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Nave dei veleni, inchiesta presto alla DDA

 

 

Relitto di Cetraro, il pentito Fonti chiede la protezione. Inchiesta presto a DDA. La Regione accusa il Governo "sottovaluta situazione".

21 set 09 Non parlera' piu' con i magistrati fino a quando non gli sara' ripristinato il programma di protezione Francesco Fonti, l'ex affiliato alla 'ndrangheta che, con le sue rivelazioni, ha consentito ai pm della Procura della Repubblica di Paola di trovare al largo di Cetraro (Cosenza) il relitto di una nave nella cui stiva sarebbero contenuti rifiuti radioattivi. E' quanto ha fatto sapere lo stesso Fonti ai magistrati della Procura della Repubblica di Paola che stanno conducendo l'inchiesta sul ritrovamento della nave al largo di Cetraro. Il collaboratore di giustizia ha condizionato al ripristino del programma di protezione anche eventuali informazioni all'autorita' giudiziaria sulle altre navi contenenti rifiuti radioattivi che la 'ndrangheta, ottenendo guadagni per milioni di euro, avrebbe fatto affondare in mare in Calabria. A parlare del coinvolgimento della 'ndrangheta nella sparizione delle navi e' stato lo stesso Fonti, riferendo di avere partecipato direttamente a tre degli affondamenti.

--> Guarda l'intervista a Loiero (video video)

--> Guarda l'ntervista all'ass. greco (video video)

Inchiesta presto alla DDA. L'inchiesta della Procura della Repubblica di Paola sul ritrovamento in mare, al largo della costa di Cetraro, del relitto di una nave nella cui stiva sarebbero contenuti rifiuti radioattivi potrebbe presto passare alla Dda di Catanzaro. E' quanto si e' appreso in ambienti giudiziari. La trasmissione del fascicolo si rende necessaria in quanto il collaboratore di giustizia che ha consentito il ritrovamento del relitto ha condizionato al ripristino in suo favore del programma di protezione la fornitura di ulteriori informazioni all'autorita' giudiziaria sul coinvolgimento della 'ndrangheta nell'affondamento in mare in Calabria di navi contenenti rifiuti radioattivi. Ripristino che puo' essere chiesto soltanto dalla Dda di Catanzaro. Il passaggio dell'inchiesta dalla Procura di Paola alla Dda sarebbe motivato anche dal fatto che Fonti, nelle sue affermazioni, ha parlato di un diretto coinvolgimento della 'ndrangheta nell'affondamento della navi. La prosecuzione della collaborazione con la giustizia da parte di Fonti viene considerata importante dai magistrati della Procura di Paola vista l'attendibilita' dimostrata dal collaboratore di giustizia nel recente ritrovamento della nave contenente rifiuti tossici in mare al largo di cetraro. La Procura della Repubblica continuera', invece, ad indagare sul ritrovamento di rifiuti tossici che sarebbero stati seppelliti sulla terraferma a Serra d'Aiello (Cosenza).

