaco di Roma Valter Veltroni tanto per dare l'idea dell'ulteriore prova che Roma si appresta ad affrontare. La macchina dell'organizzazione messa in piedi dalla Protezione Civile, dal Comune e dalla Prefettura di Roma ha retto. Anche se ieri, e' stato lo stesso commissario straordinario Guido Bertolaso ad ammetterlo, ci sono state delle ''preoccupazioni'' e ''momenti critici'' che hanno di fatto obbligato alla chiusura anticipata delle file per accedere alla basilica di San Pietro. ''La zona di San Pietro era gia' satura ha spiegato e non potevamo rischiare che vi si riversassero altre 200/300mila persone''. E, sempre ieri, ci sono stati disagi, anche pesanti, sia per coloro che hanno trascorso 20 ore in fila per rendere omaggio al papa sia e per i romani, costretti da giorni a districarsi tra divieti e misure di sicurezza mai viste prima nonostante Roma abbia gia' ospitato eventi di natura mondiale. Oggi invece, dice sempre Bertolaso, ''e' andata molto meglio''. ''Non c'e' nessuna criticita' spiega e, anzi, e' stata una giornata serena e tranquilla''. La decisione di chiudere la fila ieri sera alle 22 ha permesso infatti di ridurre l'afflusso di pellegrini nell'area di San Pietro a tal punto che per tutta la giornata e' stato consentito di mettersi comunque in coda ai gruppi che arrivano alla spicciolata. Una decisione che ha in realta' una spiegazione chiara: ad arrivare per ultimi sono stati soprattutto le migliaia di fedeli giunti dalla Polonia e, in generale, gli stranieri, che si sono sobbarcati un lungo e faticoso viaggio. E' sembrato dunque ''giusto e doveroso'', dopo tre giorni in cui a rendere omaggio al papa sono stati in larga parte i romani e gli italiani, dare anche ai connazionali di papa Wojtyla la possibilita' di portargli l'ultimo saluto. Dalla Polonia sono giunti in giornata a Roma 300mila polacchi e altri 8/900 pullman arriveranno nella notte, tanto da trasformare la citta', sono sempre parole del commissario straordinario ''in una piccola Cracovia''. A quelli che nelle prime ore della giornata erano gia' nei pressi della capitale, e' stato consentito di arrivare in San Pietro, gli altri andranno nell'area di Tor Vergata. ''Abbiamo superato i due milioni di pellegrini, secondo le stime che abbiamo ne sono in arrivo altri 500/600mila. Credo che dopo la conclusione dei funerali potremmo tirare delle somme importanti'' ha detto ancora Bertolaso sottolineando che quella di domani sara' una giornata difficile, soprattutto nelle ore che precederanno la funzione religiosa quando in San Pietro si riverseranno migliaia di pellegrini e le delegazioni internazionali. ''Gli uomini delle forze dell'ordine soprattutto dice il capo della Protezione Civile avranno un grande onere nel garantire la sicurezza a tutti, ma tutto il sistema dovra' continuare l'ottimo lavoro fatto finora. Abbiamo messo in moto una macchina perfettamente funzionante e cosi deve continuare ad essere''. Domani dunque la grande prova: per far si che tutto fili liscio da giorni e' in moto una gigantesca macchina non solo organizzativa ma anche e soprattutto di sicurezza, visto l'arrivo di duecento delegazioni provenienti da tutto il mondo. La basilica di San Pietro sara' chiusa questa sera alle 22: da allora e almeno fino all'alba di domani alla zona potranno accedere solo coloro che dovranno ripulire il grande spazio all'interno del colonnato e gli addetti alla sicurezza, cui spetta un compito piu' arduo. Ai pellegrini ''quelli che gia' sono nell'area della basilica perche' per gli altri non ci sara' spazio'' ha ribadito Bertolaso per evitare una inutile e pericolosa corsa all'ultimo posto - sara' consentito l'accesso, fino alla saturazione di via della Conciliazione, non prima delle sei. Due i varchi: uno a piazza Risorgimento, l'altro su ponte Vittorio. Tutti gli altri dovranno accontentarsi dei maxischermi nelle aree basilicali e nelle piazze. Il piano messo a punto prevede infatti che gia' da stasera si fara' in modo di 'dirottare' i fedeli in particolare verso San Giovanni, Circo Massimo e Tor Vergata. Un trattamento 'di favore' sara' riservato a disabili, malati e ''a tutti coloro a cui il papa e' sempre stato vicino'', che avranno uno spazio riservato in piazza San Pietro. Un'altra preoccupazione e' rappresentata dall'esodo alla conclusione delle esequie, quando tutti insieme si sposteranno le duecento delegazioni internazioni, i 300mila di piazza San Pietro e gli oltre due milioni sparsi nelle piazze di Roma e a Tor Vergata. ''Bisognera' stare molto attenti ed essere allo stesso tempo pazienti e' l'appello di Bertolaso abbiamo pianificato i percorsi e i tempi, ma tutti coloro che saranno in strada devono sapere che il deflusso puo' essere ancora piu' rischioso dell'afflusso''. Dunque tutto e' pronto, anche se per scrivere la parola fine bisognera' aspettare che l'ultimo pellegrino lasci Roma.

