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Bomba in Procura a Reggio

 

Bomba in Procura a Reggio, dalle telecamere importanti indizi. La popolazione reagisce con un sit in

04 gen 10 (PG) Sono concentrate sulle immagini riprese dalle telecamere di videosorveglianza le indagini che riguardano l'esplosione dell'ordigno posizionato davanti al Tribunale di Reggio Calabria. Si vedono con chiarezza, spiegano gli inquirenti, due persone giunte con un motorino che lasciano la bombola di gas con materiale esplosivo a innesco con una miccia sulla bombola, che fortunatamente non è esplosa, e che poi sono scappati a bordo dello stesso mezzo. Dalle immagini si vede chiaramente la targa del motorino che è risultata posticcia cioè modificata ad arte. Inquirenti e investigatori smentiscono di aver individuato elementi certi, anche se si sta seguendo la pista della criminalita' organizzata. In ogni caso si presume che il ciclomotore risulti rubato, come normalmente avviene quando si commettono delitti. Preoccupa anche il fatto che sapendo delle telecamere i criminali hanno agito tranquillamente protetti dal casco. Un vero affronto che mostra un’azione studiata nei minimi particolari per lasciare un messaggio chiaro contro lo Stato. Una ostentata sicurezza che è segno di una preoccupante livello di guardia superato quasi a sfidare gli uomini di punta delle istituzioni. I sequestri di questi ultimi tempi, evidentemente, hanno lasciato il segno e stanno incidendo in maniera positiva sulla “tranquillità” relativa delle cosche che hanno sempre pensato di dettar legge e di avere in pugno il territorio. L’alto livello di infiltrazioni scoperto dalle inchieste degli ultimi tempi, dai bandi di gara per le strade e le opere pubbliche, preda delle cosche grazie a compiacenze insospettabili, ai maxi sequestri di beni, hanno innervosito i clan che come il canto di un cigno mostrano sicurezza con azioni del genere. Si cerca di alimentare un clima di terrore per portare le istituzioni su di terreno più consono alla malavita: quello dello scontro. Così come ha rivelato oggi il PM Pignatone che ha svelato il ritrovamento di un lanciamissili in mano alle cosche nei giorni scorsi che probabilmente doveva servire per qualche atto eclatante. Ma il popolo civile non ci sta e già da oggi una prima manifestazione con sit in mostra la volontà della gente che vuole cambiare.

Nuovo vertice in Prefettura. E’ iniziata negli uffici della prefettura di Reggio Calabria una nuova riunione con i vertici della magistratura e delle forze dell'ordine per discutere della situazione delineatasi dopo l'esplosione dell'ordigno avvenuta ieri mattina davanti al tribunale di Reggio Calabria. Il procuratore generale Salvatore Di Landro sostiene che si sia trattato di un attacco mirato agli uffici che contrastano la criminalita' organizzata, in particolare operando i sequestri e le confische ai beni della 'ndrangheta. Secondo il magistrato non e' da escludere che l'attentato dinamitardo sia stato reso possibile da un accordo tra piu' 'ndrine della zona reggina. In mattinata e' arrivato a Reggio Calabria anche il dirigente della Direzione centrale anticrimine Francesco Gratteri.

Sit in di Libera davanti al Tribunale. Un sit in silenzioso e' stato organizzato questo pomeriggio alle 17 davanti al Tribunale di Reggio Calabria dall'associazione Libera, per esprimere la solidarieta' dei cittadini dopo l'esplosione dell'ordigno davanti al portone della Procura generale ieri mattina. ''Sosteremo in via degli Ottimati, davanti agli uffici della Procura - riporta una nota- per esprimere un segno di sentita vicinanza all'istituzione intimidita, e per ribadire la nostra ferma volonta' di isolare la criminalita' mafiosa ed ogni forma di violenza. Siamo certi che il lavoro della Procura, dei magistrati e di tutti gli operatori delle istituzioni, assieme all'impegno responsabile dei cittadini e delle diverse realta' sociali, riuscira' a sconfiggere la mafia''. Alla manifestazione hanno aderito i sindacati confederali, il Pdci, associazioni e cittadini.

Ministro Alfano: andate avanti. Lunga e cordiale telefonata stamattina tra il procuratore generale di Reggio Calabria Salvatore Di Landro e il ministro della Giustizia Angelino Alfano. Nel corso del colloquio, informa una nota del ministero della Giustiziail Ministro ha espresso al procuratore generale ''sostegno e fattiva partecipazione assicurando tutto l'aiuto necessario non solamente per ciò che è indispensabile al buon funzionamento dell'ufficio ma anche a dare tutti i segnali utili a mostrare la forza e la capacità dello Stato di reagire immediatamente e duramente''. Il ministro della Giustizia, ha inoltre invitato il procuratore generale e tutti gli uomini del suo ufficio, ''ad andare avanti contando nel costante appoggio del governo''.

