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Papa Benedetto XVI

Papa Benedetto impartisce la benedizione

La prima giornata di Papa Benedetto XVI passata tra saluti e preghiere

20/04 Una lunga giornata, vissuta tra cerimonie solenni come la messa nella cappella Sistina con i cardinali elettori, e brevi momenti privati, come la visita alla congregazione che ha guidato per 24 anni o l'uscita dal Vaticano per andare nella sua vecchia casa, a Piazza della Citta' Leonina. E' trascorso cosi' il primo giorno di Benedetto XVI, un Joseph Ratzinger alle prese con i primi problemi piu' urgenti che la Chiesa cattolica deve affrontare ma anche con le piccole incombenze che comporta la sua nomina, come la scelta degli abiti e delle cose da portare nella Casa di Santa Marta, dove ha deciso per il momento di restare. Il papa ha anche reso pubblici i suoi primi impegni: venerdi' mattina un incontro con tutti i Cardinali presenti a Roma e sabato mattino un incontro con i giornalisti e con gli operatori della comunicazione sociale. Confermata anche la messa di inizio pontificato di domenica, mentre lunedi' incontrera' le delegazioni ufficiali presenti a Roma per la cerimonia di inaugurazione del pontificato. La mattina del nuovo papa e' iniziata alla casa di Santa Marta, la residenza dei cardinali durante il conclave, dove Benedetto XVI ha passato la notte dopo aver cenato e ricevuto i saluti dei cardinali e dei vertici vaticani. Alle 8,45, a bordo di una Mercedes nera con le bandierine bianche e gialle del Vaticano, Joseph Ratzinger ha lasciato la sua residenza provvisorie per andare al palazzo apostolico, dove era atteso per la messa. Il nuovo Papa era a bordo di un' auto nera decappottabile, ma con il tetto chiuso, preceduto e seguito dalle auto del corteo papale. Alle nove meno qualche minuto, nella Cappella Sistina, papa Ratzinger ha iniziato a presiedere la sua prima messa con i cardinali elettori. Un'ora e mezza circa di cerimonia solenne, con una lunga omelia in latino, circa 250 righe, scritte inevitabilmente tra la notte e la mattina presto. Dopo la messa nella Cappella Sistina, Benedetto XVI ha fatto una foto ricordo con i cardinali partecipanti al conclave: come scenario e' stata scelta una delle sale piu' belle dei palazzi apostolici, la sala Ducale che ha una particolare opera del Bernini, un drappeggio di marmo che fa di due sale, un unico grande ambiente. Benedetto XVI e' poi andato nella sala dei Paramenti, dove si e' cambiato gli abiti, dalla quale ha poi raggiunto il cortile di San Damaso per riprendere l'auto, la stessa Mercedes nera, che lo aveva portato questa mattina da Santa Marta. A differenza dell'andata l'auto decappottabile e' stata aperta e il nuovo papa, in piedi ha potuto cosi' salutare i dipendenti vaticani, in particolare quelli dell'Apsa che erano nel cortile. Poi l'auto si e' recata verso il Sant'Uffizio dove Joseph Ratzinger e' andato a salutare i dipendenti della congregazione per la dottrina della Fede, il suo ''ufficio'' per quasi 24 anni. Nel palazzo del Sant'Uffizio il papa ha trovato al lavoro i suoi ex collaboratori, visto che oggi i dicasteri del Vaticano sono rimasti aperti. Benedetto XVI e' stato accolto da una grande folla festante e molte persone si sono accalcate con curiosita' anche al di fuori del perimetro vaticano in prossimita' del palazzo e vicino al colonnato. Tra gli atti formali compiuti in mattinata, Benedetto XVI ha tolto i sigilli all'appartamento papale al terzo piano del palazzo apostolico, che erano stati apposti il 12 aprile, quattro giorni dopo i funerali di Giovanni Paolo II. Dopo una breve visita, il papa ha lasciato l'appartamento: l'adempimento formale non e' servito per l'ingresso immediato del nuovo papa in quelle che saranno le sue stanze, in quanto l'appartamento dovra' ora avere un minimo di sistemazione, soprattutto nella zona abitata da Karol Wojtyla. Le immagini hanno mostrato che Benedetto XVI si e' seduto sulla scrivania papale e ha scritto un foglio. Comunque il primo pranzo del papa e' stato fatto a Santa Marta dove gia' ieri sera Benedetto XVI aveva cenato con i porporati nella casa di Santa Marta. Il pranzo e' stato fatto con alcuni collaboratori della curia, un'occasione di lavoro per decidere anche i prossimi impegni. Poi nel pomeriggio, intorno alle 17,15, la sua prima uscita in Italia per andare nella sua ''vecchia casa'': una visita necessaria per scegliere cosa potra' essere utile nei prossimi giorni. Si e' trattato del suo primo incontro diretto con la folla, che lo ha salutato e applaudito con affetto. Un primo incontro con la gente il neo eletto papa lo aveva avuto ieri sera: ''Pregate per me, grazie perche' lavorate per la Santa Sede'', erano state le sue prime parole dette ad un gruppo di dipendenti del Vaticano che lo avevano applaudito e salutato lungo il percorso interno che lo aveva portato dal San Pietro e dai palazzi apostolici nella residenza di Santa Marta. Il nuovo Papa, appena visto il gruppo di persone in festa, aveva chiesto al suo autista di raggiungerli. Una volta sceso li aveva salutati: ''Ci conosciamo da tanto tempo, vi verro' a trovare tutti''. Poi il nuovo Papa aveva salutato i presenti, compresi alcuni bambini che erano li' con la mamma. E' c'e' chi afferma che prima di lasciare san Pietro, Ratzinger abbia voluto fare una breve sosta nelle grotte vaticane per dare un saluto alla tomba di Giovanni Paolo II. Intanto e' andata esaurita la via crucis con le meditazioni di Joseph Ratzinger utilizzate il venerdi' santo al Colosseo. Il libretto pubblicato dalla Libreria editrice vaticana e' andato esaurito in tre settimane e sara' ora ristampato. Tra le curiosita' emerse nella giornata, l'attesa per l'arrivo a Roma, nelle prossime ore, del fratello Georg, anche lui sacerdote, di qualche anno piu' grande.

