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La Corte dei Conti bacchetta la Regione

 

 

Corte dei Conti bacchetta la Regione per le spese sanitarie, disavanzo da 96 milioni. Ass. Naccari "Serve nuova politica economica"

15 gen 10 Un’analisi attenta sulle politiche di spesa della Regione per l’esercizio 2008 è stata illustrata dalla sezione di controllo della Corte dei Conti. In relazione al disavanzo di esercizio nel settore per il 2008, il relatore Vittorio Cirò Candiano ha rilevato che “la giunta regionale prima e il presidente della Giunta regionale, poi, sia pure con qualche incoerenza giuridico-formale, hanno provveduto sostanzialmente ad approvare il bilancio di esercizio consolidato del Servizio sanitario regionale, per l’anno 2008, determinando il relativo disavanzo in 98 milioni 201 mila euro corretto a 105 milioni 632 mila in sede di Tavolo tecnico di verifica e poi rideterminato in 96 milioni 215 mila euro per effetto della differenza positiva di 9 milioni 416 mila euro a titolo di mobilità sanitaria. Dai bilanci di esercizio, definiti dalle aziende sanitarie e ospedaliere ma non ancora approvati dalla Giunta regionale, risulta però un ulteriore disavanzo consolidato di 62 milioni 731 mila euro, sempre a carico del bilancio regionale, al momento privo di copertura”. “Restano - secondo la Corte - le preoccupazioni circa fenomeni sintomatici dell’effettiva tenuta dei conti della sanità anche nel prossimo futuro”.

La replica dell’ass. Naccari. “La Regione Calabria ha deliberato la costituzione di una commissione di esperti per i costi standard previsti dal federalismo fiscale e per definire un processo di convergenza verso tali parametri. Tali obiettivi comporteranno la necessità di una revisione della spesa che richiede, tuttavia, una nuova politica economica del Paese verso il mezzogiorno”. È quanto afferma l’assessore regionale al Bilancio Demetrio Naccari Carlizzi in riferimento al rapporto della sezione calabrese della Corte dei Conti sul rendiconto generale e sulle politiche di spesa della Regione nell’esercizio finanziario 2008. “Il meccanismo del patto di stabilità fissato per le Regioni, che prevede regole diverse da quelle applicate per i Comuni – aggiunge Naccari Carlizzi – punisce le Regioni del Mezzogiorno in quanto li obbligherebbe a non utilizzare le risorse aggiuntive comunitarie e ad attenersi a tetti di spesa che penalizzano lo sviluppo e gli obiettivi di convergenza”. “La Regione – sostiene inoltre l’assessore - ha ottenuto buoni risultati per il recupero dei residui attivi nel settore idropotabile definendo, già ora, un rientro di circa 300 milioni di euro. Nei prossimi giorni saranno nominati i commissari ad acta per i Comuni inadempienti. Reggio da sola ha un debito di circa 80 milioni su un totale di circa 100 che rimangono da recuperare nel settore idropotabile”. “L’utilizzo dei residui perenti sottolineato dalla Corte dei Conti - afferma ancora Naccari – è una prassi antica di molte Regioni italiane che evita l’immobilizzo di ingenti risorse finanziarie, una prassi che la regione Calabria ha tenuto conservando adeguati livelli di sicurezza e mantenendosi nel limite del 23% del totale del debito, in linea con le esigenze anticicliche necessarie nell’attuale fase economica”. “L’incremento di spesa comunitaria che è arrivata a raddoppiare la capacità di spesa - conclude l’assessore Naccari – ha consentito non solo di chiudere il 2000-2006 senza alcun definanziamento, ma anche di avviare le nuove annualità del Por 2007-2013 nei nuovi parametri di spesa (N+2) previsti dalla Commissione europea.

Incremento della spesa. “Anche per l’esercizio finanziario 2008, in assenza di un valido “indirizzo programmatico”, le proposte di bilancio di previsione e di bilancio pluriennale 2008-2010, unitamente al collegato “finanziari”, sono state costruite in funzione dei bilanci dell’anno precedente, ossia con una “logica incrementale” in violazione di quanto prevede l’art. 9, comma 2, ultimo periodo della legge regionale 8/2002”. È un passaggio della relazione del consigliere Vittorio Cirò Candiano letta ieri mattina a Catanzaro in occasione dell’adunanza della Sezione regionale della Corte dei conti sul rendiconto generale e sulle politiche di spesa della Regione nell’esercizio finanziario 2008. Alla seduta, aperta dal presidente Martino Colella, ha partecipato in rappresentanza della Regione l’assessore regionale al Bilancio, Demetrio Naccari Carlizzi. “Il Dpefr 2008-2010 - ha detto Cirò Candiano - sostanzialmente si muove sulla scia di quello dell’anno precedente e quindi presenta gli stessi limiti e difetti, per cui appare avulso dalla manovra di bilancio per il periodo, non contiene gli elementi di conoscenza indicati dal comma 2 della legge di contabilità e quindi non adempie alla funzione di “indirizzo programmatico-finanziario dell’attività di governo della Regione per l’anno successivo”, specie in assenza di un “Piano regionale di sviluppo” e non costituisce “lo strumento di raccordo per la programmazione generale e la programmazione finanziaria della Regione”. Per la sezione di controllo della Corte la Finanziaria regionale per il 2008 “contiene il rifinanziamento degli stanziamenti previsti dalle leggi regionali di spesa, per ciascuno degli anni considerati nel bilancio pluriennale 2008- 2010, determinati in complessivi 419.157.989 euro per l’esercizio 2008 e 309.545.981 euro per il 2009 e 290.249.981 euro per il 2010”. Dal rendiconto generale si evidenzia, inoltre, che il risultato di amministrazione dell’esercizio 2008 presenta un avanzo di 3 miliardi 298 milioni, mentre il disavanzo contabile effettivo non coperto è pari a 42.913.985 euro. Nella relazione si precisa che i documenti economico finanziari sono stati approvati nel mese di giugno 2008 “per cui l’ente è stato costretto a ricorrere all’istituto dell’esercizio provvisorio per i primi quattro mesi dell’anno”. L’attenzione della Corte si è appuntata sul contenzioso. “Afine 2008 si rileva che sono accertati ‘debiti fuori bilanciò consolidati per complessivi 63 milioni 668 mila euro afferenti al periodo 1998-2008 non ancora riconosciuti e di cui il dipartimento Bilancio e patrimonio non è in grado di fornire gli elementi di dettaglio per tipologie di spesa”. Nella relazione si aggiunge che “a questa critica situazione, alla data del 31 dicembre 2009, si aggiungono altri 62 milioni 335 mila eurocontabilizzati come somme vincolate e non pagate per 1.848 procedimenti di esecuzione forzata che risultano in corso”. I residui passivi, che ammontano a oltre 1 miliardo 833 milioni “si presentano in aumento di circa 6,49 punti percentuali”. La sezione rileva, inoltre, che “la Regione è ricorsa anche per l’esercizio 2008 alla reiscrizione dei residui passivi perenti in misura ridotta” sottolineando che si tratta di una “forma irregolare di finanziamento”. Sulla vicenda dell’uso dei derivati nell’ambito del contenimento dell’indebitamento, il relatore ha evidenziato che “la Regione continua ad avere in vigore nove contratti relativi ad operazioni di derivati” e che tali contratti”continuano a presentare situazioni contrattuali e gestionali che appaiono pregiudizievoli per la sana gestione dell’ente e sulle quali il consiglio avrebbe dovuto porre una particolare attenzione”.

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