Solidarietà di Mancino (CSM) . "Solidarieta' piena e sostegno convinto" all'azione dei magistrati di Reggio Calabria sono stati espressi a nome dell'intero Consiglio Superiore della Magistratura in un telegramma inviato dal Vice Presidente Nicola Mancino al Presidente della Corte di Appello di Reggio Calabria Luigi Gueli e al Procuratore Generale Salvatore di Landro. "Il consiglio Superiore della Magistratura - si legge nel telegramma -, consapevole dei positivi risultati colti pur tra non poche difficolta' organizzative dagli uffici giudiziari di Reggio Calabria nella lotta alla criminalita' organizzata, esprime solidarieta' piena e sostegno convinto all'azione dei magistrati reggini".

Magistratura Democratica “Non lasciare i magistrati soli”. “L'attentato di Reggio Calabria è fatto estremamente grave e preoccupante: ancora oggi, in certe zone d'Italia il contrasto alla criminalità espone direttamente le istituzioni ed i loro rappresentanti alle reazioni violente che mirano ad intimidire ogni pretesa di ripristino della legalità”. A scriverlo in una nota Rita Sanlorenzo e Claudio Castelli, Segretario Generale e Presidente di Magistratura Democratica. “E' importante –aggiungono- che magistratura e forze dell'ordine non vengano lasciate sole, soprattutto dalle forze sociali che operano sul territorio: il rifiuto della logica della paura e dell'intimidazione rappresenta il segnale della condivisione di questa coraggiosa battaglia, che non può vincersi se non con l'appoggio della società civile. Md è a fianco di Libera, di CGIL, CISL e UIL, e delle altre associazioni che oggi terranno un sit - in silenzioso nei pressi della Procura Generale del capoluogo calabrese, per esprimere la loro condanna ed il loro sostegno. Ma questa battaglia non si vince senza una forte azione politica che tra l'altro, miri a rafforzare i mezzi e le risorse indispensabili per l'azione della magistratura: lo svuotamento delle procure, soprattutto del Sud, e le proposte legislative in tema di vendita dei beni confiscati ale mafie certo non vanno nel segno che oggi unifica tutte le dichiarazioni pubbliche che sono seguite all'attentato. E' compito anche dei magistrati denunciare le ricadute di certe scelte: e per questo è importante che l'assemblea pubblica indetta dall'ANM per il prossimo 16 gennaio a Roma, aperta alle forze politiche, agli operatori di giustizia ed alla società civile, raccolga il maggior numero di testimonianze di chi in quelle realtà opera, con sempre maggiori difficoltà e sacrifici. Contiamo sulla massima partecipazione, anche in segno di solidarietà ai colleghi reggini.

Callipo “Serve più attenzione dallo Stato”. “La bomba esplosa è un avvertimento preoccupante ai magistrati reggini che stanno lavorando egregiamente ed ai quali il Paese deve essere riconoscente”. Così l’industriale Pippo Callipo, candidato alla Presidenza della Regione. “Mi auguro, però, che dopo l’interesse dei media nazionali di queste ore e la straordinaria solidarietà da ogni parte espressa, dopo qualche giorno sulla Calabria non torni il silenzio più completo e il disinteresse. La Calabria non può essere lasciata sola in questa lotta terribile contro la più pericolosa delle mafie. Né va commesso l’errore di ritenere che la mafia possa essere arginata o sconfitta senza, contemporaneamente, incidere nel tessuto sociale ed economico della regione più povera d’Italia e con un “Pil” e una qualità della vita tra i peggiori d’Europa. Perciò c’è da sperare che questa sia anche l’occasione perché, finalmente, la Calabria sia oggetto di attenzione nella sua complessità da parte dei vertici istituzionali, delle autorità politiche e dei vertici dei partiti nazionali spesso distratti rispetto a quanto accade in questa regione. Ciò che va tagliato, naturalmente dopo aver soddisfatto pienamente le esigenze dei magistrati e delle forze dell’ordine che vanno dotate di mezzi, strumenti e risorse, è il cordone ombelicale che lega la criminalità calabrese al resto degli apparati amministrativi e politici della cui commistione si rinviene traccia in diverse indagini e nell’utilizzazione della spesa pubblica. In vista delle elezioni regionali, inoltre, è necessario fare la massima prevenzione per troncare il rapporto mafia/politica; ed è urgente che la politica sgrani gli occhi e i partiti nazionali intervengano, con la necessaria determinazione, per assicurare che nelle liste non ci siano persone vicine alle organizzazioni criminali o che con esse abbiano avuto relazioni. In Calabria si vive una condizione drammatica dal punto di vista della sicurezza, parti del territorio sono sguarnite e richiederebbero una presenza dello Stato vigile, in grado di garantire l’agibilità costituzionale a chi intende fare impresa senza soggiacere a ricatti o alle tentazioni di diventare partner del malaffare ed al cittadino che ha diritto a vivere in un ambiente libero da paure e minacce. Per questo tempo fa ho chiesto, in una logica di supporto e di alleggerimento dell’impegno che oggi grava per intero sulle forze dell’ordine impegnate a combattere la mafia, l’intervento dell’esercito.”

