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Papa Benedetto XVI

Papa Benedetto XVI al Regina Coeli di mezzogiorno dalla finestra dello studio

Dedicato al lavoro ed all’unità dei cristiani il primo “messaggio” dalla finestra

01/05 Ancora un pensiero alla piena comunione tra i cristiani ed in particolare con gli ortodossi che celebrano la Pasqua oggi, l'auspicio che si diffonda il ''Vangelo del lavoro'' e che non manchi il lavoro ai giovani, un pensiero a tutte le popolazioni che soffrono ed in particolare al Togo. E' stato il primo 'Regina coeli' di Benedetto XVI, che per la prima volta si e' anche affacciato dalla finestra dello studio dell'appartamento papale, del quale ieri ha preso possesso, sotto alla quale c'era ancora l'arazzo con lo stemma di Giovanni Paolo II. C'era un clima di festa: la grande folla presente in piazza, circa 100.000 persone, sotto un sole primaverile, le bandiere bianche delle Acli, quelle bianche e rosse della Polonia, i fazzoletti gialli che ricordavano i 50 anni della festa di San Giuseppe lavoratore, quelli blu dei fedeli ungheresi di Pecs ed i mille altri colori di una folla venuta a vedere la prima volta del nuovo Papa. Un clima che ha spinto Benedetto XVI ad un confidenziale ''anche io mi chiamo Giuseppe'' e ad un ripetuto ''buona domenica'' finale. Un pensiero a Papa Wojtyla, che si era affacciato per l'ultima volta da quella finestra il 30 marzo scorso ed a ''quell'altra finestra'', con quello che e' sembrato un riferimento alle parole dette durante il funerale di Giovanni Paolo II, ''affacciato alla finestra della casa del Padre''. Poi gli auguri agli ortodossi per la Pasqua e l'affermazione che la Risurrezione ''ci chiama a percorrere con decisione il cammino verso la piena comunione''. Il primo maggio con il riferimento alla festa di San Giuseppe Lavoratore, infine. ''Fu istituita dal Papa Pio XII di venerata memoria proprio cinquant'anni or sono, per sottolineare l'importanza del lavoro e della presenza di Cristo e della Chiesa nel mondo operaio. E' necessario testimoniare anche nell'odierna societa' il 'Vangelo del lavoro', di cui parlava Giovanni Paolo II nell'Enciclica Laborem exercens''. ''Auspico - ha proseguito - che non manchi il lavoro specialmente per i giovani, e che le condizioni lavorative siano sempre piu' rispettose della dignita' della persona umana''.

 

