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Schifani apre l'anno giudiziario in Calabria

 

Schifani apre l’anno giudiziario a Reggio. Migliacci a Catanzaro parla delle carenze. Nessuna protesta dei magistrati.

30 gen 10 “Sono qui per un riconoscimento all’opera meritoria dei magistrati che operano con determinazione al contrasto alla criminalità organizzata”. Con queste parole il Presidente del Senato, Renato Schifani, ha sottolineato la sua presenza nel corso della cerimonia per l’inaugurazione dell’anno giudiziario a Reggio Calabria. Una presenza significativa avvenuta dopo che i magistrati di Reggio Calabria sono stati recentemente vittima di intimidazioni. Dopo la bomba alla sede della Procura Generale è stata la volta di una lettera di minacce ad un sostituto procuratore della Dda. Nelle settimane scorse, sempre a Reggio Calabria, è stata trovata una automobile con armi ed esplosivo nel giorno in cui c'era la visita del Capo dello Stato. “Esprimo inoltre la solidarietà dello Stato ai magistrati oggetto di intimidazione ribadendo che lo Stato è con loro contro ogni forma di criminalità organizzata”. “La giustizia – ha aggiunto – va riformata in via del tutto organica e con il massimo rispetto del Parlamento alla indipendenza e all’autonomia dei magistrati. Nessuno mai si può consentire il lusso di mettere in discussione questi principali aspetti della giurisdizione. La politica ascolti anche i suggerimenti della magistratura sulla riforma, fermo restando che l’ultima parola, comunque, per costituzione va lasciata al Parlamento che è competente ad approvare le leggi di riforma”. “Ringrazio oggi il garbo istituzionale che l’Anm di questo Distretto ha ritenuto di porre in essere in occasione della mia presenza a Reggio Calabria”. Schifani ha così ringraziato i magistrati del distretto che non si sono allontanati nel momento in cui ha parlato il rappresentante del Ministero della Giustizia. Schifani ,infine, ha anche lanciato un appello al dialogo nella politica: “Mi sforzo quotidianamente di richiamare tutte le parti alla politica dell’ascolto perchè non vi è dubbio che quando ci si ascolta si lavora meglio anche in chiave di legislatura”. “Se maggioranza ed opposizione si ascoltano – ha aggiunto - la produzione legislativa migliora. Mi auguro che anche in tema di giustizia i suggerimenti e le proposte della magistratura possano essere tenuti nella giusta considerazione dal legislatore e dal Governo, ribadendo ancora una volta che la Costituzione fissa i limiti di competenza: quella del magistrato che applica la legge e quella del Parlamento che modifica e approva. E ciò non significa chiudersi nei recinti dell’incomunicabilità”. “In occasione di questa giornata mi sento di dire alla politica, alle istituzioni e alla stessa magistratura: no allo scontro sì all’incontro”.

La sala a Catanzaro

Migliaccio a Catanzaro parla di carenze. ''La riforma della giustizia non e' seconda a quelle economiche e sociali e da essa dipende un piu' efficace funzionamento dello Stato al servizio dei cittadini; vi e' il rischio che venga bloccata da un clima di sospetto fra le forze politiche e da opposti prgiudizi''. Condividendo questi concetti del Presidente della Repubblica, cui rivolge un deferente saluto, il Presidente Vicario della Corte di Appello di Catanzaro, Giunfranco Migliaccio, sorvola nell'esprimere giudizi su temi generali della Giustizia inaugurando l'anno giudiziario. Non manca pero', di rilevare la necessita' che ''la struttura della macchina della giustizia venga adeguatamente rafforzata, aumentando il numero di magistrati e personale amministrativo nonche' le risorse materiali''. Migliaccio rileva che in campo penale, alcuni problemi potrebbero essere risolti con la depenalizzazione, sostituendo le pene con sanzioni amministrative, mentre in campo civile, sottraendo al magistrato un numero rilevantissimo di controversie, come avviene in moltissi altri Stati. Per quanto riguarda la situazione del Distretto della Corte di Appello di Catanzaro, il Presidente Migliaccio rileva che ''le piante organiche sono assolutamente inadeguate sia in relazione al numero dei magistrati che a qiuello del personale amministrativo, mentre le scoperture di organico sono state e continuano ad essere assai consistenti''. In conseguenza di cio' si registra ''un arretrato destinato a cresscere''. Nonostante le carenze, pero', si sono raggiunti risultati soddisfacenti''. La situazione dell'edilizia giudiziaria del Distretto della Corte di Appello di Catanzaro, nonostante la costruzione del nuovo edificio di Catanzaro, ''rimane di estremo disagio'', essendo i locali ancora insufficienti; e' necessario, quindi, che vengano reperiti altri locali, mentre si porta avanti l'iter per la costruzione di un altro corpo del palazzo di giustizia. Intanto - secondo Migliaccio - per la giustizia penale, anche se i risultati sono soddisfacenti, e' aumentata la pendenza per la notevole sopravvenienza di nuovi procedimenti. Al luglio 2008 erano pendenti 1597 processi; la sopravvenienza al 30 giugno 2009 e' stata di 2112 processi, per un carico complessivo nell'anno di 3709, a fronte dei 3.018 del periodo precedente. Al 30 giugno risultano definiti 1486 processi e ne rimangono pendenti 2223. Per quanto riguarda la tipologia dei reati, sono in aumento il traffico di stupefacenti, i delitti di omicidio e contro il patrimonio, i reati contro la pubblica amministrazione, i reati contro l'incolumita' pubblica e la salute dei cittadini, contro la tutela dell'ambiente e del territorio, quelli relativi all'edilizia e all'urbanistica, i reati di frodi comunitarie ed i reati commessi da cittadini stranieri. Risulta, quindi, alto il numero delle misure cautelari, emesse dai magistrati.

