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Papa Giovanni Paolo II

"Il Grande"

Il feretro di Giovanni Paolo II esposto in San Pietro

La constatazione di morte del Papa

La constatazione canonica della morte di Giovanni Paolo II si e' svolta questa mattina alle 9,30, con l'apposito rito previsto dalla Universi Dominici Gregis, la costituzione apostolica scritta dal papa defunto e che stabilisce gli adempimenti in occasione della morte del pontefice. Il camerlengo Eduardo Martinez Somalo, il vicecamerlengo Paolo Sardi, il cerimoniere pontificio mons. Piero Marini e i prelati della Camera apostolica sono andati nell'appartamento del Papa insieme con il suo medico personale Renato Buzzonetti. Il cancelliere segretario della Camera apostolica Enrico Serafini, ha redatto l'atto autentico di morte, al quale e' stato annesso il certificato medico stilato dal dottor Buzzonetti. Il camerlengo ha poi apposto i sigilli alla camera e allo studio del papa (la riaprirà lui stesso al successore di Wojtyla) ed ha rotto il sigillo del Pescatore, anello particolare che serviva a firmare documenti importanti del Papa. Terminata la ricognizione della salma questa e' stata composta dai medici e rivestita dei paramenti pontifici: la mitria bianca sul capo, la ''casula'', cioe' il mantello che si usa per le celebrazioni della Messa, di colore rosso che e' il colore di lutto dei papi, e il pallio, una striscia di lana bianca con croci nere, simbolo di dignita' arcivescovile. Una volta esposto il corpo del Papa all'omaggio dei fedeli, nessuno puo' fotografare il corpo del pontefice defunto, a meno che non abbia il permesso del camerlengo. Questi potra' concedere di fotografare il corpo a titolo di documentazione, ma solo se questo sara' rivestito degli abiti pontificali. Per la prima volta sono state oggi ammesse le telecamere (del Centro televisivo vaticano) nella sala Clementina durante l'omaggio al papa defunto della Curia. E per la prima volta a questo omaggio hanno partecipato anche le autorita' civili e il corpo diplomatico. L'esposizione pubblica della salma nel palazzo apostolico si e' conclusa alle 16. La traslazione della salma in basilica, per l'omaggio di tutti le persone che vorranno esserci avverra' domani, intorno alle 17.

Il Camerlengo Mons. Somalo

La certificazione di morte firmata dal dott. Buzzonetti

"Certifico che Sua Santità Giovanni Paolo II (al secolo Karol Wojtyla) nato a Wadowice (Krakov) il 18 maggio 1920, residente nella citta' del Vaticano, cittadino vaticano, e' deceduto alle ore 21,37 del giorno 2 aprile 2005 nel suo appartamento nel Palazzo Apostolico Vaticano a causa di shock settico e collasso cardiocircolatorio irreversibile''. E' quanto si legge nella certificazione di morte di Giovanni Paolo secondo, firmato dal dottor Renato Buzzonetti, direttore della Direzione di Sanita' e di Igiene dello stato della Citta' del Vaticano, diffusa oggi dalla sala stampa della Santa Sede. Il dottor Renato Buzzonetti precisa nella certificazione che il paziente era gia' affetto da ''morbo di Parkinson, pregressi episodi di insufficienza respiratoria acuta e conseguente tracheotomia, ipertrofia prostatica benigna, complicata da urosepsi e cardiopatia ipertensiva ed ischemica''. ''L'accertamento della morte -prosegue- e' stato effettuato mediante registrazione elettrocardiotanatografica della durata di oltre 20 minuti primi. Dichiaro che le cause della morte, secondo la mia scienza e coscienza sono quelle su indicate''.La constatazione della morte, è stata eseguita seguendo il rito dell' 'Ordo Exsequiarum Romani Pontifici.

Gli ultimi secondi del Papa, spirato sussurrando “Amen”

03/04 ''Il Santo Padre moriva guardando verso la finestra, raccolto in preghiera. E questo sta a significare che in qualche modo era cosciente''. Cosi' padre Jarek Cielecki, direttore del Vatican service news e della tv cattolica italiana Tele Padre Pio, racconta gli ultimi, drammatici istanti di vita di Giovanni Paolo II, secondo quanto gli hanno riferito fonti polacche. ''Ad un certo punto -racconta Cielecki- pochi istanti prima di morire, il Papa ha alzato la mano destra muovendola in un evidente, benche' soltanto accennato, gesto di benedizione, come se si rendesse conto della folla dei fedeli presenti sul sagrato petrino in quei momenti che seguivano la recita del rosario''. ''Non appena terminata la preghiera -prosegue- il Papa ha fatto un grandissimo sforzo e ha pronunciato la parola 'Amen'. Un istante dopo e' morto'', conclude.


Il Presidnte Ciampi davanti al feretro del Papa

Per la prima volta l’omaggio alla salma del papa davanti ka TV e le autorità civili

