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Nuovo relitto nel vibonese

 

 

Sindrome relitti, un altro individuato nel vibonese

14 ott 09 Oramai è sindrome relitto in Calabria. Dopo il fusto di Diamante, che dopo veloci accertamenti si è rivelato un bidone pieno di cemento usato come corpo morto per ancorare le barche, ora i tanti relitti disseminati nel mare. che fino ad ieri erano oggetto di foto da parte dei sommozzatori. diventano tutte probabili navi dei veleni. Infatti un nuovo relitto è stato rilevato da un sonar di una imbarcazione al largo delle coste vibonesi. Una sorta di caccia al tesoro che sta solo generando preoccupazioni sulla popolazione. Senza dati certi e analisi di sorta continuare a procurare allarmi ingiustificati è pericoloso ed inutile. I relitti sotto al mare sono isolati dall’acqua e finchè non viene appurata una moria di pesci, un avvelenamento della fauna marina, gridare al lupo è solo deleterio. La magistratura vibonese, intanto, informata dei fatti ha aperto un inchiesta come dovuto ed un informativa è stata mandata all’assessorato regionale dell’Ambiente. Piuttosto, perché le istituzioni locali e nazionali non diffondono i dati delle analisi fatte fino ad oggi? Perché ulteriori analisi non vengono effettuate? Perché la nave che doveva scandagliare i fondali di Cetraro per verificare il contenuto dei fusti ancora non è arrivata? Domani ci sarà l’incontro al Ministero, Confidiamo nei pescatori. Loro sulla propria pelle vivono l’emergenza. Il pesce non si vende più e tutta une economia, da quella ittica a quella turistica sta andando a farsi benedire.

Comandante capitaneria di porto smentisce ritrovamento. Il comandante della Capitaneria di Porto di Vibo Valentia, Luigi Piccioli, smentisce il rinvenimento di una "nave dei veleni" al largo della costa vibonese. "Al momento non c'e' nessuna iniziativa, nessuna nave oceanica che fa delle ricerche - dice - Nelle mappe si fa riferimento al "Michigan", una motonave affondata nel 1983 di cui siamo in possesso delle polizze di carico che non ha niente a che fare con le navi dei veleni".

Ass. Greco “Basta gridare al lupo, al lupo”. "E' ora di finirla di gridare al 'lupo al lupo'. Ogni giorno il mio assessorato riceve decine di segnalazioni telefoniche, via fax o e-mail, ma la presenza di un relitto in mare non significa necessariamente che si tratti di una nave dei veleni". Così l'assessore all'ambiente della Regione Calabria, Silvio Greco, in merito alle notizie relative al ritrovamento di altre navi affondate nei mari calabresi, dopo quello relativo all'imbarcazione che, secondo le indicazioni di un pentito, conterrebbe rifiuti tossici. "Bisogna stare attenti - ha detto Greco, raggiunto a Bruxelles dove si trova per impegni istituzionali con l'eurodeputato Mario Pirillo - perche' al largo della costa calabrese ci sono almeno 150 relitti risalenti all'ultimo conflitto mondiale. Non si puo' parlare di rifiuti tossici se non si hanno prima i riscontri scientifici. Non mi risulta - aggiunge Greco a proposito del presunto rinvenimento al largo della costa vibonese - che siano a disposizione sonar in grado di rilevare la presenza di navi affondate in quella zona. Fino a quando non avremo riscontri scientifici, rischiamo solo di fare allarmismo". Diversa, aggiunge Greco, e' il caso della nave localzzata al largo di Cetraro. "Quella - dice - e' una situazione realmente preoccupante, perche' abbiamo i filmati del relitto. Occorre che la nave, che si chiami Cunsky come dice il pentito o in un altro modo, sia rimossa e la zona bonificata. Per il resto - ha aggiunto - bisogna stare calmi, perche' in Calabria ormai c'e' la psicosi. Ieri mi hanno allertato perche' qualcuno aveva segnalato la presenza di un bidone al largo di Diamante, poi si e' verificato che si trattava di un corpo morto per l'ormeggio".

Legambiente “Forse relitto Mikigan”. '''Potrebbe essere quello della Mikigan, il relitto avvistato sui fondali di Vibo Valentia''. Lo afferma Legambiente sulla base della cartina della O.d.m., ossia Oceanic Disposal Management Inc. (societa' creata dall'imprenditore Giorgio Comerio, per l'affondamento programmato di scorie radioattive nei fondali marini), agli atti della commissione parlamentare sul ciclo dei rifiuti. Il relitto avvistato potrebbe essere infatti quello della nave affondata il 31 ottobre 1986 nel mar Tirreno calabrese con il suo carico misterioso, sicuramente protetto da granulato di marmo (materiale utilizzato per schermare materiali altamente radioattivi), dopo essere partita dal porto di Massa Carrara, altro porto spesso citato nelle indagini sulle navi fantasma e luogo dal quale parti' anche la Rigel, poi affondata con analoghe caratteristiche nel 1987 a largo di Capo Spartivento. ''Le navi dei veleni costellano i nostri mari. Le segnalazioni di questi giorni e l'ultimo ritrovamento sono la prova che chi cerca trova - ha dichiarato il vicepresidente di Legambiente Sebastiano Venneri - e urge intervenire in forze e con strumenti adeguati per recuperarle e mettere in sicurezza il loro inquietante contenuto. E' evidente poi che non ci sono solo le navi segnalate dal pentito Fonti. Numerose indagini sullo smaltimento illegale dei rifiuti in Italia indicano molteplici casi di affondamenti sospetti da verificare''. ''Purtroppo pero' - ha aggiunto Nuccio Barilla' di Legambiente Calabria - e' drammaticamente sotto gli occhi di tutti la totale inerzia delle istituzioni in tal senso. Ad un mese dall'avvistamento del relitto a largo di Cetraro, che si sospetta fortemente essere la Cunsky, nessuna operazione concreta e' stata avviata per il recupero e la verifica dei suoi contenuti. Addirittura, non si e' mai avuto notizia dell'arrivo della nave della Saipem (gruppo Eni) che secondo il ministro Prestigiacomo sarebbe partita da Cipro il 7 ottobre per verificare la situazione del relitto di Cetraro, mentre l'Astrea, altra nave mandata dal ministero per le prime operazioni di monitoraggio, sarebbe ferma a largo di Maratea in attesa di autorizzazioni proprio da parte dello stesso ministero''.

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