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Rivolta degli immigrati a Rosarno

 

Rivolta immigrati, la protesta dei rosarnesi. Bagnato “Avviata mediazione”. Loiero “Si è persa la testa”

08 gen 10 ''Abbiamo cercato di dare sicurezza e tranquillita' agli extracomunitari, assicurando loro che ci sara' una presenza piu' forte delle forze dell'ordine sul territorio. E abbiamo rassicurato i cittadini di Rosarno che non si puo' andare oltre la violenza che c'e' stata ieri sera''. Lo ha detto il commissario prefettizio di Rosarno, Domenico Bagnato, commentando la rivolta degli immigrati cui adesso sta seguendo una contromanifestazione dei cittadini rosarnesi. ''E' indubbio -ha aggiunto- che bisogna svolgere un'attivita' di mediazione tra le due comunita' per evitare che possa accadere ancora qualche episodio di violenza, che potrebbe innescare una spirale peggiore di quella innescata ieri sera''. Il prefetto Bagnato teme che l'ordine pubblico possa essere compromesso dopo le ultime vicende che hanno causato danneggiamenti di auto e case, e invita i cittadini a ''tornare a essere solidali, terminato questo periodo di tensione, come hanno sempre dimostrato di essere in passato''.

Loiero “Si sta perdendo la testa” ''Si sta perdendo la testa in queste ore. Sto cercando di parlare con il prefetto di Reggio Calabria perche' vengano inviate piu' forze di polizia e subito prima che diventi una grande tragedia''. Lo ha dichiarato il presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero, rispondendo alle domande dei giornalisti a margine di altri impegni istituzionali sulla situazione di tensione a Rosarno, dove e' in corso la protesta degli immigrati della Piana di Gioia Tauro e la risposta dei cittadini.

Scontro tra abitanti e forze dell'ordine Ci sono stati scontri tra un gruppo di abitanti di Rosarno e alcuni carabinieri e poliziotti. L'episodio si è verificato mentre gli immigrati facevano rientro nei centri di ricovero in cui sono ospitati. Alcune persone di Rosarno hanno tentato di raggiungere alcuni degli immigrati, ma sono stati bloccati dalle forze dell'ordine. La reazione degli abitanti, anche in previsione di qualche fermo che poteva essere disposto dalle forze dell'ordine, è stata immediata con grida e insulti verso le forze dell'ordine. "Dovete picchiare loro - ha detto un giovane - e non noi, perché sono loro i veri criminali". La situazione si è poi risolta senza ulteriori conseguenze. In paese, comunque, resta un clima di intolleranza da parte degli abitanti nei confronti degli immigrati che suscita preoccupazioni tra le forze dell'ordine. In particolare le situazioni di maggiore pericolo riguardano gli immigrati che vengono sorpresi da soli nelle vie del paese.

Ministro Carfagna “Italiani denuncino sfruttamento stranieri”. "Dalla parte degli italiani senza se e senza ma. Ma, soltanto, dalla parte di coloro che fanno fino in fondo il loro dovere di cittadini, denunciando lo sfruttamento della mano d'opera straniera. Lo Stato c'e' e la sua presenza si sta facendo sentire, forte, anche a Rosarno". Cosi' il ministro per le Pari opportunita', Mara Carfagna, commenta i gravi fatti di Rosarno. "Per portare a compimento questo processo virtuoso serve, pero', anche la collaborazione di tutti i cittadini, compresi quelli infuriati che abbiamo visto scendere in piazza in Calabria. Per evitare che si creino ghetti e' fondamentale riportare la legalita', quindi che tutti denuncino chi sfrutta il lavoro dei clandestini'', aggiunge. ''Il ministero per le Pari Opportunita' -prosegue- sta facendo la sua parte per combattere episodi di intolleranza razziale: insieme con Cgil, Cisl, Uil e Ugl abbiamo deciso di utilizzare i fondi europei gia' stanziati, attraverso l'Ufficio nazionale contro le discriminazioni razziali, per creare e far crescere figure di sindacalisti tra i lavoratori stranieri, allo scopo di prevenire discriminazioni e conflittualita' su base etnica e diffondere la cultura del rispetto delle regole e dei diritti individuali e collettivi dei 'nuovi cittadini'. Stiamo inoltre costituendo, con Unar e fondi europei, una rete di Centri contro il razzismo nelle Regioni del Sud. Contrariamente a Campania e Sicilia, pero', la Calabria non si e' ancora mossa. Mi auguro che quanto accaduto convinca gli amministratori locali ad impegnarsi concretamente''.