La Regione accusa il Governo “Sottovaluta situazione”. La Regione Calabria accusa il governo nazionale di sottovalutare la situazione verificatasi nel Tirreno cosentino dopo il rinvenimento di un relitto che, secondo le indicazioni del pentito Francesco Fonti, sarebbe stata affondata dalla 'ndrangheta perche' conterrebbe scorie tossiche. A margine di una conferenza stampa convocata dal presidente Agazio Loiero per annunciare l'arrivo nella regione di due dirigenti esperti dell'Ispra, l'istituto superiore per la ricerca ambientale, e' stato l'assessore all'ambiente Silvio Greco a denunciare lo stallo a livello governativo. ''Siamo preoccupati - ha detto - perche' sappiano che la nave va rimossa dal mare calabrese. Il governo dovrebbe inoltre perparare un piano per identificare e rimuovere anche le altre due navi che il pentito dice essere state affondate nelle nostre acque. Se e' risultato credibile nell'indicare il relitto di Cetraro, non vedo perche' non gli si dovrebbe dare credito negli altri due casi. Ma e' inconcepibile - ha aggiunto - che il consiglio dei ministri non si sia ancora riunito per affrontare l'emergenza. E' una sottovalutazione incomprensibile della situazione - ha aggiunto ancora Greco - che penso trovera' una risposta a livello comunitario, vista l'attenzione dimostrata dal commissario all'ambiente, che credo a breve chiedera' notizie sulla situazione''. Anche il sindaco di Cetraro, Giuseppe Aieta, ha puntato l'indice contro Roma. ''A Cetraro si vivono ore drammatiche. L'economia e' in ginocchio. I pescatori non vendono piu' nemmeno una sogliola - ha detto - perche' la popolazione e' allarmata per il rischio incombente sulla salute. Il problema e' tranquillizzare la popolazione di Cetraro e del Tirreno. Ma non ho sentito l'interesse del governo nazionale. Eppure sono state reiterate le richieste di incontri. Non e' servita neanche la mobilitazione dei sindaci. C'e' la presenza della Regione e della provincia di Cosenza, ma non quella del governo, di cui avverto la lontananza. Io mi sto impegnado - ha aggiunto - personalmente nel tentativo di rassicurare i miei cittadini. Approfitto anche delle messe, alle quali sono invitato a partecipare dai parroci affinche' possa parlare alla gente, ma e' il governo che deve prendere in mano la situazione''.

Ispra al lavoro. Due dirigenti esperti dell'Ispra, l'istituto superiore per la ricerca ambientale, sono da oggi in Calabria e presto avvieranno i controlli necessari per verificare se il relitto rinvenuto al largo di Cetraro, nel Tirreno cosentino, sia quello della Cumski, che secondo il pentito Francesco Fonti sarebbe stato affondato dalla 'ndrangheta con a bordo bidoni contenenti scorie nucleari. La presenza dei due studiosi e' stata resa nota stamani dal presidente della Regione, Agazio Loiero, che ha anche annunciato la nomina di una commissione di oncologi che dovra' esaminare eventuali conseguenze per la salute delle popolazioni interessate. '' Siamo molto preoccupati - ha detto perche' la presenza della nave prelude a scenari non tranquilli. Esiste la possibilita' che nei mari della Calabria ci siano altre due navi, oltre a quelle che sarebbero state affondate in Sicilia e Basilicata. E la nostra preoccupazione crescerebbe se il governo non dovesse prontamente predisporre un piano di intervento. Pensiamo alle conseguenze che avremo per il turismo il prossimo anno. I dirigenti dell'Ispra - ha proseguito Loiero - saranno dunque presto a bordo della nave Astrea per stabilire l'eventuale presenza di radioattivita' nella zona. Vogliamo conoscere la verita' - ha detto il governatore - per tranquillizzare i calabresi. Ho personalmente ricevuto numerose telefonate allarmate''. Loiero ha detto che la commissione di oncologi (di cui fara' parte Francesco Cognetti) sara' presieduta dall'assessore all'Ambiente Silvio Greco, anche in qualita' di biologo esperto di ambienti marini. ''La nomina - ha spiegato Loiero - avverra' probabilmente domani - stiamo aspettando la conferma della disponibilità' di alcuni esperti''. I dirigenti dell'Ispra giunti in Calabria sono Ezio Amato, un esperto nel recupero di relitti, e Franco Andalorio, esperto di ecologia applicata alla pesca. ''Due studiosi - ha detto l'assessore regionale all'Ambiente Silvio Greco - di grande valore. Si tratta del top nel settore dell'emergenza in mare''. Greco ha anche annunciato che un gruppo di esperti, composto da uomini dello stesso Ispra, della Procura di Paola e dell'Arpacal ha effettuato un sopralluogo nella zona del torrente Oliva, dove, secondo l'ipotesi della magistratura di Paola, potrebbero essere state interrate scorie tossiche. ''La zona - ha detto Greco - sara' oggetto di un piano di caratterizzazione specifico''. Dal canto loro, i due inviati dell'Ispra hanno spiegato l'obiettivo della loro missione. ''L'obiettivo - ha detto Ezio Amato - e' verificare il rischio ambientale e le conseguenze per la fauna ittica. La profondita' del relitto, localizzato 500 metri sotto il mare, rende difficile operare. Esistono le risorse, ma occorre mobilitarle. Comunque la bonifica di una nave a quella profondita' non si e' mai avuta. Tenteremo di mettere in campo le tecnologie e le competenze per arrivare a rimuovere i bidoni stivati nella nave ed accertare cosa ce' dentro''. I primi responsi potrebbero darli semplici operazioni di pesca: ''L'esame della fauna ittica - ha detto Franco Andaloro - potrebbe gia' evidenziare eventuali presenze di sostanze tossiche. Ma cio' non toglie che anche in assenza di riscontri sui pesci la nave possa contenere sostanze tossiche. Occorreranno ricerche approfondite e questo non avverra' certo nel termine di una settimana''.