La messa nella Cappella Sistina

Il primo messaggio di Benedetto XVI letto dopo la messa nella Cappella Sistina

20/04 ''Nel mio animo - ha detto papa Benedetto XVI, all'inizio del messaggio rivolto, in latino, a conclusione della messa nella cappella Sistina - convivono in queste ore due sentimenti contrastanti. Da una parte, un senso di inadeguatezza e di umano turbamento per la responsabilita' che ieri mi e' stata affidata, quale Successore dell'apostolo Pietro in questa Sede di Roma, nei confronti della Chiesa universale. Dall'altra parte, sento viva in me una profonda gratitudine a Dio, che, come ci fa cantare la liturgia, non abbandona il suo gregge, ma lo conduce attraverso i tempi, sotto la guida di coloro che Egli stesso ha eletto vicari del suo Figlio e ha costituito pastori.
'Carissimi, - ha proseguito - questa intima riconoscenza per un dono della divina misericordia prevale malgrado tutto nel mio cuore. E considero questo fatto una grazia speciale ottenutami dal mio venerato Predecessore, Giovanni Paolo II. Mi sembra di sentire la sua mano forte che stringe la mia; mi sembra di vedere i suoi occhi sorridenti e di ascoltare le sue parole, rivolte in questo momento particolarmente a me: 'Non avere paura!'. La morte del Santo Padre Giovanni Paolo II, e i giorni che sono seguiti, sono stati per la Chiesa e per il mondo intero un tempo straordinario di grazia. Il grande dolore per la sua scomparsa e il senso di vuoto che ha lasciato in tutti sono stati temperati dall'azione di Cristo risorto, che si e' manifestata durante lunghi giorni nella corale ondata di fede, d'amore e di spirituale solidarieta', culminata nelle sue solenni esequie''.
''Possiamo dirlo: i funerali di Giovanni Paolo II sono stati un'esperienza veramente straordinaria in cui si e' in qualche modo percepita la potenza di Dio che, attraverso la sua Chiesa,vuole formare di tutti i popoli una grande famiglia, mediante la forza unificante della Verita' e dell'Amore. Nell'ora della morte, conformato al suo Maestro e Signore, Giovanni Paolo II ha coronato il suo lungo e fecondo Pontificato, confermando nella fede il popolo cristiano, radunandolo intorno a se' e facendo sentire piu' unita l'intera famiglia umana''.
'Come non sentirsi sostenuti - ha proseguito - da questa testimonianza? Come non avvertire l'incoraggiamento che proviene da questo evento di grazia? 2. Sorprendendo ogni mia previsione, la Provvidenza divina, attraverso il voto dei venerati Padri Cardinali, mi ha chiamato a succedere a questo grande Papa. Ripenso in queste ore a quanto avvenne nella regione di Cesarea di Filippo, duemila anni or sono. Mi pare di udire le parole di Pietro: 'Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente', e la solenne affermazione del Signore: 'Tu sei Pietro e su questa pietra edifichero' la mia Chiesa A te daro' le chiavi del regno dei cieli'. Tu sei il Cristo! Tu sei Pietro! Mi sembra di rivivere la stessa scena evangelica; io, Successore di Pietro, ripeto con trepidazione le parole trepidanti del pescatore di Galilea e riascolto con intima emozione la rassicurante promessa del divino Maestro. Se e' enorme il peso della responsabilita' che si riversa sulle mie povere spalle, e' certamente smisurata la potenza divina su cui posso contare: 'Tu sei Pietro e su questa pietra edifichero' la mia Chiesa'''.
''Scegliendomi quale Vescovo di Roma, il Signore mi ha voluto suo Vicario, mi ha voluto 'pietra' su cui tutti possano poggiare con sicurezza. Chiedo a Lui di supplire alla poverta' delle mie forze, perche' sia coraggioso e fedele Pastore del suo gregge, sempre docile alle ispirazioni del suo Spirito. Mi accingo a intraprendere questo peculiare ministero, il ministero 'petrino' al servizio della Chiesa universale, con umile abbandono nelle mani della Provvidenza di Dio. E' in primo luogo a Cristo che rinnovo la mia totale e fiduciosa adesione: 'In Te, Domine, speravi; non confundar in aeternum!'''.
''A voi, Signori Cardinali, con animo grato per la fiducia dimostratami, chiedo di sostenermi con la preghiera e con la costante, attiva e sapiente collaborazione. Chiedo anche a tutti i Fratelli nell'Episcopato di essermi accanto con la preghiera e col consiglio, perche' possa essere veramente il Servus servorum Dei. Come Pietro e gli altri Apostoli costituirono per volere del Signore un unico Collegio apostolico, allo stesso modo il Successore di Pietro e i Vescovi, successori degli Apostoli, - il Concilio lo ha con forza ribadito -, devono essere tra loro strettamente uniti. Questa comunione collegiale, pur nella diversita' dei ruoli e delle funzioni del Romano Pontefice e dei Vescovi, e' a servizio della Chiesa e dell'unita' nella fede, dalla quale dipende in notevole misura l'efficacia dell'azione evangelizzatrice nel mondo contemporaneo. Su questo sentiero, pertanto, sul quale hanno avanzato i miei venerati Predecessori, intendo proseguire anch'io, unicamente preoccupato di proclamare al mondo intero la presenza viva di Cristo''.
