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Relitto di Cetraro, interviene il Governo

 

 

Relitto di Cetraro, ministro Prestigiacomo dispone controlli lungo la costa. La Giunta regioanel chiede l’intervento del Governo per la bonifica

14 set 09 ''Il ministero dell'Ambiente e' a fianco della Magistratura, con cui siamo in costante contatto, per giungere ad un rapido accertamento della verita', confidando in una severa punizione dei responsabili''. Cosi' il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo, in missione a Pechino, interviene sul ritrovamento della nave dei veleni a largo delle coste di Cetraro, in provincia di Cosenza. Oltre agli interventi di monitoraggio in mare, gia' in via di attuazione, prosegue Prestigiacomo, ''abbiamo, inoltre, disposto una nuova e stringente serie di accertamenti sulla terraferma per verifica di eventuali situazioni di inquinamento per le quali siamo pronti ad attuare procedure di messa in sicurezza e bonifica. Ad oggi va comunque sottolineato che non esiste nessun problema per le popolazioni''. Il Governo, osserva poi il ministro, ha adottato ''la linea della tolleranza zero verso i reati ambientali e sostiene attivita' dei Nucleo operativi ecologici (Noe) dei Carabinieri''. La prima riunione della task force al Ministero, con il capo di gabinetto del ministero Michele Corradino, il vicecapo di gabinetto Bernadette Nicotra, il comandante dei Noe, generale Centore, il comandante del Reparto Ambientale Marino della Guardia Costiera comandante Crescenzi, il vicecommissario Santoni dell'Istituto superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra), e i tre direttori generali competenti del Ministero e' servita per fare il punto sui mezzi e gli uomini messi in campo per un monitoraggio ambientale dell'area marina fra la zona dove e' stato localizzato il relitto e la costa. E' stata inoltre affidato all'Ispra ed ai Noe il compito di effettuare una verifica su eventuali situazioni di inquinamento a terra lungo la costa interessata e, a campione, in altre aree della regione potenzialmente a rischio. La task force e' in contatto anche con la regione Calabria e domani l'assessore all'Ambiente sara' al ministero per un confronto sugli interventi da adottare.

La Giunta regionale chiede al Governo iniziative immediate. Cogliendo l’allarme esistente nella popolazione dopo la scoperta da parte dei tecnici dell’Arpacal, agenzia regionale per l’ambiente, di una nave affondata che conterrebbe centinaia di fusti con materiale non identificato (probabilmente scorie radioattive), la Giunta regionale della Calabria, riunitasi oggi d’urgenza sotto la presidenza di Agazio Loiero, ha sollecitato il Governo nazionale ad assumere, senza rinvii e senza attese, provvedimenti di emergenza chiedendo di essere coinvolta nei processi decisionali che si andranno ad attuare per mettere in sicurezza i siti, marini e terrestri, presumibilmente inquinati da depositi tossico-radiottavi. Il 12 settembre 2009 alle 17,45 – ricorda una nota della Giunta regionale che ricostruisce i passaggi che ha portato alla scoperta – una nave con a bordo tecnici dell’Arpacal, su indicazione del procuratore della Repubblica di Paola Bruno Giordano, su un fondale a 487 metri di profondità ha individuato una nave cargo doppia stiva adagiata su un fianco con evidenti squarci a proravia da dove si intravedevano fusti in acciaio schiacciati. La struttura della nave è compatibile con il “bersaglio” individuato dalla Procura di Paola e riferibile, in base alle indicazioni di un pentito di mafia, alla motonave Cunsky che conterrebbe alcune centinaia di fusti di materiale non identificato. La Regione Calabria ha chiesto al Governo da una parte l’immediata caratterizzazione del materiale e la conseguente bonifica e rimozione dei fusti, nonché l’identificazione dei due siti che lo stesso pentito ha dichiarato di esistere in relazione ad altrettante navi da lui affondate e qualora individuate la conseguente bonifica. Alla luce di questi rilievi, a parere della giunta regionale calabrese, è evidente che si riapre la questione dei presunti depositi terrestri di materiali tossico-radioattivi sotterrati in territorio del comune di Serra d’Aiello presumibilmente a un profondità di 30 metri. Per tranquillizzare le popolazioni interessate secondo la Giunta regionale della Calabria il Governo deve effettuare studi di dettaglio dell’aria, dell’acqua e del suolo. Si precisa che la Regione Calabria il 13 maggio 2009 è stata informata del problema dal procuratore Giordano, a cui va espressa gratitudine a nome dei calabresi e due giorni dopo, pur non avendo competenze né sul mare né sui rifiuti tossico-radioattivi, ha inviato una lettera, a firma dell’assessore all’Ambiente Silvio Greco al Ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo, e ai sottosegretari Bertolaso e Letta, nella quale, su incarico del Presidente Loiero, si portava a conoscenza la situazione esposta dalla Procura. L’11 giugno, non avendo ricevuto notizie, la Regione sollecitava informazioni sulle iniziative fino ad allora assunte da parte del Governo. L’unica risposta ufficiale è arrivata dal sottosegretario Bertolaso il quale dava assicurazione che avrebbe informato il Ministro dell’Ambiente. A parere della Giunta regionale della Calabria la situazione che si è determinata con la scoperta della cosiddetta “nave dei veleni”, impone risposte emergenziali adeguati di cui il governo centrale deve farsi carico.