Il volto e' composto ma porta i segni delle ultime ore di sofferenza, le mani, bianchissime, stringono il rosario, sul fianco destro e' appoggiato il bastone pastorale. Con la mitria bianca sul capo, la casula rossa e sopra di questa il pallio arcivescovile, il corpo di papa Wojtyla giace nella sala Clementina, esposto all'omaggio della curia, delle autorita', del corpo diplomatico. Alla destra del catafalco rivestito di damasco cremisi c'e' il grande cero pasquale; a sinistra un crocifisso, dietro lo stemma papale di Karol Wojtyla. Due guardie svizzere con le alabarde stanno alle spalle della salma. E' la ''prima stazione del rito delle esequie del romano pontefice'', che prevede l'esposizione della salma nella sala Clementina, dopo un rito guidato dal cardinale camerlengo. Per la prima volta vi partecipano non solo la Curia ma anche le autorita' e il corpo diplomatico, per la prima volta sono ammesse le telecamere. Da domani, dopo la traslazione in basilica, tutte le persone che lo desiderano potranno rendere omaggio alla salma. La famiglia pontificia, con in ultima fila il segretario del Papa mons. Stanislao e il medico personale Renato Buzzonetti, siede sulle panche a destra del catafalco. Di fronte a loro siedono invece i cardinali. Il decano Joseph Ratzinger si stringe il capo tra le mani, il cardinale Szoka e' visibilmente commosso, seri e concentrati Lopez Trujllo e Barragan. Di fronte alla salma, in piedi, si affollano arcivescovi, vescovi e prelati - dietro al cardinale Ruini gli ecclesiastici del vicariato, tra i diplomatici anche l'ambasciatore d'Italia Giuseppe Balboni Acqua, tra i vescovi anche Emmanuel Milingo, esorcista e guaritore. Subito prima che il camerlengo inizi il rito, giungono le autorita'. C'e' il presidente Ciampi con la moglie signora Franca, che poi si fermano alcuni minuti in raccoglimento davanti alla salma. Ci sono il premier Silvio Berlusconi, i presidenti della Camera Pierferdinando Casini e del Senato Marcello Pera, ci sono il ministro degli Esteri Gianfranco Fini e altri componenti del governo, il presidente e il segretario dei Ds, D'Alema e Fassino, ci sono il governatore del Lazio Storace e il sindaco di Roma Veltroni. Il cardinale camerlengo Eduardo Martinez Somalo, vestito con l'abito corale e la stola rossa, da' inizio al rito. Il rito eseguito nella Sala Clementina in Vaticano viene celebrato dal Camerlengo, che benedice la salma, in latino, mentre un coro canta i salmi. ''Io sono la resurrezione e la vita. Chi crede in me, anche se muore, vivra'. E chiunque vive e credein me, non morra' in eterno'', recita l'antifona. ''Dio, nostro Padre, da cui dipendono la vita e la morte, ha chiamato a se' il nostro Papa Giovanni Paolo II, che ha stabilito come Vescovo di Roma, successore di Pietro nel governo pastorale della Chiesa -esordisce il cardinale Somalo- con il riverente pellegrinaggio davanti alla sua salma, rendiamo grazie a Dio per i benefici che attraverso di lui ha concesso alla sua Chiesa e imploriamo la sua misericordia per le colpe che il nostro Pastore ha commesso per l'umana fragilita'''. Dopo l'accensione del cero pasquale e la recita cantata del 'Padre nostro', la preghiera finale affinche' ''Papa Giovanni Paolo II, liberato dai vincoli della morte, sia unito alla comunita' dei santi nella Pasqua eterna''. Poi il cardinale benedice il feretro e lo asperge con l'acqua santa. Dopo il rito comincia la processione ai piedi della salma, aperta dai cardinali, seguiti poi dalle autorita', i diplomatici, i membri della famiglia pontificia e della curia. Prima di congedarsi il presidente Ciampi e la signora Ciampi vanno vanno a salutare mons. Stanislao e questi non nasconde le lacrime. Lo salutano poi il vicesegretario della presidenza del Consiglio Gianni Letta e il presidente Casini, che lo bacia sulle guance. Berlusconi si avvicina e Stanislao gli va incontro. Mentre ecclesiastici e personalita' lasciano la sala, continua l'omaggio alla salma del Papa. Dopo Ciampi, a rendere omaggio al Papa defunto sono i presidenti del Senato Marcello Pera, della Camera Pier Ferdinando Casini, della Corte costituzionale Capotosti, il premier Silvio Berlusconi, i vicepresidenti del Consiglio Gianfranco Fini e Marco Follini e praticamente il governo al completo con i ministri Pisanu, Alemanno, Moratti, La Loggia, Buttiglione, Gasparri, Prestigiacomo, Tremaglia, Baccini, Marzano, Scajola, Lunardi. Quindi, Fassino, D'Alema, Storace, Veltroni, Pezzotta, il capo della Polizia Gianni De Gennaro, prefetto di Roma Michele Serra, il portavoce di Palazzo Chigi Paolo Bonaiuti e Gaetano Gifuni segretario generale del Quirinale.

Presenti le massime autorità politiche

Lunedì la lettura del testamento del papa

Potrebbe essere risolto nelle prossime ore o probabilmente nella prima Congregazione dei cardinali prevista per domani mattina alle 10.30 il problema della sepoltura di Giovanni Paolo II. A sciogliere il dubbio potrebbe essere la lettura delle volonta' testamentarie che il Papa avrebbe scritto nelle quali il Pontefice avrebbe espresso per iscritto il desiderio di essere sepolto a Roma nella cripta vaticana, vicino a San Pietro.Ma circola anche un'altra voce: il papa avrebbe potuto lasciare detto che una parte del suo corpo, una sorta di reliquia, il cuore, venisse sepolta a Cracovia, nella cattedrale della citta' che lo ha visto cardinale fino al momento della sua elezione a pontefice. E' in ogni caso opinione diffusa che un Papa cosi' importante nella storia della Chiesa debba essere sepolto a Roma. ''Domani e nel giorno delle esequie del Santo Padre, i Musei Vaticani e gli altri uffici del Governatorato dello Stato-citta' del Vaticano resteranno chiusi in segno di lutto''. Lo ha annunciato la sala stampa del Vaticano.

Nel testamento è probabile la rivelazione del nome del “cardinale in pectore”

Il Papa è morto senza 'esternare' il nome del cardinale 'segreto', quello che era stato nominato 'in pectore' nel concistoro del 2003, ma che per ragioni di prudenza non era mai stato rivelato. Ora bisognerà attendere fino all'apertura del testamento per sapere se nelle disposizioni lasciate da Wojtyla viene rivelata l'identità del porporato. Nel caso non l'avesse fatto, il suo nome non si saprà mai. Un caso analogo era accaduto anche sotto il regno di Giovanni XXIII; il beato Roncalli morì senza rivelare nulla. Morendo si portò nella tomba anche il segreto dei nomi di tre cardinali 'in pectore' che così persero ogni diritto. Per essere valida la nomina di un cardinale in pectore occorre che il Papa la annunci da vivo, 'espettorandola' pubblicamente. I problemi sorgono, inevitabili, se il Papa muore lasciando scritto il nome in un chirografo o all'interno del testamento. Casi spinosi di questo genere vengono affrontati in una disposizione di Pio IX che risale al 1875 poiché la Chiesa "solleva alcune riserve circa l'opportunità di tale procedimento". Le voci che erano circolate con insistenza nel 2003, il 31esimo cardinale del nono concistoro dell'era Wojtyla parlavano di un vescovo di nazionalità cinese. Si diceva che poteva essere uno dei prelati perseguitati dal governo di Pechino. Un atto d'omaggio verso una Chiesa che ha patito e ancora patisce nel silenzio della comunità internazionale. Il misterioso 'cardinale in pectore' potrebbe, dunque, essere o il vescovo di Baoding, nella regione dell'Hebei, monsignor Giacomo Su Zhimin, sequestrato dal 1986 oppure il vescovo di Zhengding, Giulio Jia Zhinguo. Tuttavia, nel 2003 erano circolate altre voci che parlavano di monsignor Stanislao, segretario personale di Papa Wojtyla. Ma nessuna di queste voci è mai stata confermata ufficialmente.