Il fenomeno criminale che maggiormente affligge la Calabria e' costituito dalla 'ndrangheta'', ribadisce il Presidente vicario della Corte di Appello di Catanzaro, Gianfranco Migliaccio. ''Un fenomeno che nonostante lo strenuo impegno della Magistratura e delle Forze tutte dell'ordine che hanno esercitato e continuano ad esercitare un'attivita' repressiva sempre piu' intensa ed efficace e coronata da numerosi, significativi successi, alligna, in forma sempre piu' pericolosa. Essa tende, nell'ultimo decennio, ad assumere il volto dell'impresa (mafiosa o a partecipazione mafiosa) indispensabile per penetrare nel settore degli appalti pubblici e per potere, in ogni caso, partecipare alle opere, pubbliche o private, ammesse a fruire dei fondi comunitari che ormai rappresentano, sopratutto per una regione come la Calabria, il principale fattore di sviluppo in un territorio in cui l'iniziativa economica e privata tradizionalmente e' debole. Per conseguire un tale obiettivo essa ha, inoltre, affinato le tecniche di condizionamento degli apparati di enti e aziende, sviluppando al massimo la capacita' di penetrazione e, dunque, di infiltrazione all'interno della Pubblica amministrazione, avvalendosi di un fascia di persone che ne costituiscono la cosiddetta 'zona grigia' e che e' costituita da esponenti della politica, delle Istituzioni, delle professioni, dell'imprenditoria, a volte con legami massonici che forniscono alle consorterie 'ndranghitistiche occasioni di grandi arricchimenti e, talvolta, garanzie di impunita'. Per cui ne consegue un intreccio che richiede una particolare attenzione e l'adozione di metodi di contrasto anche differenziati''.

Secondo il Presidente Migliaccio, le intercettazione telefoniche, nell'anno, in Calabria, non sono aumentate. Pur non negando che a volte si e' ecceduto nelle intercettazioni, rispetto alle polemiche in corso, ritiene che ''esse sono uno strumento di indagini, non solo utile, ma a volte necessario o, addirittura, indispensabile, in un contesto sociale come il nostro, caratterizzato da forme peculiari di delinquenza e, in particolare, da una criminalita' organizzata, difficilmente permeabile con altri strumenti''. La giustizia civile e' caratterizzata da un incremento medio di giudizi assai alto. Al 1 luglio 2008 risultavano pendenti 7502 procedimenti contenziosi e 1605 procedimenti non contenziosi; nel corso del periodo di riferimento sono pervenuti 1606 procedimenti contenziosi e 1362 non contenziosi e ne sono stati eliminati 1301 contenziosi e 1069 non contenziosi, pertanto, al 30 giugno 2009 sono risultati pendenti 9795 procedimenti, di cui 7897 contenziosi e 1898 non contenziosi. Notevole incremento anche dei procedimenti di diritto di famiglia (separazioni e divorzi); modesto il contenzione in materia societaria, e controversie in materia di lavoro e di previdenza, diminuiti i procedimenti di fallimento e le procedure concorsuali. Assai numerosi i procedimenti in cui e' convenuta in giudizio la Pubblica Amministrazione, trascurabile l'intervento a tutela dei consumatori, in materia di immigrazione ed espulsione di stranieri e' in continuo aumento il numero di procedimenti. Migliaccio lamenta, infine, l'insufficienza dei magistrati in servizio al Tribunale dei minorenni.