Minniti “Risposta dura dello Stato”. "Quello di Reggio Calabria e' un atto senza precedenti dal forte valore simbolico contro un sistema che sta lavorando con efficacia contro la 'ndrangheta. Ora serve una risposta ferma, chiara e compatta da parte dello stato a sostegno della magistratura e delle forze di polizia". Lo ha affermato il deputato del Pd Marco Minniti, intervenuto questa mattina alla trasmissione 'Home Page' di 'YouDem Tv'. "E' stata lanciata una sfida allo stato nazionale e alle autorita' che sono impegnate nel contrasto alla criminalita' organizzata - prosegue Minniti - E' una partita che non riguarda solo la Calabria ma tutta l'Italia. Se teniamo conto che la 'ndrangheta ha nel suo dna la prudenza, il fatto che abbia compiuto un atto del genere ci fa capire che si e' arrivati a un punto che per loro non puo' andare bene". "Se la risposta delle istituzioni sara' dura e ferma - conclude Minniti - e' possibile che le cosche capiscano che il gioco non vale la candela e facciano un passo indietro".

Fascì (Pdci) “Brutale attacco allo Stato”. “Non possiamo e non vogliamo rimanere in silenzio davanti a quello che è successo ieri a Reggio Calabria”. Lo scrive in una nota Lorenzo Fascì del Partito dei Comunisti Italiani della Provincia di Reggio Calabria – Dipartimento Giustizia e Legalità- “E’, infatti, la prima volta, -aggiunge- che la delinquenza organizzata arriva a tanto. Con la bomba fatta esplodere davanti al portone d’ingresso dove sono collocati gli Uffici della Procura Generale è stato posto in essere un brutale attacco ad uno dei pilastri più importanti dello Stato e cioè alla Magistratura. Peraltro, non possiamo non sottolineare che l’ordigno è stato collocato davanti agli Uffici di quella Procura Generale che da anni si contraddistingue per una azione, intelligente, scrupolosa, seria, lontana dai riflettori mediatici ma pur tuttavia fortemente incisiva per l’affermazione della legalità e per l’affermazione dei diritti. Non possiamo non manifestare tutta la nostra vicinanza alla Istituzione ed ai singoli Magistrati a tutti noti per il loro impegno e la loro competenza e non ultimo al personale tutto che, con spirito di abnegazione e di servizio, costituisce la condizione primaria affinché la Giustizia sia efficiente ed efficace. Purtroppo anche in questa occasione la Calabria e la nostra città, ha avuto eco sulla stampa nazionale per fatti collegati alla delinquenza organizzata. Per questo, poiché da sempre abbiamo dedicato il nostro impegno politico per dare una immagine pulita, seria e contribuire a far risaltare quella Calabria che vuole farsi conoscere nell’Italia e nel mondo per le sue capacità culturali, per il suo impegno civile, attraverso battaglie di democrazia e di civiltà, sapendo che la questione morale ed il rispetto dei principi costituzionali devono essere allo stesso tempo l’ancora e la bussola del nostro impegno politico, pur sapendo che nulla può distogliere i Magistrati della Procura Generale di Reggio Calabria, da quelli che sono i loro compiti e che sapranno continuare nel loro agire ad essere esempio per tutti i reggini ed i calabresi, vogliamo ribadire tutta la nostra solidarietà a partire dal Procuratore Generale dott. Salvatore Di Landro, ma con lui a tutti i Magistrati che fanno parte dell’Ufficio Giudiziario oggetto dell’attentato.

Tripodi (Pdci) “Partecipiamo al sit in di Libera”. “Saremo anche noi al sit-in oggi a piazza Castello davanti alla Procura Generale della Repubblica di Reggio Calabria per dire no alla sopraffazione mafiosa e per esprimere la solidarietà ai magistrati di Reggio Calabria”. Si esprime così il segretario regionale del PdCI Calabria Michelangelo Tripodi nell’annunciare la presenza del Partito dei Comunisti Italiani al sit-in organizzato per oggi dal coordinamento provinciale di Reggio Calabria dall’Associazione Libera. “E’ importante, sostiene Tripodi, che tutte le istituzioni ed i cittadini facciano fronte comune contro la ‘ndrangheta che vuole tenere sotto scacco la nostra città”. “La ndrangheta, colpita duramente dai magistrati in questo ultimo periodo, ha alzato il tiro e per questo, continua Tripodi, la risposta delle forze sane e democratiche di Reggio Calabria deve essere altrettanto forte ed immediata”. “Insieme a questo occorre, però, conclude Tripodi, un impegno nuovo e diverso del Governo centrale che deve dimostrare più attenzione per questo territorio, troppe volte e troppo spesso penalizzato ed emarginato dalle scelte del Governo Berlusconi che colpiscono a cuore gli interessi della Calabria ed offendono le speranze dei calabresi”.

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