CISL “Preoccupati per le ricadute occupazionali della pesca”. ''E' necessario che le Istituzioni velocizzino le procedure per l'identificazione certa del relitto, la sua provenienza e la conseguente analisi del suo contenuto e delle acque del mare avviando al contempo un'immediata bonifica dell'area. Tutto cio' anche allo scopo di avere i primi riscontri su eventuali danni e a individuare presunte responsabilita' sul caso''. Lo hanno dichiarato il segretario generale della Cisl cosentina, Paolo Tramonti, e l'assessore alle attivita' produttive del Comune di Cetraro, Ermanno Cennamo, che si sono incontrati per discutere della questione dei rifiuti tossici che si sospetta si trovino nel relitto ritrovato in mare. In particolare e' stata riservata attenzione alle conseguenze negative che la situazione sta provocando al territorio e ai riflessi sull'occupazione. La Cisl si e' dichiarata disponibile a collaborare per l'individuazione e l'applicazione di eventuali strumenti di sostegno al reddito per i lavoratori coinvolti. In tale direzione, proprio oggi le organizzazioni sindacali confederali unitariamente hanno formalmente chiesto un incontro all'Assessore Regionale al Lavoro Mario Maiolo. ''Nell'esprimere apprezzamento per la caparbia azione della magistratura di Paola -riporta una nota- la Cisl ritiene opportuna l'attivazione di un tavolo di confronto tra Regione Calabria, Provincia di Cosenza e Comuni interessati finalizzato al superamento di tale situazione in modo da dare serenita' alle popolazioni interessate''

Ass. Greco “Il Governo tiri fuori dal mare la Cunsky”. "Restiamo ai fatti certi e questi ci dicono che c'è una nave. Ora il Governo ci deve garantire che in tempi brevi quella nave sarà tirata fuori con tutto ciò che ne consegue. Solo dopo sarà il caso di ragionare su una verifica più complessiva del territorio calabrese". Così l’assessore regionale all’ambiente Greco, intervenendo a Crotone in occasione dell' incontro pubblico della Giunta regionale relativo ai fondi unitari

Pdl Calabria “Certi dell’intervento del Governo”. Il coordinamento regionale del Pdl, nel corso della sua riunione odierna, ha affrontato la vicenda del ritrovamento del relitto nel Tirreno cosentino, il cui carico si sospetta sia radioattivo. Il Pdl auspica che " l'azione della Magistratura individui, a tutti i livelli, le responsabilita' esistenti , considerando la gravita' assoluta della vicenda" e si dice "certo di un intervento del Governo per la bonifica delle aree, che dovra' avvenire in un'ottica di sinergia istituzionale che espella polemiche sterili e bassi tentativi di strumentalizzazione"