Funerali del Papa: Lunga la lista delle autorità mondiali che arriveranno a Roma

E' molto lunga la lista delle personalita' politche mondiali che hanno fatto sapere di essere desiderose o di avere gia' deciso di partecipare ai funerali di Giovanni Paolo secondo.
STATI UNITI - Presidente George W: Bush (non c'e' pero' un annuncio ufficiale e potrebbe essere sostituito dal padre, l'ex presidente George Bush, e da Bill Clinton).
FRANCIA - Presidente Jacques Chirac, manca pero' l'annuncio ufficiale.
GRAN BRETAGNA - Il premier Tony Blair ha gia' segnalato la sua ''intenzione'' di partecipare anche se mancano annunci ufficiali (anche per le concomitanti nozze di Carlo e Camilla)
SPAGNA - Primo ministro Jose' Luis Zapatero. Si da' per certa anche la partecipazione di re Juan Carlos.
BELGIO - Il re Alberto II e la regina Paola.
PORTOGALLO - Il presidente Jorge Sampaio.
AUSTRIA - Il presidente Heinz Fischer
LUSSEMBURGO - Il primo minsitro Jean Cluade Juncker.
UNIONE EUROPEA - Il presidente della commissione Jose' Manuel Durao Barroso.
CANADA - Il primo ministro Paul Martin.
BRASILE - Il presidente Luiz Inacio Lula da SIlva.
ARGENTINA - Il vice presidente Daniel Scioli.
MESSICO - Il presidnete Vicente Fox.
SALVADOR - Il presidente Antonio Saca.
VENEZUELA - Il ministro degli esteri Ali Rodriguez.
REPUBBLICA DOMINICANA - Il vicepresidente Rafael Albunquerque.
BOLIVA - Il ministro degli esteri Jose' Ignacio Silas.
COLOMBIA - Il vice presidente Francisco Santos.
COSTARICA - Il presidente Adel Pacheco
GUATEMALA - Il vice presidente Eduardo Stein.
ISRAELE - Il ministro degli esteri Silvan Shalom.
SIRIA - Il presidente Bashar el Assad.

Seimila agenti saranno mobilitati per i funerali

Saranno circa 6.500 i poliziotti mobilitati per assicurare l'ordine pubblico e la sicurezza per i funerali di Giovanni Paolo II, che dovrebbero svolgersi con ogni probabilità venerdì 8 aprile: la decisione definitiva in merito alla data verrà presa oggi dal collegio dei cardinali. Alle esequie solenni parteciperanno oltre 200 dignitari – Capi di Stato e di governo, personalità politiche e religiose - e a vegliare sulla loro sicurezza saranno 1.500 uomini delle unità speciali; gli altri 5mila agenti dovranno assicurare l'ordine pubblico in Piazza san Pietro e la sorveglianza degli obbiettivi sensibili, come ha precisato il Ministero degli Interni in un comunicato. Lo spazio aereo della capitale verrà chiuso e, come già accaduto in occasione del vertice della Nato nel maggio del 2002 e della visita del presidente degli Stati Uniti George W. Bush nel 2004, a garantire la sicurezza saranno aerei da caccia ed elicotteri, coordinati da un apparecchio Awacs per la sorveglianza elettronica messo a disposizione dall'Alleanza Atlantica. Infine, le misure di sorveglianza negli aeroporti e nelle stazioni ferroviarie saranno rafforzate con l'impiego di altri 10mila uominni fra agenti di polizia, carabinieri e militari.

Tecnici al lavoro per la conservazione della salma

Dopo la chiusura della sala Clementina dove e' stata esposta la salma di Giovanni Paolo II alla Curia, ai rappresentanti del corpo diplomatico e politici e dipendenti vaticani, si sono messi al lavoro i tecnici per conservare il corpo del papa; tra questi dovrebbero far parte anche esperti dell'Istituto di medicina legale dell'universita' di Roma Tor Vergata. Domattina intorno alle 9 sara' riaperta la sala Clementina fino alle 16 prima della traslazione in San Pietro che dovrebbe avvenire alle 17. La decisione finale tuttavia sara' presa domani alle 10 alla prima congregazione generale dei cardinali.

Le nuove norme del primo Conclave nell’era della globalizzazione. Out computer e cellulari

Bonifica ambientale per individuare eventuali cimici, vietati ai cardinali i telefonini per evitare possibili invii di "sms" ma anche al bando le videocamere e i pc portatili. Il primo Conclave globalizzato del Terzo Millennio si preoccupa in questo modo di preservare l'antico isolamento cui sono soggetti i porporati per tutta la durata delle consultazioni. E' con la morte di Giovanni Paolo II che si inaugurano le nuove regole che proprio Wojtyla ritoccò nel 1996 con la Costituzione Apostolica "Universi Dominici Gregis". Tra gli aspetti più rilevanti contenuti nel documento: l'abolizione della nomina per acclamazione ma anche quella ottenuta per compromesso (non è infatti più possibile delegare la decisione ad un gruppo di grandi elettori composto da 9 a 15 cardinali). Prima di Wojtyla, anche Paolo VI ebbe a modificare i criteri elettivi nel Conclave. L'unico modo per arrivare alla nomina del successore di Pietro è una democratica e regolare votazione (a scrutinio segreto) fra tutti i cardinali aventi meno di 80 anni. Il tetto massimo dei votanti non dovrebbe superare i 120.

Tra le novità più rilevanti anche il fatto che per la prima volta i cardinali elettori -quelli cioè con meno di 80 anni- per tutta la durata delle votazioni fino alla fatidica fumata bianca, non abiteranno più nelle anguste stanzette di legno che un tempo venivano allestite frettolosamente nel Palazzo apostolico per l'occasione. I Principi della Chiesa stavolta alloggeranno in un confortevole e moderno edificio fatto ristrutturare appositamente da Giovanni Paolo II agli inizi degli anni Novanta: il Collegio Santa Marta, una sorta di hotel a quattro stelle, dotato di suite, stanze con bagno, salottini per riunioni, una mensa, una cappella e una infermeria. Ovviamente schermato e isolato da ogni comunicazione. Le regole per l'elezione prevedono che subito dopo la morte del Pontefice annunciata dal decano del Collegio cardinalizio, il cardinale Joseph Ratzinger, vengano convocati entro 20 giorni a Roma tutti i cardinali, sia quelli under 80 (gli unici ad avere il diritto di entrare nella Sistina) sia quelli più anziani (la cui partecipazione alle riunioni consultive che precedono il Conclave è però solo facoltativa).

Per il disbrigo di affari ordinari ma anche per quelli indilazionabili, durante la sede vacante, il Governo della Chiesa è affidato al Collegio cardinalizio, che non ha facoltà di modificare le leggi in vigore. Tra i compiti dei cardinali c'è quello di organizzare materialmente il Conclave. Un organismo apposito composto dal Camerlengo e da tre assistenti scelti a sorte (che vengono cambiati ogni tre giorni) ha la funzione di affiancarli per coordinare i lavori preparatori. Uno dei primi aspetti che devono essere affrontati sono i funerali del pontefice. Secondo quanto stabilito dalla Costituzione "Universi dominici gregis", per nove giorni consecutivi devono essere celebrate messe funebri. Deve inoltre essere fissata sin dall'inizio la data della tumulazione in modo che avvenga tra il quarto e il sesto giorno dopo la morte. Di particolare importanza per capire come orientare le votazioni nella Cappella Sistina su questo o quel candidato sono delle riunioni preparatorie che avvengono prima di entrare in Conclave.

