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Relitto di Cetraro non è la Cunsky, ora levatela

 

Nave dei veleni, non è la Cunsky, coro di proteste “ora levatela”. Fonti alla DDA

27 ott 09 Il relitto a largo di Cetraro non e' la Cunsky ma si continuera' ad indagare sul carico perche' non e' escluso che si tratti ''di un'altra nave a perdere''. L' annuncio e' del ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, che da' conto dei primi risultati della nave inviata dal ministero nelle acque calabresi, la Mare Oceano. E domani il pentito della 'ndrangheta, Francesco Fonti, che ha parlato di affondamento di tre navi contenti rifiuti tossici, di cui una a largo di Cetraro in provincia di Cosenza, secondo quando dichiarato dal suo legale, Claudia Conidi, ''descrivera' come erano fatte''. In particolare la morfologia del relitto, secondo il ministero dell'Ambiente, risulta diversa da quella della Cunsky. E' stato rilevato infatti che il ponte superiore della nave affondata si trova nella zona centrale mentre quello della Cunsky era a poppa. Inoltre dalle prime analisi ambientali ''e' emerso che fino alla profondita' di 300 metri non si rilevano alterazioni della radioattivita''', ha riferito il ministro Prestigiacomo puntualizzando che ''naturalmente questi primi esiti delle ricerche non escludono la possibilita' che i fusti contenuti nel relitto possano contenere rifiuti pericolosi o radioattivi e per questo il programma di indagini della 'Mare Oceano' proseguira' col prelievo di sedimenti dai fondali, di carotaggi in profondita' e col prelievo di campioni dai fusti''. Intanto e' attesa per il nuovo interrogatorio di Fonti. E solo domani, infatti, dopo avere acquisito una serie di elementi ed avere sentito il pentito Fonti, i magistrati della Dda di Catanzaro faranno un punto della situazione dell'inchiesta sul relitto. ''Il mio assistito, nel memoriale - ha detto il legale Conidi - afferma di avere affondato tre navi di cui gli furono forniti i nomi, ma non ha controllato se il nome era esatto o no. Comunque domani fara' approfondimenti anche in tal senso, descrivendo come erano fatte''. Secondo il procuratore nazionale, Piero Grasso, ascoltato dalla commissione Antimafia, le dichiarazioni fatte negli anni dal pentito Fonti sono per ora da valutarsi come ''ibride''. Comunque sul relitto c'e' la necessita' ''di fare luce sulla natura del carico del relitto e, senza ulteriori inutili allarmismi'', ha detto il presidente della Commissione bicamerale di inchiesta sulle attivita' illecite connesse al ciclo dei rifiuti, Gaetano Pecorella. Sull'annuncio che non si tratti della Cunsky si e' aperto un dibattito acceso. ''La Calabria - ha affermato la Regione - vuole conoscere la natura del carico all'interno della nave''. E l'assessore regionale all'Ambiente, Silvio Greco, ha aggiunto: ''La Regione Calabria vuole avere una parte dei campioni raccolti in modo da poter effettuare delle analisi indipendenti''. Chiedere analisi indipendenti, ha risposto il sottosegretario all'Ambiente, Roberto Menia, significa mettere in dubbio le ''verifiche puntuali'' che si stanno svolgendo e continuare a creare allarme. Per la prima volta, ha aggiunto Menia riferendosi alle parole del deputato del Pd, Ermete Realacci che chiedeva dello Stato, ''c'e' un governo che sta facendo luce su questa vicenda''. Ad animare la vicenda nave dei veleni una querelle sulle competenze tra l'Antimafia e la Commissione bicamerale sui rifiuti. Grasso ha espresso perplessita' circa il sequestro di un fusto deciso dalla Bicamerale. Pecorella ha risposto sottolineando la ''grave inerzia della magistratura''. E' intervenuto quindi il presidente della Commissione antimafia, Giuseppe Pisanu: ''La competenza sulla questione della nave dei veleni compete all'Antimafia''. Ma Pecorella ha ribattuto che la Bicamerale ha il compito di svolgere indagini per fare luce sugli illeciti sui rifiuti.