Cia: Un tavolo sull’immigrazione illegale in agricoltura. "La vicenda di Rosarno, al di la' degli incidenti, che vanno condannati, deve far riflettere. Ora pero' e' pero' necessario stemperare gli animi e fare il possibile per riportare la calma". L'ammonimento arriva dalla Cia, la Confederazione italiana agricoltori. "Bisogna, tuttavia, andare alla radice del problema - sottolinea la Cia - che e' quello del clima di intolleranza e dei lavoratori sfruttati soprattutto dalla criminalita' organizzata anche per i lavori nei campi". "Un fenomeno grave e vergognoso che va contrastato con grande fermezza - osserva la Cia in una nota - un fenomeno che, purtroppo, conferma le nostre ripetute denunce sugli abusi che vengono perpetrati nei confronti degli immigrati". La Cia, preoccupata per le tensioni che si sono venute a creare in Calabria, invita il governo ad "aprire un Tavolo di confronto sul problema dell'immigrazione illegale in agricoltura che, proprio a causa di organizzazioni di criminali, e' costretta a fronteggiare una vera emergenza che ormai si identifica nella 'tratta' di esseri umani". La Cia sottolinea che nel "suo codice etico c'e' un preciso articolo contro lo sfruttamento e il lavoro nero e ribadisce tutto il suo impegno affinche' si contrastino con la dovuta efficacia fenomeni di questo genere. Serve una forte mobilitazione contro lo sfruttamento degli immigrati, contro il caporalato, contro ogni tipo di abuso". Comunque, per tentare di fare massima chiarezza nell'immigrazione e' indispensabile per la Cia che si intervenga per modificare la legge Bossi-Fini che non ha finora rappresentato la risposta piu' efficace contro questi problemi. Non solo. Occorre che sul lavoro in agricoltura si porti avanti un discorso mirato a dare organicita' a tutto il sistema". La Cia sollecita, dunque, il governo ad un confronto costruttivo per individuare le iniziative da sviluppare per impedire il ripetersi di un deprecabile fenomeno, dichiarandosi pronta al dialogo e a fare le proposte opportune perche' nel mercato del lavoro degli immigrati si creino le condizioni che rispondano alle esigenze specifiche del lavoro in agricoltura.

Calabresi nel mondo: primo compito è accoglienza. ''Si sta perdendo la testa in queste ore. Sto cercando di parlare con il prefetto di Reggio Calabria perche' vengano inviate piu' forze di polizia e subito prima che diventi una grande tragedia''. Lo ha dichiarato il presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero, rispondendo alle domande dei giornalisti a margine di altri impegni istituzionali sulla situazione di tensione a Rosarno, dove e' in corso la protesta degli immigrati della Piana di Gioia Tauro e la risposta dei cittadini. Gli immigrati che a Rosarno hanno dato vita ieri ad una guerriglia urbana vanno in primo luogo accolti con maggiore attenzione e sensibilita'. A commentare i fatti violenti che hanno scosso la piccola citta' in provincia di Reggio Calabria e' Peppino Accrogliano', presidente C3 International, Centro Culturale Calabrese Associazione calabresi nel mondo.''Il nostro primo obiettivo - afferma infatti - deve essere quello di accoglierli offrendo loro l'opportunita' di trovare un impiego legale. Noi calabresi sappiamo bene cosa significa lavorare lontani da casa privi di tutele''. ''Tutti i meridionali, piu' in generale - aggiunge Accrogliano' - hanno sperimentato sulla loro pelle cosa vuol dire essere costretti a risiedere in un paese straniero in condizioni difficili. Tuttavia, i fatti che si sono verificati a Rosarno sono molto criticabili. Non e' possibile che gli immigrati si ribellino in questo modo mettendo ferro e fuoco una citta'. Un dato e' certo. Bisogna capire come vengono utilizzati i lavoratori extracomunitari il cui ingresso in Italia va regolamentato''. ''Per questo dobbiamo attrezzarci per garantire un clima sereno nel quale gli immigrati possano vivere in modo piu' dignitoso. Devono essere messi nella condizione di lavorare con contratti certi rispettando le nostre regole. Prima o poi, non avendo un lavoro sicuro, gli immigrati sono costretti a delinquere''.

