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Scuola, è emergenza sociale

 

 

I sindacati lanciano l’allarme “Scuola calabrese in piena emergenza sociale”

02 set 09 “Il mondo della scuola calabrese versa in completa emergenza sociale per il taglio agli organici perpetrato dal governo Berlusconi che ha lasciato senza lavoro e senza ammortizzatori sociali circa 5000 persone nella nostra regione, sia per il conseguente ed inevitabile abbassamento della qualità e della quantità dell'offerta didattica”. E’ quanto dichiarano i sindacati FLC CGIL, CISL, UIL Scuola, SNALS, GILDA UNAMS dopo aver incontrato nei giorni scorsi il vicepresidente della Giunta Regionale prof. Mimmo Cersosimo presso la sede dell’assessorato alla cultura. “Durante l'incontro –affermano i sindacati-, convocato dal Vice-presidente della giunta regionale, si è parlato dell'attuazione di quanto concordato lo scorso 29 maggio 2009 e cioè la pubblicazione, tra l'altro, dei bandi relativi al progetto “più scuola” con un budget di circa 14.000.000 € che mira al miglioramento dell'offerta formativa e della qualità della didattica nella scuola calabrese attraverso la progettualità che le singole istituzioni scolastiche metteranno in campo. Si è convenuto di inserire nei bandi la necessità di utilizzare prioritariamente, nell'attuazione dei progetti, il personale della scuola (docenti e ata) che hanno lavorato nell'ultimo anno scolastico (2008/2009) e che non hanno avuto rinnovato il contratto di lavoro. Infatti i dirigenti scolastici dovranno attingere, entro i limiti previsti dalla normativa comunitaria, per il reclutamento delle figure previste, dalle relative graduatorie provinciali ad esaurimento. Il Prof. Cersosimo ha assunto l'impegno per una veloce pubblicazione dei bandi e di aprire un confronto con il Ministro dell'Istruzione al fine di prevedere il riconoscimento punteggio, per le persone utilizzate nei progetti, relativo all'anno di servizio. Consapevoli che tali progetti non saranno e non potrebbero esserlo sostitutivi dei tagli dissennati ed irresponsabili effettuati dal governo invitano tutta la classe politica calabrese ad intervenire presso il Ministero dell'istruzione affinchè conceda deroghe agli organici in modo da consentire alla scuola pubblica di funzionare. I sindacati rimangono in attesa di una convocazione, più volte richiesta, da parte dell'Ufficio Scolastico Regionale per una informativa sulle operazioni propedeutiche all'inizio dell'anno scolastico che stentano ad arrivare a conclusione e che si stanno svolgendo nella confusione più totale.

Vicepresidente Cersosimo “La Scuola è il nostro futuro”: "Non può esserci cambiamento se non si riparte dai giovani e dalla scuola. La nuova politica regionale si chiama scuola e un Paese che vuole rinnovarsi deve inserire nell'agenda politica anzitutto la formazione dei propri giovani". Lo ha affermato - informa una nota dell'ufficio stampa della Giunta regionale - il vicepresidente Domenico Cersosimo intervenendo a Reggio Calabria al dibattito sul tema "Azioni e politiche regionali in Europa" nell'ambito dell'iniziativa "Prepare for change", promossa dall'assessore regionale Demetrio Naccari Carlizzi. "Il futuro sono i ragazzi - ha aggiunto Cersosimo - ma i rischi di un salasso demografico in Calabria sono dietro l'angolo. Il Mezzogiorno, che solo qualche decennio fa sosteneva in modo vigoroso la crescita demografica nazionale registra oggi praticamente l'identico tasso di fertilità del Nord che, come é noto, è tra i più bassi del mondo sviluppato. E non va meglio nella scuola calabrese dove attualmente si contano 94 mila alunni nella scuola primaria e 114 mila nei licei, pertanto al più tra 8 anni si conteranno almeno 20 mila alunni in meno". "E' da un decennio - ha detto ancora il vicepresidente della Giunta - che perdiamo sistematicamente 5-6 mila studenti all'anno, peraltro senza la compensazione degli alunni appartenenti a famiglie di immigrati come avviene al Nord. E allora bisogna tornare ad investire nella scuola perché questo é il miglior investimento per il futuro. Scuole di qualità producono nel tempo buona qualità sociale. La Regione ha condotto nell'ultimo anno una straordinaria politica per la scuola. Abbiamo mandato migliaia di ragazzi all'estero a studiare le lingue e migliaia di bambini nei campi scuola, abbiamo premiato 27 mila ragazzi che avevano la media dell'otto al liceo o che avevano il giudizio di ottimo e distinto nelle scuole medie Tutti i giovani ricercatori hanno avuto la possibilità di perfezionarsi all'estero per almeno tre mesi". Attualmente sono aperti due bandi che, oltre all'integrazione scolastica, favoriscono l'accessibilità alle strutture e la partecipazione alle attività didattiche degli alunni disabili. Un altro bando appena pubblicato è quello della "teacher card", una sorta di premialità di 1500 euro ai "migliori" professori. "Le difficoltà del cambiamento - ha ribadito poi Cersosimo - risiedono nello stesso Paese che rischia il declino storico. Non basta demonizzare il Mezzogiorno che ha più difficoltà degli altri. Se lo sviluppo parte nel Paese il Mezzogiorno, storicamente, è in grado di agganciarsi. Se si abbandona la logica della semplice comparazione diacronica e si guarda all'evoluzione dell'ultimo cinquantennio ci si rende conto che il Mezzogiorno è cambiato moltissimo rispetto al passato. Basti pensare alle eccellenze presenti nelle nostre Università che tenderanno a cambiare l'humus sociale di questa regione". "Quello che manca, invece, è la politica, la politica alta. L'Italia - ha concluso il vicepresidente Cersosimo - ha smarrito la sua missione. Il Paese è allo sbando da anni, privo di vere mete modernizzanti e mobilitanti, latita un disegno e una strategia di crescita economica e civile. Manca, per l'appunto, la politica. E quando manca la politica, inevitabilmente si affermano classi dirigenti modeste e inadeguate".

