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Notizie di cronaca

 

 

Pensionato muore in incidente a Bianco

16 gen 10 Un pensionato, Domenico Di Gori, di 82 anni, è morto in un incidente stradale avvenuto sulla strada provinciale che da Caraffa del Bianco porta a Bianco. L’uomo era alla guida di una Fiat Punto che, per cause ancora in corso di accertamento, si è scontrata contro un camion. Di Gori è stato soccorso ed accompagnato nell’ospedale di Locri dove è morto poco dopo. Sul posto sono intervenuti per i rilievi del caso, i carabinieri di Bianco.

Coppia riempita di botte in centro a Catanzaro, lui in ospedale. Due arresti

16 gen 10 Due persone sono state arrestate nel corso della notte dalla Polizia. Si tratta di due fratelli di 38 e 29 anni. Intorno alle 23.30 una telefonata anonima giunta al 113 ha segnalato una lite tra alcune persone su corso Mazzini all'altezza delle Poste centrali. Sul posto i poliziotti hanno trovato due giovani, un ragazzo con la maglia insanguinata ed una ragazza in sua compagnia, i quali hanno riferito che poco prima erano stati aggrediti da due giovani, uno dei quali aveva colpito il ragazzo con un coltello al torace, e hanno indicato l'abitazione in cui si sono rifugiati. I poliziotti della squadra volante hanno individuato subito gli autori e ricostruito la dinamica dei fatti. I due sono stati arrestati con l'accusa di tentato omicidio in concorso. Il giovane colpito si trova ricoverato all'ospedale Pugliese-Ciaccio in prognosi riservata mentre la ragazza ha riportato una contusione alla piramide nasale con una prognosi di sette giorni.

Sono di Andreacchi i resti umani ritrovati a Serra San Bruno

16 gen 10 Sono di Pasquale Andreacchi i resti umani rinvenuti a Serra San Bruno lo scorso mese di dicembre. A fugare ogni dubbio i risultati degli esami del DNA che il consulente tecnico nominato dalla procura di Vibo, Aldo Barbaro, ha comunicato al magistrato titolare delle indagini, il Pm Fabrizio Garofalo. La comparazione dei reperti è stata possibile grazie alla collaborazione dei genitori che hanno fornito elementi alle autorità con i quali sono stati confrontati il teschio, il femore e le altre ossa rinvenute in diversi punti in un bosco di Serra San Bruno. Il giovane, che aveva appena 18 anni, scomparve l’11 ottobre a da allora si erano perse le tracce. Gli inquirenti però sono sulle tracce del probabile o probabili killer perché dalla scarpa ed alla maglietta rinvenuti assieme al teschio e al femore hanno rinvenuto tracce organiche che sono state sottoposte ad analisi. Rimane lo concerto per la brutalità con cui il ragazzo è stato ucciso, un colpo in testa ed il macabro rinvenimento dei poveri resti fatti ritrovare scarnificati.

Comitato De Grazia “Proseguire indagini su nave dei veleni”

16 gen 10 “Apprendiamo che un altro pentito di mafia, il terzo dopo Fonti e Di Giovine, avrebbe raccontato alla DDA di Catanzaro molte cose sulle navi dei veleni ed in particolare del carico della motonave Rosso spiaggiata ad Amantea il 14 dicembre del 1990. Il pentito pare abbia raccontato di aver preso parte allo smaltimento dei fusti della Jolly Rosso”. Così in una nota il Comitato Civico Natale De Grazia. “Poiché –è scritto- si tratterebbe di un capo-bastone della cosca locale la sua conoscenza dei fatti dovrebbe essere considerata dalla Magistratura più probatoria, fattuale e credibile di quanto non siano state considerate finora le dichiarazioni degli altri due pentiti sulle quali, purtroppo e finora, si è cercato di distendere il velo della delegittimazione per inficiarne l’attendibilità. Finora le dichiarazioni dei pentiti, anziché essere verificate sul campo in maniera esaustiva ed in forma trasparente, sono state ritenute aprioristicamente poco credibili al fine di sostenere la tesi del falso allarmismo delle popolazioni locali e per barattare come vere le dichiarazioni ufficiali ed i segreti di Stato. Sappiamo che la credibilità di un pentito non si determina a priori bensì cercando tutti i riscontri obiettivi alle sue dichiarazioni. Ma non è stato così per il relitto di Cetraro dove una nave inviata dal Ministero dell’ambiente ha fotografato un relitto qualsiasi, tra i tanti presenti nella stessa area marittima, presentato come quello di una nave della prima guerra mondiale, senza verificare tutti gli altri relitti circostanti tra i quali potrebbe trovarsi quello della nave dei veleni indicata dal pentito Fonti. Noi siamo sempre stati convinti che il traffico dei rifiuti nocivi sul nostro territorio sia stato gestito da imprese criminali, con diramazioni locali e sotto il controllo delle “famiglie” che operano sul territorio. Da ciò nasce la difficoltà ad acquisire prove testimoniali sull’interramento dei rifiuti tossici avvenuto negli anni nel fiume Oliva e non solo, che molti hanno visto e coperto per paura, per omertà o per connivenza. Poiché questo nuovo pentito avrebbe raccontato di essersi interessato direttamente dello smaltimento dei fusti della motonave Rosso e poiché la Procura di Paola, insieme alla Regione ed al Ministero dell’ambiente, stanno già conducendo accertamenti sul campo per verificare la presenza di rifiuti tossici e radioattivi interrati nella valle dell’Oliva, è evidente la grande importanza che assumono le sue dichiarazioni per arrivare finalmente alla verità sull’inquinamento delle nostre terre che il Procuratore Giordano sta cercando con tenacia e determinazione. Vogliamo ricordare che la sentenza di archiviazione del Gip presso il tribunale di Paola pronunciata il 13 maggio 2009 per il sospetto di affondamento doloso e truffa a carico della società Messina, non ha certamente risolto il problema della provenienza dei rifiuti tossici la cui presenza nel fiume Oliva venne già accertata nel 2004 dalla indagine dell’allora sostituto procuratore Greco che però non seppe dare alcuna risposta alla nostra domanda di verità. Se le dichiarazioni di quest’ultimo pentito aprono nuovi scenari sulle navi dei veleni e sullo smaltimento dei rifiuti tossici sul nostro territorio vogliamo che le sue dichiarazioni vengano verificate per evitare depistaggi. Chiediamo a tutte le autorità che hanno il compito di scoprire la verità (Magistratura, Regione, Commissioni parlamentari) la massima trasparenza sugli atti e l’impegno a lavorare congiuntamente, senza reciproci impedimenti o repentini trasferimenti di indagine. Chiediamo che il loro operato si svolga tutto nell’interesse esclusivo delle popolazioni locali, senza farsi condizionare o trincerarsi dietro il famigerato “segreto di Stato” che nel passato ha coperto tante vicende tragiche della nostra storia repubblicana. Affermiamo altresì la nostra piena fiducia nell’operato della procura di Paola alla quale chiediamo vengano forniti uomini e mezzi per proseguire con più celerità il proprio lavoro d’indagine”