''Mi sta dinanzi, in particolare, la testimonianza del Papa Giovanni Paolo II. Egli lascia una Chiesa piu' coraggiosa, piu' libera, piu' giovane. Una Chiesa che, secondo il suo insegnamento ed esempio, guarda con serenita' al passato e non ha paura del futuro. Col Grande Giubileo essa si e' introdotta nel nuovo millennio recando nelle mani il Vangelo, applicato al mondo attuale attraverso l'autorevole rilettura del Concilio Vaticano II. Giustamente il Papa Giovanni Paolo II ha indicato il Concilio quale 'bussola' con cui orientarsi nel vasto oceano del terzo millennio. Anche nel suo Testamento spirituale egli annotava: 'Sono convinto che ancora a lungo sara' dato alle nuove generazioni di attingere alle ricchezze che questo Concilio del XX secolo ci ha elargito'. ''Anch'io, pertanto - ha proseguito Benedetto XVI, sempre parlando in latino - nell' accingermi al servizio che e' proprio del Successore di Pietro, voglio affermare con forza la decisa volonta' di proseguire nell' impegno di attuazione del Concilio Vaticano II, sulla scia dei miei Predecessori e in fedele continuita' con la bimillenaria tradizione della Chiesa. Ricorrera' proprio quest' anno il 40.mo anniversario della conclusione dell' Assise conciliare (8 dicembre 1965). Col passare degli anni, i Documenti conciliari non hanno perso di attualita'; i loro insegnamenti si rivelano anzi particolarmente pertinenti in rapporto alle nuove istanze della Chiesa e della presente societa' globalizzata''.
''In maniera quanto mai significativa, il mio Pontificato inizia mentre la Chiesa sta vivendo lo speciale Anno dedicato all' Eucaristia. Come non cogliere in questa provvidenziale coincidenza un elemento che deve caratterizzare il ministero al quale sono stato chiamato? L'Eucaristia, cuore della vita cristiana e sorgente della missione evangelizzatrice della Chiesa, non puo' non costituire il centro permanente e la fonte del servizio petrino che mi e' stato affidato. L' Eucaristia rende costantemente presente il Cristo risorto, che a noi continua a donarsi, chiamandoci a partecipare alla mensa del suo Corpo e del suo Sangue. Dalla piena comunione con Lui scaturisce ogni altro elemento della vita della Chiesa, in primo luogo la comunione tra tutti i fedeli, l' impegno di annuncio e di testimonianza del Vangelo, l'ardore della carita' verso tutti, specialmente verso i poveri e i piccoli''. ''In questo anno, pertanto, dovra' essere celebrata con particolare rilievo la Solennita' del Corpus Domini. L' Eucaristia sara' poi al centro, in agosto, della Giornata mondiale della gioventu' a Colonia e, in ottobre, dell' Assemblea ordinaria del Sinodo dei vescovi, che si svolgera' sul tema: 'L'Eucaristia fonte e culmine della vita e della missione della Chiesa'. A tutti chiedo di intensificare nei prossimi mesi l' amore e la devozione a Gesu' Eucaristia e di esprimere in modo coraggioso e chiaro la fede nella presenza reale del Signore, soprattutto mediante la solennita' e la correttezza delle celebrazioni. Lo chiedo in modo speciale ai Sacerdoti, ai quali penso in questo momento con grande affetto. Il Sacerdozio ministeriale e' nato nel Cenacolo, insieme con l' Eucaristia, come tante volte ha sottolineato il mio venerato Predecessore Giovanni Paolo II. 'L' esistenza sacerdotale deve avere a speciale titolo una forma eucaristica', ha scritto nella sua ultima Lettera per il Giovedi' Santo. A tale scopo contribuisce innanzitutto la devota celebrazione quotidiana della santa Messa, centro della vita e della missione di ogni Sacerdote''. ''Alimentati e sostenuti dall'Eucaristia, i cattolici non possono non sentirsi stimolati a tendere a quella piena unita' che Cristo ha ardentemente auspicato nel Cenacolo. Di questo supremo anelito del Maestro divino il Successore di Pietro sa di doversi fare carico in modo del tutto particolare. A lui infatti e' stato affidato il compito di confermare i fratelli . Con piena consapevolezza, pertanto, all'inizio del suo ministero nella Chiesa di Roma che Pietro ha irrorato col suo sangue, l'attuale suo Successore si assume come impegno primario quello di lavorare senza risparmio di energie alla ricostituzione della piena e visibile unita' di tutti i seguaci di Cristo. Questa e' la sua ambizione, questo il suo impellente dovere. Egli e' cosciente che per questo non bastano le manifestazioni di buoni sentimenti. Occorrono gesti concreti che entrino negli animi e smuovano