Loiero chiede la bonifica al Governo. ''Chiediamo al Governo la caratterizzazione del materiale ritrovato e l'immediata bonifica del sito''. E' la richiesta avanzata dal presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero, incontrando i giornalisti assieme ai colleghi dell'esecutivo, a conclusione di una seduta di giunta dedicata al ritrovamento della nave che, secondo un pentito trasportava fanghi radioattivi. ''C'e' bisogno - ha detto Loiero - che vengano assunti provvedimenti di emergenza da parte dello Stato ma noi vogliamo essere presenti cosi' come lo siamo stati finora nei processi decisionali che si andranno ad attuare per mettere in sicurezza siti, marini e terrestri inquinati''. ''E' necessario - ha spiegato l'assessore regionale all'Ambiente Silvio Greco - che venga attuata la caratterizzazione del carico della nave, per sapere cosa contengono i fusti e conoscere in che tempi si procedera' alla bonifica dell'area. Sapere anche dove sono le altre due navi fatte affondare in Calabria''. ''Come Giunta regionale - ha aggiunto Greco - vogliamo dei fatti. Ieri si parlava di task force del ministero. Allo stato oggi non ho visto nulla. Sulla vicenda c'e' l'attenzione della stampa nazionale e internazionale. Ritengo che sulla questione potrebbe essere necessario un consiglio dei ministri. Si tratta di interventi di una certa delicatezza. Sino ad ora non si ha conoscenza di attivita' per il recupero di scorie tossiche''.

Conferenza capigruppo regionali “serve adeguata bonifica”. La Conferenza dei Presidenti dei Gruppi consiliari, riunitasi oggi dopo la pausa estiva, ha espresso “forte preoccupazione per le notizie circa la scoperta al largo di Cetraro (Tirreno cosentino) di una “nave dei veleni”. I capigruppo hanno sottolineato il disagio creato da una notizia cosi sconvolgente: “L’attenzione che finora si è registrata, sia da parte della magistratura che della Regione - è stato asserito – deve condurre alla scoperta della verità, affinché si costruisca un percorso di adeguata bonifica, nel caso fosse necessario, e di rassicurazione per le popolazioni che legittimamente esprimono allarme e rabbia. Il Consiglio regionale, in ogni caso, è attento verso quanto di grave sta accadendo e valuterà a breve le iniziative più opportune da assumere”.