Le delegazioni che hanno confermato la partecipazione alle esequie di Papa Giovanni Paolo II:

LEADER POLITICI
- Afghanistan: Hamid Karzai (presidente)
- Albania: Alfred Moisiu (presidente), Fatos Nano (primo ministro), Rexhp Meidani e Sali Berisha (ex presidente)
- Argentina: Daniel Scioli (vice presidente), Rafael Bielsa (ministro degli Esteri)
- Armenia: Andranik Margaryan (primo ministro)
- Austria: Heinz Fischer (presidente)
- Australia: Michael Jeffery (governatore generale)
- Autorita' Nazionale Palestinese: Abu Ala (primo ministro)
- Azerbaigian: Artur Rasizade (primo ministro)
- Bangladesh: Chowdhury Kamal Ibne Yusuf (ministro per l'Alimentazione e Disastri)
- Belgio: Guy Verhofstadt (primo ministro)
- Bolivia: Carlos Mesa (presidente), Juan Ignacio Siles
(ministro degli Esteri)
- Bosnia Herzegovina: Adnan Terzic (primo ministro)
- Brasile: Luiz Ignacio Lula da Silva (presidente)
- Bulgaria: Gueorgui Parvanov (presidente)
- Camerun: Paul Biya (presidente)
- Canada: Paul Martin (primo ministro)
- Cile: Ignacio Walker (ministro degli Esteri) (il presidente Ricardo Lagos non e' potuto partire perche' la madre, di 108 anni e' in fin di vita)
- Cipro: Tassos Papadopoulos (presidente)
- Colombia: Francisco Santos (vice presidente)
- Corea del Sud: Lee Hae-chan (primo ministro), Han Seung-soo (ex ministro degli Esteri)
- Costa Rica: Abel Pacheco (presidente), Roberto Tovar (ministro degli Esteri)
- Croazia: Stipe Mesic (presidente), Ivo Sanader (primo ministro)
- Cuba: Ricardo Alarcon (presidente del Parlamento)
- Danimarca: Anders Fogh Rasmussen (primo ministro)
- Ecuador: Patricio Zuquilanda (ministro degli Esteri)
- Egitto: Farouk Hosni (ministro della Cultura)
- El Salvador: Francisco Lainez (ministro degli Esteri)
- Emirati Arabi Uniti: sceicco Abdullah bin Zayed al-Nahayan (ministro della Cultura e dell'Informazione)
- Estonia: Arnold Ruutel (presidente).
- Finlandia: Matti Vanhanen (primo ministro)
- Francia: Jacques Chirac (presidente)
- Filippine: Gloria Arroyo (presidente)
- Georgia: Georgy Gomiashvili (vice ministro degli Esteri)
- Germania: Gerhard Schroeder (cancelliere), Horst Koehler (presidente)
- Ghana: John Kufuor (presidente)
- Giappone: Yoriko Kawaguchi, ex ministro degli Esteri.