Nei giorni successivi alla morte del Papa, prima di isolarsi completamente dal mondo esterno, le "berrette rosse" si riuniscono quotidianamente. Lo scopo di questi mini vertici è di permettere ad ognuno di esprimersi sui problemi che si presentano, avanzando proposte. Ciò consente una migliore conoscenza interpersonale alla ricerca di alleanze per eventuali schieramenti. Di quanto detto nel corso di queste riunioni non deve trapelare nulla all'esterno. I cardinali, infatti, devono prestare solenne giuramento e osservare il segreto su quanto detto e su quanto emerge all'interno delle congregazioni generali. Pena la scomunica. I contatti proseguono poi anche la sera, nel corso di cene, spesso in ristoranti fuori mano ma soprattutto fuori da occhi e orecchie indiscrete. Grazie a queste circostanze informali i cardinali hanno modo di 'sondarsi' e parlare liberamente. I cardinali prima del Conclave procedono a sbrigare varie incombenze burocratiche. Una volta deciso il funerale, annullato l'anello del Pescatore (l'anello papale col sigillo) e il Sigillo di Piombo col quale sono state spedite le lettere apostoliche di Wojtyla, si passa all'approvazione delle spese occorrenti fino all'elezione del successore. Poi si passa al sorteggio per l'assegnazione delle stanze del Collegio Santa Marta dove abiteranno gli elettori fino a Conclave ultimato. Altro punto importante da definire: l'ora e il giorno in cui devono avere inizio le operazioni di voto.

A questo punto si entra nella fase cruciale, quella che avviene nel più totale segreto. Dopo il solenne giuramento da parte degli elettori e la pronuncia della dichiarazione "extra omnes" i cardinali elettori entrano in Conclave soli, senza avere possibilità alcuna di comunicare con il mondo esterno. Proprio per evitare la possibilità di ricevere informazioni o inquinamenti esterni è prevista un'accurata perquisizione da parte di due periti per individuare eventuali cimici, telefonini, pc portatiti, videocamere e registratori. Tutti gli ambienti interessati vengono passati a setaccio, compresa la Cappella Sistina, sede delle votazioni. Nessun esterno è ammesso a Santa Marta fatta eccezione di alcuni religiosi che garantirscono le confessioni ai cardinali nelle varie lingue, due medici e un infermiere. Vige l'obbligo assoluto per tutti di rispettare la privacy e la segretezza

Sotto le volte michelangiolesche della Cappella Sistina si prevedono due votazioni giornaliere che iniziano la mattina dopo la chiusura delle porte e la pronuncia della formula "extra omnes". I cardinali vengono portati dalla Casa Santa Marta alla Cappella sistina in pulmino. La Costituzione "Universi Dominici Gregis" rispetto al sistema di elezione del passato ha introdotto un elemento di novità e cioè la possibilità di eleggere un Papa non più solo con la maggioranza qualificata dei due terzi, come è sempre stato a partire dal XII secolo. Il testo promulgato nel 1996 da Giovanni Paolo II prevede, infatti, anche l'elezione a maggioranza assoluta, ossia il 50% più uno degli aventi diritto al voto. Questa eventualità -che molti cardinali in passato hanno commentato assai criticamente- si verificherebbe solo nel caso in cui il Conclave si dovesse protrarre per ben 27 scrutini di seguito, inframezzati da sospensioni per il massimo di un giorno al fine di consentire una preghiera, un libero colloquio tra votanti ed una breve esortazione spirituale fatta dal cardinale primo dell'ordine dei diaconi. Eventualità, questa, ritenuta da alcuni membri del Collegio cardinalizio tutt'altro che remota soprattutto di fronte ad una possibile contrapposizione tra candidati e quindi,una totale mancanza di intesa tra schieramenti. Nella prima fase della votazione si distribuiscono le schede sulle quali è stampata la formula:"Eligo summum pontificem". Poi si passa all'estrazione a sorte di tre scrutatori, tre revisori e tre infirmari, ossia coloro che assumono il compito di raccogliere i voti dei cardinali infermi (se ci sono). Dopo avere scritto sulla scheda il nome del proprio candidato, il cardinale elettore si reca verso l'altare per depositarla dentro un'urna pronunciando in latino la formula:"chiamo a testimone Cristo che mi giudicherà che il mio voto è dato a colui che, secondo Dio, ritengo debba essere eletto".

Una volta che tutti hanno terminato di votare si procede alla conta e allo spoglio dei voti. Per scongiurare il rischio di brogli ed impedire che le schede scrutinate possano per sbaglio essere conteggiate due volte, queste vengono cucite tra di loro con ago e filo nel punto in cui si trova scritto la parola "eligo". Se su nessun nome è stato raggiunto un accordo le schede vengono bruciate in una stufa assieme a prodotti chimici per ottenere il fumo nero, o, in caso di elezione, quello bianco. In antichità al posto di additivi chimici il fumo nero si otteneva utilizzando paglia bagnata. Se dopo 27 scrutini negativi, mattutini e pomeridiani, il Papa non risulta ancora stato eletto dai tre quarti dei votanti, i cardinali elettori sono invitati dal Camerlengo ad esprimere parere sul modo di procedere. A questo punto i casi sono due: si passa ad abbassare il quorum (50% più uno dei votanti) o si votano i due nomi più votati nello scrutinio immediatamente precedente. Anche in questo caso si esige la maggioranza assoluta (50% più uno). La Costituzione in questo ultimo punto (art.75) a detta di molti canonisti non è chiarissima, non stabilendo a priori quale sia il metodo migliore da seguire, lasciando agli elettori la possibilità di scelta.

Una volta eletto il nuovo Papa, l'ultimo dei cardinali-diaconi chiama nella Sistina il segretario del nuovo successore di Pietro, il maestro delle cerimonie liturgiche e i cerimonieri. Quindi il cardinale Decano chiede formalmente all'eletto se intende accettare o meno l'incarico. Ad una sua risposta affermativa gli viene chiesto il nome scelto. L'accettazione si conclude con la redazione di un verbale e la vestizione del Papa per il rito d'obbedienza. Nella piccola sacrestia situata in fondo alla Cappella Sistina, sin dall'inizio del Conclave vengono predisposti tre abiti papali di tre differenti taglie (small, medium e large) in modo da essere immediatamente adattate al fisico del pontefice. Quando fu eletto Giovanni XXIII, essendo questi di costituzione molto robusta, i sarti ebbero parecchie difficoltà ad adattare al suo corpo gli abiti. Fu così che Roncalli si presentò alla folla, dalla Loggia delle Benedizioni, con un abito bianco piuttosto stretto. Una volta vestito di bianco con la stola, la mozzetta e la croce pettorale il nuovo Papa viene ricondotto nella Sistina dove ogni cardinale va a rendergli omaggio inginocchiandosi davanti a lui e baciandoli l'anello pescatorio, simbolo del potere papale. Poi viene accompagnato nella Loggia delle Benedizioni che dà su piazza San Pietro. In questo luogo il cardinale diacono annuncia ai fedeli l'avvenuta elezione: "Annuntio vobis gaudium magnum, habemus papam reverendissimum ac illustrissimum dominum". Quindi viene pronunciato il nome di battesimo del nuovo Papa e quello scelto per la sua missione di pontefice. Subito dopo imparte la benedizione apostolica "urbi et orbi". Da questo momento potranno accedere al nuovo Papa il Segretario di Stato, il Sostituto della Segreteria di Stato, il Segretario per i rapporti con gli Stati, il Prefetto della Casa Pontificia e chiunque altro debba trattare con lui di cose che al momento sono necessarie. Da questo momento inizia la 'solitudine' che caratterizza la missione del successore di Pietro.