Mons. Nunnari “Adesso basta”. ''Adesso basta! La bella Calabria ha ricevuta da Dio tanta ricchezza nella bellezza delle sue coste, delle sue montagne, dei suoi mari''. E' quanto afferma mons.Salvatore Nunnari, arcivescovo Metropolita di Cosenza-Bisignano, in una dichiarazione al Servizio di Informazione Religiosa della Cei, dopo il ritrovamento di una nave adagiata sul fondale, a poche miglia da Cetraro (Cs), nel Tirreno cosentino, e che vede la zona di mare come possibile deposito di scorie tossiche. ''Vogliamo gridare la nostra vibrata protesta - afferma il presule calabrese - contro chi brucia i nostri boschi e avvelena i nostri mari. Siamo stanchi - aggiunge - di questo continuo latrocino ad opera di chi ruba i doni di Dio''. La Calabria ''povera - afferma il metropolita casentino - si ribella e si deve ribellare contro questa maledetta piovra che allunga dovunque i suoi tentacoli''. La Chiesa ''alza la sua voce ed esprime - conclude mons. Nunnari - tutta la sua vicinanza alla magistratura e particolarmente alla Procura della Repubblica di Paola che sta portando avanti questa difficile e complessa inchiesta. Attendiamo che sia punito chi giustamente chi alza la sua mano contro il creato e quindi contro i fratelli''. ''Aspettiamo che la magistratura ci dia maggiori informazioni su quanto sta avvenendo anche se il problema dei rifiuti e della salvaguardia della natura riguarda tutto il nostro Paese ed in particolare la Calabria'', dichiara invece, sempre al Sir, mons.Domenico Graziani, arcivescovo di Crotone e Santa Severina. ''A Crotone - aggiunge il presule - ci ritroviamo in una vera e propria emergenza'', invitando ad esercitare ''il dovere minimo della vigilanza, in particolare da chi e' preposto ed eletto per responsabilita' di governo''. Soddisfatto invece, il parroco di Cetraro (Cs) e direttore della Caritas regionale calabrese, don Ennio Stamile: ''Finalmente si sta dando il giusto rilievo al ritrovamento di una nave probabilmente carica di rifiuti tossici a largo delle coste di Cetraro, in Calabria. In realta' cio' si sospettava da diversi anni ma le solite lentezze istituzionali hanno lasciato trascorrere tempo prezioso per la bonifica dei fondali''. Oltre due anni fa la capitaneria di porto di Cetraro - spiega il sacerdote - ha interdetto la pesca nella zona del rinvenimento del relitto, a circa 20 miglia dalla costa di Cetraro, perche' nel pesce ''risultavano presenti alcune sostanze tossiche oltre il limite consentito''. ''Personalmente ritengo - aggiunge don Stamile - che tali reati dovrebbero essere ascritti tra i crimini contro l'umanita', da parte della comunita' internazionale ovviamente''. Come parroco di Cetraro si dice ''fortemente preoccupato per l'impatto che la notizia puo' avere sull'economia della citta', sia per il turismo, sia per i pescatori''

Dima (Pdl) “Individuare responsabilità”. Giovanni Dima, deputato del Pdl, ha presentato una interrogazione al ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, sulla vicenda della nave affondata, probabilmente carica di bidoni con rifiuti radioattivi, nel mare di Cetraro, nel Cosentino. ''La Procura della Repubblica di Paola - scrive Dima - ha avviato un'indagine sull'illecito smaltimento di scorie radioattive e di rifiuti pericolosi che ha portato, proprio nelle ultime ore, alla scoperta del relitto di un mercantile fatto affondare a largo delle coste tirreniche calabresi, con a bordo molti fusti dal contenuto sospetto; questa indagine dimostrerebbe l'esistenza di un traffico finalizzato all'illecito smaltimento di materiale radioattivo gestito da organizzazioni criminali ed attuato attraverso l'utilizzo di mercantili fatti affondare nel Tirreno; la notizia ha suscitato il giustificato allarme delle popolazioni e delle istituzioni locali per gli alti rischi connessi alla salute dei cittadini ed alla salubrita' dell'ambiente anche e soprattutto perche' la magistratura paolana ha gia' dichiarato, molto giustamente, che e' necessario ed indispensabile far luce su altri affondamenti sospetti che, nel corso degli anni, si sarebbero verificati a largo delle coste calabresi; grazie all'impegno ed alla caparbieta' della Procuratore della Repubblica di Paola, che aveva gia' avviato un'altra indagine sulla presenza di rifiuti radioattivi nella vallata del fiume Oliva, tra i Comuni di Aiello Calabro e Serra d'Aiello, in provincia di Cosenza, si sta scoprendo uno scenario a dir poco sconcertante che riguarderebbe quasi tutti i fondali del Tirreno cosentino dove sarebbero state fatte affondare una trentina di natanti. Questa indagine - prosegue Dima - oltre alla preziosa collaborazione offerta dalla Regione e dall'Arpacal, richiede un adeguato sostegno da parte del Ministero competente soprattutto per quanto riguarda la localizzazione di eventuali altri relitti nonche' l'accertamento della natura del materiale recuperato e la successiva bonifica dei siti; vi e' gia' stato, in tal senso, un impegno del gabinetto del Ministro che ha disposto l'immediata costituzione di un gruppo di lavoro ad hoc e l'invio di battelli antinquinamento a dimostrazione di come sia alta l'attenzione del governo su tutta la vicenda''. L'esponente del Pdl, quindi, chiede ''quali ulteriori iniziative, il Ministro dell'Ambiente, intenda prendere per rendere ancora piu' incisiva l'azione del governo in materia e far si' che si possa sostenere con concretezza lo sforzo delle istituzioni interessate all'individuazione delle responsabilita' di merito''.

