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Bomba alla Procura di Reggio

 

Bomba in Procura a Reggio: Vertice in Prefettura, atti a Catanzaro. Solidarietà del Capo dello Stato ai magistrati. Il 7 riunione col ministro Maroni. Dichiarazioni

03 gen 10 Senza ombre di dubbi è decisamente di origine mafiosa l'attentato compiuto alle 5 di questa mattina contro la Procura generale di Reggio Calabria. Questa l'interpretazione univoca, secondo indiscrezioni, dell'episodio fatta nel corso del comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica convocato d'urgenza dal prefetto Francesco Musolino. All'incontro hanno partecipato il procuratore generale Salvatore Di Landro, l'avvocato generale dello Stato Francesco Scuderi, il procuratore aggiunto della Repubblica, Michele Prestipino, ed i vertici provinciali delle forze dell'ordine. Nel corso della riunione, durata circa due ore, avrebbe trovato conferma anche l'ipotesi che il movente sia da ricercare nell'opera di contrasto alla 'ndrangheta condotta dalla Procura generale sotto il profilo del sequestro e della confisca di beni ai mafiosi e nella delicatezza di alcuni procedimenti che sono pendenti davanti ai giudici di secondo grado e che riguardano le cosche piu' importanti della città e della provincia. Secondo quanto si è appreso, nel corso della riunione del Comitato sarebbero stati disposti nuovi e più stringenti controlli per la sicurezza. Dopo lo svolgimento dei primi atti urgenti, il fascicolo dell'inchiesta sulla bomba fatta esplodere all'alba contro la Procura generale di Reggio Calabria, saranno trasmessi alla Procura della Repubblica di Catanzaro. La Procura del capoluogo calabrese, infatti, è competente a giudicare per i fatti riguardanti i magistrati del distretto di Reggio Calabria. Il ministro dell'Interno Maroni ha convocato per il pomeriggio del 7 gennaio una riunione straordinaria alla prefettura di Reggio Calabria. I vertici delle forze dell'ordine dovranno esaminare la situazione dopo la bomba fatta esplodere all'alba di oggi contro la Procura generale del capoluogo. Nell'occasione, si insediera' anche il nuovo prefetto della citta'. Maroni ha chiamato oggi il procuratore e il PG di Reggio Calabria per esprimere loro solidarieta'.

Analogo attentato a bar parente pentito. Un attentato analogo a quello compiuto contro la Procura generale di Reggio Calabria, con l'utilizzo di una bombola di gas ed esplosivo, è stato compiuto, sempre stamani, ai danni di una pescheria situata nel quartiere Santa Caterina, alla periferia nord di Reggio, mentre un altro era stato compiuto prima di natale ai danni di un bar i cui titolari sono legati da vincoli di parentela con il collaboratore di giustizia Emilio Di Giovine. Di Giovine è considerato dagli investigatori un boss della 'ndrangheta operante a Milano e trafficante di armi e droga. Tra l'altro, recentemente, il suo avvocato ha chiesto la sua audizione da parte della Commissione sulle ecomafie dopo che Di Giovine avrebbe riferito di essere a conoscenza di particolari sull'affondamento di navi cariche di rifiuti tossici e radioattivi nei mari italiani.

La solidarietà del Capo dello Stato ai magistrati. Appresa la notizia del grave atto intimidatorio compiuto questa notte agli uffici della Procura Generale di Reggio Calabria, il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha espresso ai Capi degli uffici requirenti della Città la sua solidarietà e la vicinanza del Paese a tutti i magistrati reggini. Il Capo dello Stato, si legge in una nota del Quirinale, ha manifestato il convinto apprezzamento e il forte incoraggiamento alla tenace azione, assieme alle forze dell'ordine, di contrasto della criminalità, assicurando il pieno sostegno delle istituzioni.

Presidente Fini “Vile attentato”. Il presidente della Camera dei deputati, Gianfranco Fini, ha espresso il proprio sostegno e la propria piena solidarieta' ai magistrati e a tutti gli operatori della giustizia del Tribunale di Reggio Calabria, per il ''vile attentato di questa notte''. ''Nell'esprimere la piu' ferma condanna per il grave episodio'', Fini ha dichiarato la sua vicinanza a quanti quotidianamente svolgono con dedizione e senso di responsabilita' il proprio lavoro nel nome della legalita' e della democrazia.

