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Nave dei veleni, Sindaci Tirreno: "Berlusconi ci riceva"

Nave dei veleni, i sindaci del Tirreno “Berlusconi ci riceva”. Fonti dai magistrati della DDA. Regione parte civile

26 ott 09 I Sindaci del Tirreno Cosentino si sono incontrati con il sindaco di Cosenza, Salvatore Perugini, nella sua qualità di presidente dell’Anci (l’Associazione dei comuni) Calabria e vice presidente dell’Anci nazionale, in relazione alla vicenda della cosiddetta “nave dei veleni”. Così è scritto in una nota, i sindaci “intendono confermare le istanze già rappresentate nella diffida inviata alla Presidenza del Consiglio ed espresse con decisione nella manifestazione unitaria di Roma dello scorso 20 ottobre”. “Tra queste, i sindaci - prosegue la nota - intendono ribadire la richiesta della dichiarazione dello “stato di emergenza”, analogamente a quando avviene per situazioni di calamità naturali, oltre che rinnovare la richiesta di un intervento finalizzato alla rimozione del relitto presente al largo delle acque di Cetraro ed alla definitiva chiarezza sul contenuto dello stesso”. “Per poter rappresentare le suddette istanze - è scritto nella nota - i Sindaci del Tirreno Cosentino, intendono ribadire con forza la loro richiesta di un incontro con il Presidente del Consiglio dei Ministri. Per tale motivo nell’incontro di questa sera a Paola i Sindaci chiederanno a Perugini di farsi interprete, attraverso l’Anci, della loro richiesta di un incontro urgente con il Governo per la vicenda “nave dei veleni”. Una richiesta per la quale di chiede, quindi, il coinvolgimento di tutti i comuni calabresi e del resto d’Italia, vista la straordinaria rilevanza che la questione ha per i cittadini delle comunità che i Sindaci sono chiamati a rappresentare”.

Fonti dai magistrati della DDA. Sarà sentito dai magistrati delle Direzioni distrettuali di Catanzaro e Reggio Calabria Francesco Fonti, il pentito di ‘ndrangheta che ha parlato dell’affondamento al largo di Cetraro (Cosenza) di una nave contenente 120 fusti con fanghi radioattivi. Fonti, che secondo quanto si è appreso ha ricevuto un avviso di garanzia nell’ambito dell’inchiesta sull’affondamento della nave, assistito dal suo legale, l’avv. Claudia Conidi, sarà sentito dal procuratore aggiunto di Catanzaro, Giuseppe Borrelli, titolare del- l’inchiesta insieme al procuratore Vincenzo Lombardo, e dal procuratore di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone. L’interrogatorio è in programma nella sede della Direzione nazionale antimafia, a Roma. Non ci sarà invece il procuratore di Livorno che, secondo quanto riferito dall’avv. Conidi, sentirà Fonti in un secondo momento. Sino ad oggi Fonti non è mai stato interrogato da alcuna autorità giudiziaria. Dell’affondamento della nave al largo di Cetraro, che il collaboratore indica nella Cunsky, Fonti ha parlato in un memoriale che fu consegnato nel 2005 alla Dda di Catanzaro quando collaborava ad un’altra inchiesta sulla criminalità organizzata del cosentino. Il memoriale fu trasmesso alla Procura di Paola e adesso, dopo il ritrovamento del relitto, nuovamente trasmesso alla Dda catanzarese. Nel memoriale Fonti sostiene di avere partecipato direttamente all’affondamento piazzando delle cariche di esplosivo a prua. Il pentito dice, inoltre, di avere conoscenza diretta dell’affondamento di altre due navi e di avere sentito parlare dell’inabissamento di un’altra trentina di imbarcazioni.

Regione Calabria parte civile. La Regione Calabria si costituira' parte civile nel procedimento penale relativo all'ipotesi di reati connessi alla presenza di sostanze nocive al largo delle coste calabresi. La decisione e' stata presa dall'esecutivo regionale riunitosi oggi sotto la presidenza di Agazio Loiero. La Regione ha sostenuto, attraverso l'intervento dell'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente (Arpacal), le ricerche coordinate dalla Procura della Repubblica di Paola (Cosenza) che hanno portato alla scoperta del relitto di un'imbarcazione fatta affondare, secondo il pentito di 'ndrangheta, Francesco Fonti, al largo di Cetraro (Cosenza), con un carico di rifiuti radioattivi. Successivamente l'indagine e' stata trasmessa, per competenza, alla Dda di Catanzaro.

Ministro Prestigiacomo “No ad allarmismo”. Sulla vicenda nave dei veleni “quello che non si deve fare è un allarme generalizzato. C’é una preoccupazione condivisibile. L’inchiesta deve andare fino in fondo e fare giustizia ma non ci sono certezze. Chiediamo di avere fiducia nelle istituzioni”. Lo ha detto il ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, parlando con i giornalisti a margine della cerimonia di premiazione del concorso “Immagini per la terra” che si è svolta al Quirinale alla presenza del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano. Il ministro ha fatto quindi appello all’equilibrio. “È stato fatto tanto allarmismo che ha arrecato non poco danno economico al territorio. Non si sa ancora - ha sottolineato Prestigiacomo - cosa ci sia sotto il mare”. “Noi ci siamo subito costituiti in task-force - ha ricordato il ministro - e da giorni la nave del ministero è sul posto e penso che potremo dare certezze in pochissimo tempo”.