le coscienze, sollecitando ciascuno a quella conversione interiore che e' il presupposto di ogni progresso sulla via dell'ecumenismo''. ''Il dialogo teologico e' necessario, l'approfondimento delle motivazioni storiche di scelte avvenute nel passato e' pure indispensabile. Ma cio' che urge maggiormente e' quella 'purificazione della memoria', tante volte evocata da Giovanni Paolo II, che sola puo' disporre gli animi ad accogliere la piena verita' di Cristo. E' davanti a Lui, supremo Giudice di ogni essere vivente, che ciascuno di noi deve porsi, nella consapevolezza di dovere un giorno a Lui rendere conto di quanto ha fatto o non ha fatto nei confronti del grande bene della piena e visibile unita' di tutti i suoi discepoli. L'attuale Successore di Pietro si lascia interpellare in prima persona da questa domanda ed e' disposto a fare quanto e' in suo potere per promuovere la fondamentale causa dell'ecumenismo. ''Sulla scia dei suoi Predecessori, egli e' pienamente determinato a coltivare ogni iniziativa che possa apparire opportuna per promuovere i contatti e l'intesa con i rappresentanti delle diverse Chiese e Comunita' ecclesiali. Ad essi, anzi, invia anche in questa occasione il piu' cordiale saluto in Cristo, unico Signore di tutti. Torno con la memoria, in questo momento, all'indimenticabile esperienza vissuta da noi tutti in occasione della morte e dei funerali del compianto Giovanni Paolo II. Attorno alle sue spoglie mortali, adagiate sulla nuda terra, si sono raccolti i Capi delle Nazioni, persone d'ogni ceto sociale, e specialmente giovani, in un indimenticabile abbraccio di affetto e di ammirazione. A lui ha guardato con fiducia il mondo intero. E' sembrato a molti che quella intensa partecipazione, amplificata sino ai confini del pianeta dai mezzi di comunicazione sociale, fosse come una corale richiesta di aiuto rivolta al Papa da parte dell'odierna umanita' che, turbata da incertezze e timori, si interroga sul suo futuro. La Chiesa di oggi deve ravvivare in se stessa la consapevolezza del compito di riproporre al mondo la voce di Colui che ha detto: 'Io sono la luce del mondo; chi segue me non camminera' nelle tenebre, ma avra' la luce della vita' ''Nell'intraprendere il suo ministero - prosegue il messaggio, in latino, letto da Benedetto XVI - il nuovo Papa sa che suo compito e' di far risplendere davanti agli uomini e alle donne di oggi la luce di Cristo: non la propria luce, ma quella di Cristo''. ''Con questa consapevolezza - ha proseguito - mi rivolgo a tutti, anche a coloro che seguono altre religioni o che semplicemente cercano una risposta alle domande fondamentali dell'esistenza e ancora non l'hanno trovata. A tutti mi rivolgo con semplicita' ed affetto, per assicurare che la Chiesa vuole continuare a tessere con loro un dialogo aperto e sincero, alla ricerca del vero bene dell'uomo e della societa'.Invoco da Dio l'unita' e la pace per la famiglia umana e dichiaro la disponibilita' di tutti i cattolici a cooperare per un autentico sviluppo sociale, rispettoso della dignita' d'ogni essere umano. Non risparmiero' sforzi e dedizione per proseguire il promettente dialogo avviato dai miei venerati Predecessori con le diverse civilta', perche' dalla reciproca comprensione scaturiscano le condizioni di un futuro migliore per tutti''. ''Penso in particolare ai giovani. A loro, interlocutori privilegiati del Papa Giovanni Paolo II, va il mio affettuoso abbraccio nell'attesa, se piacera' a Dio, di incontrarli a Colonia in occasione della prossima Giornata Mondiale della Gioventu'. Con voi, cari giovani, futuro e speranza della Chiesa e dell'umanita', continuero' a dialogare, ascoltando le vostre attese nell'intento di aiutarvi a incontrare sempre piu' in profondita' il Cristo vivente, l'eternamente giovane''. ''Mane nobiscum, Domine! Resta con noi Signore! Quest'invocazione, che forma il tema dominante della Lettera apostolica di Giovanni Paolo II per l'Anno dell'Eucaristia, e' la preghiera che sgorga spontanea dal mio cuore, mentre mi accingo ad iniziare il ministero a cui Cristo mi ha chiamato. Come Pietro, anch'io rinnovo a Lui la mia incondizionata promessa di fedelta'. Lui solo intendo servire dedicandomi totalmente al servizio della sua Chiesa. A sostegno di questa promessa invoco la materna intercessione di Maria Santissima, nelle cui mani pongo il presente e il futuro della mia persona e della Chiesa. Intervengano con la loro intercessione anche i Santi Apostoli Pietro e Paolo e tutti i Santi. Con questi sentimenti imparto a voi, venerati Fratelli Cardinali, a coloro che partecipano a questo rito e a quanti sono in ascolto mediante la televisione e la radio una speciale, affettuosa Benedizione''.

