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Inchiesta Why Not

 

 

Inchiesta Why Not, 40 giudizi abbreviati, fissato calendario udienze

15 gen 10 E' iniziata, con la fissazione di un nuovo calendario di udienze, la trattazione dei 40 giudizi abbreviati chiesti da altrettanti imputati coinvolti nell’inchiesta “Wht not”, su presunti gravi illeciti nella gestione dei fondi pubblici in Calabria. Erano presenti le parti civili già ammesse dal giudice Abigail Mellace, mentre non è comparsa la Regione Calabria, identificata come parte offesa nel procedimento. La Procura generale ha chiesto più tempo per dare inizio alla requisitoria e, dunque, la parola passerà ai sostituti Eugenio Facciolla e Massimo Lia nei giorni 1, 2, 4 e 5 febbraio. Le discussioni delle difese avranno invece luogo il 12, 15, 19, 22, 23, e 25 febbraio. In aula, poi, si sono svolti gli interrogatori chiesti da Francesco De Grano, dirigente del settore Affari comunitari alla Regione Calabria, accusato di associazione a delinquere e per il suo presunto coinvolgimento nella vicenda relativa al finanziamento del “Progetto for Europe”, e Vincenzo Gianluca Morabito, accusato in relazione alla vicenda del progetto “Ipnosi”, entrambi difesi dall’avvocato Enzo Gennaro, del Foro di Vibo Valentia. I due hanno respinto ogni accusa, il primo precisando di non avere avuto rapporti stabili con l’imprenditore Antonio Saladino, ex leader della Compagnia delle opere in Calabria e principale indagato nell’inchiesta, che avrebbe conosciuto solo nel corso di un incontro avvenuto all’Unical nel 2003 cui partecipò anche Romano Prodi, ed il secondo sottolineando pure che i suoi unici riferimenti, durante la collaborazione per il progetto “Ipnosi” furono l’allora presidente della società “Why not”, Antonio Alessandro La Chimia, ed il responsabile del personale, Laura Masi. Gli altri imputati che hanno chiesto il rito abbreviato sono lo stesso Saladino, Agazio Loiero, presidente della Regione Calabria, Giuseppe Chiaravalloti, ex presidente della Regione Calabria, Gianfranco Luzzo, Nicola Durante, Aldo Pegorari, Giuseppe Lillo, Mario Alvaro, Sabatino Savaglio, Giovanni Lacaria, Saverino Saladino, Francesco Saladino, Eugenio Conforti, Lucia Sibiano, Raffaele Bloise, Luigi Muraca, Gianpaolo Bevilacqua, Maria Teresa Fagà, Antonio La Chimia, Sergio Abramo, Carmine Aloisio, Mariangela De Grano, Giuseppe Fragomeni, Antonio Michele Franco, Tommaso Loiero, Francesco Lucifero, Pasquale Maria Tripodi, Peppino Biamonte, Franco Nicola Cumino; Nicola Garagozzo; Pietro Macrì; Filippo Postorino; Mario Scardamaglia, Vincenza Bruno Bossio, Rinaldo Scopelliti, Pietro Andricciola, Renzo Turatto, Pasquale Anastasi. L’inchiesta “Why not” fu avviata nel 2006 dall’allora sostituto procuratore Luigi de Magistris e poi avocata dalla Procura generale di Catanzaro. Nella richiesta di rinvio a giudizio, sottoscritta dall’allora procuratore generale Enzo Iannelli, e dal suo sostituto Domenico De Lorenzo, nonché dai sostituti procuratori della Repubblica Salvatore Curcio e Antonella Lauri, si ipotizzano complessivamente l’associazione a delinquere, l’abuso d’ufficio, la turbata libertà degli incanti, la truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, la frode nelle pubbliche forniture, il peculato, la corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio, l’istigazione alla corruzione, l’estorsione, la falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, e violazioni della normativa in materia di lavoro. Oltre ai 40 imputati per i quali si sta svolgendo il giudizio abbreviato, per altre 58 persone è in corso la normale udienza preliminare, per decidere se e chi di loro debba essere rinviato a giudizio, che riprenderà il 26 gennaio.

 

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