- Gran Bretagna: Tony Blair (primo ministro)
- Grecia: Karolos Papoulias (presidente)
- Guatemala: Oscar Berger (presidente); Eduardo Stein (vice presidente), Jorge Briz (ministro degli Esteri)
- Guinea Equatoriale: Teodoro Obiang Nguema (presidente)
- Honduras: Ricardo Maduro (presidente)
- India: Bhairon Singh Shekawat (vice presidente)
- Indonesia: Alwi Shihab (ministro della previdenza sociale), Maftuh Basyuni (ministro per gli Affari religiosi)
- Iran: Mohammad Khatami (presidente)
- Irlanda: Mary McAleese (presidente), Bertie Ahern (primo ministro)
- Israele: Moshe Katzav (presidente), Silvan Shalom (ministro degli Esteri)
- Kenya: Chirau Ali Makwere (ministro degli Esteri), Musikari Combo (ministro per il governo locale)
- Kosovo: Ibrahim Rugova (presidente)
- Lega Araba: Amr Mussa (segretario generale)
- Lesotho: Monyane Moleleki (ministro degli Esteri)
- Lettonia: Vaira Vike-Freiberga (presidente)
- Libano: Emile Lahoud (presidente, cristiano maronita), Omar
Karami (primo ministro, musulmano sunnita), Nabih Berri presidente Parlamento, musulmano sciita)
- Lituania: Valdas Adamkas (presidente)
- Lussemburgo: Jean Claude Juncker (primo ministro)
- Macedonia: Branko Crvenkovski (presidente)
- Madagascar: Marc Ravolomanana (presidente), Marcel Ranjeva (ministro degli Esteri)
- Malaysia: Bernard Dompok (ministro per i servizi civili), Abdullah Mohamad Zin (ministro per gli affari religiosi)
- Mauritius: Paul Berenger (primo ministro)
- Messico: Vicente Fox (presidente)
- Montenegro: Filip Vujanovic (presidente).
- Mozambico: Armando Guebuza (presidente)
- Nazioni Unite: Kofi Annan (segretario generale)- Nicaragua: Enrique Bolanos (presidente), Norma Caldera (ministro degli esteri)
- Nigeria: Olusegun Obasanjo (presidente)
- Norvegia: Kjell Magne Bondevik (primo ministro)
- Nuova Zelanda: Silvia Cartwright (governatore generale)
- Olanda: Jan Peter Balkenende (primo ministro)
- Organizzazione Nazioni Unite: Kofi Annan (segretario generale)
- Pakistan: Mohammad Ejaz ul Haq (ministro per gli Affari religiosi).
- Panama: Vivian Fernandez de Torrijos (presidente) e la conserte Martin Torrijos
- Paraguay: Luis Castiglioni (vice presidente)
- Polonia: Aleksander Kwasniewski (presidente), Lech Walesa (ex presidente), Marek Belka (primo ministro)
- Portogallo: Jorge Sampaio (presidente), Diogo Freitas do
Amaral (ministro degli Esteri)
- Repubblica Ceca: Vaclav Klaus (presidente), Cyril Svoboda (ministro degli Esteri).