Piazza San Pietro gremita oggi alle 12 per il Regina Coeli

Il Papa chiede lavoro, soprattutto per i giovani

Una marea di cappellini gialli fatti preparare dalla Cei per la festa liturgica di San Giuseppe Lavoratore - che corrisponde al Primo Maggio – hanno invaso piazza san Pietro. Qua e là, sotto le finestre del Papa, sventolavano le bandiere delle Acli, della Cisl, qualche striscione di fans di Benedetto XVI. "L'umile lavoratore nella vigna del Signore", come si era autodefinito il 19 aprile scorso presentandosi al mondo, ha voluto consacrare la sua prima apparizione domenicale dall'appartamento pontificio al grande tema del lavoro. Di fronte ai gravi problemi occupazionali Ratzinger ha chiesto che "non manchi il lavoro specialmente ai giovani", così come ha domandato "condizioni lavorative più rispettose della dignità della persona umana". Il lavoro, i giovani, l'ecumenismo e la pace nel mondo sono i quattro pilastri sui quali Benedetto XVI ha fabbricato il discorso della sua prima apparizione dallafinestra. In Vaticano c'erano circa oltre centomila persone arrivate da tutta Italia per l'occasione. A riempire la piazza sono state soprattutto le associazioni dei lavoratori di matrice cristiana: la Compagnia delle Opere, il Movimento Cristiano dei lavoratori, la Cisl, le Acli, storica associazione nata nel 1945 per difendere i diritti dei lavoratori nel segno della Dottrina sociale della Chiesa. Wojtyla che da giovane aveva fatto l'operaio nelle cave della Solvay, vicino a Wadowice, al tema del lavoro è sempre stato molto sensibile. Visitando una fabbrica (la Solvay di Rosignano) aveva persino definito i salariati "i miei compagni di lavoro". Oggi Benedetto XVI ha voluto riprendere quel discorso. E secondo Luigi Bobba, presidente delle Acli, non è un caso se il verbo "lavorare" il 19 aprile scorso, subito dopo l'elezione, dalla Loggia delle Benedizioni, lo ha pronunciato due volte. Oggi invece la parola 'lavoro' e 'lavoratori', 6 volte. "Penso che abbia voluto sottolineare come la missione del cristiano sia inestricabilmente legata anche all'attività ordinaria, alla vita di ogni giorno, e dunque al lavoro. E poi -ha aggiunto - come non rilevare che il nome che ha scelto, Benedetto, in onore del santo di Norcia, rimanda al glorioso motto 'ora et labora'". L'apparizione dalla finestra è stata interrotta varie volte dagli applausi. Il suo primo pensiero è andato a Giovanni Paolo II e poi a tutti coloro che lo sostengono con la preghiera o che gli hanno inviato messaggi di auguri da ogni parte del mondo.

Il discorso del Papa

''Quest'oggi - ha detto il Papa - iniziamo il mese di maggio con una memoria liturgica tanto cara al popolo cristiano, quella di San Giuseppe Lavoratore. Fu istituita dal Papa Pio XII di venerata memoria proprio cinquant'anni or sono, per sottolineare l'importanza del lavoro e della presenza di Cristo e della Chiesa nel mondo operaio. E' necessario testimoniare anche nell'odierna societa' il 'Vangelo del lavoro', di cui parlava Giovanni Paolo II nell'Enciclica Laborem exercens''. ''Auspico - ha proseguito - che non manchi il lavoro specialmente per i giovani, e che le condizioni lavorative siano sempre piu' rispettose della dignita' della persona umana.Penso con affetto a tutti i lavoratori e saluto quelli raccolti in Piazza San Pietro appartenenti a numerose associazioni. In particolare saluto gli amici delle ACLI (Associazioni Cristiane dei Lavoratori Italiani), che celebrano quest'anno il sessantesimo di fondazione, ed auguro loro di continuare a vivere la scelta della 'fraternita' cristiana' come valore da incarnare nel campo del lavoro e della vita sociale, perche' la solidarieta', la giustizia e la pace siano i pilastri su cui costruire l'unita' della famiglia umana''.


Lunedì il Papa Benedetto XVI ricorda un mese dalla scomparsa di Papa Wojtyla

Lunedì sara' trascorso un mese dal 2 aprile, quando alle 21.37 moriva Giovanni Paolo II. Piazza San Pietro, piena di gente in preghiera cadde in un silenzio irreale, mentre le televisioni di tutto il mondo interrompevano i programmi per dare la notizia. Di li' a poco sarebbe cominciato un pellegrinaggio senza precedenti per rendere omaggio al Papa. Domani, nel trigesimo, il successore di papa Wojtyla, Benedetto XVI, a quanto si apprende in Vaticano, al mattino celebrera' una messa di suffragio nella sua cappella privata e nel pomeriggio scendera' nelle Grotte vaticane per rendere omaggio alla tomba del suo predecessore. La messa del mattino dovrebbe essere concelebrata da Benedetto XVI insieme con mons. Stanislaw Dziwisz, che era il segretario di Giovanni Paolo II. La visita che Benedetto XVI compira' nel pomeriggio alla tomba di Giovanni Paolo II sara' la prima da papa, ma la terza in ordine di tempo: il cardinale Ratzinger era infatti presente l'8 aprile alla sepoltura, al termine dei funerali, e, come tutti gli altri cardinali, ha reso omaggio alla tomba il 18 aprile al termine della messa 'pro eligendo pontifice'.

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