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Notizie di cronaca

 

 

Guerra Procure, archiviate le accuse a De Magistris dal Tribunale di Perugia

22 set 09 “Dal provvedimento del GIP di Perugia si può trarre la conclusione che magistrati di Catanzaro indebitamente indagarono me e i magistrati di Salerno, producendo un mostro giuridico che non si è mai visto neanche nei Paesi in cui vige il codice militare di guerra”. Lo scrive Luigi de Magistris sul suo sito e sulla sua pagina facebook commentando la notizia dell’archiviazione, da parte del Tribunale di Perugia, delle accuse che gli erano state rivolte insieme a sette pm di Salerno, tra cui l'ex procuratore Luigi Apicella, nell’ambito della cosiddetta “guerra tra procure”, nata dopo la denuncia sollevata dallo stesso de Magistris per l’avocazione delle inchieste Why not e Poseidone. Secondo l’eurodeputato dell’IdV, “l'operazione era chiaramente strumentale per fermare le indagini di Salerno”. “Uno scempio giuridico”, lo definisce de Magistris, di fronte al quale “le Istituzioni competenti – CSM in testa - sarebbero dovuti intervenire per consentire ai magistrati di Salerno di lavorare serenamente”. Perciò l’archiviazione perugina “non fa altro che confermare che le indagini di Salerno erano doverose. Questo mostro giuridico fu creato per fermare i magistrati di Salerno”, scrive l’ex pm di Catanzaro che sul suo sito e sulla sua pagina Facebook ricostruisce tutta la vicenda. De Magistris ricorda anche come “fu data notizia che ero indagato poche ore dopo che era stata resa nota la mia candidatura al Parlamento Europeo” perché “le menti raffinatissime che ancora operano nelle Istituzioni hanno tentato anche di inquinare la mia campagna elettorale”. “Per queste condotte esterne ed interne alle Istituzioni –continua l’europarlamentare dell’IdV- ci sono magistrati che sono stati esautorati dalle loro funzioni, addirittura il Procuratore della Repubblica di Salerno è stato sospeso. Una vergogna -conclude- di cui il Paese dovrebbe chiedere conto a chi, dall'interno delle Istituzioni, ha consentito tale delitto”.“Dal provvedimento del GIP di Perugia si può trarre la conclusione che magistrati di Catanzaro indebitamente indagarono me e i magistrati di Salerno, producendo un mostro giuridico che non si è mai visto neanche nei Paesi in cui vige il codice militare di guerra”. Lo scrive Luigi de Magistris sul suo sito e sulla sua pagina facebook commentando la notizia dell’archiviazione, da parte del Tribunale di Perugia, delle accuse che gli erano state rivolte insieme a sette pm di Salerno, tra cui l'ex procuratore Luigi Apicella, nell’ambito della cosiddetta “guerra tra procure”, nata dopo la denuncia sollevata dallo stesso de Magistris per l’avocazione delle inchieste Why not e Poseidone. Secondo l’eurodeputato dell’IdV, “l'operazione era chiaramente strumentale per fermare le indagini di Salerno”. “Uno scempio giuridico”, lo definisce de Magistris, di fronte al quale “le Istituzioni competenti – CSM in testa - sarebbero dovuti intervenire per consentire ai magistrati di Salerno di lavorare serenamente”. Perciò l’archiviazione perugina “non fa altro che confermare che le indagini di Salerno erano doverose. Questo mostro giuridico fu creato per fermare i magistrati di Salerno”, scrive l’ex pm di Catanzaro che sul suo sito e sulla sua pagina Facebook ricostruisce tutta la vicenda. De Magistris ricorda anche come “fu data notizia che ero indagato poche ore dopo che era stata resa nota la mia candidatura al Parlamento Europeo” perché “le menti raffinatissime che ancora operano nelle Istituzioni hanno tentato anche di inquinare la mia campagna elettorale”. “Per queste condotte esterne ed interne alle Istituzioni –continua l’europarlamentare dell’IdV- ci sono magistrati che sono stati esautorati dalle loro funzioni, addirittura il Procuratore della Repubblica di Salerno è stato sospeso. Una vergogna -conclude- di cui il Paese dovrebbe chiedere conto a chi, dall'interno delle Istituzioni, ha consentito tale delitto”.“Dal provvedimento del GIP di Perugia si può trarre la conclusione che magistrati di Catanzaro indebitamente indagarono me e i magistrati di Salerno, producendo un mostro giuridico che non si è mai visto neanche nei Paesi in cui vige il codice militare di guerra”. Lo scrive Luigi de Magistris sul suo sito e sulla sua pagina facebook commentando la notizia dell’archiviazione, da parte del Tribunale di Perugia, delle accuse che gli erano state rivolte insieme a sette pm di Salerno, tra cui l'ex procuratore Luigi Apicella, nell’ambito della cosiddetta “guerra tra procure”, nata dopo la denuncia sollevata dallo stesso de Magistris per l’avocazione delle inchieste Why not e Poseidone. Secondo l’eurodeputato dell’IdV, “l'operazione era chiaramente strumentale per fermare le indagini di Salerno”. “Uno scempio giuridico”, lo definisce de Magistris, di fronte al quale “le Istituzioni competenti – CSM in testa - sarebbero dovuti intervenire per consentire ai magistrati di Salerno di lavorare serenamente”. Perciò l’archiviazione perugina “non fa altro che confermare che le indagini di Salerno erano doverose. Questo mostro giuridico fu creato per fermare i magistrati di Salerno”, scrive l’ex pm di Catanzaro che sul suo sito e sulla sua pagina Facebook ricostruisce tutta la vicenda. De Magistris ricorda anche come “fu data notizia che ero indagato poche ore dopo che era stata resa nota la mia candidatura al Parlamento Europeo” perché “le menti raffinatissime che ancora operano nelle Istituzioni hanno tentato anche di inquinare la mia campagna elettorale”. “Per queste condotte esterne ed interne alle Istituzioni –continua l’europarlamentare dell’IdV- ci sono magistrati che sono stati esautorati dalle loro funzioni, addirittura il Procuratore della Repubblica di Salerno è stato sospeso. Una vergogna -conclude- di cui il Paese dovrebbe chiedere conto a chi, dall'interno delle Istituzioni, ha consentito tale delitto”.

