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Il relitto di Cetraro una nave passegeri del 1907

 

Nave dei veleni: è la nave passeggeri "Catania" silurata nel 1917. Grasso "Nessuna conaminazione, caso Cetraro chiuso"

29 ott 09 ''La nave non e' la nave dei veleni, e' una nave passeggeri, la Catania, e' affondata durante le prima guerra mondiale, nel 1917''. Lo ha annunciato il ministro dell'ambiene Stefania Prestigiacomo in una conferenza stampa congiunta con il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso. La nave passeggeri Catania risulta dell'armatore 'Societa' marittima italiana' di Genova. Costruita a Palermo nel 1906 e' stata silurata nel corso della Prima Guerra Mondiale da un sommergibile tedesco il 16 marzo 1917 a largo di Cetraro nel viaggio di ritorno sulla tratta Bombay-Napoli. Non e', e' scritto sul dossier del ministero dell'Ambiente, della direzione distrettuale antimafia di Catanzaro e del reparto ambientale marino del corpo delle capitanerie di porto, ''una nave dei veleni e non contiene bidoni. La stiva è vuota, non ci sono fusti. Le immagini televisive che mostravano quello che sembrava un fusto in realtà erano la manica a vento del camino della nave''. Ha parlato anche il procuratore di Catanzaro, Giuseppe Borrelli, il quale ha spiegato che non ci saranno rilevamenti a terra perchè il pentito Francesco Fonti in nessuna occasione ha parlato di rifiuti sotterrati sul greto del fiume Oliva.

Nessuna contaminazione. Fino a 300 metri di profondita' e per un raggio di 7 chilometri sono da ''escludere tracce di contaminazione radioattiva''. Lo ha detto il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso a proposito dei rilievi fatti sul relitto affondato a largo di Cetraro. Grasso, durante la conferenza stampa in corso nella sede della Direzione nazionale antimafia di via Giulia, insieme al ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo, ha poi detto che si possono dare ''le prime rassicurazioni sugli esiti degli accertamenti attorno al relitto a largo di Cetraro, ma certo queste rassicurazioni non possono bastare per rassicurare la popolazione calabrese, quella italiana, e i turisti che cosi' numerosi vengono in questa regione''. Grasso ha aggiunto che il suo ufficio ''dara' impulso ad ulteriori indagini e anche a quelle gia' esistenti ma e' necessario recuperare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni e nella magistratura.

i rilievi del rov

Procuratore Grasso "Caso Cetraro chiuso". ''Il caso del relitto di Cetraro e' chiuso ma quello dell'inquinamento, in generale, della Calabria e' sempre aperto''. Lo ha detto il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso parlando nella sede della Dna di via Giulia nella conferenza stampa ora in corso alla quale partecipa anche il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo. Grasso ha aggiunto che ''serve certo un programma organico di interventi, per la Calabria, per accertare se vi e' necessita' di bonifiche alle quali procedere con risorse adeguate''. Grasso ha assicurato che il suo ufficio dara' tutto il necessario impulso alle indagini, comprese quelle gia' in corso. Tuttavia il procuratore ha sottolineato che finora ''si e' certamente causata una vittima: l'area di Cetraro e la Calabria. Perche' gli operatori turistici guardano con timore alla prossima stagione, perche' la popolazione si sente in pericolo temendo per le condizioni di salute, perche' i pescatori hanno smesso di pescare''

Ministro Prestigiacomo "Regione e Amministrazioni siano cauti". ''Vicende come queste vanno seguite con piu' prudenza e responsabilita'. Abbiamo registrato un tentativo di soffiare su questa vicenda da parte di chi, amministratori e sindaci, avrebbero dovuto agire con piu' cautela''. Lo ha detto il ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, in una conferenza stampa congiunta con il procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso, sulla cosi' detta 'nave dei veleni'. ''Abbiamo registrato - ha sottolineato ancora il ministro - ostilita' a tutti costi delle autorita' regionali verso il Governo. Oggi e' giusto rassicurare al piu' presto l'opinione pubblica e la popolazione calabrese''

