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Nave veleni, ass. Greco: A rischio tutto il Mediterraneo
Relitto di Cetraro, ass. Greco “A rischio tutto il Mediterraneo” 01 ott 09 L’assessore all'ambiente della Regione Calabria, Silvio Greco, a Roma per una conferenza stampa del WWF, a proposito della nave dei veleni ritrovata a Cetraro, fa appello anche alla comunità internazionale e, in particolare, ai paesi che insistono sul Mediterraneo, e punta anche il dito sull'immobilismo del Governo relativamente alla vicenda: “Non è possibile che non si ponga un problema di così inaudita gravità in Consiglio dei Ministri. Questo è un problema del Mediterraneo perchè bastano le scorie delle tre navi per contaminare tutte le acque”. Durante il suo intervento l’ass. Greco si è reso disponibile, a nome delle regione Calabria, “a fornire tutte le informazioni necessario al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi che ieri ha sentito telefonicamente il presidente della Regione Calabria Agazio Loiero”. Greco, poi, al termine della conferenza nella sede romana del Wwf ha parlato anche della rimozione del relitto: “Rimuovere la nave è una operazione banale, visto che il nostro paese ne rimuove di continuo anche a tremila metri di profondità”. Greco ha anche spiegato che “la nave ha una struttura compatibile con quelle costruite tra gli anni '50 e '60. Presenta evidenti squarci a prua che sembrano essere stati causati da una esplosione. Ufficialmente la nave era stata smantellata nel '92”. Nella conferenza stampa, Greco ha espresso “grande preoccupazione per il silenzio assordante che circonda tutta questa vicenda”, pericolosa perchè “il carico della nave ritrovata e delle altre due, che il pentito di mafia aveva detto di avere affondato, basterebbero per contaminare, con il loro carico di nucleidi, tutto il bacino del Mediterraneo”. I deputati del PD chiedono la protezione per il pentito Fonti. I deputati del Pd Marco Carra, Maria Grazia Laganà Fortugno ed Alessandro Bratti chiedono, in un'interrogazione rivolta al Ministro dell'Interno, "il ripristino in tempi rapidissimi del programma di protezione nei confronti del collaboratore di giustizia Francesco Fonti, l'ex boss della 'ndrangheta che con le sue rilevazioni ha portato al rinvenimento del relitto della nave Cunski carica di rifiuti tossici e scorie radioattive''. "Ad oggi - è detto nell'interrogazione - Francesco Fonti è privo di qualsiasi programma di protezione da parte dello Stato sebbene, in ragione della sua collaborazione, la sua incolumità sia messa pesantemente a rischio. Da qui le ragioni della nostra richiesta".
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