I Cardinali chiusi nel conclave, a volte possono fumare.

Quando i 117 cardinali elettori entreranno in conclave per scegliere il nuovo papa, tra loro, a stare al card. Franz Koenig, che fu un grande elettore di Giovanni Paolo II, non ci saranno ''feroci discussioni. Tutto si svolge nella massima tranquillita'. Due o tre persone parlano fra loro, poi ciascuna torna nella propria cella''. Ma nel ''recinto'' del conclave, oltre a ''parlare tra loro'' e votare, i cardinali mangiano, bevono, dormono e, qualche volta, fumano e scherzano. Ed anche spumante, cognac e sigarette hanno un piccolo posto nella storia dei conclavi. In passato tutto avveniva quasi in comune, vista la sistemazione precaria dei locali intorno alla Sistina. Questa volta la disponibilita' della Casa di Santa Marta, con la privacy garantita da miniappartamenti e camere singole e con sala da pranzo e cucina gia' attrezzate per l'ospitalita', le cose cambieranno. Me, se per parlare di candidati e voti ci saranno luoghi piu' privati, e piu' comodi, delle ''celle'' di una volta, i porporati continueranno a pranzare tutti insieme. Minore o maggiore che sia il confort, il pensiero era, e resta, sulla scelta del successore di Pietro e su questo si discute. E, a stare agli scarni (e generalmente non del tutto coincidenti) racconti che si hanno, fatti salvi rispetto e buone maniere, ci sono vere discussioni e le piu' dure sono sulla linea che l'eleggendo rappresenta. Cosi', per gli ultimi conclavi, quelli del 1978, il cardinale spagnolo Narciso Jubany Arnau parlo' di ''contrastanti tendenze''. Ma, una volta eletto il papa, tutto cambia: esce lo champagne o magari, un cognac. Come disse il cardinale Giuseppe Siri che nel 1978 si porto' ''una mezza bottiglia di cognac. Non per me, ma per l'eletto. L'ho fatto nei precedenti conclavi, ed e' servito''. Forse si riferiva ad episodi come quello narrato dal cardinale di Torino Maurilio Fossati, vicino di cella del cardinale Roncalli, che ando' a ''confortare'', quando si capi' che il giorno dopo sarebbe stato eletto papa. E il futuro papa Giovanni, che non era certo un bevitore, quella sera volle un po' di cognac. La situazione forse era una di quelle previste dal cardinal Gasparri nel conclave del 1878 (ne sarebbe uscito papa Leone XIII): per la cattiva situazione economica della Santa Sede nel suo ruolo di camerlengo fece comperare una sola bottiglia di cognac e stabili' che per averne un bicchierino serviva la ricetta medica. Magari per qualcuno che l'andamento delle votazioni o discussioni serrate mettevano in ansia. Per stare ai tempi recenti, visto che nei due millenni di storia della Chiesa nei conclavi e' successo di tutto, ci fu contrasto, ad esempio, nel 1963, quando fu eletto papa Montini. Il futuro Paolo VI era persona molto stimata, tanto che, sembra, aveva avuto almeno un voto gia' nel conclave precedente (quello che nel 1958 elesse papa Giovanni), pur non essendo ancora cardinale, ed era un fatto che non accadeva da moltissimo tempo. Il confronto era sul Conclio, del quale si era chiusa la prima sessione, e riguardava il se e piu' ancora il come continuarne i lavori. Alla fine vinsero i ''conciliari'', ma, a testimoniare uno scontro durissimo, Montini avrebbe avuto, sembra, solo 57 voti, appena 3 piu' del minimo. Tornando a papa Giovanni, il giorno dopo la sera del cognac (era quello nel quale sarebbe divenuto papa), non pranzo' con gli altri cardinali. Non l'aveva fatto, nel conclave precedente, del 1939, neppure il cardinale Pacelli, futuro Pio XII: quando capi' che ormai l'elezione era certa, a tavola bevve solo un bicchiere d'acqua, poi scese a leggere il breviario nel cortile di San Damaso. Il cardinale Siri, che si portava il cognac, di conclavi se ne intendeva. E per almeno due volte e' stato un papabile: gli mancarono, si dice, 4 o 5 voti. Il suo rivale era il card. Giovanni Benelli che pure, in quel 1978 aveva sfiorato il quorum di 75 voti. Di colui che fu eletto, papa Luciani, il cardinale belga Leo Joseph Suenens disse che aveva avuto una maggioranza ''regale'': fonti diverse danno cifre oscillanti tra 89 e 101 voti. E Wojtyla arrivo', sembra, a 99. Una volta raggiunto il quorum e dopo l'accettazione da parte del prescelto, seguono l'omaggio e gli auguri ed a tavola c'e' lo spumante. Ma qualche volta e' capitato che gia' prima, durante il periodo delle votazioni, in un angolo della Sistina fosse messo un tavolino con qualche biscotto e una bottiglia di vino. Il cardinale Mario Nasalli Rocca di Corneliano ha raccontato che la sera della sua elezione Giovanni XXIII lo invito' a rimanere a cena con lui. ''Santita', posso portare una bottiglia di spumante?''; ''Spumante? Perche'?''; ''Hanno eletto Papa nuovo, vero?''; ''Si', vero, hanno eletto Papa nuovo. Porti lo spumante perche' hanno eletto Papa nuovo, non perche' hanno eletto me''. C'era lo spumante anche per Papa Luciani, che dopo l'elezione volle dormire nella stessa cella che aveva per il conclave. Al mattino, alla domanda se aveva riposato bene rispose di no, che aveva trascorso una notte d'inquietudini e dubbi. Poi, sorridendo, ''e' che, ieri tardi, c'era dello spumante a cena''. Di Paolo VI si racconta invece che nel giorno dell'elezione, quando raggiunse i cardinali a tavola, indossava gia' la veste bianca, ma rifiuto' il posto d'onore e sedette a quello che aveva avuto nei giorni del conclave. Non ci sono aneddoti, invece, su cio' che si e' mangiato in tempi recenti. Ma anche i cibi hanno avuto un ruolo in conclave: cosi' ci fu un cuoco, Bartolomeo Scappi, che nel 1549 fu accusato di aver prolungato il conclave, perche' cucinava troppo bene. Era al servizio del cardinale Carpi, quando in dicembre i cardinali si riunirono in conclave, e portava da mangiare ai porporati. Il cuoco stesso racconta del controllo al quale veniva sottoposti i cibi, perche' non servissero per far arrivare ai cardinali qualche messaggio: le sfogliate ripiene, ad esempio, erano proibite perche' si prestavano a contenere bigliettini. Che fosse bravo non c'e' dubbio, visto che poi fu al servizio di sei papi. D'altro canto, che la qualita' del cibo avesse un suo peso lo dimostra il fatto che Gregorio X, nell'introdurre nel 1274 una serie di restrizioni per evitare conclavi troppo lunghi, stabili' tra l'altro che dopo 3 giorni di votazioni inutili ai cardinali venisse dato solo un pasto al giorno e dopo altri 5 fossero messi a pane e acqua. Il conclave successivo duro' un solo giorno. E forse la gola ha fatto perdere un'elezione: si racconta che nel conclave del 1823 (ne sarebbe uscito papa il cardinal Annibale della Genga, Leone XII) era forte la candidatura del cardinale Sala. Ma durante il conclave fu visto prendere una tazza di cioccolato in un giorno di penitenza... Una sigaretta invece sembra che non sia peccato. Sembra che nel primo conclave del 1978 il cardinale di Madrid, Vicente Enrique y Tarancon, fumatore impenitente (morto a 87 anni nel 1994) fosse preoccupato perche' nella sala da pranzo nessuno fumava. Non ricordava se fosse vietato, ma una mattina, durante la prima colazione, con nonchalance accese una sigaretta, magari pensando di scusarsi se gli altri cardinali avessero reagito. Ma in pochi minuti, altri avevano seguito il suo esempio. A proposito di sigarette, il cardinale Suenens racconta che quando papa Luciani fu eletto, ''dopo la sua prima benedizione torno' per cenare con noi ed ha avuto tempo per chiacchierare con ognuno. Quando arriviamo ai dolci, un cardinale americano ha chiesto al nuovo Papa il permesso di fumare, qualcosa di contrario al protocollo. Il Papa sembrava molto solenne; lui teneva tutti in attesa, mentre pensava un po' la cosa; finalmente disse: 'Eminenza, Lei puo' fumare, con una condizione: il fumo deve essere bianco!'. Naturalmente, ci sono state molte risate''.

