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Alluvione nel messinese: 21 morti

 

Loiero “Tragedia di Messina un monito, Governo vari piano di interventi per Calabria e Sicilia”. Aumenta bilancio vittime: sono 21, 40 gli scomparsi. Tra i rimpalli la polemica Callipo Matteoli

03 ott 09 “Siamo tutti vicini ai fratelli siciliani e qualsiasi parola è insufficiente a esprimere il cordoglio davanti ai morti di questa ennesima sciagura”. Comincia così la dichiarazione del Presidente della regione Calabria, Agazio Loiero, a proposito della tragedia seguita al nubifragio che ha sconvolto alcuni paesi in provincia di Messina. “E’ un dramma immane –afferma Loiero- quello che è avvenuto in provincia di Messina. Il loro lutto è anche il nostro. Siciliani e calabresi, nei secoli, sono stati accomunati da diverse sventure. E una sciagura simile, per fortuna senza tante vittime, la Calabria l’ha vissuta soltanto un anno fa, quando il maltempo ha infierito diffusamente su un territorio fragile e una frana, una delle centinaia che hanno messo in ginocchio la regione, si è abbattuta sull’autostrada provocando due morti, tagliando in due l’Italia, causando disagi enormi e prolungati per mesi. La Calabria, ferita gravemente, è stata ignorata da Roma. Il governo centrale, dopo una fugace visita di Bertolaso e alcuni impegni assunti, ha stanziato, con due ordinanze, meno di venticinque milioni, una cifra molto ma molto distante dalle necessità. Ancora dopo un anno, tuttavia, ne ha messo a disposizione soltanto sei e non abbiano notizia delle somme rimanenti. Insomma la Calabria è stata lasciata sola. Sono convinto, però, che come sarà per la Sicilia anche per la Calabria ci dovrà essere l’impegno da parte dello Stato per risolvere i problemi legati al dissesto idrogeologico del territorio. La Regione Calabria, infatti, ha programmato di spendere più di ottocento milioni di euro per riparare i guasti al territorio e alle infrastrutture. Ma nessuna regione, davanti a eventi drammatici e luttuosi come quelli che hanno colpito la provincia di Messina due giorni fa o a ripetizione si abbattono sulla Calabria (un anno fa la tragedia dell’Autostrada e delle strade cancellate dalle piogge, ma già c’erano stati i morti di Soverato e quelli di tante frane nelle zone interne), può riprendersi senza il conforto della solidarietà nazionale. Anche perché in queste tragedie il fatalismo non c’entra. Il dissesto idrogeologico è noto in maniera molecolare mediante mappe dettagliate, e gli studiosi di difesa del suolo da decenni ripetono l’allarme: il Sud rischia di liquefarsi sotto piogge insistenti, com’è avvenuto per molte zone della Calabria nell’inverno scorso o come, peggio, è avvenuto adesso nel Messinese. Voglio sperare che la tragedia del Messinese induca finalmente il governo nazionale a varare un vasto e definitivo piano di interventi idonei per mettere il territorio a regime in Sicilia come in Calabria, creando condizioni di sicurezza in tanti paesi minacciati da frane e smottamenti. Servono, infatti, investimenti consistenti che non sono alla portata delle singole regioni. E servono subito".

Sono 21 i morti, balletto delle responsabilità. Quarantotto ore dopo il disastro che ha colpito Messina, insieme alla conta dei danni e dei morti, 21 secondo l’ultimo bollettino della Protezione Civile, ma ancora provvisorio e destinato purtroppo a aumentare) comincia il balletto delle responsabilità. Anzi, i processi: quello che potrebbe scaturire dall'inchiesta della procura - che ha già nominato un pool di esperti - e quello che vede contrapposti, da una parte, sfollati, familiari delle vittime, ambientalisti e, dall'altra, gli amministratori pubblici, accusati di aver lasciato al "partito del cemento" (la definizione è del ministro Angelino Alfano) un territorio che aveva cominciato a scricchiolare già vent'anni fa. "Certo, chi deve dare le autorizzazioni a costruire dovrebbe stare più attento", ha affermato perfino il cardinale Tarcisio Bertone. Al primo gruppo si iscrive il capo della Protezione civile Guido Bertolaso, che non intende fare sconti: "Non c'é dubbio che gli abusi sul territorio sono la causa di questa tragedia", ha ribadito oggi, ringraziando il presidente Napolitano che ieri aveva dato sostegno alla sua tesi. E domani arriverà Silvio Berlusconi, una visita, afferma Bertolaso, che si limiterà a un sorvolo dell'area, "perché non si possono intralciare le operazioni di soccorso. Il presidente lo sa bene, e per questo ha rimandato a domani la sua visita". In una giornata in cui sprazzi di sole si sono alternati ad acquazzoni, le squadre dei soccorsi (1.100 uomini, circa 250 mezzi e una quindicina di elicotteri) continuano a scavare a Scaletta Zanclea, il comune alle porte di Messina devastato dall'alluvione, e nelle frazioni di Giampilieri, Molino, Altolia, Briga Superiore, dove sotto le macerie si cercano i 35 dispersi della tragedia; mentre nell'obitorio del Policlinico di Messina ai 18 morti trovati ieri si aggiungono altri tre cadaveri recuperati oggi. Nello stesso ospedale, qualche piano più su, sono ancora ricoverati 30 feriti, dopo che una cinquantina sono stati dimessi in mattinata.

