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Rivolta immigrati, due gambizzati a Laureana

 

A Laureana due immigrati gambizzati, sembra strategia della tensione

08 gen 10 Si spara sugli immigrati a Rosarno, probabile strategia della tensione. Due extracomunitari sono stati colpiti con colpi di pistola alle gambe. L’episodio è accaduto a pochi chilometri dell’accampamento degli immigrati a Laureana di Borrello. Il centro e' al confine con Rosarno, a pochi chilometri dall'ex fabbrica 'Rognetta' dove vive il gruppo di immigrati. Si ignora al momento chi abbia sparato. I due sono stati trasportati in ospedale. Altri due immigrati sono stati colpiti da spranghe e versano in condizioni gravi in ospedale. Uno è stato colpito alla testa, l'altro, operato d'urgenza ad un rene ai "Riuniti" di Reggio. Dell’episodio ne danno notizia i carabinieri di Gioia Tauro. Sembra che qualcuno voglia far saltare gli equilibri precari della zona. Intanto il Minsitro Maroni ha annunciato che riferirà in Senato martedi' 12 gennaio alle ore 17

Barricate dei cittadini sulla ss18. Non accenna a diminuire la tensione a Rosarno, dopo la rivolta degli immigrati la notte scorsa: un centinaio di abitanti, armati di bastoni e spranghe di ferro, ha tirato su una barricata sulla statale 18 all'altezza del km 474, a poche centinaia di metri dai locali dell'ex Opera Sila dove si trovano molti degli stranieri che la scorsa notte hanno dato vita agli scontri. La situazione e' molto tesa: al momento non c'e' stato alcun contatto tra i due gruppi, con gli immigrati che, secondo quanto riferiscono fonti investigative, si sono chiusi dentro i locali dell'ex Opera Sila - una struttura fatiscente in mezzo al nulla di una zona industriale mai decollata - e non avrebbero intenzione di uscire.

Sono 36 i feriti. Nuovo bilancio per la protesta degli immigrati di Rosarno. Sarebbero 8 le persone arrestate, 32 i feriti (più i 4 avvenuti questa sera, quindi 36) e diversi contusi, secondo i dati forniti dal prefetto di Reggio Calabria, Luigi Varratta, che ha presieduto, nel pomeriggio, nella sede del Comune , il comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza. Sette degli arrestati sono extracomunitari, accusati di devastazione, danneggiamento, resistenza a pubblico ufficiale, ed un cittadino rosarnese, Giuseppe Bono, 38 anni, che avrebbe tentato di travolgere, con una pala meccanica gli autori della protesta. Dei 32 feriti, 14 appartengono alla comunita' degli immigrati e 18 alle forze dell'ordine. E' stato effetuato anche un fermo, con relativa denuncia. Si ratta di un uomo che ha sparato in aria, questa mattina, durante un tentativo di irruzione nella sua abitazione, da parte di alcuni immigrati.

Prefetto Varratta “mantenere la calma”. “E' una situazione d'emergenza che va gestita con calma, rasserenando il clima''. Cosi' il prefetto di Reggio Calabria, Luigi Varratta, ha commentato la situazione degli immigrati di Rosarno al termine del Comitato per la sicurezza e l'ordine pubblico che si e' svolto nel Municipio della cittadina che ieri e' stata assediata dagli extracomunitari inferociti per il ferimento di un africano. Il prefetto ha invitato i cittadini di Rosarno a mantenere la calma e lasciare lavorare la task force istituita dal ministro dell'Interno Roberto Maroni. ''Capisco i loro disagi - ha aggiunto Varratta - ma bisogna evitare che assumano atteggiamenti sbagliati perche' non aiutano a risolvere il problema''. Il prefetto di Reggio Calabria ha annunciato controlli severi sugli immigrati, per stabilire quanti sono regolari, e anche nelle aziende agricole dove lavorano.