Presidente Schifani “Atto ignobile”. "Condanno senza riserve un atto ignobile e criminale", così il Presidente del Senato, Renato Schifani, appresa la notizia dell'attentato di questa notte contro la Procura Generale della Repubblica di Reggio Calabria. "La violenza del gesto - afferma Schifani in un comunicato - testimonia l'efficacia dell'azione di contrasto alla piaga della criminalità organizzata condotto con determinazione dalla magistratura reggina. Le Istituzioni democratiche sono e saranno sempre al fianco di chi quotidianamente lotta contro il sistema mafioso e - conclude il Presidente del Senato - non abbasseranno mai la guardia, tanto meno di fronte a qualsiasi atto intimidatorio".

Solidarietà dell’ANM. "L'Anm è e sarà sempre a fianco dei colleghi reggini". Lo dice il presidente dell'Associazione nazionale magistrati, Luca Palamara, esprimendo "forte preoccupazione per il gravissimo episodio accaduto a Reggio Calabria". Palamara ribadisce la solidarietà del sindacato delle toghe verso la magistratura del capoluogo calabrese "quotidianamente impegnata nel difficile compito di applicare la legge in un contesto nel quale è chiamata a fronteggiare la grave forma di criminalità organizzata rappresentata dall' 'ndrangheta, oltre che dalla criminalita' comune". Palamara sottolinea che "gli episodi accaduti confermano la necessità di quanto da tempo sosteniamo, di non lasciare cioé sguarniti gli uffici giudiziari che operano in contesti difficili e quindi la necessità di derogare al divieto di destinare in quelle sedi magistrati di prima nomina". Nel ricordare che l'Anm ribadirà questa richiesta nell'assemblea nazionale del 16 gennaio, Palamara invita il governo a "non abbassare la guardia sugli uffici giudiziari del meridione".

Procuratore Grasso “Gravissima intimidazione”. "Esprimo la mia solidarietà al procuratore generale di Reggio Calabria e a tutta la magistratura della città che è stata vittima di un gravissimo atto intimidatorio". Lo ha detto il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso commentando l'attentato commesso, questa mattina, ai danni dell'edificio che ospita la procura generale di Reggio Calabria. "Sono vicino - ha aggiunto - al procuratore generale Salvatore Di Landro, al procuratore Giuseppe Pignatone e a tutti i colleghi". Grasso che ritiene ancora prematuri i tempi per giungere a conclusioni investigative sull'attentato ha proseguito: "Anche se si tratta di una bomba rudimentale e certo non piazzata, vista l'ora in cui i due criminali hanno agito, per uccidere, gli attentatori hanno certamente ottenuto l'effetto che volevano".

Mollace “Gravità inaudita”. "E' un fatto di una gravità senza dimensione, un attacco diretto all'ufficio che evidentemente, negli ultimi tempi, ha segnato una rottura col passato". A dirlo è Franco Mollace, per anni impegnato nella lotta alla criminalità organizzata come pm della direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria e dal 10 dicembre scorso nominato sostituto procuratore generale a Reggio. "E' un segnale diretto - ha aggiunto - per l'attività che abbiamo in corso e per quello che in futuro si potrà fare. E' evidente un indirizzo nuovo dell'ufficio e certamente non gradito alla criminalità organizzatà".