Procure calabresi "Fonti non è attendibile": Francesco Fonti, il collaboratore di giustizia che ha dato avvio alle indagini sul traffico di rifiuti tossici in Calabria, culminato con il caso della 'nave dei veleni' ''non e' attendibile'' e non solo perche' la nave ritrovata al largo di Cetraro (Cosenza) non e' la Cunsky, come indicato da lui, ma anche perche' tutte e tre le navi che avrebbe contribuito ad affondare ''hanno continuato a navigare anche dopo il '92'', anno al quale risalibbero gli affondamenti. Lo hanno chiarito i magistrati delle procure calabresi di Catanzaro e Reggio Calabria nel corso della conferenza stampa alla direzione nazionale antimafia sui risultati finali dell'indagine. ''Dai riscontri nei registri portuali italiani - hanno spiegato - risulta che tutte e tre quelle navi hanno continuato a solcare i mari per lunghi anni dopo il '92''.

il cassero al centro

Sindaci del Tirreno "Il mare è la nostra Fiat". ''Non e' la Cunsky? Bene, il mare e' la nostra Fiat''. A sostenerlo e' il sindaco di Cetraro Giuseppe Aieta commentando ai microfoni di Cnr Media la notizia secondo cui il relitto al largo della cittadina tirrenica non sarebbe la nave indicata dal pentito Francesco Fonti. ''Noi siamo moderatamente e piacevolmente colpiti da questa notizia - prosegue Aieta - che diffonde un po' di serenita' nella nostra comunita', ma e' chiaro che questo non ci soddisfa pienamente: vogliamo che quel relitto sia rimosso dal nostro mare. Anche se si dimostra che quella nave non contiene fusti di nessun tipo, quella nave rappresenta un ostacolo per il turismo e per la nostra economia. Noi viviamo di mare, il mare e' la nostra Fiat''. ''Non si sa dov'e' la Cunsky, ma l'importante per noi - prosegue Aieta - e' sapere che il mare davanti a Cetraro e' pulito, che la morsa mediatica che si era stretta attorno al nostro paese si sta allentando. Se poi il Governo vorra' fare doverose ispezioni negli altri fondali, e' una cosa giusta. Noi intanto abbiamo pensato di esporre il relitto, che verra' finalmente portato via dal nostro mare, davanti al porto di Cetraro''.

I sindaci: Enrico Granata, sindaco di Belvedere Marittimo, “ovviamente la notizia che l’imbarcazione ritrovata non è la nave dei veleni ci fa piacere e ci solleva da una serie di problemi che si sono avvicendati dal suo ritrovamento, ovvero da metà settembre”. Ernesto Magorno, sindaco di Diamante e consigliere provinciale di Cosenza “più del nome della nave, ci interessa sapere cosa c’é dentro. Il mercato ittico è in ginocchio, come tutto ciò che ruota attorno alla ristorazione. In questo momento sono in ginocchio le prospettive della prossima stagione turistica”. “Al di là di ogni verifica - spiega il sindaco di Cetraro, Giuseppe Aieta - che si potrà fare, io chiedo che quella nave sia rimossa da fondali. Abbiamo chiesto e continueremo a chiedere lo stato di emergenza per andare incontro ai pescatori: il danno è stato fatto, non è facile recuperare”.

Legambiente "Le indagini non si fermino": ''Il risultato dell'indagine su Cetraro - ha dichiarato Sebastiano Venneri, vicepresidente nazionale di Legambiente - non deve in alcun modo rappresentare una battuta d'arresto nella ricerca della verita' sulle navi dei veleni e su tutte le vicende relative ai traffici illeciti di rifiuti tossico-nocivi e radioattivi nel nostro Paese''. ''Che l'Italia e il Mediterraneo siano stati teatro di smaltimenti illeciti, non e' infatti una fantasia ambientalista ma un fatto, denunciato e provato da molteplici fonti e indagini'', aggiunge Venneri. Dell'affondamento di una nave dei veleni a largo delle coste di Cetraro aveva parlato un collaboratore di giustizia nel 2004. Nel 2006 la commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti, presieduta da Paolo Russo, ribadi' le stesse informazioni. ''Se si fosse intervenuti con maggiore prudenza e determinazione nel verificare le fonti e nel cercare il relitto - ha continuato Venneri - avremmo probabilmente ottenuto la verita', in tempi piu' brevi e con minor spreco di energie''. ''Al di la' della Cunsky - ha concluso Venneri - sarebbe bene continuare con impegno la ricerca della verita' su questa vicenda come su quella relativa alla Rigel, sulla quale pesa una sentenza definitiva della Cassazione per affondamento doloso e carico difforme. Non possiamo abbassare la guardia. Dobbiamo invece essere consapevoli che una maggiore prudenza nella verifica delle fonti insieme ad una maggiore determinazione nella ricerca della verita' ci permettera' in futuro di raggiungere risultati piu' utili e significativi, con minor spreco di fondi ed energie''.