Borghezio “Preciso segnale d’allarme”. ''La rivolta degli immigrati africani in Calabria e' un preciso segnale d'allarme, che sarebbe irresponsabile non cogliere in tutta la sua pericolosita' per il nostro futuro immediato. I professionisti dell'assistenzialismo pro-immigrati abbiano, perlomeno, ora il pudore di tacere. Rosarno, infatti, dimostra chiaramente qual e' il risultato delle politiche buoniste: meno sicurezza per i nostri concittadini e manodopera per il lavoro nero degli imprenditori mafiosi''. E' quanto afferma Mario Borghezio della Lega. ''E' necessario dire che c'era bisogno, finalmente, del pugno di ferro dello Stato nei confronti di entrambe le illegalita'? Ci voleva, per farlo, un ministro della Lega, che sta dimostrando la necessaria fermezza come nei confronti della mafia, cosi' nell'affermare l'autorita' dello Stato che deve garantire sicurezza e tranquillita' ai cittadini onesti. Per fortuna -conclude l'eurodeputato del Carroccio- che c'e' Maroni, il nostro Sarkozy''.

De Magistris (Idv) “Maroni ha perso il senso della decenza”. ''Il ministro Maroni ha smarrito ogni minimo senso della realta' e della decenza politica. Non si puo' sempre invocare l'immigrazione clandestina come un alibi per mascherare l'incapacita' del governo in materia di immigrazione. Quanto sta accadendo a Rosarno e' la prova dell'inutilita' delle misure razziste e crudeli volute da un esecutivo da tempo 'leghistizzato'''. E' quanto afferma l'europarlamentare dell'Idv, Luigi De Magistris. ''La strada della convivenza -continua- passa per il rispetto delle leggi e per la tolleranza: per questo, spaventa che lo stesso Maroni non abbia speso una parola in merito allo sfruttamento disumano a cui sono costretti gli immigrati che, in Calabria come nel resto del Paese, vengono assoldati per lavorare in nero a ritmi inaccettabili per qualche decina di euro al giorno. E spaventa -conclude De Magistris- il totale silenzio del ministro sul ruolo che in questo sfruttamento giocano le mafie e a Rosarno la 'ndrangheta in particolare''.

Cicchitto “Rigore con clandestini, integrazione per regolari”. ''Non c'e' niente di peggio della sommatoria di piu' situazioni irregolari: immigrazione clandestina, relegata in condizioni di vita di totale degrado, utilizzata per il lavoro nero e spesso anche dalla criminalita' organizzata. E' proprio in un contesto di alta concentrazione di immigrati clandestini che la xenofobia trova il suo humus naturale e si determina una situazione come quella esplosa a Rosarno''. E' quanto dichiara il presidente dei deputati del Pdl, Fabrizio Cicchitto. ''Cio' deve far riflettere sulla necessita' di andare avanti sulle linee tracciate dal governo: sviluppare con rigore il contrasto all'immigrazione clandestina, con la piena applicazione delle leggi vigenti, e con altrettanto rigore -avverte- favorire l'integrazione degli immigrati regolari''.

Finocchiaro e Zanda “Maroni riferisca in Senato”. Anna Finocchiaro e Luigi Zanda, rispettivamente presidente e vicepresidente del Pd a Palazzo Madama chiedono al presidente Schifani che il Ministro dell'Interno venga a riferire in Senato su quanto sta accadendo a Rosarno. "Le immagini trasmesse dai telegiornali o apparse sulla stampa sono impressionanti. Cio' che se ne deduce e' una situazione di dominio del territorio e di settori dell'attivita' economica da parte del crimine organizzato che schiavizza, sfrutta e vessa gli immigrati impegnati nelle attivita' agricole, cosi' determinando una situazione di tensione insopportabile e che sfocia in ribellione violenta", osservano. " Chiediamo che il Ministro Maroni venga al piu' presto nell'Aula del Senato per illustrare i fatti e chiarisca le funzioni della neo istituita task force presso la prefettura di Reggio Calabria. Il governo - concludono Finocchiaro e Zanda - deve chiarire quale ruolo ha avuto la criminalita' organizzata nello sfruttamento dell'immigrazione legale e clandestina che sembra essere stata all'origine dei disordini di queste ore".