Tripodi (Pdci) “Stato latitante”. “Non può esserci questa latitanza. Non credo che se tutto questo fosse successo in un’altra regione d’Italia, e in particolar modo del nord o del centro, ci sarebbe stata la stessa inerzia da parte del governo nazionale”. Ad affermarlo, in una nota, Michelangelo Tripodi, assessore regionale all’Urbanistica e Governo del Territorio, nonché segretario regionale e responsabile nazionale del dipartimento per il Mezzogiorno del PdCI, in merito al ritrovamento a Cetraro della motonave russa Cunsky con a bordo un carico di rifiuti probabilmente tossici e radioattivi. “Credo chi ha a cuore la salute dei calabresi non può che essere allarmato – spiega Tripodi – perché al disastro ambientale che si profila dopo la scoperta della motonave russa a Cetraro il governo centrale non ha assunto ancora nessun provvedimento serio. Nessun esponente del Governo si è degnato di venire in questi giorni in Calabria né il governo nazionale ha inteso adottare le misure che questa gravissima emergenza ambientale e nazionale richiede. “Il ritrovamento del relitto della nave, effettuato su indicazione del Procuratore della Repubblica di Paola dott. Bruno Giordano e con l’impegno diretto della regione Calabria ed, in particolare, grazie ai mezzi messi a disposizione dell’Arpacal – aggiunge Tripodi – conferma tutto quello che si era detto in questi anni con le inchieste coraggiose avviate dall’allora P.M. Francesco Neri e da altri magistrati e svela una realtà che si conosceva ma di cui non si era mai riusciti a venire a capo, perché non si erano mai fatte indagini serie e approfondite”. “Adesso con il ritrovamento della Cunsky cambia il quadro e si comincia finalmente a fare luce su una vicenda inquietante per tutto il territorio calabrese. Noi siamo stati per anni e anni la pattumiera non solo d’Italia, ma anche d’Europa e del mondo”. “Debbo dire – prosegue Tripodi – che quando oggi Bossi e tutto il resto del governo Berlusconi parla di federalismo sale ancora di più la rabbia, perché per loro significa relegare la Calabria a ruota di scorta, a farla diventare tutto al più il ricettacolo dei loro rifiuti tossici, nocivi e radioattivi. “Ovviamente in questo contesto non può essere sottaciuto il ruolo attivo e nefasto della ‘ndrangheta che dimostra di avere il totale controllo non solo del territorio ma anche del mare calabrese”. E’ una situazione molto grave quella che è avvenuta e dovremo impegnarci a fondo di fronte a quello che ritengo il più grave disastro ambientale che l’Italia abbia mai conosciuto per quello che abbiamo visto e per quello che si profila”. “Dobbiamo sapere quello che c’è in quella nave – afferma ancora Tripodi -. I calabresi hanno il diritto di sapere cosa c’è nel nostro mare, ne va della salute dei cittadini che viene necessariamente prima ed è molto più importante del danno turistico che potrebbe esserci. Non c’è dubbio che la Regione sta facendo e farà la sua parte. Va dato atto, infatti, all’assessore Greco di un grande impegno e di una grande attenzione, grazie anche alla sua alta competenza in materia essendo uno dei maggiori esperti e conoscitori di biologia marina, quindi da questo punto di vista è una garanzia”. “Insieme a tutto questo però – conclude Tripodi – vorremmo un maggiore impegno dal governo nazionale che sta dimostrando totale assenza e lontananza. Dobbiamo quindi tutti noi reagire. Chiedere un grande piano sia di verifica di indagini che di bonifica del nostro mare. Lavorare tutti per la tutela dell’ambiente e per la salute dei cittadini calabresi”.

Misiti “Evitare un crisi economica del territorio”. “Le dichiarazioni del pentito Fonti della ‘ndrangheta vanno verificate rapidamente con un riscontro immediato onde evitare la crisi economica in tutte le zone costiere in particolare in quelle della Calabria e della Toscana”. E’ quanto afferma l’on. Aurelio Misiti, segretario della Commisssione Trasporti e Telecomunicazioni della Camera. “La reazione molto dura del presidente Loiero e della Giunta Toscana va fatta propria da tutte le regioni costiere italiane. Qualora si riscontrasse la veridicità delle segnalazioni del Fonti sarà indispensabile un piano dettagliato del Governo con investimenti adeguati che nessuna regione da sola è in grado di effettuare. Finora il Governo è stato latitante mentre i Sindaci, le Province e le due Regioni, Calabria e Toscana, sono al fianco delle Procure della Repubblica che indagano sulle navi scomparse. E’ necessaria – conclude l’on. Misiti - una mobilitazione generale delle associazioni culturali, delle Università e dei centri di ricerca in appoggio alla Regione Calabria e alla Regione Toscana”.

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