Bova “Un episodio che allarma”. "L'attentato perpetrato questa mattina ai danni della procura generale di Reggio Calabria è un episodio gravissimo che colpisce uno degli uffici giudiziari più impegnati nella lotta alla 'ndrangheta''. A dirlo è il presidente del Consiglio regionale della Calabria, Giuseppe Bova. "Tale atto di inaccettabile spregiudicatezza, che condanniamo con forza - aggiunge - indigna e allarma perché conferma come la criminalità organizzata sia tornata ad alzare il tiro". "L'attacco della malapianta criminale - afferma Bova - è stato indirizzato ad un'istituzione fondamentale nell'azione di contrasto allo strapotere delle cosche. La procura generale, infatti, è competente nell'irrogazione delle misure di prevenzione patrimoniale, che costituiscono lo strumento più efficace per depotenziare al cuore la pericolosità le 'ndrine. In pari luogo essa e' chiamata a svolgere le funzioni requirenti nei processi di mafia che pendono dinanzi alla Corte d'Appello. Su tali basi, non esiste alcun dubbio sulla matrice di quanto avvenuto alle cinque di questa mattina in prossimità della centralissima piazza Castello a Reggio". "A nome del Consiglio regionale della Calabria - conclude Bova - respingiamo con sdegno questo nuovo gravissimo attacco che, colpendo un'istituzione fondamentale ai fini del rispetto della legalità, è un tentativo di destabilizzare la stessa vita democratica delle nostre comunità. Al procuratore generale Salvatore Di Landro e agli altri magistrati che operano in questo ufficio, rivolgiamo la nostra piena solidarietà e vicinanza istituzionale e, ancor prima, umana e personale".

Callipo “Lo Stato faccia la sua parte”. “A tutta la magistratura reggina va la mia personale solidarietà e quella dell’associazione “Io resto in Calabria”, nonché delle tante associazioni espressioni della società civile che mi onoro di rappresentare”. Così l’imprenditore Pippo Callipo candidato alla Presidenza della Regione Calabria. “So bene che le parole non servono, specie in questi terribili momenti. Ma credo sia giusto che ognuno faccia sentire liberamente la propria opinione e il proprio sdegno per quanto è accaduto. Mi auguro che, rispetto alla gravità della sfida, lo Stato e le sue articolazioni facciano fino in fondo la loro parte. La soddisfazione delle richieste dei magistrati, per meglio lottare contro il crimine, e delle forze dell’ordine, che vanno dotate di mezzi, strumenti e risorse, sono la migliore e più attesa risposta. In discussione non è solo un fatto inaudito, ma lo spessore della democrazia italiana.”

Solidarietà di Cicchitto. ''L'attentato avvenuto oggi a Reggio Calabria e' un fatto gravissimo e assai preoccupante, su cui e' assolutamente necessario fare piena chiarezza”. Così ha detto il presidente dei deputati del Pdl Fabrizio Cicchitto. “Esprimo solidarieta' ai magistrati della Procura generale di Reggio Calabria fortemente impegnati nella lotta contro la criminalita' organizzata''

Coisp “Governo potenzi uomini e mezzi”. “Quanto accaduto a Reggio Calabria questa mattina presto ha dell'inquietante che non può essere sottovalutato”. A dirlo è Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp – il Sindacato Indipendente di Polizia, riferendosi all'attentato dinamitardo perpetratosi al Tribunale di Reggio Calabria, che per fortuna non ha avuto conseguenze gravi per le persone. “Il Coisp - afferma Maccari - esprime tutta la sua solidarietà ai Magistrati che lavorano nelle Procure "di confine" ed assicura che le Forze dell'Ordine non faranno mai mancare il proprio appoggio per portare avanti indagini, a volte delicatissime, intese a sgominare pericolose bande di delinquenti”. “Nessuno - continua il Segretario Generale del Coisp - può pensare di intimidire la giustizia o peggio ancora di colpirla al cuore. Però - conclude Maccari - questo episodio deve suggerire al Governo, così come ha anche sottolineato oggi dal Procuratore Grasso, che l'intelligence investigativa istituzionale deve essere rinforzato con uomini e mezzi, compresa la tecnologia adatta, e non attraverso scorciatoie che non assicurano sicurezza ma consentono di distogliere l'attenzione mentre, una delinquenza senza scrupoli, alza il tiro”.