20.000 gli immigrati in Calabria. Intanto la Cgil da cifre sull’immigrazione. Nel 2007, in tutta la Calabria, a fronte dei 6.400 autorizzati, si stima vi siano stati circa 20 mila lavoratori stranieri stagionali impiegati nel settore agricolo.

Aggredita troupe de "La vita in diretta". Una troupe de ''La Vita in diretta'', il programma di Raiuno condotto da Lamberto Sposini, e' stata aggredita e malmenata questa mattina a Rosarno. Secondo quanto riferisce il giornalista Giacinto Pinto, al momento dell'aggressione la troupe si trovava nel cuore di Rosarno, quando e' stata avvicinata da un gruppo di giovani del posto che dopo aver gridato di non ''filmare loro, ma gli extracomunitari che sono la causa di tutto'' hanno afferrato la telecamera gettandola in terra. Subito dopo uno dei giovani si e' scagliato contro l'operatore, Antonio Umbrello, gettandolo a terra. Alcuni abitanti del posto, vista la scena, sono intervenuti e sono riusciti a far entrare il giornalista e l'operatore all'interno di una copisteria. Umbrello che ha riportato escoriazioni e contusioni ai gomiti e a una gamba e' stato portato al pronto soccorso dell'ospedale di Polistena. La prognosi e' di dieci giorni. Questa mattina anche una troupe del Tg2 e' stata aggredita durante la protesta degli immigrati a Rosarno. Il giornalista Francesco Vitale e' stato colpito con un sasso a una spalla ma senza riportare lesioni. Subito dopo ha ripreso a lavorare insieme all'operatore.

Vaticano "Situazione inumana". "Si potevano e si dovevano trovare prima delle soluzioni per non arrivare a questo punto": ne è convinto il segretario del Pontificio consiglio per i Migranti, mons. Agostino Marchetto, che auspica comunque che ora "prevalga la ragionevolezza da entrambe le parti, cessino le violenze e si dia spazio al dialogo". Le violenze scatenate in provincia di Reggio Calabria, "fatti dolorosi" per le autorità vaticane, "sembrano trovare radice - ha osservato il vescovo, interpellato dall' ANSA - nella situazione inumana esistente", e devono ora "essere affrontate con senso di responsabilità da entrambe le parti". "Una situazione complessa", ammette mons.Marchetto, quella della provincia di Reggio Calabria, dove "le relazioni tra popolazione locale e popoli che sono qui per lavorare non è così facile, soprattutto per le differenze di mentalità e di modi di sentire. In queste circostanze, tuttavia - ha proseguito - possiamo solo auspicare che cessi la violenza da parte di tutti, e in secondo luogo fare appello alle autorità affinché intervengano tempestivamente per ripristinare il dialogo e andare alla radice dei problemi". Perché "é desiderio di tutti - ha concluso - vivere in pace".

Cei: Segno di sofferenza e degrado. L'episodio di Rosarno rappresenta "un segno di sofferenza e di degrado umano" che spinge "da un lato a condannare la violenza e dall'altro a considerare l'estremo disagio e la difficoltà di questa gente che non ha sostegno né umano né economico". Lo ha detto all'ANSA mons. Bruno Schettino, presidente della commissione episcopale per le Migrazioni della Cei. Mons. Schettino ha quindi lanciato un appello "alla calma e alla collaborazione nel tentativo di ricomporre il tutto in una dimensione di maggiore umanità e servizio ai poveri". "Noi - ha aggiunto - stiamo sempre dalla parte dei poveri".