La lista dei Cardinali divisa geograficamente

Questa la lidta dei 117 Cardinali, suddivisi geograficamente, che parteciparanno al conclave per l'elezione del successore di Giovanni paolo II. Il nuovo papa sarà aletto da tutti i cardinali che hanno meno di 80. sono 117 porporati pur tenendo presente che il papa ha nominato "in pectore" un altro cardinale. Oltre ai cardinali elettori ve ne sono altri 66, cone avendo superato i limiti di età non hanno diritto di voto. Numero Cardinali elettori per continente e paese di provenienza.

EUROPE, 58
Italia, 20
Germania, 6
Spagna, 6
Francia, 5
Polonia, 3
Gran bretagna, 2
Unghiera, 2
Portogallo, 2
Uraina, 2
Austria,1
Belgio, 1
Bosnia-Herzegovina, 1
Croazia, 1
Repubblica Ceca, 1
Irlanda, 1
Lettonia, 1
Lituania, 1
Olanda, 1
Svizzera, 1

AMERICA DEL SUD, 21
Brasile, 4
Messico, 4
Colombia, 3
Cile, 2
Argentina, 1
Bolivia, 1
Republicca Domenicana, 1
Cuba, 1
Guatemala, 1
Honduras, 1
Nicaragua, 1
Peru, 1

AMERICA DEL NORD, 14
Stati Uniti, 11
Canada, 3

AFRICA, 11
Nigeria, 2
Camerun, 1
Republic Democratica del Congo, 1
Ghana, 1
Costa d'avorio, 1
Madagascar, 1
Sud Africa, 1
Sudan, 1
Tanzania, 1
Uganda, 1

ASIA, 11
India, 3
Giappone, 2
Filippine, 2
Indonesia, 1
Siria, 1
Thailandia, 1
Vietnam, 1

AUSTRALIA, 2
Australia, 1
Nuova Zelanda, 1

Totale: 117 cardinali provenienti da 52 paesi
___
cardinali (nome, età, nazionalità)

EUROPA
Francisco Alvarez Martinez, 79, Spagna
Carlos Amigo Vallejo, 70, Spagna
Ennio Antonelli, 68, Italia
Audrys Juozas Backis, 68, Lithuania
Philippe Xavier Ignace Barbarin, 54, Francia
Tarcisio Bertone, 70, Italia
Giacomo Biffi, 76, Italia
Josip Bozanic, 56, Croatia
Agostino Cacciavillan, 78, Italia
Ricardo Maria Carles Gordo, 78, Spagna
Marco Ce, 79, Italia
Desmond Connell, 79, Ireland
Godfried Danneels, 71, Belgio
Salvatore De Giorgi, 74, Italia
Peter Erdo, 52, Ungheria
Michele Giordano, 74, Italia
Jozef Glemp, 75, Polonia
Zenon Grocholewski, 65, Polonia
Julian Herranz Casado, 75, Spagna
Lubomyr Husar, 72, Ukraine
Marian Jaworski, 78, Ukraine
Walter Kasper, 72, GERMANIA
Karl Lehmann, 68, GERMANIA
Jean-Marie Lustiger, 78, Francia
Franciszek Macharski, 77, Polonia
Franciasco Marchisano, 75, Italia
Eduardo Martinez Somalo, 78, Spagna
Carlo Maria Martini, 78, Italia
Renato Raffaele Martino, 72, Italia
Joachim Meisner, 71, GERMANIA
Cormac Murphy-O'Connor, 72, Britain
Attilio Nicora, 68, Italia
Keith Michael Patrick O'Brien, 67, Ireland
Bernard Panafieu, 74, Francia
Laszlo Paskai, 77, Ungheria
Severino Poletto, 72, Italia
Jose da Cruz Policarpo, 69, Portogallo
Mario Franciasco Pompedda, 75, Italia
Paul Poupard, 74, Francia
Janis Pujats, 74, Latvia
Vinko Puljic, 59, Bosnia-Herzegovina
Joseph Ratzinger, 77, GERMANIA
Giovanni Battista Re, 71, Italia
Antonio Maria Rouco Varela, 68, Spagna
Camillo Ruini, 74, Italia
Jose Saraiva Martins, 73, Portogallo
Cristoph Schonborn, 60, Austria
Henri Schwery, 72, Svizzera
Angelo Scola, 63, Italia
Sergio Sebastiani, 73, Italia
Crescenzio Sepe, 61, Italia
Adrianus Johannes Simonis, 73, Netherlands
Angelo Sodano, 77, Italia
Georg Maximilian Sterzinsky, 69, GERMANIA
Jean-Louis Pierre Tauran, 61, Francia
Dionigi Tettamanzi, 71, Italia
Vlk Miloslav, 72, Czech Republic
Friedrich Wetter, 77, GERMANIA