De Magistris “Strategia della tensione”: “Non e' la prima volta che Reggio Calabria diventa crocevia di attentati dinamitardi compiuti dalla criminalita' organizzata nei confronti delle istituzioni democratiche”. Lo afferma Luigi de Magistris, eurodeputato dell’IdV ed ex pm, in relazione all’atto intimidatorio compiuto questa notte ai danni degli uffici della Procura generale di Reggio Calabria. “Questo e' accaduto spesso –aggiunge De Magistris- quando l'attivita' della magistratura ha avuto ad oggetto i rapporti tra politica e 'ndrangheta, tra quest'ultima e persone delle istituzioni. La strategia della tensione e' uno dei mezzi di comunicazione della 'ndrangheta anche quando viene colpita nei suoi interessi economici. Bisogna mantenere alta la vigilanza democratica ed essere vicini alle donne e agli uomini delle istituzioni impegnati per l'attuazione e la difesa della legalita'. La magistratura dovra' far piena luce su questo gravissimo fatto criminoso”.

Garavini “Governo rafforzi Magistratura”. “Massima solidarietà al procuratore generale del Tribunale di Reggio Calabria, Salvatore Di Landro e a tutta la magistratura reggina”. Così Laura Garavini, capogruppo Pd in Commissione Antimafia. “E’ un vergognoso attentato intimidatorio –aggiunge la Garavini- che mostra, in tutta la sua brutalità, quanto i magistrati siano esposti alla violenza della criminalità organizzata. Di fronte alle minacce mafiose la magistratura ha bisogno di essere rafforzata. Il governo finora, con i suoi frequenti attacchi, purtroppo ha fatto il contrario. E’ importante che tutte le forze politiche facciano quadrato attorno alla magistratura".

Guccione “la riconferma che sequestro beni è strada giusta”. “Il vile attentato compiuto questa notte contro la Procura Generale di Reggio Calabria è di una gravità inaudita, perché è da collegare all’opera di contrasto alla ‘ndrangheta condotta in questi anni dalla stessa Procura Generale per il sequestro e la confisca dei beni alle cosche più importanti della Calabria”. E’ quanto afferma, in una nota, il Segretario regionale del Pd, Carlo Guccione. “E’, quindi –prosegue Guccione- la conferma che l’istituto del sequestro e della confisca dei beni alle famiglie mafiose è uno tra gli strumenti più efficaci per contrastare efficacemente il predominio dei poteri criminali nella nostra regione. In tal senso va fortemente apprezzato e sostenuto il lavoro che, assieme alle forze dell’ordine, sta compiendo la magistratura reggina a cui il Governo centrale deve immediatamente fornire la strumentazione e gli organici necessari per esercitare una costante attività di controllo, di vigilanza e di repressione'”. “Le istituzioni, le forze politiche e sociali –aggiunge Guccione- devono uscire dalle frasi e dagli atteggiamenti di rito ed alzare il livello di attenzione, mostrando unità, fermezza e compattezza per dimostrare che, nonostante la spregiudicatezza dei poteri criminali, non ci saranno esitazioni e cedimenti nella difesa della legalità in Calabria”. “Al Procuratore Generale Salvatore Di Landro e agli altri magistrati che operano in questo ufficio-conclude il segretario regionale del Pd- rinnoviamo la nostra piena solidarieta e vicinanza, personale e di tutto il partito che, nella battaglia contro i poteri criminali, è stato e continua ad essere in prima fila”.

