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Spunta una nave dei veleni nel golfo di Lamezia

 

Una nuova nave dei veleni nel golfo di Lamezia. Chiusa visita commissione ecomafie

11 mar 10 “L’assessore regionale all’Ambiente della Calabria, Silvio Greco, ci ha segnalato che nel golfo di Lamezia Terme ci sarebbe una nave affondata che potrebbe corrispondere ad una di quelle descritte dal pentito Francesco Fonti, ma al momento non abbiamo elementi”. Lo ha detto il presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sugli illeciti connessi al ciclo dei rifiuti, Gaetano Pecorella, parlando del fenomeno delle “navi dei veleni”. “Prima di procedere ad operazioni costose come quelle condotte sul relitto di Cetraro che è risultato essere di una nave passeggeri abbiamo bisogno di raccogliere altri dati”, ha sostenuto Pecorella che ha guidato la commissione anche in una missione in Basilicata.

Video: Nave dei veleni nel Golfo di Lamezia

“Sulle navi dei veleni - ha affermato il presidente Pecorella - stiamo cercando di verificare le dichiarazioni di Fonti. Abbiamo anche cercato i 100 fusti dell’Enea di Rotondella (Matera) ma in fase di verifica, le dichiarazioni di Fonti sono state inconcludenti. Il nostro obiettivo è quello di non lasciare alcun punto senza verifica perché la vicenda ha provocato un grave danno all’immagine della Calabria ed il nostro impegno è finalizzato a stabilire se ci sono elementi per dire che le preoccupazioni sono fondate oppure no”.

Sui servizi segreti. Sul ruolo dei servizi segreti nella vicenda, Pecorella ha sostenuto che la Commissione ha chiesto di sapere se abbiano avuto un qualche ruolo e che i servizi stanno predisponendo la documentazione da inviare alla Commissione. “Risulta - ha aggiunto - che un testimone che parlato di interferenze dei servizi nella vicenda della motonave Jolly Rosso, spiaggiata ad Amantea nel 1990, in particolare sullo smaltimento dei fusti che trasportava, ma, al momento, non abbiamo avuto riscontri”. Infine Pecorella ha reso noto che la Capitaneria di porto di Crotone ha informato la Commissione che ci sono due navi affondate al largo di Cirò e di Capo Spartivento oltre ad altri sette relitti, ma tutte conosciute e che sembrano non corrispondere a quelle descritte da Fonti che aveva parlato di una trentina di navi cariche di rifiuti tossici e nocivi fatte affondare al largo delle coste calabresi.

A Cetraro non c'è la Cunsky. Il collaboratore di giustizia della 'ndrangheta, Francesco Fonti, aveva segnalato la presenza di 'navi a perdere' che sarebbero state affondate al largo delle coste calabresi con carichi di rifiuti tossici e radioattivi. Pecorella non ha parlato di inattendibilita' assoluta ma, ha precisato, si continuano a verificare le dichiarazioni del pentito che finora non hanno prodotto risultati. La Commissione ribadisce che ha visionato il filmato e studiato documenti che portano a escludere che la nave affondata al largo di Cetraro (Cosenza) sia la Cunsky. ''Non avremmo motivo di dubitarne'' ha detto il presidente Pecorella.

A Crotone criminalità non interessata a rifiuti. Non ci sarebbe interesse della criminalita' organizzata nel settore dei rifiuti in Calabria, relativamente alla situazione dell'inquinamento ambientale registrata a Crotone. E' la conclusione a cui sono giunti i componenti della Commissione parlamentare d'inchiesta sui reati connessi al ciclo dei rifiuti che ieri e oggi ha svolto una missione proprio nella citta' pitagorica. L'organismo ha preso atto, secondo quanto riferito nell'incontro con i giornalisti al termine della visita, delle dichiarazioni del procuratore di Crotone, Raffaele Mazzotta, del presidente della Regione, Agazio Loiero, e dell'assessore regionale all'Ambiente, Silvio Greco, che sono state secretate, oltre che del Prefetto e del questore di Crotone e dei vertici delle forze dell'ordine. Non sarebbero emersi, da quanto riferito dal capo della Procura pitagorica, elementi che facciano pensare all'interesse della 'ndrangheta nella gestione dei rifiuti. ''Le autorita' inquirenti -ha detto il presidente della Commissione, Gaetano Pecorella- non hanno fornito elementi forti e sicuri sull'interessamento della criminalita' organizzata, anche se noi continuiamo a indagare in questa direzione perche' riteniamo che sia un settore di grande ricchezza soprattutto in questo territorio in cui sono mancate strutture pubbliche di smaltimento di rifiuti''. Il presidente della Commissione d'inchiesta sulle ecomafie ha plaudito il lavoro del procuratore e del sostituto Pierpaolo Bruni che hanno risvegliato un'indagine gia' iniziata nel 1999 ma mai portata a un risultato concreto. Il nuovo capo della Procura (in carica da un anno) ha gia' portato invece davanti al gup 45 indagati, in attesa della decisione sul rinvio a giudizio sollevato pochi giorni fa nell'udienza preliminare.

Iniziare al piu' presto la bonifica dei siti inquinati. E' quanto auspica la Commissione parlamentare d'inchiesta sulle ecomafie, al termine della missione a Crotone. Questa mattina il presidente Gaetano Pecorella e i componenti dell'organismo (Dorina Bianchi, Daniela Mazzuconi e Alessandro Bratti) hanno fatto un sopralluogo all'ex Pertusola Sud e alle due scuole che sarebbero state costruite sui rifiuti nocivi. Incontrando i giornalisti alla Prefettura di Crotone, Pecorella ha detto chiaramente che ''le situazioni della Pertusola e di Montedison richiedono una soluzione rapidissima, anche perche' l'inquinamento del mare puo' andare avanti nel tempo e poi recuperare un mare cosi' bello non sara' facile''. Rispondendo alle domande dei cronisti e' stato chiarito che a pagare per la bonifica dei siti industriali dovra' essere la Syndial, societa' partecipata dell'Eni, in base al principio recentemente sancito dalla Corte di giustizia europea che ''chi inquina paga''. La Commissione tuttavia ha detto di non aver ancora preso visione del progetto. Dubbi, inoltre, sui fondi stanziati dall'Eni per la bonifica di tutti i siti individuati in Italia, che potrebbero risultare insufficienti. Gli altri 24 siti inquinati nel crotonese saranno invece bonificati dalla Regione Calabria, come annunciato ieri da presidente Agazio Loiero all'uscita dall'audizione. Prossimamente saranno sentiti, ha annunciato Pecorella, i ministri della Giustizia Angelino Alfano e dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo.

 

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