Dolcino Favi "Un PM per 53.000 persone". Un rapporto insostenibile tra numero di sostituti procuratori operanti e cittadini che, nella circoscrizione di Catanzaro, conta un solo pubblico ministero per 53.000 persone. “Non possiamo chiudere gli occhi e non vedere un conflitto istituzionale che deflagra sempre di più. Anche io apprezzo il monito del Presidente della Repubblica di “dare il senso della serenità”, ma di fronte a quanto accade non riesco ad avere la pacatezza ed il distacco che ha avuto l’illustre presidente della Corte d’appello, perchè io sono il portavoce dei problemi dei pubblici ministeri”. Così l’avvocato generale dello Stato e procuratore generale facente funzioni di Catanzaro, Dolcino Favi, ha iniziato il proprio intervento, nel corso della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario, introducendo la sua ferma difesa dell’operato dei magistrati dell’Ufficio, che “a ben guardare i dati - ha aggiunto - deve essere definito eroico”, motivo per il quale non si può accettare, a suo dire, che l’inefficienza della giustizia sia addebitata loro. “La magistratura - ha argomentato Favi - ha il compito di mediare il conflitto sociale, tra le vittime e gli autori dei reati, tra i cittadini e la pubblica amministrazione infedele, e così via, e lo strumento per farlo sono i processi. Ma basta guardare i dati per comprendere come stanno le cose. Nel territorio del distretto di Corte d’appello di Catanzaro vi sono circa un milione e mezzo di abitanti, ed i magistrati delle otto Procure operanti sono in tutto 63. Se gli organici degli Uffici fossero completi dovremmo avere un pubblico ministero per ogni 17.000 abitanti, mentre allo stato il rapporto medio è di 1 a 26.000, con situazioni drammatiche come quella della circoscrizione di Catanzaro, nella quale il rapporto è di 1 a 53.000, o tante altre realtà più piccole che però sono ugualmente ingestibili”. Il procuratore generale facente funzioni non ha nascosto la propria critica ad una politica che non reagisce in maniera concreta ai problemi mentre “la politica - ha detto - va fatta nell’interesse dello Stato, della res publica, dei cittadini. I dati che continuiamo a diramare durante cerimonie come queste non cambiano, avrei potuto prendere la relazione di un collega che ha parlato dieci anni fa e ci avrei trovato le stesse cose di oggi, ma sul piano delle soluzioni ancora stiamo ad ascoltare progetti che nella sostanza non cambiano le cose. Eppure - ha concluso Favi - le urgenze sono molto concrete, ed individuabili. Senza nemmeno arrivare a parlare di organici, basta dire che da ogni circoscrizione del distretto arrivano segnalazioni delle stesse carenze, servono auto, impianti di sicurezza passiva nei palazzi di giustizia, fotoriproduttori, fondi per le consulenze, computer portatili, stampanti”.