Legale di Fonti precisa “Non fu lui a fare nome”: Sembrano scadere nel ridicolo le rivelazioni attribuite al "pentito" della 'ndrangheta Francesco Fonti sul traffico per decine di milioni di euro al quale avrebbe partecipato per affondare rifiuti altamente inquinanti ed addirittura scorie nucleari nel Tirreno. Aveva detto ai magistrati che di fronte alle coste di Cetraro egli stesso avrebbe affondato la Cunsky, una nave sovietica, nel '92 con 120 fusti radioattivi con una carica esplosiva posta sulla prua della nave. La procura della Repubblica di Paola, la Direzione nazionale antimafia, la regione Calabria e il ministero dell'Ambiente hanno iniziato indagini e deciso di affidare alla "Mare Oceano" accertamenti che, ha annunciato oggi il ministro Stefania Prestigiacomo, hanno escluso che la nave sia quella russa indicata dal "pentito" e, fra l'altro, non sono state rilevate emissioni. Pronta la precisazione dell'avvocato Claudia Conidi che ha affermato:''Il mio assistito, nel memoriale, afferma di avere affondato tre navi di cui gli furono forniti i nomi, ma non ha controllato se il nome era esatto o no. Comunque domani fara' approfondimenti anche in tal senso, descrivendo come erano fatte''.

Sul posto nucleo VVFF antiradiazioni. Alle ricerche condotte dalla nave Mare Oceano sul relitto individuato al largo di Cetraro partecipera' anche lo speciale nucleo Nbcr dei vigili del fuoco che si occupa di radioattivita'. Le modalita' d'impiego, cosi' come le procedure per proseguire le ricerche sul relitto, sono state al centro di un incontro svoltosi stamani alla capitaneria di porto di Vibo Valentia, e presieduto dal capitano di vascello Federico Crescenzi, capo reparto ambiente marino presso il ministero dell'Ambiente. L'attivita' della nave Oceano si concentrera' adesso sul prelievo di sedimenti e reperti sul fondo marino che saranno trattati come se fossero radioattivi. A tale scopo sulla nave inviata dal ministero dell'Ambiente operera' anche una societa' che si dovra' occupare della radioprotezione dell'equipaggio. Il materiale prelevato, che sara' immediatamente sottoposto a sequestro, come disposto dalla Dda di Catanzaro che coordina le indagini, sara' poi inviato a appositi laboratori per l'analisi. La fase di campionamento, tempo permettendo, secondo quanto riferito da bordo della nave, dovrebbe essere ultimata entro la fine del mese.

PG Lombardo: “Verificare il carico”. "Sulla base di alcuni primi dati, quella non sarebbe la nave Cunsky, sono stato informato in questo senso". Lo ha detto il Procuratore Vincenzo Lombardo, della Dda di Catanzaro, raggiunto al telefono mentre si trova all'estero. "Ma questo - ha spiegato - non risolve il problema: noi vogliamo sapere cosa c'e' dentro quella nave e dentro quei fusti, e cosa c'e' adesso sul fondale e nel mare. Questo - ha continuato - e' quello che ci interessa. Abbiamo il morto, il delitto: adesso dobbiamo fare accertamenti precisi e analizzare il carico. Il resto non conta'.

Pecorella (Comm. Ecomafie) “Grave inerzia magistratura”. ''Grave e' che l'autorita' giudiziaria non abbia provveduto al sequestro della 'nave dei veleni' e di quanto fosse utile alle indagini cosi' da preservare il corpo del reato. La Direzione distrettuale Antimafia avrebbe dovuto non solo disporre il sequestro, come ha fatto la Commissione Ecomafie, ma far presidiare il relitto dalla Marina Militare''. E' questa la replica di Gaetano Pecorella, presidente della commissione sul ciclo dei rifiuti alle critiche mosse oggi da Piero Grasso alla decisione della commissione di inchiesta di disporre una sorta di sequestro preventivo dei fusti che saranno eventualmente portati in superficie dalla nave dei veleni affondata al largo di Cetraro. ''La commissione parlamentare d'inchiesta sui rifiuti, che ha i poteri della magistratura, ha fatto cio' che avrebbero dovuto fare i pubblici ministeri gia' nel mese di settembre. Ne' il sequestro disposto dalla commissione di inchiesta potra' mai intralciare il lavoro della Direzione distrettuale antimafia, sia perche' il sequestro riguarda soltanto un campione dei sedimenti estratti dal fondo del mare, ed eventualmente uno dei numerosi fusti che si presumono presenti sulla nave, sia perche' si legge nel decreto di sequestro che la commissione d' inchiesta agira' 'nel rispetto del principio di leale cooperazione con l'autorita' giudiziaria' ''. ''La commissione d'inchiesta - spiega Pecorella - proseguira' nel suo delicato compito di fare chiarezza nell' interesse della Calabria e della salute dei cittadini''.