Il Papa si accinge ad entrare nello studio che fu di Wojtyla

Padre Georg Ratzinger “Mio fratello non è un duro”

Padre Georg Ratzinger, il fratello del nuovo papa, e' preoccupato per la salute di Benedetto XVI, che ha 78 anni. L'81enne prelato ha detto oggi alla tv Wdr che l'elezione di suo fratello e' una gioia immensa ma ha anche sottolineando i grandi oneri che essa comporta. La ''grande responsabilita' per il lavoro da compiere e la perdita dei contatti personali sono tra i lati d'ombra'' ha detto Georg Ratzinger. Il prelato tedesco ha poi aggiunto: ''E' una favola quel che si dice di lui, che sia un duro''.

L'apertura della porta sigillata

Benedetto XVI porta la stessa croce astile che fu di Woytyla e Paolo VI

Benedetto XVI ha scelto di portare nella sua prima concelebrazione da Papa la stessa croce astile che e' stata di Paolo VI e di Giovanni Paolo II, come a dare un segno di continuita', specie con il pontificato wojtyliano. Non e' invece ancora deciso se anche nel corso del suo papato Benedetto XVI portera' la stessa croce.

Mi sembra di sentire la mano di Wojtyla e il suo invito a non aver paura

''Mi sembra di sentire la mano di papa Wojtyla' e il suo invito a ''non avere paura''. Lo dice in latino il neopapa, raccontando del suoi opposti ''sentimenti'' di ''umano turbamento'' e ''fiducia in Dio''.

 

Abate Meacci: “Una grande soddisfazione per l’Ordine Benedettino”

Papa Benedetto XVI ha ricevuto 20 giorni fa il premio San Benedetto per la promozione della vita e della famiglia in Europa assegnato dal monastero benedettino di Santa Scolastica. Lo ha ricordato l'abate ordinario di Subiaco, il benedettino Don Mauro Meacci ricordando con gioia l'ultima visita del cardinale Ratzinger al monastero benedettino. ''E' una grande soddisfazione per tutto l'ordine - ha proseguito - che il papa abbia preso il nome del nostro grande patriarca San Benedetto''. Don Mauro Meacci ha ricordato che ''il nuovo pontefice e' molto legato alla spiritualita' benedettina, tanto che e' possibile vedere nella scelta del nome un senso di devozione per i grandi papi che hanno portato il nome di Benedetto e verso San Benedetto patrono di Subiaco e d'Europa''. L'abate ha espresso infine l'augurio che ''Papa Benedetto XVI continui ad avere rapporti con la nostra abbazia e con Subiaco, che egli conosce molto bene, per esserci venuto la prima volta tre anni fa e per essere poi tornato spesso in visita soprattutto al Sacro speco di San Benedetto''

Lo studio del Papa


Navarro: Prime udienze con i Cardinali e i giornalisti

Un incontro con i cardinali presenti a Roma venerdi', udienza a giornalisti e operatori della comunicazione sociale sabato, la messa per l'inizio del pontificato domenica, udienza con le delegazioni ufficiali intervenute per la cerimonia di inaugurazione del pontificato lunedi'. Sono i primi impegni di Benedetto XVI, che ''per il momento'' abitera' nella Casa di Santa Marta, rese note dal direttore della Sala stampa, Joaquin Navarro. ''Nella mattinata di oggi - e' la dichiarazione - il Santo Padre Benedetto XVI ha fatto visita alla Congregazione per la Dottrina della Fede, dove, in un incontro molto cordiale, ha salutato i collaboratori e le collaboratrici del Dicastero. Quindi ha fatto ingresso nell'appartamento papale del Palazzo Apostolico togliendone i sigilli. Nella Domus Sanctae Marthae il Santo Padre ha invitato a pranzo alcuni collaboratori della Curia Romana, decidendo alcuni dei Suoi prossimi impegni: Venerdi' mattina: incontro con tutti i Cardinali presenti a Roma; Sabato mattino: incontro con i giornalisti e con gli operatori della comunicazione sociale''. ''Nel pomeriggio, - prosegue la dichiarazione - il Santo Padre si è recato nel appartamento che fino ad ora occupava in Piazza di Città Leonina. Come già annunciato, domenica mattina, 24 aprile, alle ore 10.00, Benedetto XVI presiedera' la Eucaristia di solenne inizio del Suo pontificato. Lunedi' mattina, 25 aprile, ricevera' le Delegazioni ufficiali intervenute per la cerimonia di inaugurazione del Pontificato. Il Santo Padre ha deciso per il momento di restare nell'appartamento della Domus Sanctae Marthae''.