Uomo mandato in coma con un mattarello a Pizzo, due arresti

16 gen 10 Una banale lite tra vicini si e' trasformata in tragedia ieri sera. Intorno alle 19.30 a Pizzo, al termine di un'accesa discussione con i vicini di casa, M. C., marittimo di 52 anni, e' stato colpito alla testa da un oggetto contundente. L'uomo si e' accasciato al suolo privo di sensi. La vicenda ha avuto inizio qualche minuto prima, quando il 28enne Giorgio Stabene rientrando a casa ha visto il parabrezza della sua auto infranto da un oggetto lanciato dalla moglie di M. C.. Il ragazzo, armato di svita bulloni ha inseguito la donna che e' riuscita a chiudersi in bagno e chiamare aiuto. Il marito e' arrivato in soccorso ma ha trovato sia il giovane che la madre, Giuseppina Vinci, 54 anni, armata di mattarello. Ne e' nata quindi una colluttazione durante la quale il 52enne e' rimasto gravemente ferito. I medici del 118 l'hanno soccorso e portato prima all'ospedale di Vibo Valentia e poi trasferito al Pugliese-Ciaccio di Catanzaro, in stato di coma. Tuttora si trova in prognosi riservata, in pericolo di vita. I carabinieri, intervenuti sul posto, hanno arrestato Stabene e la madre per lesioni gravissime aggravate e porto ingiustificato di oggetti atti ad offendere.

Deposito ortofrutta sequestrato dai Nas a Sibari

16 gen 10 I carabinieri del Nas hanno sequestrato a Sibari, un deposito di prodotti ortofrutticoli del valore di circa 500 mila euro. Durante un controllo, eseguito in collaborazione con il personale medico dell'Azienda sanitaria provinciale, gli investigatori del nucleo antisofisticazioni hanno appurato che il deposito di agrumi interno a un'azienda agricola sita nella Piana di Sibari non era autorizzato, oltre a mostrare evidenti carenze igienico-sanitarie e strutturali. Inevitabile la chiusura immediata.

Tre discariche abusive scoperte a Cotronei dai cc, tre denunce

16 gen 10 I carabinieri hanno scoperto a Cotronei tre discariche abusive in cui erano stati depositati rifiuti pericolosi, provenienti da lavori edili, denunciando in stato di libertà tre persone. Le persone denunciate sono due fratelli, A.S. e N.S., titolari dell'impresa che stava realizzando i lavori edili, ed un loro operaio, F.G. Nelle disariche abusive erano stati depositati materiali plastici di vario genere, insieme a vernici e solventi pericolosi. La denuncia nei confronti dei tre è stata presentata dai carabinieri di Cotronei alla Procura della Repubblica di Crotone.

Rapinato supermercato a Gioia, bottino 350 euro

16 gen 10 Un uomo armato di pistola e con il volto coperto da casco ha compiuto a Gioia Tauro una rapina in un supermercato. Il rapinatore, dopo aver minacciato gli impiegati, si è fatto consegnare il denaro custodito nelle casse. Il bottino ammonta a circa 350 euro.

Taglialegna denunciato a Fabrizia

16 gen 10 Un boscaiolo, F.R., di 39 anni, è stato denunciato dal personale del corpo forestale dello stato a Fabrizia perché ritenuto l'autore del taglio e furto di alcune piante di faggio nell'area del Parco naturale reggionale delle Serre. L'uomo è stato sorpreso mentre, a bordo di un camion, stava portando via della le piante di faggio un un valore di duemila euro circa.

Tendopoli smantellata a Corigliano, tre arresti e cinque denunce

16 gen 09 I carabinieri hanno rimosso una tendopoli a Corigliano Calabro occupata da immigrati. Sette extracomunitari che vi erano ospitati sono stati arrestati perché non avevano adempiuto al decreto di espulsione emesso nei loro confronti. Altri cinque immigrati sono stati denunciati in stato di libertà con l’accusa di ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello stato. Per altri 11 extracomunitari sono state avviate le procedure di espulsione dal territorio nazionale. Complessivamente, nel corso dell’operazione, sono state rimosse 25 tende a tre baracche che erano state realizzate dagli immigrati. I tre arrestati sono stati portati in carcere.

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