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Tensione altissima a Rosarno

 

 

Clima da guerra civile a Rosarno, città assediata. La popolazione protesta. Colpi di fucile di un residente

08 gen 10 Torna alta la tensione a Rosarno dove gli immigrati sono scesi di nuovo in strada a protestare questa mattina. Colpi di fucile sono stati sparati in aria da un residente contro gli immigrati in strada. Dopo la protesta di ieri sera, allorquando è stata occupata parte della statale 18 ed è stato dato fuoco ad alcuni cassonetti e delle auto sono state danneggiate, la popolazione di Rosarno è esasperata perché il paese è praticamente assediato. Negozi chiusi e clima quasi da guerra civile con diversi reparti di celere per strada. Contro l’abitazione dell’uomo che ha sparato si è alzata una sassaiola. Gli stessi protestanti sono corsi a gridare contro l’abitazione dell’uomo ma non è successo nient’altro. Un primo contatto fisico con la gente del posto è stato già evitato. Un cittadino italiano e' stato fermato dalle forze di polizia dopo aver avuto una discussione con un immigrato che sta partecipando alla manifestazione. A questo punto gli amici e i cittadini rosarnesi hanno iniziato a protestare contro le forze dell'ordine, poi il giovane e' stato rilasciato e la situazione e' rientrata. L'apprensione in citta' e' tanta, i negozi sono chiusi per paura che la protesta possa degenerare in violenza dopo la guerriglia di ieri. La protesta si sta allargando a tutta la Piana. Sul posto ci sono le forze di polizia che controllano l'evolversi delle cose, mentre nel frattempo arrivano altri immigrati dalla Piana di Gioia Tauro. Sono oltre duemila le persone concentratesi nelle strade di Rosarno.

Don De Masi, sfruttamento della ndrangheta: "Il problema degli immigrati va riallacciato a quello della 'ndrangheta. C'e' uno sfruttamento pilotato da parte della criminalita' e questo a causa dell'assenza dello Stato, che deve tornare a intervenire". Cosi' Don Pino Demasi vicario generale della diocesi di Oppido-Palmi e referente di 'Libera'in Calabria commenta la rivolta degli immigrati in corso a Rosarno. "Qui - aggiunge Don Pino Demasi - c'e' una gara quotidiana di solidarieta' da parte dei cittadini per aiutare gli immigrati ma la carita' non basta. La carita' da' un conforto ma non risolve i problemi alla radice. Lo Stato e la Regione Calabria devono intervenire con una politica diversa per evitare che si ripetano situazioni come questa, dove la protesta rischia di sfociare in una violenza che non fa bene alla Calabria e agli immigrati".

Ministro Maroni “Troppa tolleranza”. ''A Rosarno c'e' una situazione difficile, come in altre realta''' determinata dal fatto che ''in tutti questi anni e' stata tollerata senza fare nulla di efficace una immigrazione clandestina che, da una parte ha alimentato la criminalita' e dall'altra ha generato una situazione di forte degrado come quella di Rosarno''. Lo ha affermato il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, intervistato da Maurizio Belpietro nel corso della ''Telefonata'' su Canale 5. A Rosarno, ha aggiunto ''stiamo intervenendo con i mezzi e i tempi necessari. Abbiamo per ora posto fine all' immigrazione clandestina, agli sbarchi che hanno alimentato queste situazioni di degrado e a poco a poco riporteremo alla normalita' le situazioni che lo richiedono''.

Bersani: "Da Maroni solo scaricabarile". ''Per i fatti di Rosarno dico che in queste ore e' necessario intanto fare calmare le cose. Bisogna pero' andare alla radice. Li' c'e' mafia, sfruttamento, xenofobia e razzismo''. Lo ha detto il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, a Reggio Calabria per incontrare i vertici della Procura generale di Reggio Calabria dopo l'attentato dinamitardo di domenica. ''E mi dispiace molto - ha aggiunto Bersani - che il Ministro dell'Interno Roberto Maroni non abbia perso l'occasione anche stavolta di fare lo scaricabarile sull'immigrazione clandestina. Vorrei ricordagli che subiamo anche danni, in vigenza, di una legge che si chiama Bossi-Fini. E' ora che se lo ricordi anche il ministro''. Subito dopo l'incontro con il procuratore generale, Bersani si rechera' al Centro direzionale per incontrare il procuratore capo della Repubblica, Giuseppe Pignatone

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