Strade inagibili. La provinciale che porta a Scaletta Zanclea sembra una sorta di Saigon durante la guerra: file di camion trasportano i detriti verso le discariche, incrociando sulla verticale gli elicotteri che atterrano e decollano dal campo di calcio della frazione di Santa Margherita, dove la protezione civile ha allestito il centro aereo di soccorso per evacuare gli abitanti rimasti a Molino e Altolia, ancora irraggiungibili con i mezzi di terra. Ieri sera era toccato a 500 persone di Giampilieri, soprattutto bambini e anziani, portati via in tre ore dagli uomini dei soccorsi. Davanti a questo eliporto di fortuna c'é il mare; dietro una lunga schiera di case sulle quali incombono le spalle ripide della collina, qua e là sfregiate da frane. Il numero degli sfollati si aggira sui 500, ma anche questo è un dato in aggiornamento continuo. La devastazione offusca gli occhi ma getta anche un fascio di luce su tutto ciò che non è stato fatto in questo lembo d'Italia, un Paese dove i disastri ambientali negli ultimi 50 anni hanno fatto mediamente 4 morti al mese e in cui, come ha evidenziato Bertolaso, per mettere in sicurezza le aree a rischio servirebbero circa 25 miliardi di euro. In una conferenza stampa concitata, oggi il capo della protezione civile regionale, Salvatore Cocina, ha spiegato che la Regione, negli ultimi due anni, ha investito soltanto tre milioni di euro per la messa in sicurezza dell'intera fascia jonica del Messinese, un tratto che va da Capo Peloro a Taormina, ben 50 chilometri. "Una cifra risibile - dice Cocina - ma la disponibilità finanziaria era questa".

Fondi dirottati. Il sindaco di Scaletta Zanclea, Mario Briguglio, insorge contro chi parla di abusivismo edilizio come causa della tragedia e ricorda che due anni fa ha chiesto 20 milioni di euro, dopo l'alluvione del 25 ottobre 2007, ricevendone 500 mila. Anche la Regione non ci sta a farsi processare, mentre dai Comuni e dal Genio civile i funzionari tirano fuori dai cassetti le richieste d'aiuto rimaste inascoltate. La giunta ha deciso di stanziare 20 milioni per i primi interventi e di aprire un'inchiesta amministrativa per accertare eventuali responsabilità, ma spiega che la gestione dei fondi e anche dell'emergenza spetta allo Stato. Ieri Palazzo d'Orleans era stato preso di mira dal ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo, che aveva accusato la Regione di aver utilizzato male il denaro. Oggi il deputato del Pd Filippo Panarello, che é nato proprio a Giampilieri, ribatte sostenendo che un milione stanziato nel 2007 per la zona dove due giorni fa è accaduto il disastro, è stato dirottato alle Eolie per volere del ministro.

Sindaco Scaletta “Soldi alluvione 2007 mai arrivati”. ''Basta con questa storia della speculazione edilizia. Voglio dire al sindaco di Messina e a Bertolaso che, a Scaletta, sono crollate case nel centro storico perfettamente a norma. La verita' e' che i soldi che erano stati stanziati per i lavori di consolidamento del territorio non ci sono mai arrivati''. Lo ha detto Mario Briguglio, sindaco di Scaletta Zanclea, uno dei comuni del messinese devastati dal nubifragio. ''Dopo l'alluvione del 2007 - ha aggiunto - avevo presentato una relazione in cui si faceva una stima dei danni. Avevo chiesto 20 milioni di euro. Me ne hanno assegnati 500mila. Poi la conferenza di servizi Comune-Protezione Civile ha approvato i progetti esecutivi dei lavori di risanamento del territorio. E a quel punto tutto si e' fermato. Non e' mai stata fatta una gara, perche' si sono accorti che i soldi non c'erano piu'''. ''Le uniche risorse che ho avuto - ha proseguito - sono state quelle spese per pagare le ditte che ripulirono il paese dalla frana''. ''L'anno scorso - ha concluso - il paese e' rimasto isolato 42 giorni per una frana. Ho fatto un progetto per la realizzazione di una galleria che ancora giace sul tavolo del presidente Lombardo e della Protezione Civile''

Polemica Callipo-Matteoli "Io sono convinto che realizzare il Ponte sullo Stretto, voglia dire, a cascata, realizzare anche Infrastrutture indispensabili per la Calabria e la Sicilia". L’affermazione è del ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Altero Matteoli, presente a Genova per l'inaugurazione del Salone Nautico Internazionale, rispondendo a chi gli domandava se la tragedia avvenuta a Messina potesse determinare una svolta nella realizzazione di grandi infrastrutture. "Comunque - ha aggiunto il ministro Matteoli - il ponte non si fa con soldi pubblici ma con soldi privati e attraverso il project e quindi non sono dirottabili per realizzare opere di altro tipo. Bisogna stare con i piedi per terra, nonostante mi renda perfettamente conto di questo momento emotivo anche perche' ci sono dei morti. La realta', pero', e' questa e io ho il dovere di fare i conti con la realta'.
Secca la replica dell’imprenditore, e candidato alla presidenza della regione Calabria, Pippo Callipo: "Ci vuole rispetto per i morti in queste ore. Poi mi piacerebbe che il Ministro le sue opinioni sul Ponte, piuttosto che a Genova, le dicesse a Messina, dove a causa dell'abusivismo e del degrado del territorio, si è consumata una tragedia. O in Calabria, dove facciamo i conti, senza che il Governo abbia ancora detto una parola, con la tragedia delle navi dei veleni... Dire che il Ponte oggi è una necessità, mentre ancora si debbono seppellire i morti, a me francamente pare una battuta di cattivo gusto, e siccome siamo ancora un Paese libero, se io sento una barzelletta che fa piangere lo dico e non rido..."

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