Sud America
Geraldo Majella Agnelo, 71, Brazil
Jorge Mario Bergoglio, 68, Argentina
Dario Castrillon Hoyos, 75, Colombia
Juan Luis Cipriani Thorne, 61, Peru
Francisco Javier Errazuriz Ossa, 71, Chile
Jose Freire Falcao, 79, Brazil
Claudio Hummes, 70, Brazil
Nicolas de Jesus Lopez Rodriguez, 68, Dominican Republic
Alfonso Lopez Trujillo, 69, Colombia
Javier Lozano Barragan, 72, Mexico
Jorge Arturo Medina Estevez, 78, Chile
Miguel Obando Bravo, 79, Nicaragua
Jaime Lucas Ortega y Alamino, 68, Cuba
Rodolfo Quezada Toruno, 73, Guatemala
Norberto Rivera Carrera, 62, Mexico
Oscar Andres Rodriguez Maradiaga, 62, Honduras
Pedro Rubiano Saenz, 72, Colombia
Juan Sandoval Iniguez, 72, Mexico
Eusebio Oscar Scheid, 72, Brazil
Adolfo Antonio Suarez Rivera, 78, Mexico
Julio Terrazas Sandoval, 69, Bolivia

NORD AMERICA
Aloysius Matthew Ambrozic, 75, Canada
William Wakefield Baum, 78, Washington Edward Michael Egan,
73, New York
Francis Eugene George, 68, Chicago
William Henry Keeler, 74, Baltimore
Bernard Francis Law, 73, Boston
Roger Michael Mahony, 69, Los Angeles
Adam Joseph Maida, 75, Detroit
Theodore Edgar McCarrick, 74, Washington
Marc Ouellet, 60, Canada
Justin Francis Rigali, 69, Philadelphia
James Francis Stafford, 72, Denver
Edmund Casimir Szoka, 77, Detroit
Jean-Claude Turcotte, 68, Canada

AFRICA
Bernard Agre, 79, Ivory Coast
Francis Arinze, 72, Nigeria
Frederic Etsou-Nzabi-Bamungwabi, 74, Democratic Republic of
Congo
Wilfrid Fox Napier, 64, Sud Africa
Anthony Olubunmni Okogie, 68, Nigeria
Polycarp Pengo, 60, Tanzania
Armand Gaetan Razafindratandra, 79, Madagascar
Christian Wiyghan Tumi, 74, Cameruon
Peter Kodwo Appiah Turkson, 56, Ghana
Emmanuel Wamala, 78, Uganda
Gabriel Zubeir Wako, 64, Sudan

ASIA
Ignace Moussa I Dauod, 74, Siria
Julius Riyadi Darmaatmadja, 70, Indonesia
Ivan Dias, 68, India
Stephen Fumio Hamao, 75, Giappone
Michael Michai Kitbunchu, 76, Thailand
Jean-Baptiste Pham Minh Man, 70, Vietnam
Peter Seiichi Shirayanagi, 76, Giappone
Jaime Lachica Sin, 76, Flippine
Telesphore Placidus Toppo, 65, India
Ricardo J. Vidal, 74, Flippine
Varkey Vithayathil, 77, India

OCEANIA
George Pell, 63, Australia
Thomas Stafford Williams, 75, Nuova Zelanda

 

Marini (Sdi) “Il Papa ha lasciato un impronta forte che ha segnato l’ingresso nel terzo secolo”

03/04 ''I socialisti calabresi partecipano al lutto nazionale per la scomparsa del Pontefice Giovanni Paolo II. Un Papa dal forte sentimento religioso che ha coinvolto nella sua vicenda umana emotivamente credenti e laici''. E' quanto ha detto Cesare Marini, dello Sdi, capogruppo del Gruppo misto al Senato. ''Il messaggio del Papa polacco - ha aggiunto - ha lasciato un' impronta forte che ha segnato il passaggio tra il XX e il XXI secolo. La sua predicazione ecumenica rivolta a rendere possibile il confronto tra tutte le religioni ha avuto particolare attenzione verso le confessioni monoteiste con caparbia pazienza nel riprendere il filo del dialogo con le Chiese autocefale di Russia e Grecia. La visione universale di Giovanni Paolo II, manifestata nell' accurata ricerca del dialogo con tutti i popoli della terra, ha aperto brecce impensabili nel secolo delle contrapposizioni ideologiche, attraverso il dialogo con personalita' internazionali portatrici di visioni autoritarie nel governo della societa'. Particolarmente significativa e' stata la visita a Cuba''. ''I socialisti - ha aggiunto Marini - esprimono convinta ammirazione per la forte denuncia del Papa polacco contro le guerre e a favore della pace anche quando la critica ha investito la nazione piu' potente del mondo. La stessa condanna del comunismo non ha lasciato immune da critiche il capitalismo ogni qual volta le dinamiche economiche del mercato hanno trascurato l' uomo, la sua dignita' e i suoi bisogni. Del successore di Pietro si ricordera' la sua profonda umilta', allorquando ha invocato il perdono per le sofferenze arrecate dai cattolici ai credenti di altre confessioni. E' dinnanzi alla memoria di tutti l' immagine del Papa che invoca perdono per i 2000 anni di antigiudaismo e il suo messaggio di fraterna comprensione espressa con la visita alla Sinagoga di Roma. Al Papa dei giovani amati e compresi nel bisogno di idealita', i Socialisti esprimono, con il silenzio rispettoso, il proprio ringraziamento, per aver dato un contributo straordinario alla pace e al rispetto della dignita' dell' uomo''.

Oliverio: “scompare un’altissima figura di riferimento per il mondo”

03/04 ''Come milioni di altre persone nel mondo, ci sentiamo in lutto profondo per la morte di Giovanni Paolo II. Malgrado il lento cammino verso un evento che sembrava ormai ineluttabile, ci sorprendiamo impreparati dinanzi al dolore che ci coglie nel constatare che scompare una altissima figura di riferimento per l' intero mondo''. A scriverlo, in un messaggio di cordoglio per la morte del Papa indirizzato al segretario di Stato Pontificio, cardinale Angelo Sodano, ed al vescovo di Cosenza, mons. Salvatore Nunnari, il presidente della provincia di Cosenza, Mario Oliverio. ''In questo momento delicato - ha sostenuto Oliverio - giudichiamo come siano davvero pochi gli uomini capaci di lasciare un segno nella storia che si dovra' scrivere di questi anni cosi' turbolenti, gravidi di contraddizioni e lacerazioni che sembrano tracciare vie e percorsi difficili ed irti nella vita di ognuno. Karol Wojtyla sara' una delle poche coscienze elette capaci di sopravvivere al disordine di questo tempo. La grandiosa semplicita' del Suo Pontificato, i segni di analisi che ha sottoposto alla riflessione di tutti, cattolici e non, credenti e non credenti, la semina felice ed instancabile di germogli etici segneranno il futuro''. ''Nessuno - ha proseguito il Presidente della Provincia di Cosenza - potra' dimenticare il suo coraggioso riesame su temi che erano stati terreno di rimossione; il suo spezzare il silenzio sull' Olocausto; la riapertura di dialoghi difficilissimi; il suo travalicare il protocollo; l' abbracciare la vita vera e le sue sofferenze restituendo a queste, sino all' ultimo, dignita' e significato. Le sue parole e le sua azioni si staglieranno sicuramente al di la' delle contingenze, del tempo che passa. Nel rimpianto, la sua splendida figura di rivoluzionario incruento continuera' ad indicare a chi vorra' seguirla la nuova via dei rapporti umani, ad ogni livello: la grande lezione dell' impegno, della conciliazione, della partecipazione, della promozione umana''.

