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Auto-arsenale, messaggio delle cosche?

 

Auto-arsenale messaggio delle cosche, ne sono sicuri Grasso e Mantovano. Ministro Alfano “Non ci intimidiscono”

22 gen 10 Il ritrovamento dell'auto piena di armi ed esplosivo avvenuta ieri a Reggio Calabria un’ora prima della partenza in aereo del Capo dello Stato nei pressi dell’aeroporto ''sembra soltanto un messaggio intimidatorio''. Non ha dubbi il Procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso parlandone a margine di una 'lectio magistralis' tenuta questo pomeriggio a Roma presso la sede dell'Associazione stampa romana. Grasso ha fatto notare, infatti, che l'auto ''non era pronta ad esplodere ed era posta su un percorso diverso da quello del presidente Napolitano anche se - ha rivelato - io ci sono passato accanto ma solo quando era gia' piantonata dai Carabinieri''. Secondo il Procuratore antimafia, questi segnali vanno, comunque, letti come segni di ''fibrillazioni'' da parte delle 'ndrine, quasi una ''reazione nervosa alla cattura dei latitanti e al sequestro dei beni come, ad esempio, il 'Cafe' de Paris' a Roma. Insomma - ha spiegato ai giornalisti - c'e' sofferenza della 'ndrangheta per questa reazione dello Stato ma non parlerei di paura. Non bisogna, pero', dimenticare la lotta alle altre mafie e occorre dosare le forze sul territorio che non bastano mai''.

Ministro Alfano “Lo Stato non si farà intimidire”. 'Lo Stato non si fara' intimidire, lo Stato c'e' ed e' forte, piu' di tutte le organizzazioni criminali messe insieme'. Cosi' Alfano.Il ministro della Giustizia da Toledo ha commentato il ritrovamento dell'auto con esplosivo a Reggio Calabria, durante la visita del presidente della Repubblica Napolitano,fatto per il quale e' stato arrestato un carrozziere. 'Stiamo per approvare un piano antimafia e lo faremo il 28 gennaio a Reggio', ha aggiunto Alfano.E sulla vicenda e' intervenuto anche il procuratore aggiunto della Direzione Nazionale Antimafia, Enzo Macri'. 'Secondo me tutti gli episodi avvenuti dal 3 gennaio in poi, data dell'attentato alla Procura Generale di Reggio Calabria, - ha detto - hanno una logica comune e bisogna capire qual'e' questa logica'. Intanto, secondo quanto quanto ha riferito il Comando provinciale dei carabinieri, le armi e i due ordigni che erano sull'automobile dovevano servire 'per un'azione delittuosa con caratteristiche riconducibili alla 'ndrangheta interrotta dalla consistente presenza di forze dell'ordine in quella zona'.

Sottosegretario Mantovano “Un segnale della ndrangheta”: Il ritrovamento di un arsenale di armi all'interno di un'auto a Reggio Calabria ''e' certo un segnale verso i risultati conseguiti nei confronti dell'organizzazione criminale certamente piu' forte in Italia e forse al mondo, la 'ndrangheta, la cui potenzialita' non ha eguali neanche nella camorra e nella mafia. A fronte dell'intensificazione del contrasto, che vede un impegno forte delle istituzioni, a cominciare ieri dal capo dello Stato, vi e' un 'non gradimento', per usare un eufemismo, da parte dei diretti interessati.'' E' quanto ha rilevato Alfredo Mantovano, sottosegretario all'Interno, nel corso de ''La telefonata'' di Maurizio Belpietro su Canale 5. A Rosarno, teatro nei giorni scorsi di disordini tra i residenti e la popolazione immigrata, ''la situazione adesso e' di una precaria pace sociale. Sottolineo il termine precaria, perche' non ci accontentiamo dell'intervento di ordine pubblico realizzato dalla forze di polizia. C'e' bisogno di molto di piu', c'e' bisogno di una bonifica radicale che cominci ad attuarsi con dei controlli alle aziende agricole che utilizzano gli stagionali in nero, siano essi regolari o irregolari''. ''Un fenomeno cosi' esteso e che trova un'area di sfruttamento altrettanto estesa da parte di datori di lavoro senza scrupoli, non puo' essere stroncato dalla sera alla mattina. Vi e', pero', per la prima volta -ha osservato Mantovano- un piano di interventi non occasionale, non motivato semplicemente dall'emergenza, che riguardera' non soltanto la piana di Rosarno ma anche Castelvolturno, Eboli, il Foggiano, tutti quei territori, soprattutto al Sud, in cui questo fenomeno e' particolarmente presente''.

PM Macrì “Logica comune”. ''Secondo me tutti gli episodi avvenuti dal 3 gennaio in poi, data dell'attentato alla Procura Generale di Reggio Calabria, hanno una logica comune e bisogna capire quale e' questa logica''. Così il procuratore aggiunto della Direzione Nazionale Antimafia, Enzo Macri', circa il ritrovamento ieri a Reggio Calabria dell'automobile con esplosivo e armi.

 

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