Papa Benedetto alla scrivania dello studio nelle stanze papali

Mons. Mondello: “Una continuità del magistero di Giovanni Paolo II”

20/04 ''Per la Calabria, come per tutta la Chiesa, l' elezione di Papa Benedetto XVI puo' significare la continuita' del magistero di Giovanni Paolo II, di cui l' attuale Pontefice e' stato grande amico e stretto collaboratore''. Mons. Vittorio Mondello, presidente della Conferenza episcopale calabra non nasconde la gioia per l' elezione al soglio pontificio del cardinale Jozeph Ratzinger. ''Sono contento - aggiunge l' arcivescovo metropolita di Reggio-Bova - come lo sarei stato per chiunque altri avesse ottenuto l' elezione dal momento che il Pontefice e' scelto dal Signore. Ma la nomina del cardinale Ratzinger mi rende particolarmente felice perche', per me, e' stato da sempre un luminare e una guida nello studio della teologia. Nei miei studi giovanili fino alla laurea ho trovato in lui un riferimento sicuro come divulgatore dell' ecclesiologia e della liturgia. Ho letto tutti i suoi libri con grande entusiasmo e vederlo adesso Papa e' una cosa molto bella che da' grande serenita'''. Per il presidente dei vescovi calabresi, inoltre, va tenuta in considerazione la ''stretta e ultraventennale collaborazione tra il nuovo Pontefice e Giovanni Paolo II, che aveva molta fiducia in mons. Ratzinger prefetto della Congregazione per la dottrina della fede. La stima era cosi' grande - aggiunge mons. Mondello - che il Papa ha voluto che mons. Ratzinger, malgrado avesse presentato le dimissioni per raggiunti limiti di eta', rimanesse al suo posto. La sua, possiamo starne certi, sara' una guida solida e sicura per il futuro della Chiesa anche di quella calabrese''. Dello stesso avviso e' Mons. Antonio Ciliberti, arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace ha affermato

Mons. Antonio Ciliberti “apprezzo la grandissima cultura teologica del Papa”

Mons. Antonio Ciliberti, arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace ha affermato ''Ho avuto la fortuna di conoscere bene il nuovo Pontefice - dice - e di apprezzarne la grandissima cultura teologica e l' intelligenza vivida. Ritengo che Benedetto XVI sia una delle personalita', se non la personalita', tra le piu' eminenti per cercare di capire la profondita' del mistero della Chiesa. A questo si associa la grandissima esperienza ecclesiale e pastorale di chi e' stato vescovo sul territorio prima di diventare prefetto della Congregazione della dottrina della fede; cio' la punta avanzata della proposta dei valori teologici e ecclesiali. Sappiamo bene - aggiunge ancora Ciliberti - che il Signore da' alla sua Chiesa il giusto pastore. In questo caso possiamo dire, pero', che con mons. Ratzinger e' stato scelto l' uomo giusto per il posto giusto, una personalita' di grandi virtu' e sano equilibrio che ha la capacita' di parlare amabilmente come il pastore, unendo a cio' umilta' e fermezza''. Per l' arcivescovo di Catanzaro, nel Pontificato di Benedetto XVI, a prevalere sara' ''la linea della continuita' con il Magistero Magno di Giovanni Paolo II. Non manchera', per questo, una maggiore attenzione anche nei confronti di una terra come la Calabria''. Sul nome scelto da mons. Ratzinger, che ha profonde motivazioni anche teologiche, il presule catanzarese parla di ''scelta azzeccata che si addice alla personalita' svettante del nuovo Pontefice''.

I Benedettina da Norcia: “San Benedetto come riferimento dell’intero continente”

Ne sono certi, i padri benedettini del monastero di Norcia: Joseph Ratzinger ha scelto di chiamarsi Benedetto perche' vuole fare del santo patrono d' Europa il punto di riferimento dell' intero continente. E di san Benedetto, il nuovo pontefice e' un profondo conoscitore ed estimatore, tanto che nella sua visita a Norcia di due anni fa, quando era ancora cardinale, lo indico' come ''esempio di vita''. A parlare stamani, a nome dei suoi confratelli benedettini, e' il superiore del monastero, padre Cassian Folsom, 50 anni, americano. ''Ieri eravamo in piazza San Pietro - racconta il religioso - e quando abbiamo sentito il nome del nuovo papa, abbiamo provato un' emozione grandissima. Insieme ai 'Papa boys', abbiamo intonato anche noi il coro 'Benedetto, Benedetto!'. Secondo padre Folsom, ''Ratzinger ha scelto quel nome non tanto per rifarsi ai predecessori omonimi, ma soprattutto al santo di Norcia. Nel 1995 - ricorda il religioso - andai a Torino a seguire una sua meditazione sulle radici cristiane dell' Europa. Lui la concluse con una riflessione, molto approfondita ed emozionante, sulla figura di San Benedetto. Sono sicuro che per il nuovo papa - conclude padre Folsom - il santo della 'Regola' sara' il punto di riferimento da indicare all' Europa intera''.