Ass. Ruffolo “Governo tiranno nemico della Calabria”. “Ancora una volta il Sud e la Calabria sono stati beffati ed ingannati da un Governo tiranno, nemico del Sud e della Calabria, di chiara impostazione nordista”.
L’assessore Provinciale alla Pubblica Istruzione Pietro Ruffolo continua ad alzare forte la sua voce di protesta contro le conseguenze disastrose provocati dai tagli selvaggi e senza criterio effettuati dal Governo Berlusconi-Tremonti nei confronti del mondo della scuola calabrese e cosentina.
“Prima -dice Ruffolo- costringono i nostri migliori cervelli ad emigrare altrove, garantendo così qualità, professionalità e profili formativi di eccellenza alla scuola del grasso nord-est e costringendo i nostri insegnanti a portare con sè anche i propri figli, che vanno a rimpolpare le classi asfittiche delle scuole settentrionali ed a giustificare le discrepanze vistose tra nord e sud sui trasferimenti statali; poi mandano a casa i lavoratori precari del Sud, creando nuove sacche di povertà e disoccupazione ed impoverendo progressivamente i nostri territori di qualsiasi speranza di futuro, come dimostra ampiamente la diminuzione vertiginosa registrata negli ultimi anni della natalità infantile e l’aumento del numero di bambini calabresi e cosentini in età scolastica trasferiti altrove”.
“Così –prosegue Ruffolo- non si può più andare avanti! E’ un vero e proprio terremoto sociale quello a cui stiamo assistendo in questi giorni in cui stiamo affiancando passo passo i lavoratori, i sindacati e le forze sociali impegnate in questa sacrosanta battaglia per la difesa del diritto al lavoro e allo studio.
Il Governo, che ha provocato un danno incalcolabile a centinaia di famiglie cosentine e calabresi, deve porvi immediatamente rimedio.
La Giunta regionale, dal canto suo, deve farsi promotrice ed interprete di un’azione decisa e convinta nei confronti del ministro Gelmini e dell’intero Consiglio dei Ministri, affinchè si apportino le immediate correzioni ad un errore che, ancora una volta, penalizza e danneggia la parte più debole e più povera del Paese”.
“Chiediamo, pertanto -incalza Ruffolo- che, così come concordato, la Giunta Regionale chieda al Governo l’assunzione di quattro provvedimenti immediati:

  1. l’attivazione di ammortizzatori sociali in deroga e non elemosine, che garantiscano non solo il reddito a quanti rischiano di perdere il posto di lavoro, ma soprattutto salvaguardino i punteggi raggiunti da ognuno;
  2. il ripensamento dei tagli previsti per i prossimi anni, evitando l’aggravarsi di una situazione già di per sé insostenibile;
  3. che i bandi extra scolastici prevedano prevalentemente di attingere il personale dal mondo dei precari;
  4. che Governo e Regione predispongano e sottoscrivano un protocollo d’intesa, come è già avvenuto in altre regioni del Meridione a maggioranza governativa, che preveda il finanziamento di progetti extra curriculari con garanzia curriculare”.

“Nei prossimi giorni –conclude l’Assessore Provinciale alla Pubblica Istruzione- se sarà il caso,  ci faremo promotori di iniziative pubbliche per chiedere che l’intera provincia di Cosenza, in tutte le sue sfaccettature e rappresentanze, scenda in campo, al fianco dei lavoratori e di tutto il mondo della scuola, per difendere principi su cui il Mezzogiorno, la Calabria e la nostra provincia non possono ulteriormente essere mortificati e bistrattati”.

Codacons “A rischio sicurezza alunni”. Il Codacons ha denunciato alle procure della Repubblica della Calabria il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini per interruzione e turbativa di pubblico servizio e violazione delle norma sulla sicurezza. Lo rende noto l'associazione dei consumatori in un comunicato. "Nelle classi delle scuole calabresi - si legge nella nota del Codacons - in cui si inseriranno più di 25 alunni per sopperire alla mancanza di docenti 'tagliati' dalla Gelmini, si commette un grave reato: si mette a repentaglio la sicurezza dei ragazzi e si violano le norme di igiene pubblica sul limite minimo di spazio che un'aula deve avere". "L'esposto - spiega il Codacons - è stato presentato nelle procure della Repubblica territorialmente competenti per la Calabria e ora i docenti precari danneggiati dai tagli e le famiglie i cui figli sono messi a rischio potranno costituirsi parte civile. E quando entrerà in vigore la class action le famiglie della regione potranno agire rappresentate dal Codacons per i danni subiti". Intanto, conclude la nota, "il malcontento dei precari della Calabria, che dopo anni di servizio rischiano di rimanere senza lavoro, sfocia in un mega ricorso collettivo, organizzato dal Codacons davanti al Tar del Lazio".

 

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