Vicepresidente Cersosimo “I corsi universitari un investimento sociale”

22 set 09 Il vicepresidente della Giunta regionale della Calabria, Domenico Cersosimo, ha concluso l'incontro, che si e' tenuto all'Universita' della Calabria, sul tema ''Corsi di potenziamento: bisogni e qualita' formativa''. Una riflessione sulla didattica - informa una nota dell'ufficio stampa della Giunta regionale - come investimento sociale strategico per accrescere le capacita' cognitive degli studenti che si iscrivono per la prima volta all'Universita', aiutandoli a colmare quei deficit di competenza che si trascinano dalla scuola attraverso un'azione di recupero in ingresso e attivita' di accompagnamento durante l'intero corso di laurea. ''Le politiche formative sono complicate ma estremamente importanti - ha affermato Cersosimo - ancor piu' oggi, in un momento di crisi profonda per la scuola, travolta da una flessione demografica che determina una perdita incontenibile di studenti in Calabria, al ritmo di 5-6 mila all'anno. Una flessione insostenibile - ha aggiunto - che di questo passo tra 7-8 anni portera' ad almeno 20 mila alunni in meno nei nostri licei e, conseguentemente, ad una contrazione significativa del potenziale di nuove immatricolazioni nei nostri atenei. Senza contare le nefaste conseguenze della cosiddetta riforma Gelmini che condurra' ad un ulteriore impoverimento del rendimento scolastico nelle classi che saranno formate da trenta alunni e piu', un vero e proprio disastro formativo. In una situazione del genere, nella quale si assiste quasi impotenti ad una sempre piu' incalzante rarefazione delle arene formative tradizionali, come la famiglia, le parrocchie, i partiti - ha sottolineato poi Cersosimo - trascurare la didattica scolastica equivale a trascurare il suo impatto performante sulle nuove generazioni. Occuparsi pertanto della scuola, della didattica, dell'Universita', e' un'azione pubblica straordinaria per il nostro futuro. I corsi di potenziamento attivati congiuntamente dall'Universita' della Calabria e dalla Regione Calabria rappresentano innanzitutto un riduttore delle incertezze degli studenti alla loro prima esperienza universitaria e una sorta di guida ad una nuova organizzazione didattica, a nuovi linguaggi, ad una nuova semantica''.

Software piratato in studio professionale, due denunce della Finanza a Melito

22 set 09 Una vasta attivita' di contrasto alla pirateria informatica ha tenuto impegnata nei giorni scorsi la Guardia di Finanza di Melito Porto Salvo. Obiettivi principali degli interventi posti in essere dai militari della tenenza cittadina sono stati gli utilizzatori di software contraffatti. Le operazioni volte alla tutela del diritto d'autore in campo informatico sono state svolte con l'ausilio di personale dell'associazione di categoria Bsa (Business software alliance). Due professionisti sono stati denunciati alla Procura di Reggio Calabria perche' trovati con 37 programmi pirata istallati illecitamente sui computer, otto hard disk sono stati sequestrati e le Fiamme gialle hanno elevato sanzioni per 160mila euro. L'operazione e' l'attuazione della giornata di approfondimento professionale tenuta lo scorso luglio presso il Comando provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria sull'argomento della contraffazione informatica. ''Ci auguriamo -ha commentato il responsabile antipirateria Bsa in Italia, Arnaldo Borsa- che la collaborazione prosegua e si approfondisca, ampliandosi il piu' possibile in una regione in cui temiamo che il fenomeno della pirateria del software sia diffuso a livelli endemici''.

Un arresto a Vibo

22 set 09 Un giovane 32enne, P.C., e' stato arrestato dagli agenti di un equipaggio della volante della polizia di stato di Vibo Valentia con l'accusa di detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio. L'arresto e' avvenuto nel piazzale della stazione ferrovia di Vibo Marina, dove il giovane, che risulta residente a Jonadi, un paesino del vibonese, e' stato intercettato mentre discuteva con altri due giovani. Gli agenti, insospettiti dall'atteggiamento del terzetto, hanno proceduto alla perquisizione dell'auto, un'Audi, parcheggiata poco distante e nello spazio del bracciolo hanno rinvenuto oltre 18 grammi di marijuana divisa in tre involucri di carta velina.

 

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