Loiero: Una continuità molto forte con Giovanni Paolo II

L'elezione di Joseph Ratzinger a Papa rappresenta "una continuita' molto forte con l'apostolato di Giovanni Paolo II, che rimane indimenticabile". Lo ha detto il presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero, a margine della cerimonia di insediamento avvenuta questa mattina nella sede della Giunta regionale a Catanzaro. "Io sono un cattolico e credo nell'alito dello spirito santo - ha aggiunto Loiero - e giudico questa elezione una scelta in continuita' con l'azione di Papa Wojtyla".

Fagà: “Con questo Papa ci sarà la parità scolastica”

La presidente della Fism (Federazione italiana scuole materne) di Catanzaro e Crotone, Marisa Faga', a nome di tutta la federazione, ''saluta con entusiasmo e gioia il neoeletto Papa Benedetto XVI''. Faga', in una dichiarazione, si e' detta convinta che ''Egli continuera' il grande magistero di Giovanni Paolo II, il quale nell' ambito della sua ricca e significativa azione pastorale, ha sempre richiamato le coscienze sulle necessita' dell' affermazione del valore della liberta' dell' educazione, in particolare, nel nostro paese. Tanto che - ha proseguito - sotto il Suo Pontificato il Parlamento ha, finalmente, riconosciuto con la legge 62, la parita' scolastica alle nostre scuole cattoliche. Il cui cammino e' ancora molto in salita, ma con la guida illuminata, la persuasiva parola e l' azione invasiva di Sua Santita', certamente, la parita' scolastica trovera' la sua piena realizzazione''.

Intitolata a Karol Wojtyla l’aula magna dll’Università di Catanzaro

Sara' intitolata a Papa Giovanni Paolo II l' Aula magna realizzata nell' edifico dell' area giuridica, economica e delle scienze sociali, nel nuovo campus dell' Universita' Magna Grecia di Catanzaro. Lo ha deciso il Senato accademico dell' Universita' su proposta del rettore, Salvatore Venuta. La decisione e' stata gia' annunciata all' arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace, mons. Antonio Ciliberti. Venuta, e' scritto in una nota, interpretando i sentimenti della comunita' accademica catanzarese, ha voluto cosi' ricordare la figura di Giovanni Paolo II. ''Giovanni Paolo II - ha sottolineato il Rettore - e' stato il Papa che ha cancellato i confini nel mondo mostrando a tutti, credenti e non credenti, la via della liberta' e della dignita' umana perche' si ritrovassero in un cammino comune, che con il suo umanesimo ha arricchito un mondo regolato dai consumi,che ha amato ed educato i giovani valorizzandone il ruolo e la generosita', che ha insegnato che la fede non si nutre sulle ceneri della ragione, che ci ha esortato, anche attraverso la sua personale sofferenza, a non avere paura''.

Bertolaso: “Siamo pronti all’arrivo di mezzo milione di persone”