Il Pdl promette due milioni ai pescatori di Cetraro. I capigruppo delel forze politiche del centrodestra. presenti in consiglio regionale della Calabria ( Pino Gentile, Alberto Sarra, Francesco Galati, Gianpaolo Chiappetta, Giovanni Nucera, Giulio Serra e Gabriele Limido), di concerto con il coordinatore regionale e il vice coordinatore vicario , Giuseppe Scopelliti e Antonio Gentile, presenteranno un emendamento al bilancio finanziario per '' destinare due milioni di euro ai pescatori ed agli operatori commerciali del basso Tirreno cosentino effettivamente colpiti dai disagi causati dalla vicenda delle navi''. ''Presenteremo un emendamento alla finanziaria nazionale attraverso i nostri parlamentari- dicono i capigruppo- e ne produrremo uno analogo in consiglio regionale. sfidando questa maggioranza calabrese, demagogica e parolaia, ad aiutare concretamente, e non solo con le parole, i pescatori e gli operatori della zona Anche al consiglio provinciale di Cosenza -prosegue la nota- i nostri rappresentanti faranno altrettanto''.

Tripodi (PdCI) “Governo immobile”. “Una partecipazione straordinaria che dimostra quanto la problematica dei rifiuti tossici e radioattivi interessi ai cittadini calabresi e non solo. Un grande esempio di protesta e partecipazione civile e democratica per chiedere al governo centrale di intervenire, di prendersi le proprie responsabilità piuttosto che continuare vergognosamente a tacere su quella che si profila come l’emergenza ambientale più grave mai accaduta in Italia”. A sostenerlo, in una nota, Michelangelo Tripodi, assessore regionale all’Urbanistica e Governo del Territorio, nonché segretario regionale e responsabile nazionale del dipartimento del Mezzogiorno del PdCI, ritornando a commentare la manifestazione di Amantea. “Un immobilismo a dir poco imbarazzante quello del governo centrale – sottolinea Tripodi – a cui si aggiunge l’assenza totale dei politici calabresi del centrodestra che hanno letteralmente boicottato la manifestazione, neanche fossero cittadini della leghista Padania. Ma noi abbiamo alzato forte la voce e non ci fermeremo. Esiste una Calabria onesta, laboriosa, democratica e civile che pretende che sia fatta piena luce”. “L’ho detto il giorno della manifestazione – prosegue Tripodi – e lo ribadisco oggi: se non ci saranno urgenti ed immediate risposte siamo pronti a manifestare la nostra protesta a Roma sotto Palazzo Chigi. Pretendiamo dal governo centrale un intervento serio ed immediato. I calabresi e la Calabria non sono cittadini e una regione di serie B. La nave va recuperata, la zona interessata dal sotterramento dei fusti va bonificata ed è assolutamente necessario fare piena luce sugli altri relitti che pullulano nel mare calabrese . Su una vicenda così drammaticamente disastrosa lo Stato deve fare la sua parte, quella che gli compete e che continua invece a lasciarsi vergognosamente alle spalle”. “Ma che razza di governo è mai questo”, si chiede Tripodi, “che non fa nulla neanche di fronte a simili disastri che mettono a serio rischio la salute dei cittadini, diritto inviolabile sancito dalla Costituzione”. “Per questo – conclude Tripodi - se non arriveranno risposte serie ed immediate siamo pronti a proporre a tutte le associazioni ed ai movimenti calabresi di organizzare una grande mobilitazione a Roma come già abbiamo fatto in altre occasioni. Una linea così scandalosa, quella del governo Berlusconi, che non deve passare e che non passerà perché noi vogliamo andare fino in fondo. I calabresi vogliono tutta la verità e non chineranno il capo a nuovi tentativi di depistaggi e insabbiamenti della realtà come già purtroppo è avvenuto in passato”.

Legambiente “Non c’è solo il relitto di Cetraro”. Finora e' stata filmata solo quella scoperta nelle acque di Cetraro, sul Tirreno cosentino, ma in Calabria le navi affondate con carichi tossici sarebbero diverse e Legambiente ha ritrovato, e diffuso, il rilievo, realizzato con un sonar multibeam, di quello che potrebbe essere il relitto della nave Rigel, natante gia' oggetto di un processo per una truffa assicurativa. La nave sarebbe stata affondata nel 1987 presso Capo Spartivento, nello Jonio reggino. Dodici anni dopo, nel 1999, una societa' privata che stava provando le sue nuove attrezzature di rilevazione sottomarina, si e' imbattuta per caso nel relitto. E ne ha fatto un preciso rilievo con l'ecoscandaglio, che ieri e' stato mostrato nei telegiornali de La 7. "Si vede benissimo che non e' una nave antica, perche' risulta essere di metallo. E si rileva pure che e' proprio una nave di carico", dice Nuccio Barilla', del direttivo nazionale di Legambiente. "Il bimbo e' nato ed e' maschio: questo si ascolta' in un'intercettazione effettuata dalla Guardia di Finanza, all'epoca dei fatti. Poi un testimone affermo' che questo era proprio il segnale dell'affondamento. In un'altra intercettazione si afferma che la nave portava "merda", testuale parola, che non vuol certo dire che a bordo c'erano cioccolatini", dice ancora Barilla'. "Infine, su un'agenda trovata nella sede della ditta del faccendiere Comerio la Procura di Reggio Calabria trovo' la scritta "lost the ship", la nave e' persa, proprio alla data del 21 settembre 1987, quando venne affondata la Rigel. Gia' una volta furono fatte ricerche, ma con mezzi inadeguati. Adesso ci sono le tecnologie per fare meglio", conclude Barilla'. Legambiente chiede che anche su questo relitto si facciano subito controlli approfonditi.

 

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