Giovani IDV Calabria. “Esprimiamo la nostra piena solidarietà alla magistratura reggina colpita da un gesto vigliacco ed eclatante al tempo stesso, perpetrato ai danni di una procura generale che ha il compito di far rispettare le leggi in un territorio difficile come quello calabrese”. Così in una nota a firma del coordinatore regionale Giovani IDV Calabria e dei coordinatori provinciali di Catanzaro, Vibo e Reggio. “Il nostro pensiero –scrivono- eve essere rivolto ai tanti servitori dello stato che quotidianamente svolgono il loro ruolo e non fanno altro che cercare di garantire giustizia e legalità in questa terra; quanto accaduto è davvero sconcertante, anche se, come ha fatto notare il procuratore generale Di Landro "l'ufficio della Procura si occupa della confisca e del sequestro dei beni, e dei procedimenti di appello contro le cosche della criminalità organizzata", testimonianza eloquente della bontà dei procedimenti istruiti dagli inquirenti reggini. Purtroppo abbiamo assistito ad altri tipi di ‘bombe’ usate per fermare l’operato di magistrati onesti e integerrimi, basti pensare al caso De Magistris, dove è stata la stessa magistratura a stoppare quest'ultimo in nome di cavilli e particolari che poco hanno a che vedere con quanto si stava scoprendo. La nostra speranza è che la Procura Generale di Reggio Calabria continui a svolgere il suo operato nella massima tranquillità e sicurezza, con la certezza che al loro fianco vi sono tutti i calabresi onesti che sognano una regione diversa. Invitiamo, inoltre, i politici calabresi a farla finita con interviste formali di comodo e ad attivarsi con i fatti al fine di diffondere in Calabria quella cultura della legalità, che come diceva Paolo Borsellino „coinvolga tutti ma specialmente le giovani generazioni le più adatte a sentire subito la bellezza del fresco profumo di libertà che fa rifiutare il puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità’. A cogliere, incentivare e rilanciare i diversi segnali positivi che i tal senso provengono spontaneamente dalla società calabrese, basti pensare alle recenti denunce da parte delle vittime del racket e dell'usura come nel caso degli esercenti di Bovalino o di Nello Ruello a Vibo Valentia, e a non disperdersi in sterili e fumose beghe di palazzo distanti dalle vere problematiche del territorio e dai sacrifici sopportati dai calabresi onesti, che non fanno mai notizia.

Lo Moro “Maroni si occupi della Calabria”. "Il ministro Maroni, che non potrà non occuparsi della Calabria nelle prossime ore, considerata la gravità dell'ultimo episodio che ha come obiettivo i magistrati di una Procura particolarmente impegnata sul fronte del contrasto alla criminalità organizzata, ai quali va espressa solidarietà incondizionata, non può che rendersi conto che la sicurezza in Calabria è messa a rischio da una criminalità radicata ed invasiva che va contrastata con maggiore incisività". A sostenerlo è la parlamentare del Pd Doris Lo Moro, componente la commissione Affari costituzionali. "La Calabria - aggiunge - non può capire un Governo che vede nell'immigrazione clandestina la maggiore causa dell'insicurezza dei cittadini. Non lo può capire perché è terra di emigrazione e di accoglienza ma anche e soprattutto perché la vita dei calabresi è un percorso ad ostacoli, in cui si registrano giornalmente attentati ad amministratori ed imprese, omicidi anche di giovanissimi, episodi criminali in luoghi destinati alla cura ed in cui l'attività dei magistrati e delle forze dell'ordine richiede più coraggio e più determinazione che altrove". "Basterà oggi la bomba davanti alla Procura generale di Reggio - afferma Doris Lo Moro - a imporre all'attenzione del Governo la situazione calabrese? Io sono sicura che se l'episodio fosse successo in altri luoghi sarebbe stato oggetto di un'informativa del Governo al Parlamento. Cosa succederà per la Calabria? Su questo presenterò un'interrogazione al Ministro dell'Interno e mi auguro che la risposta possa dare conto di iniziative immediate da assumere nelle prossime ore"

Minniti “Significato particolarmente grave”. "Il minaccioso avvertimento mafioso della bomba a Piazza Castello fatta esplodere contro l'ingresso della Procura generale per colpire i magistrati di quell'ufficio, assume un significato particolarmente grave se si tiene conto che punta a indebolire l'azione di contrasto contro la 'ndrangheta che dalla magistratura in questi ultimi anni ha ricevuto colpi durissimi''. A sostenerlo è il deputato del Pd, Marco Minniti. "Il segnale di sfida lanciato dalle cosche - ha aggiunto - non deve essere in alcun modo sottovalutato. Alla Procura generale solidarietà incondizionata e apprezzamento per il delicato e fondamentale lavoro che svolge. Il Governo si attivi per garantire ai magistrati Reggini, e a tutte le donne e gli uomini impegnati a combattere la mafia, condizioni sempre maggiori di sicurezza e serenità nel proprio lavoro".