WWF “No ad approssimazioni ma risultati finali”. Sulla vicenda delle cosiddette navi dei veleni ''e' bene non andare avanti per approssimazioni ma aspettare i risultati finali''. Lo afferma il Wwf secondo il quale non bisogna neanche ''avere fretta di fare dichiarazioni conclusive su risultati parziali. Questo non soltanto in riferimento alle prime valutazioni del ministro dell'Ambiente, ma anche ad iniziative assolutamente estemporanee e che non possono dare risultati significativi rispetto alla natura del carico nel suo complesso, come il prelievo di un singolo fusto dalla nave affondata a largo di Cetraro richiesto dalla Commissione bicamerale d'inchiesta sulle attivita' illecite connesse al ciclo dei rifiuti''. ''Per avere il quadro completo per l'identificazione del relitto e un'idea precisa sul carico di una nave che giace a 500 metri di profondita' bisogna aspettare che tutti gli accertamenti siano compiuti - continua il Wwf - e che la task force preposta possa dare la sua risposta con la dovuta tranquillita', solo nel momento in cui risultati significativi siano venuti alla luce''. Il Wwf ricorda che ''il pentito Fonti afferma comunque di aver contribuito ad affondare ben tre navi dei veleni e fa riferimento per lo meno ad altre 30. Da indiscrezioni emerse dalla dichiarazione del dirigente dei servizi segreti ammiraglio Branciforte durante l'audizione al Comitato per la sicurezza dello Stato presieduto da Francesco Rutelli, i relitti delle navi dei veleni sarebbero addirittura 55''. Il Wwf, che per le navi dei veleni ha lanciato l' operazione trasparenza, ricorda che ''i riscontri della vicenda sono accertati in documenti ufficiali fin dalla meta' degli anni Novanta. L'emergenza quindi continua''

Sottosegretario Menia “Ci sono verifiche puntuali”. Sulla vicenda della cosiddetta nave dei veleni si stanno effettuando ''verifiche puntuali. Realacci ammetta che per la prima volta c'e' un governo che sta facendo luce su questa vicenda''. Lo afferma in una nota il sottosegretario all'Ambiente, Roberto Menia, secondo il quale ''e' francamente incomprensibile l'atteggiamento delle istituzioni regionali calabresi che sembrano palesemente contrariate dalla notizia che i rilievi effettuati per conto del ministero dell'Ambiente dal Reparto Ambientale Marino della Guardia Costiera sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia escludono che il relitto individuato a largo di Cetraro sia della nave Cunsky e che a 300 metri di profondita' non risultano tracce di radioattivita''. ''Non si capisce infatti perche' l'assessore all'Ambiente della Regione Calabria - prosegue Menia - voglia continuare a creare allarme nella popolazione con evidenti ricadute gia' determinatesi sulla vita economica calabrese''. ''Chiedere, come fa un assessore, un''analisi indipendente' sui reperti da parte della Regione significa - sottolinea il sottosegretario - implicitamente mettere in dubbio la correttezza e l'opera dei magistrati inquirenti, del ministero dell'Ambiente e della Guardia Costiera. Tutto cio' da' il quadro del profilo morale istituzionale di chi pone in essere tale comportamento''. ''Ribadisco quindi, con la forza dei fatti che stanno emergendo, che questo Governo, e il ministero dell'Ambiente in particolare - aggiunge Menia - ha affrontato una questione aperta da decenni impiegando i suoi uomini migliori e utilizzando la tecnologia piu' innovativa. Nel solo interesse del nostro mare e dei cittadini calabresi. E' gia' stato ribadito che le indagini andranno avanti fintanto che non sara' accertato il contenuto del relitto e che il fatto che non si tratti della Cunski non esclude che sia un'altra nave a perdere''
La replica a Menia dell’ass. Greco. “Quel che sostengo da settimane è ben noto. Il sottosegretario Menia non può interpretarlo a modo suo per giustificare i ritardi del governo o credere di illudere la gente. Ho detto e ribadisco che noi vogliamo solo sapere cosa c’è nei fusti contenuti nella nave affondata al largo di Cetraro. Se c’è acqua minerale tanto meglio. Purtroppo, per ora, Menia non è grado di garantire nulla”. Così, dall’Australia dove si trova per motivi istituzionali, l’assessore regionale all’ambiente dalla Regione Calabria, Silvio Greco replica al sottosegretario all’ambiente Roberto Menia. “Vogliamo sperare soltanto – aggiunge Greco – che il ministero dell’ambiente faccia proprio l’auspicio del presidente della Commissione bicamerale sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti Pecorella il quale non fa che avvalorare la richiesta mia e del presidente Loiero affinché, Cunski o non Cunski si accerti cosa essa contiene. I calabresi non si accontentano certamente delle rassicurazioni generiche fin qui avute”. “Bisogna completare le indagini – conclude l’assessore Greco – e poi estenderle per la ricerca di altre, cosiddette, ‘navi dei veleni’, effettuare le indagini a terra ed eventualmente bonificare. Questo chiede la Regione, questo chiedono i sindaci e questo chiedono i calabresi. E compete solo al governo dare risposte, possibilmente in tempi brevi, in tempi di emergenza. Nella speranza che siano rassicuranti”.