Saranno ''centinaia di migliaia, forse mezzo milione'' i fedeli che giungeranno domenica a Roma per l'inaugurazione solenne del pontificato di papa Benedetto XVI. E in vista di questo ennesimo bagno di folla ''la macchina organizzativa si e' gia' rimessa in moto''. Forte della gestione impeccabile dei funerali di Giovanni Paolo II, il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, guarda con ''grande tranquillita''' al nuovo appuntamento di massa. Il Comitato operativo della Protezione civile si e' riunito in mattinata, allargato a tutte le amministrazioni interessate alla gestione dell'evento. ''In primo luogo - spiega Bertolaso - il comune di Roma, poi la prefettura, le strutture e i servizi che si occupano dei problemi relativi alla viabilita', al traffico aereo, alla sicurezza. Tutta la complessa macchina gia' attivata per i funerali si e' rimessa in moto per la messa di 'Incoronazione' di domenica e noi siamo assolutamente tranquilli. Il dispositivo e' collaudato e credo che in Italia, a Roma, potremmo ormai organizzare qualsiasi avvenimento''. In giornata sono in programma altre riunioni, a cominciare da quella che coinvolge le strutture per l'emergenza sanitaria. Bertolaso si rechera' poi in Vaticano per essere messo al corrente delle modalita' di svolgimento della cerimonia. Domani mattina ci saranno i vertici tra gli organismi preposti alla sicurezza e al traffico aereo. Il dispositivo messo in campo, conferma il capo della Protezione civile , ricalchera' ''a grandi linee'' quello adottato per i funerali di Giovanni Paolo II. ''Comprese le misure di difesa aerea sulla capitale''. Nelle prossime ore verra' dunque emanato un Notam, cioe' un avviso ai piloti, con tutte le restrizioni del caso: sara' deciso ancora una volta il divieto di sorvolo sui cieli della capitale e, probabilmente, la chiusura temporanea dell'aeroporto di Ciampino, uno dei tre scali interessati all'arrivo e alle partenze delle delegazioni straniere. ''Che saranno piu' o meno lo stesso numero di quelle dei funerali''. Vale a dire circa 150, ''anche se non sappiamo ancora - spiega Bertolaso - da chi saranno composte''. Le delegazioni verranno fatte atterrare anche a Fiumicino (dove e' possibile che ci sia qualche ripercussione sul traffico commerciale) e a Pratica di Mare, ''anche se qui abbiamo un piccolo problema tecnico da gestire - afferma il capo della Protezione civile - perche' proprio domenica dovrebbe partire l'ultimo pezzo dell'obelisco di Axum, e questo limita gli spazi a disposizione''. Attivato, naturalmente, il dispositivo di difesa aerea (alla riunione di oggi c'era anche il generale dell'Aeronautica Luciano Massetti), con i caccia intercettori, gli elicotteri e le batterie contraeree a protezione dei cieli. Prefettura e questura coordineranno i vari aspetti della sicurezza 'a terra': migliaia di uomini di tutte le forze di polizia, con assetti specialisti e uomini delle forze armate, si occuperanno sia della protezione delle delegazioni straniere sia della folla di pellegrini che si riversera' in piazza San Pietro. Per prevenire ogni minaccia, poi, sono stati attivati tutti gli organismi di intelligence: i siti e le chat dell'integralismo islamico, dove sono gia' numerose le reazioni alla nomina del nuovo Papa, vengono attentamente monitorati. Parlando con i giornalisti, Bertolaso si e' pero' soffermato solo sugli aspetti di carattere piu' strettamente organizzativo. Che dipendono in gran parte dal numero dei fedeli che arriveranno. ''E' difficile - dice il capo della Protezione civile - fare previsioni precise, e' troppo presto. Siamo in attesa di informazioni da parte delle diocesi italiane e soprattutto delle autorita' tedesche per capire quanti pellegrini intendono mettersi in movimento per partecipare alla cerimonia di domenica 24. Ma anche lunedi' e' giorno festivo e questo fa pensare ad un incremento di presenze, soprattutto di italiani che approfitteranno del lungo week end''. Dunque quanti saranno? ''Certamente alcune centinaia di migliaia. Mezzo milione? Puo' essere un'ipotesi dalla quale non credo andremo lontani. Ma sui numeri e' meglio essere cauti''. Come per i funerali di Karol Wojtyla ci saranno aree di parcheggio lontano dal centro e navette con piazza San Pietro, maxi-schermi e una capillare rete organizzativa e di assistenza del volontariato di Protezione civile. ''Questa volta - spiega Bertolaso - abbiamo deciso di privilegiare i volontari della provincia autonoma di Bolzano, che parlano bene il tedesco. Siamo sicuri che saranno piu' che felici di aiutare i pellegrini che arriveranno dalla Germania''. Ci saranno tendopoli? ''Stiamo valutando'', risponde. ''In grado di 24 ore siamo in grado di allestire tutto quello che puo' servire''. Domani sera alle 19 il Comitato operativo della Protezione civile si riunira' nuovamente. In quella sede verranno definiti tutti i dettagli.

Curiosità: prima cena frugale e al momento di bruciare le schede il camino non tirava

Una cena frugale e la Cappella Sistina piena di fumo: sono queste alcune delle curiosita' sul conclave rivelate al settimanale Der Spiegel da due dei cardinali elettori. Secondo l'edizione on line del settimanale tedesco, l'arcivescovo di Colonia Joachim Meinser ha raccontato che il Cardinale Ratzinger alla quarta votazione ha ottenuto ''piu' voti dei due terzi necessari'' per essere eletto e che nel conclave non e' stata fatta ne' campagna elettorale, ne' propaganda. Non appena e' stato chiaro che Ratzinger era stato eletto, ha raccontato Meinser, c'e' stato un applauso spontaneo. Il religioso ha aggiunto che il nuovo papa dal momento dell'elezione fino alla vestizione ''appariva alquanto spaesato''. A cena Ratzinger e' sembrato invece di nuovo rilassato e ''come un papa''. Il menu' e' stato semplice: una zuppa di fagioli, affettati, insalata e frutta. Le suore addette alla preparazione dei pasti infatti non hanno avuto il tempo di servire un menu' speciale. Unici due extra per celebrare l'elezione, un gelato e lo spumante. Un altro cardinale, l'olandese Adrianus Simonis, ha invece raccontato che sono stati necessari due tentativi prima di riuscire a fare la fumata bianca perche' il camino non tirava. ''C'e' stato un momento - ha detto - in cui l'intera cappella Sistina si e' riempita di fumo''.

 

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