Napoli “Segnale da non sottovalutare”. "L'ignobile attentato perpetrato davanti alla Procura generale di Reggio Calabria rappresenta sicuramente un fatto di notevole gravità ed un segnale da non sottovalutare". A sostenerlo è la deputata Angela Napoli, componente la Commissione parlamentare antimafia. "La notevole ed importante attività di contrasto alla criminalità organizzata che la magistratura reggina ha portato avanti, soprattutto negli ultimi tempi - ha aggiunto - sta certamente preoccupando i criminali, i quali tentano di creare un clima di allarmante intimidazione. Nel condannare il vile attentato, esprimo sincera solidarietà alla magistratura reggina, sicura che non verranno meno coraggio, impegno e professionalità dimostrati fino ad oggi e che diverrà più incisiva l'attività di contrasto alla 'ndrangheta e alle sue collusioni''.

Pecora e Scopelliti “Lo Stato sostenga gli inquirenti”. "Non è certo di buon auspicio che quegli stessi uffici che nella loro nuova sede saranno intitolati al giudice Antonino Scopelliti oggi vengano fatti oggetto di siffatta brutalità". E' quanto affermano in una nota congiunta il presidente del movimento antimafia 'Ammazzateci tutti', Aldo Pecora, e Rosanna Scopelliti, figlia del magistrato reggino ucciso dalla 'ndrangheta nel '91. "L'attentato di questa notte - continuano Pecora e Scopelliti - rievoca le immagini già indelebili di via dei Georgofili a Firenze e di piazza san Giovanni a Roma, per non passare in rassegna le stragi di Palermo del '92". "Bisogna assolutamente sostenere - incalzano i due leader antimafia - l'azione degli inquirenti e dell'intelligence calabresi, è questo quello che chiedi amo allo stato". "Coloro i quali perseverano nel tentativo di affermare la legalità e la giustizia - concludono - siano essi magistrati, uomini delle forze dell'ordine o semplici cittadini, sappiano che non saranno mai lasciati soli. mai".

Tripodi "Gravità inaudita". “Un fatto di una gravità inaudita e senza precedenti nei confronti del quale esprimiamo la più ferma e totale condanna dei Comunisti Italiani della Calabria”. A sostenerlo, in una nota, Michelangelo Tripodi, assessore regionale, nonché segretario calabrese e responsabile del Dipartimento per il mezzogiorno del PdCI, in relazione all'attentato avvenuto questa notte ai danni della Procura Generale della Repubblica di Reggio Calabria. “Si tratta di un attentato che fa emergere ancora una volta la gravità dell'attacco mafioso, senza alcun timore né alcuna remora – afferma Tripodi – che colpisce al cuore una delle più alte istituzioni della magistratura reggina creando grande preoccupazione e allarme nell'opinione pubblica”. “È davvero inimmaginabile, sostiene Tripodi, che, nonostante i sistemi di sicurezza più avanzati, gli uomini della 'ndrangheta possano raggiungere impunemente la sede della Procura Generale per compiervi un attentato che, probabilmente, vuole avere un carattere simbolico e dimostrativo. La criminalità alza sempre più il tiro e bisogna quindi fare fronte comune per garantire i sacri principi della democrazia e della legalità”. “L’anno che ci siamo appena lasciati alle spalle – prosegue Tripodi – è stato segnato da una catena infinita di atti intimidatori che hanno colpito ripetutamente e chi lotta contro la barbarie della criminalità e chi amministra la cosa pubblica nell’interesse dei cittadini e della civile trasparenza. Il 2010 si apre con questo allarmante attentato che non può non destare in tutti noi grande preoccupazione”. “Ci vuole una risposta forte – continua Tripodi – da parte di tutti gli organi competenti ed ognuno di noi deve fare la propria parte per contrastare efficacemente coloro che con la violenza vogliono tenere sotto scacco la vita democratica e civile della nostra città e della nostra regione”. “Nel sollecitare la magistratura e le forze dell'ordine, conclude Tripodi, per individuare i a mandanti e i responsabili di questo attentato criminale che rappresenta un offesa nei confronti di tutta la società reggina e che suscita sdegno e sconcerto tra coloro i quali sono attenti e sensibili alla necessità di garantire legalità e diritti, esprimo vicinanza al Procuratore Generale Salvatore Di Landro ed a tutti gli altri magistrati della giurisdizione della Corte d'Appello”.

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