- Rep. Dem. Congo: Joseph Kabila (presidente)
- Romania: Traian Basescu (presidente), Calin Tariceanu (primo ministro)
- Russia: Mikhail Fradkov (primo ministro)
- Serbia-Montenegro: Svetozar Marovic (presidente), Vuk Draskovic (ministro degli Esteri)
- Serbia: Boris Tadic (presidente)
- Senegal: Abdoulaye Wade (presidente)
- Seychelles: James Michael (presidente)
- Sierra Leone: Foday Seasay (ambasciatore in Germania)
- Singapore: S. Jayakumar (vice primo ministro)
- Siria: Bashar al-Assad (presidente) e consorte
- Slovacchia: Ivan Gasparovic (presidente), Pavol Hrusovsky (presidente Parlamento)
- Slovenia: Janez Drnovsek (presidente), Janez Jansa (primo ministro)
- Spagna: Jose Luis Rodriguez Zapatero (primo ministro), Miguel Angel Moratinos (ministro degli Esteri), Mariano Rajoy. (presidente del Partito Popolare
- Sri Lanka: Mahinda Rajapakse (primo ministro)
- Stati Uniti: George W. Bush (presidente) e la consorte, Laura, Bill Clinton (ex presidente), George Bush (ex presidente)
- Sud Africa: Jacob Zuma (vice presidente)
- Svizzera: Samuel Schmid (presidente)
- Svezia: Goeran Persson (primo ministro)
- Taiwan: Chen Shui-bian (presidente)
- Tanzania: George Kahama (ministro del Commercio)
- Turchia: Recep Tayyip Erdogan (primo ministro)
- Ucraina: Viktor Yushchenko (presidente)
- Uganda: Gilbert Bukenya (vice presidente)
- Ungheria: Ferenc Madl (presidente), Ferenc Gyurcsany (primo ministro)
- Unione Europea: Jose Manuel Barroso (presidente Commissione) e consorte; Franco Frattini (vice presidente e commissario a Giustizia, Liberta' e Sicurezza), Danuta Webner (commissaria polacca alle Politiche regionali)
- Uruguay: Maria Auxiliadora Delgado de Vasquez (first Lady)
- Venezuela: Ali Rodriguez (ministro degli Esteri)
- Zimbabwe: Robert Mugabe (presidente)
- Belg io: re Alberto II e regina Paola
- Giordania: re Abdullah II
- Gran Bretagna: principe Carlo
- Lussemburgo: granduca Enrico e granduchessa Maria Teresa
- Spagna: re Juan Carlos e regina Sofia
- Svezia: re Carlo Gustavo XVI e regina Silvia
- Norvegia: regina Sonja (re Harald e' in ospedale, convalescente dopo un intervento al cuore)
- Quatar: sceicco Tamim bin Hamad bin Khalifa
- Romania: ex re Michele
LEADER RELIGIOSI
- Chiesa ortodossa russa: metropolita Cirillo, capo del dipartimento relazioni con le chiese straniere (non ci sara' invece il patriarca Alessio II, che si era rifiutato in piu' occasioni di incontrare il Pontefice)
- Chiesa ortodossa greca: il leader spirituale, l'arcivescovo Christodoulos
- Chiesa ortodossa: patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo I
- Patriarca degli armeni di Turchia, Mesrob II
- Chiesa ortodossa romena: il patriarca Teoctist. (AGI)
- Chiesa apostolica armena: il leader spirituale, Karekin II
- Chiesa ortodossa bulgara: il metropolita Neofit
- Patriarca maronita, Nasrallah Sfeir (Libano)
- Chiesa anglicana: il capo spirituale, arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams
- Chiesa luterana svedese: l'arcivescovo capo K.G.Hammer
- Vescovo Finn Wagle, della Chiesa Protestante di Norvegia
- organizzazioni musulmane indonesiane: Syafili Maarif (leader del Muhammadiyaj, la seconda organizzazione musulmana del Paese) e un rappresentante del Nahdlatul Ulama, l'altra organizzazione musulmana.
- Direttore generale dell'ufficio del rabbino capo Oded Viner
- Leader religiosi adell'Albania: Selim Muca per la comunita' musulmana; Rrok Mirdita, arcivescovo cattolico; Haxhi Dede Reshat Bardhi della sezione musulmana Bektashi; arcivescovo Anastasio in rappresentanza della chiesa ortodossa.
- Patriarca della chiesa ortodossa etiope Abune Paulos.