Sottosegretario Mantovano “prioritaria lotta alla ndrangheta”. "Come avvenne un anno fa a Caserta per la camorra, oggi a Rosarno e in tutta la Calabria, la priorita' e' la lotta alla 'ndrangheta non la caccia all'immigrato''. Il sottosegretario agli Interni Alfredo Mantovano commenta cosi', ai microfoni di Sky Tg24 Pomeriggio, la rivolta degli extracomunitari nella cittadina calabrese. ''E' una questione complicata - ha spiegato il sottosegretario - perche' si intrecciano questioni che riguardano l'ordine pubblico, lo sfruttamento in nero di lavoratori extracomunitari e piu' in generale la vivibilita' di una delle zone piu' difficile del nostro paese. Ricorda -ha detto ancora- con tutte le distinzioni del caso, quanto successo circa un anno fa a Caserta con l'orribile strage di sei extracomunitari da parte di un gruppo di camorristi". "Allora, come oggi, non si tratta di fare la caccia all'immigrato ma di stabilire le priorita' che a Caserta e' la lotta alla camorra e a Rosarno, e in tutta la Calabria, la lotta alla 'ndrangheta. Poi esistono gli altri problemi che vanno affrontati esigendo il massimo rispetto di tutte le regole: sia quelle che contrastano il lavoro in nero sia quelle che combattono la clandestinita'. Ed e' ovvio -ha concluso Mantovano- che tutto questo deve avvenire in un contesto di pace sociale da recuperare".

Lenzi (Pd), vera piaga lavoro nero e degrado. “La drammatica rivolta degli immigrati a Rosarno non può essere liquidata addebitando ai clandestini, come ha fatto il ministro Maroni questa mattina nel corso di “Mattino 5”, la responsabilità di alimentare fenomeni di criminalità o di generare situazioni di forte degrado”. Lo dichiara Donata Lenzi, esponente della Presidenza del Gruppo Pd della Camera. “Meglio farebbe il ministro dell’Interno, che anche in passato ha avuto responsabilità di governo su questa materia, ad accertare in questo frangente le cause di questa rivolta, dovute ancora una volta alla piaga del lavoro nero e alle condizioni di degrado in cui vengono quotidianamente relegati i cittadini immigrati per via del loro status di clandestini. Mentre è necessario punire chi ha commesso dei reati, ribadiamo la necessità che qualsiasi intervento venga condotto alla luce di quei principi di umanità cui anche dovrebbe sempre essere ispirata l'azione dello Stato”.

Tassone (Udc) “Maroni superficiale”. ''In queste ore a Rosarno e' in atto una vera e propria rivolta, nei confronti della quale occorre calma e sangue freddo da parte di tutti, anche nelle dichiarazioni. La posizione del ministro Maroni, che scarica come sempre la colpa di tutto sugli immigrati, e' troppo superficiale e semplicistica. Stiamo parlando di persone che arrivano nel nostro Paese da disperati e restano tali, in balia della poverta', di scadenti condizioni igienico-sanitarie e dello sfruttamento''. E' quanto afferma in una nota il vicesegretario dell'Udc Mario Tassone. ''Altrettanta cautela - prosegue il deputato centrista - va mostrata nei confronti della popolazione, evidentemente esasperata dall'enorme quantita' di immigrati che vivono nella cittadina calabrese. Il problema dell'immigrazione va affrontato con serieta' e misura: con gli scaricabarile, i toni esasperati e gli slogan pubblicitari non solo non si risolve nulla, ma si finisce per peggiorare le cose''.

Touadi (PD) “istituzioni devono mediare”. Jean-Leonard Touadi, deputato del Partito Democratico di origine congolese, si sta recando a Rosarno per prendere visione della situazione degli scontri tra gli immigrati e la popolazione locale e per valutare la possibilita' di avviare una mediazione tra le parti insieme alle istituzioni locali. "E' importante che in questa fase -dichiara Touadi- le istituzioni svolgano il ruolo di mediazione, evitando di fomentare l'odio tra le parti. Il ministro Maroni -continua-deve rendersi conto che non si tratta solo di un problema di ordine pubblico, ma delle condizioni di vita degradate e disastrose di migliaia di persone che abitano e lavorano nel nostro paese, che noi lo vogliamo o no. La task force del Viminale va bene ma non basta: ricordiamoci che la mediazione che le istituzioni devono mettere in atto da oggi in poi e' prima di tutto culturale e sociale".

 

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