Minniti “Scenario agghiacciante”. ''Abbiamo il dovere di sperare che le notizie sulle navi dei veleni vengano drasticamente ridimensionate. Se malauguratamente cosi' non dovesse essere, e abbiamo il diritto di saperlo immediatamente, la Calabria e l'intero Paese devono sapere che si aprira' uno scenario inedito e agghiacciante''. Lo scrive Marco Minniti, responsabile nazionale del dipartimento sicurezza del Pd, in un editoriale che uscira' domani sul quotidiano ''Calabria Ora'' e di cui il giornale ha fornito una anticipazione. ''Non ci meraviglia - ha aggiunto - l'assenza di amore per la Calabria della 'ndrangheta. Sappiamo che il motore dei suoi traffici e' la morte e che l'esito dei suoi affari e' il furto permanente di futuro dei territori e delle comunita' in cui opera. Inevitabile che prima o poi il mostro omicida distrugga perfino i territori e le comunita' in cui e' radicato e che considera suoi''. ''La Regione Calabria, il presidente Loiero e l'assessore Greco - ha sostenuto Minniti - in questa vicenda hanno fatto bene e tutto quello che era nelle loro possibilita'. Ma se le cose dovessero stare come alcuni temono diventa necessaria una diretta assunzione di responsabilita' da parte del Governo nazionale. Insieme alla Giunta, alla Protezione civile, ai grandi centri scientifici italiani e del mondo che lavorano sulla salute del mare bisognera' costruire una rete per un piano di messa in sicurezza del nostro mare e della nostra terra. Inoltre, bisognera' avere un quadro della salute con adeguate indagini epidemiologiche per capire se esistono relazioni significative tra certe patologie e il temuto cimitero di navi per intervenire con terapie efficaci e tempestive''

Realacci “Trovare le altre navi”: "Allargare le ricerche per trovare anche le altre navi affondate misteriosamente": e' quanto chiede Ermete Realacci, responsabile ambiente del Pd, tornando sulla vicenda della nave dei veleni in Calabria. "Il ritrovamento del relitto affondato a largo di Cetraro - spiega Realacci - e' un elemento fondamentale per riaprire le inchieste chiuse e riprendere le indagini sugli affondamenti sospetti di oltre una quarantina di navi". Realacci ricorda che "ad oggi, le procure investite delle indagini per reati di ecomafia e la Marina militare sono a conoscenza dell'esatta posizione dei siti di affondamenti di almeno nove navi cariche di pericolosi rifiuti. Sono passati troppo anni e non c'e' piu' tempo perdere per fare luce su una storia di una gravita' assoluta che mette a rischio la salute di tanti cittadini e l'ecosistema marino del Mediterraneo. Il Governo - chede l'esponente del Partito democratico - venga subito in Parlamento a riferire su questa vicenda".

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