La sala a Reggio

Gueli a Reggio. “Berlusconi preferirebbe continuare ad avere di fronte a se un 'nemico', i magistrati comunisti, di cui denunciare le prave intenzioni. E l'opposizione non è assolutamente dispiaciuta di poter avere un presidente del Consiglio eterno imputato in attesa di un giudizio che non arriva ...mai. Con l’ulteriore conseguenza che Governo, opposizione e Anm appaiono divisi su tutto, ma sostanzialmente d’accordo sull'opportunità del 'queta non movere, essendo più facile così accontentare tutti”. È uno dei passaggi della relazione letta dal presidente della Corte d’appello di Reggio, Luigi Gueli, in apertura dell’anno giudiziario. “L'Anm sa che la riforma – ha aggiunto Gueli – chiunque la faccia, e dovrà prima o poi essere fatta, avrà come ovvia conseguenza il ridimensionamento del cosiddetto ruolo politico che la magistratura ha assunto, o meglio, ha dovuto assumere nel vuoto pneumatico lasciato dalla vera politica con la P maiuscola negli ultimi anni”. “Anche quest’anno come purtroppo avviene da vari anni – ha poi sostenuto Gueli – non possiamo presentare un bilancio del tutto positivo di una giustizia efficiente e quindi rispettata dai cittadini che come risulta da tutti i sondaggi purtroppo mostrano poca fiducia. Ma mentre la magistratura è in lenta risalita nei sondaggi il Parlamento è in ulteriore discesa rispetto al 2008”. il presidente della Corte d’appello di Reggio interviene anche in merito alle recenti dichiarazioni relative ai magistrati fannulloni ha detto che “devono gestire carichi notevoli di processi destinati ad aumentare progressivamente per le sopravvenienze che vanno invece deflazionate. Così si eviterebbero odiose e inutili, poichè nulla risolvono, critiche da parte di un Ministro della Repubblica che nulla o poco conosce del nostro lavoro”. Sul fronte della spesa, il presidente Gueli ha detto che “invece di tagliare le spese 'proporzionalmentè e quindi indistintamente, operazione molto semplice e politicamente neutra, sarebbe meglio incidere sugli sprechi, a volte enormi ed abnormi, operazione molto più difficile perchè politicamente selettiva”. “La 'ndrangheta è pacificamente riconosciuta come la più potente e ricca associazione a delinquere italiana che si adegua con facilità e duttilità a tutte le situazioni. Il gravissimo attentato della notte del 3 gennaio contro gli uffici della Procura generale ne costituisce una prova vivente”. Ha dichiarato ancora il presidente della Corte d’Appello di Reggio Calabria, Luigi Gueli: “Quanto è avvenuto – ha aggiunto Gueli – non è un’occasionale e temporanea emergenza, ma permea di sè la vita nel nostro solo distretto, non si estende, infatti, così massicciamente nelle altre province della Calabria, e con la 'ndrangheta occorre confrontarsi nella consapevolezza che la battaglia nonostante i sicuri successi sin qui conseguiti, sarà lunga e la vittoria non appare essere ancora all’orizzonte. In mancanza di certezze, almeno allo stato, della vera effettiva motivazione che ha indotto la 'ndrangheta ad alzare il tiro compiendo il primo attentato nella sua storia contro un ufficio giudiziario del distretto, ritengo sterile e inutile esercitazione intellettuale quella di tentare di stabilire la causa principale di tale gravissima ed inedita iniziativa”. Per Gueli “è venuto il momento di armonizzare e semplificare l’intera materia per quanto concerne la tempestività dell’individuazione dei patrimoni illecitamente accumulati e la loro stessa utilizzazione. Il problema dell’utilizzazione dei beni confiscati, proprio in considerazione dell’ormai elevato numero degli stessi, non può essere peraltro semplicemente quello di metterli all’asta entro il jugulatorio di 90 giorni dalla mancata assegnazione. Gli unici ad avere liquidità in questa stagione di crisi, come più volte denunciato dallo stesso governatore della Banca d’Italia Draghi, sono gli operatori legati alla criminalità organizzata che ricomprerebbero i beni faticosamente acquisiti e da destinare invece ad utilità sociale, come previsto per legge, con evidenti ricadute anche psicologiche sulla pubblica opinione”.

Magistrati a Reggio con cartello "Costitituzione"

Nessuna protesta. Non ci sono state proteste dei magistrati dei distretti di Corte d’Appello di Reggio Calabria e Catanzaro al momento degli interventi dei rappresentanti del Ministero della Giustizia nel corso delle cerimonie per l’inaugurazione dell’anno giudiziario. A Reggio Calabria, dove era presente il presidente del Senato Renato Schifani, in rappresentanza del Ministero della Giustizia, è intervenuto Emanuele Caldarera, della Direzione generale del ministero. Quando ha iniziato a parlare i magistrati sono rimasti seduti al loro posto mentre colleghi in fondo all’aula, vestiti con la toga nera hanno mostrato cartelli che simboleggiavano la Costituzione. A Catanzaro per il Ministero della Giustizia è intervenuto il Direttore generale per l’attuazione dei provvedimenti giudiziari, Serenella Pesarin. Nel corso della relazione nessun magistrato ha abbandonato l’aula dove era in corso la cerimonia d’inaugurazione dell’anno giudiziario. Il Presidente dell'Anm calabrese, Nicola Filardo, ha consegnato una lettera nella quale sono elencati i motivi della protesta preferendo così lasciare agli atti un documento.

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