Bratti (PD) "Continuare analisi sedimenti". "Soddisfazione" per l'annuncio del procuratore Piero Grasso della chiusura del caso del relitto di Cetraro e' stata espressa dal capogruppo del Pd in Commissione Ecomafie, Alessandro Bratti il quale ricorda che "in questa vicenda il Pd si e' mosso con estrema cautela, come dimostrano i nostri interventi in parlamento e le numerose audizioni realizzate dalla Commissione. Abbiamo chiesto fin dall'inizio la verifica delle ipotesi sul tappeto. Per noi, infatti, e' sempre stato importante evitare allarmismi mentre crediamo che il governo, al contrario, si e' mosso con troppa lentezza e questo ha generato caos se non tentativi di biasimabili strumentalizzazione". Se il caso Cetraro e' chiuso, "restano comunque aperte - dice ancora Bratti - molte questioni delicate: ad esempio, credo che non siano affatto inutili ulteriori analisi sui sedimenti dei fondali proprio per fugare qualsiasi dubbio. E' poi indispensabile che il governo presenti una proposta seria sugli accertamenti che devono essere fatti riguardo alla presenza sui fondali marini di eventuali relitti potenzialmente pericolosi, per evitare ulteriori equivoci come quello di Cetraro. Sara' indispensabile poi che nei prossimi giorni anche il parlamento si esprima con un atto politico nei confronti del governo per accelerarne e definirne meglio l'azione".

Mancini (Pdl): Loiero si scusi. "Adesso che e' stato chiarito che la famigerata nave dei veleni non e' altro che un piroscafo passeggeri affondato nel 1917 durante la prima guerra mondiale, e' giunto il momento che l'onorevole Loiero si scusi con tutti i calabresi per aver alimentato un allarmismo tanto strumentale quanto ingiustificato che ha provocato danni incalcolabili all'economia calabrese". Cosi' Giacomo Mancini, del Pdl, per il quale "e' imperdonabile che al solo fine di ottenere un tornaconto elettorale, Loiero non abbia esitato a far passare in Italia e all'estero il messaggio che il nostro mare fosse radioattivo distruggendo cosi' l'immagine della nostra terra". L'esponente del Pdl conclude rilevando che "le conseguenze negative di questa scellerata condotta saranno pagate a lungo da tutti i calabresi, per questo, prima di uscire di scena, Loiero farebbe bene a cospargersi il capo di cenere pregando anche il suo assessore all'ambiente di rimanere in Australia".

Santelli "Deleterio allarmismo Regione". "Con la scoperta che il relitto ritrovato nelle acque antistanti Cetraro ha la stiva vuota ed alcuna contaminazione radioattiva e' stata rilevata, si chiude un capitolo increscioso che ci ha tenuti col fiato sospeso". Lo dice Jole Santelli, vice presidente della Commissione Affari Costituzionali, aggiungendo "ora bisogna che chi ha creato allarmismo, alimentando la paura e mettendo cosi in ginocchio l'economia della fascia tirrenica cosentina faccia ammenda". La parlamentare calabrese sottolinea quindi "una cosa e' certa: se il governo regionale non ne avesse fatto un uso politico, oggi avremmo raggiunto lo stesso obiettivo con molte perdite in meno per la nostra economia".

Tassi (Sd) "Verificare inquinamento fiume Oliva". "Apprendiamo con sollievo che la nave affondata al largo di Cetraro non è una nave dei veleni ma un relitto della prima guerra mondiale" lo dichiara Pino Tassi del coordinamento regionale di Sinistra Democratica. "Se il governo si fosse mosso prima non si sarebbe diffuso il panico che ha provocato ingenti danni economici.Ma questo non deve essere più il momento delle polemiche. Adesso serve accertare con assoluta priorità la causa dell'alta radioattività presente nella zona del fiume Oliva ad Amantea. Nello stesso tempo serve una campagna informativa che ridia un'immagine positiva alla nostra regione. Speriamo che questo allarme porti il governo nazionale e la regione Calabria a varare un grande piano di risanamento ambientale del nostro mare, delle nostre coste, delle nostre campagne. Il problema dell'inquinamento deve rimanere sempre attuale e deve vedere sempre la mobilitrazione dell'opinione pubblica calabrese".

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