Roma accoglie un’altra Roma ma regge l’urto

Un dato e' certo: sono oltre 2 milioni i pellegrini che hanno varcato la soglia di San Pietro per rendere omaggio a papa Giovanni Paolo II. Ma nessuno sa quanti sono quelli che sono in giro nelle strade della capitale o che arriveranno nelle prossime ore per i funerali del Papa. ''E' come se Roma avesse accolto un'altra Roma -ha detto il sindaco Walter Veltroni- la citta' sta allargando se' stessa per ospitare tanta gente quanto i suoi abitanti. E lo sta facendo con efficienza e col cuore. Roma sta affrontando bene quello che e' senz'altro l'evento di massa piu' grande della storia''. In queste ore quanti si occupano della macchina dell' assistenza sottolineano che e' stato come organizzare un nuovo Giubileo in 48 ore. Vigili urbani, uomini delle municipalizzate, volontari della protezione civile. Solo la citta' di Roma ha messo in campo un esercito di oltre ventimila addetti che si sono affiancati al dispositivo del dipartimento della Protezione civile Nazionale. ''Abbiamo un piano e un metodo che ci consente di adattarlo alle esigenze che mutano di ora in ora'', dice il direttore della Protezione civile comunale Patrizia Cologgi. Un piano che ha consentito alle istituzioni di dire ''no, grazie'' all' offerta di aiuto avanzata dalla Protezione civile europea che, anzi, ha inviato un team di osservatori per capire come si gestiscono queste emergenze in Italia. Al call center del comune di Roma sono arrivate, da sabato scorso, circa 65mila telefonate, e ieri il sito internet del comune di Roma ha fatto registrare oltre 80mila contatti. ''La situazione e' sotto controllo'', ha detto Veltroni in quella che da tutti viene considerata la prima giornata di respiro dopo le due durissime di martedi' e mercoledi' e in attesa del bagno di folla di domani. Del resto anche dal Vaticano era giunta l'indicazione che i giorni piu' caldi sarebbero stati martedi', mercoledi' e venerdi'. Ieri notte in duemila hanno dormito nei centri di accoglienza del comune di Roma: 580 alla Fiera di Roma, 170 in via Ippolito Nievo ed oltre 1.100 nello spazio attrezzato in collaborazione con la Protezione Civile Nazionale, a Tor Vergata. Qui ci si appresta a reggere l'urto delle migliaia che non riusciranno ad arrivare a San Pietro. Per accoglierli pronte 350 tende, due gruppi elettrogeni da 250 chilovatt l'uno, 3 autobotti da 10 mila litri e 4 da 6 mila litri, e 300 fontanelle, sei cucine da campo e duemila bagni chimici. Stanotte la chiusura della fila ha consentito di effettuare operazioni primarie come la pulizia delle strade. Sono state raccolte circa 30 tonnellate di rifiuti a san Pietro. Dal Centro operativo della Protezione civile di Roma sono partite indicazioni per predisporre i 27 maxischermi in diverse aree di Roma in modo da alleviare la pressione nella zona di San Pietro dove potranno entrare non piu' di trecentomila persone. Intorno ai maxischermi e' stata creata una vera e propria citta' dell'accoglienza con punti per la distribuzione dell'acqua, corridoi di accesso e deflusso, trasporti, bagni chimici e punti sanitari. ''Fino a oggi la nostra era una organizzazione unica, concentrata a San Pietro, ora deve dividersi in tanti sottosistemi'', sottolineano alla Protezione civile. Su queste zone convergeranno gli ottomila volontari messi in campo che dalla prima notte dell'emergenza hanno distribuito oltre due milioni di litri di acqua. Fra questi anche duemila boy-scouts provenienti da tutta Italia. Per far fronte alla ressa di questi giorni, Trambus e Atac hanno impiegato 550 autobus, 18 tram, 1.500 autisti e 300 tra agenti ispettivi e capolinea. L'Acea, ha messo in campo 400 persone, 340 addetti dell'Ama lavorano con 120 mezzi. Nella tratta Termini - S.Pietro ci sono state frequenze anche di 30 secondi. Fino a domenica sera Trenitalia ha potenziato il servizio con 441 treni straordinari e 212mila posti aggiuntivi. Intanto Roma si prepara a vivere il suo giorno piu' lungo: stasera le linee A e B della metropolitana termineranno il servizio a mezzanotte. Il blocco totale del traffico scattera' alle 2 e durera' fino alle 18. L'apertura di piazza San Pietro avverra' alle 6. Saranno chiuse scuole e uffici pubblici, e l'invito e' stato esteso anche a quelli privati. Nei distributori di carburanti nella cintura del Gra funzioneranno solo i self service. E mentre si parla di accoglienza si pensa gia' al deflusso: ''sara' lento - assicurano dalla protezione civile - ma incessante''.

 

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