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Operazione "Alba Chiara"

 

 

Blitz antodroga della Finanza nella Piana, sgominata cosca Piromalli, 38 arresti

20 gen 10 La Guardia di finanza della compagnia di Gioia Tauro ha sgominato un'organizzazione malavitosa dedita al traffico ed allo spaccio di sostanze stupefacenti. Nell'ambito dell'operazione di polizia giudiziaria, denominata "Alba chiara" e coordinata dalla procura della Repubblica di Palmi e dalla DDA di Reggio Calabria, sono state arrestate 38 persone implicate in questo giro di droga che ha interessato non solo il circondario della Piana gioiese, ma anche Crotone ed alcuni centri del catanzarese. L'attivita' investigativa delle Fiamme gialle, sviluppata tra l'inizio del 2007 e lo scorso anno, assume grande rilievo perche' "identifica e rallenta, in un momento di riassetto dei delicati equilibri criminali della Piana, la crescita della nuova manovalanza a disposizione della cosca egemone su Gioia Tauro".

Gli arrestati: Queste le persone costrette a misure cautelari personali in carcere:Salvatore Albanese 25 anni, Antonio Amato 42 anni, Romina Amato 38 anni, Armando Berlingieri 48 anni, Antonio Bevilacqua 39 anni, Carmine Bevilacqua 65 anni, Cosimo Bevilacqua 47 anni, Damiano Bevilacqua 24 anni, Domenico Bevilacqua 42 anni, Enzo Bevilacqua 36 anni, Fiore Bevilacqua 38 anni, Loredana Bevilacqua 33 anni, Roberto Bevilacqua 34 anni, Simone Bevilacqua 30 anni, Rosario Cedro 39 anni, Roberto Cedro 34 anni, Nicolino Condello 40 anni, Giovanni De Certo 41 anni, Saverio De Salvo 31 anni, Armando Passalacqua 39 anni, Cosimo Passalacqua 31 anni, Generoso Passalacqua 48 anni, Giuseppe Passalacqua 24 anni, Leonardo Passalacqua 38 anni, Nicola Passalacqua 48 anni, Vincenzo Trunfio 45 anni, Ferdinando Vazzana 28 anni; ai domiciliari: Domenico Berlingieri 41 anni, Francesco Bevilacqua 41 anni, Leonardo Bevilacqua 26 anni, Paolo De Salvo 70 anni; invece obbligo di dimora per Andrea Giuffrida 45 anni, Antonino Lanzafame 47 anni.

Con l’operazione “Alba chiara”, che ha portato all’emissione di 38 ordinanze di custodia cautelare in carcere, la Guardia di finanza della compagnia di Palmi e del comando provinciale di Reggio Calabria ha stroncato un gruppo criminale a conduzione familiare che aveva come punto di riferimento i fratelli Antonio e Damiano Bevilacqua. L’organizzazione operava a Gioia Tauro ed aveva ramificazioni a Crotone e nel catanzarese.

Il nucleo principale della gang si riforniva di droga da due “grossisti” della zona che venivano pagati solo dopo la vendita al dettaglio. Le indagini delle Fiamme gialle hanno accertato che solo nel secondo semestre del 2007 l’organizzazione ha commerciato quasi dodici chilogrammi di cocaina per un valore di quasi due milioni di euro.

L’operazione ha fatto emergere un fenomeno abbastanza allarmante dal punto di vista sociale: al traffico ed allo spaccio di droga prendevano parte interi gruppi familiari senza distinzioni di genitori, figli e donne. Nella dinamica criminale, l’organizzazione stava conquistando nuovi spazi sostituendosi, progressivamente, ai gruppi storici della ‘ndrangheta di Gioia Tauro, come quello dei Molè. Il lavoro dei finanzieri, durato due anni, ha dovuto fare i conti con il difficile contesto territoriale, i rioni Monacelli e Ciambra, dove risiedono le famiglie che coordinavano l’intera organizzazione. Nell’attività della gang, sia durante l’acquisto che durante lo spaccio troviamo un linguaggio criptato che cambiava di volta in volta sostituito.

Interi gruppi familiari, genitori, figli e donne, partecipavano al traffico ed allo spaccio di droga stroncato dalla guardia di finanza. Gli indagati, secondo quanto emerso dalle indagini, hanno continuato a trarre il sostentamento proprio e per le loro famiglie, esclusivamente dalla vendita degli stupefacenti, riprendendo l’attività anche subito essere stati rimessi in libertà dopo periodi di carcerazione.

I provvedimenti sono stati emessi dal gip di Reggio Calabria, su richiesta dei pm della Dda Roberto Di Palma, Stefano Musolino e Giuseppe Bontempo, che hanno sviluppato un’indagine iniziata dalla Procura di Palmi. Lo spaccio non avveniva solo a Gioia Tauro, ma anche a Crotone e nel catanzarese ed era gestito, secondo l’accusa, da un gruppo che faceva riferimento ai numerosi appartenenti alla famiglia dei fratelli Antonio e Damiano Bevilacqua, di 39 e 24 anni.

Per gli investigatori, quella sgominata oggi è una organizzazione che nelle dinamiche criminali dell’area di Gioia Tauro sta assumendo nuovi spazi, andando progressivamente a sostituirsi a gruppi storici quali quello dei Molé, attualmente in grave difficoltà. Dalle indagini è emerso che nel corso del secondo semestre 2007 sono state trattati e ceduti quasi 12 chili di cocaina, con un valore prossimo ai due milioni di euro.

La guardia di finanza ha anche compiuto accertamenti patrimoniali sugli indagati, scoprendo che tutti vivevano ben al di sopra dei redditi dichiarati, in molti casi pari a zero. Gli indagati, infatti, non si facevano vetture nuove, vestiti alla moda, monili e cellulari. Per trattare la droga e sfuggire a eventuali inchieste, gli indagati usavano pseudonimi e di prestanome per l’intestazione dei telefoni. Inoltre la droga veniva chiamato, di volta in volta con i nomi vino, macchina, macchina grande o piccola, meloni, cavalli.

Sottosegretario Mantovano “Stato presente”. "Gli arresti effettuati oggi di 38 elementi legati alla cosca Piromalli, accusati di traffico e di spaccio di sostanze stupefacenti, confermano la determinazione dello Stato nella lotta contro i gruppi della criminalita' organizzata calabrese". Lo afferma, in una nota, Alfredo Mantovano, sottosegretario di Stato all'Interno. "Il contrasto alla 'ndrangheta e' capillare e anteriore ai recenti fatti di cronaca: ne costituiscono prova eloquente il sequestro di beni di provenienza illecita per centinaia di milioni di euro e l'arresto di ben undici elementi di spicco della criminalita' calabrese inseriti nella lista dei trenta latitanti piu' pericolosi. Per l'operazione di oggi mi congratulo -conclude Mantovano- con il Comandante Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, Alberto Reda, e con l'autorita' giudiziaria".

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