Appello del comune di Roma ad usare i mezzi pubblici

''Ricorrere il piu' possibile a mezzi di trasporto collettivi. L'uso delle auto private, infatti, rischia di creare gravi difficolta'''. E' l'invito che il Comune di Roma e le aziende di trasporto pubblico della capitale rivolgono ai cittadini e ai fedeli che devono spostarsi in citta' o arrivano da fuori per raggiungere l'area della basilica di San Pietro per assistere alle celebrazioni per la morte del Papa. La stima e' di 2 milioni di fedeli in arrivo nella capitale nelle prossime ore e nei prossimi giorni. Il Campidoglio ha gia' messo a punto i piani di mobilita' per gestire l'enorme afflusso previsto predisponendo parcheggi per i pullman che attraverso metropolitana, mezzi pubblici e apposite navette garantiscono il collegamento con l'area della basilica di San Pietro. Il servizio pubblico di trasporto e' gia' stato rafforzato ed anche per chi dovesse venire in auto, seppure e' sconsigliato, sono stati predisposti parcheggi collegati. Tutte le informazioni relative ai piani operativi verranno rese pubbliche tramite i giornali, le radio e le tv e la rete informativa del Comune (in particolare il call-center 060606 e il sito www.comune.roma.it) e delle aziende. In particolare per la mobilita' cittadina, il Campidoglio ha fornito oggi una sorta di vademecum rivolto sia a chi deve raggiungere Roma da fuori sia per quanti, all'interno della citta', vogliono recarsi a San Pietro.
PER CHI VIENE IN PULLMAN - Sono previsti una serie di parcheggi per i pullman.
- Per chi viene da nord (A1 Firenze-Roma, Salaria, Flaminia, Cassia): a Saxa Rubra Grottarossa. Da li' attraverso la Ferrovia Roma Nord si raggiunge piazzale Flaminio e da li' con la metro A fino a via Ottaviano, vicino San Pietro; allo Stadio Olimpico, dove il parcheggio e' servito da un servizio continuo di navette che con percorso protetto raggiungono la basilica di San Pietro). Per chi viene da ovest (Aurelia, Boccea): Checkpoint Aurelia (linea Atac 247 fino al Gianicolo).
- Per chi viene da est (A24, Tiburtina, Collatina, Prenestina): presso Ponte Mammolo Tiburtina (metro B fino a Termini piu' metro A); Stazione Tiburtina (metro B fino a Termini piu' metro A); Centro Carni piazzale Pascali via Palmiro Togliatti (i passeggeri scendono a Ponte Mammolo).
- Per chi viene da sud (A1 da Napoli, Appia, Tuscolana, Casilina, Anagnina, Pontina, litorale): i parcheggi saranno a Anagnina-Cinecitta' da dove si prende la metro A; Eur Magliana -piazzalele Parri (metro B fino a Termini piu' metro A).
I parcheggi dei pullman saranno sorvegliati e attrezzati con servizi sanitari. Le indicazioni per raggiungerli verranno comunicate nei pannelli elettronici della Sta e fornite dalla polizia municipale. Se la capienza dei parcheggi indicati dovesse esaurirsi, i pullman in arrivo potranno essere dirottati su localita' al di fuori del Comune di Roma collegate da mezzi pubblici con la citta'.
PER CHI VIENE IN TRENO - Per chi raggiunge Roma in treno (sono previsti 166 treni speciali regionali piu' convogli straordinari da Milano, Venezia, Palermo, Reggio Calabria, Torino, Genova: le informazioni vanno chieste a Trenitalia numero verde 892021 o sul sito web www.trenitalia.it). Sono previste due navette speciali sui percorsi sottoindicati. In linea di massima non effettuano fermate intermedie se non in caso di necessita'. Dalla stazione Termini (Repubblica, via Nazionale, piazza Venezia, largo Argentina, corso Vittorio) si raggiunge San Pietro con la metro e le varie linee bus. Alla stazione della Roma Nord, in piazzale Flaminio, si raggiunge l'area della basilica con la metro A (viale delle Milizie, via Ottaviano, piazza Risorgimento). L'Atac ha rinforzato e intensificato il servizio del 492 dalla Stazione Tiburtina alla Stazione della metro A Cipro (Musei Vaticani).
PER CHI VIENE LA PROPRI AUTO - Il Campidoglio ''sconsiglia vivamente cercare di raggiungere la citta' con mezzi privati''. Sono state comunque individuate aree di parcheggio dalle quali chi arriva in citta' puo' posteggiare fino ad esaurimento dei posti e proseguire verso San Pietro con mezzi pubblici. Ecco i parcheggi per le auto: Stadio Olimpico (navetta con servizio continuo e percorso protetto); Anagnina (metro A); EurPalalottomatica e Eur Fermi (metro B fino a Termini, piu' metro A); Ponte Mammolo (metro B fino a Termini, piu' metro A).
PIANO TRASPORTI IN CITTA' - L'Atac ha attivato un piano particolareggiato (informazioni piu' dettagliate al numero verde 800.431784 attivo da lunedi' a sabato e su www.atac.roma.it). Di seguito le linee la cui frequenza e' stata intensificata: 23 Largo Murialdo piazzale Clodio; 32 viale Tor di Quinto piazza Risorgimento; 46 stazione Monte Mario piazza Venezia; 81 piazza Malatesta piazza Risorgimento; 271 piazzale della Farnesina viale Basilica di San Paolo; 280 piazza Mancini piazzale dei Partigiani; 492 stazione Tiburtina stazione metro A Cipro; 571 via Gregorio VII Porta Maggiore; 870 via Paola via del Trullo; 881 via della Pisana via Paola; 982 piazza Risorgimento via Piccolomini. In piu', oltre alle navette gia' indicate (Stazione Termini San Pietro e Stazione Roma Nord di piazzale Flaminio San Pietro), sono in funzione altri servizi continuativi di navetta tra piazza dei Giureconsulti Cornelia (quartiere Aurelio) e San Pietro, nonche' tra Piramide e San Pietro. La metropolitana garantisce il servizio fino alle 23.30. Sabato e prefestivi fino alle 24.

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