Cisl "Avviare indagine su sfruttamento immigrati". La Cisl chiede al Governo ed al Parlamento di avviare "un' inchiesta seria sullo sfruttamento degli immigrati e sul lavoro nero, facendo piena luce sulle cause e sulle responsabilità di questa vicenda davvero preoccupante". Lo dice il segretario generale dell'organizzazione, Raffaele Bonanni, secondo il quale "occorre subito affrontare la questione di Rosarno non solo dal punto di vista dell'ordine pubblico, ma anche per quanto riguarda gli aspetti legati alle condizioni disumane di sfruttamento del lavoro nero". Il segretario generale della Cisl chiede "senso di responsabilità da parte di tutti per ripristinare le condizioni di legalità e della pacifica convivenza tra la comunità di Rosarno ed i lavoratori immigrati". Per Bonanni "se da un lato non sono giustificabili le reazioni violente degli immigrati, dall'altro lato ci sono delle omissioni evidenti da parte delle istituzioni centrali e locali. Come ha più volte denunciato la Cisl in questi anni, queste omissioni hanno lasciato tantissimi lavoratori extracomunitari in balia delle cosche criminali, del caporalato, dello sfruttamento e della violenza. In moltissime zone del Sud d'Italia - continua il segretario della Cisl - i lavoratori immigrati vivono in un clima di schiavitù e di esasperazione, a cui finora non sono state date risposte concrete da parte dello stato, nonostante le denunce continue del sindacato".

Associazione "la Kasbah": Sfruttamento inaccettabile. "Esprimiamo solidarietà alla comunità migrante di Rosarno che in queste ore è scesa in piazza in seguito all’attentato vile e mafioso subìto la scorsa notte". Lo scrive in una nota l'associazione culturale multietnica "La Kasbah". "Non si può più tollerare l’idea -scrivono- che persone, in cerca di condizioni di vita più dignitose che, di fatto reggono la produzione agricola calabrese, vengano prima sfruttate, poi completamente abbandonate senza diritti e dignità e, infine, etichettate come portatrici di violenza e di degrado. Per anni associazioni, movimenti e singoli cittadini hanno cercato di portare all’attenzione dell’opinione pubblica e della politica, le condizioni disumane in cui i migranti sono costretti a vivere sul territorio calabrese, si pensi ad esempio a quanto accade nella sibaritide. Mentre la situazione degrada sempre più, tali appelli rimangono inascoltati. Ed eccoci allora, come troppo spesso succede in Calabria, a ritrovarci ad affrontare una situazione quando oramai essa è divenuta emergenza. Troviamo assolutamente demagogiche le affermazioni del Ministro Maroni, che fa finta di ignorare come tale situazione affondi le radici nel cosiddetto pacchetto sicurezza, che costringe migliaia e migliaia di persone alla clandestinità. Ciò è ancor più vero in una regione come la nostra dove centinaia di imprenditori, molto spesso in odor di malavita, lucrano sulle spalle dei migranti a costo zero, costringendoli a vivere nell’imbarbarimento e nella precarietà più completa. Allo stesso modo, consideriamo incomprensibili le parole dell’ex assessore alla Protezione Civile, Domenico Ventre che si meraviglia “della reazione sproporzionata” nonostante “a Rosarno gli immigrati siano assistiti e aiutati”. Di quale assistenza e aiuto parla l’assessore? L’avere spostato i migranti dall’ex cartiera presso un’altra struttura dismessa con evidenti carenze igienico-sanitarie? O l’avere distribuito qualche pasto e qualche bottiglietta d’acqua? Dimenticando, però, di denunciare lo sfruttamento di cui essi sono vittime. Riteniamo che non si possa definire spropositata la reazione contro chi usa armi, se pur ad aria compressa, per intimidire esseri umani. È necessario forse attendere che Rosarno diventi un’altra Caserta per denunciare simili atti mafiosi? La mancanza di tutela, di diritti, le continue umiliazioni e gli innumerevoli soprusi subìti dalle migliaia di lavoratori stagionali che affollano le campagne reggine non potevano che sfociare negli episodi a cui si è assistito nelle ultime ore. Facciamo appello, dunque, alle associazioni, ai movimenti antirazzisti, che in questi anni si sono adoperati per la tutela dei diritti dei migranti perché esprimano la loro solidarietà alla comunità migrante di Rosarno.

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