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Dir.resp. Pippo Gatto |
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Giro di prostituzione sgominato a nella sibaritide
Sgominata banda che faceva prostituire donne, anche in cinta e costrette ad atroci violenze, nella sibaritide. 14 arresti della PS 09 feb 10 Costrette a prostituirsi anche se incinte, fatte abortire e sottoposte ad ogni genere di violenza fisica e psichica: era il trattamento riservato a decine di giovani ragazze provenienti da Paesi dell'Est europeo da un banda di sfruttatori romeni, italiani ed albanesi che operavano nella zona della Sibaritide, nel cosentino. A fermare le violenze gli agenti del Commissariato PS di Castrovillari che questa mattina all'alba hanno arrestato 14 persone con l'accusa di associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione. L’ordinanza è stata emessa dal Gip del Tribunale di Castrovillari su richiesta della Procura della Repubblica. Nel corso delle indagini sono emersi numerosi scontri violenti tra le bande delle diverse etnie per il controllo del territorio, oltre che un tentativo di sequestro di una prostituta. Tre gruppi gestivano le donne. Secondo quanto emerso dalle indagini, denominate "Cerbero", gli arrestati facevano parte di tre gruppi che sono subentrati di volta in volta nella "gestione" delle ragazze. A sfruttarle per primo è stato un gruppo di romeni che poi hanno ceduto la gestione agli italiani che a loro volta hanno passato le giovani agli albanesi. Complessivamente le ragazze che venivano fatte prostituire giornalmente sulla statale 106 nella zona di Corigliano, Rossano e Sibari erano una trentina che periodicamente venivano rimpiazzate da altre giovani fatte arrivare in Italia da Albania, Ucraina e Romania con la promessa di un posto di lavoro e poi costrette a prostituirsi a suon di botte. Le giovani venivano picchiate anche quando l'incasso della giornata non era ritenuto soddisfacente dagli sfruttatori. Le donne erano così terrorizzate che da loro non è venuto alcun aiuto agli investigatori. Secondo gli investigatori i gruppi operavano con il placet delle cosche della zona. Costrette ad abortire. Agghiaccianti i racconti delle donne. Qualcuna ha raccontato di essere stata portata in Italia con la promessa di un lavoro, ma appena giunta a Crotone è stata violentata ripetutamente da un suo connazionale che l’ha tenuta prigioniera per anni. L’uomo l'ha costretta a cinque aborti. “Io non volevo – ha raccontato la ragazza – ma lui mi minacciava con un coltello, mi feriva ai piedi, poggiava la lama e tagliava”. Sevizie delle quali la donna porta ancora i segni sulle gambe, insieme a quelli delle bruciature di sigarette. Tentativo di sequestro. L'organizzazione sottoponeva le vittime a controlli severi per coartarne la volontà. Nunerosi i casi di violenza accertati, tra cui il tentativo di sequestro di una prostituta rumena, residente a Bologna, che l’organizzazione intendeva costringere ad esercitare in Calabria la sua attività. La violenza degli sfruttatori spesso si scatenava anche fra gli stessi complici, sfociando in scontri fra i gruppi di diversa nazionalità.
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