Ass. Greco “Governo estenda le ricerche”. ''L'ho saputo da voi, questo da' l'idea della collaborazione che c'e' con il Governo''. E' quanto ha sostenuto l'assessore all'Ambiente della Regione Calabria a CNRmedia, che ha diffuso la sua dichiarazione sulle affermazioni del ministro Prestigiacomo sulla nave dei veleni. ''Bene la Prestigiacomo - ha aggiunto - perche' specifica che le ricerche continueranno e bene che il ministro stesso ammetta che la nave su cui si sta lavorando possa ugualmente contenere materiale nocivo. Ma penso che a questo punto, davanti all'evidenza che non si tratti della Cunsky, il governo dovrebbe dare l'ordine di monitorare tutta la zona, alla ricerca di altre navi''. ''Ribadisco - ha sostenuto Greco - un punto cruciale: la Regione Calabria vuole avere una parte dei campioni raccolti in modo da poter effettuare delle analisi indipendenti. Questo e' un punto fondamentale e su questo il Governo non ci ha ancora risposto. Del resto che la collaborazione con il Governo non sia soddisfacente lo dimostra il fatto che ho saputo dell'annuncio della Prestigiacomo dalle agenzie di stampa'

Bianchi (Pd) “Quanto bisogna attendere ancora?”. "Siamo ben lieti di sapere dal Ministro Prestigiacomo che dalle prime analisi ambientali sul luogo dove è situato il relitto di Cetraro, almeno fino alla profondita' di 300 metri non si rilevano alterazioni della radioattività”. Lo ha detto la senatrice del Pd Dorina Bianchi che sulla vicenda ha presentato nel mese scorso un interrogazione. “Tuttavia –aggiunge- come il Ministro stesso ha affermato oggi, da queste prime rilevazioni non è possibile escludere che il contenuto dei fusti contengano rifiuti radiattivi. Spetta solo al governo dare risposte certe e in tempi celeri, ma queste risposte tardano a venire. Quanto dobbiamo attendere ancora?"

Bratti (Pd) “Sequestrare i fusti”. ''Sulle navi dei veleni la nostra principale preoccupazione e' di accertare la verita': nel caso della nave di Cetraro la richiesta di verificare il contenuto del relitto e' finalizzata ad escludere pericoli ambientali e sanitari''. Ad affermarlo e' Alessandro Bratti, capogruppo del Pd nella Commissione bicamerale d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti, in merito ai decreti di sequestro dei fusti della nave, decisione sulla quale il procuratore Piero Grasso ha oggi espresso perplessita'. ''Visto che le risposte su queste delicate questioni da parte delle autorita' preposte tardavano ad arrivare - ha proseguito - abbiamo ritenuto necessario chiedere al Presidente della Bicamerale il sequestro del contenuto del fusto della nave affondata al largo di Cetraro, quando esso potra' essere portato in superficie, cosi' come abbiamo chiesto il sequestro di una parte dei campioni di sedimenti del fondo dove e' posta la nave''. ''La richiesta, naturalmente - ha concluso Bratti - e' finalizzata agli scopi dell'inchiesta parlamentare ed e' stata dettagliatamente scritta proprio per evitare dannose sovrapposizioni con il lavoro autonomo della magistratura''

Forum ambientalista “Il Governo acceleri il recupero”. "Non si possono dare giudizi affrettati sulla vicenda, bisogna aspettare i risultati definitivi dei test. Guarda caso, però, il governo ha deciso di darsi una mossa dopo la grande manifestazione di Amantea. Ha impiegato un mese per iniziare a fare le ricerche a Cetraro". Così Ciro Pesacane, presidente del Forum Ambientalista, commenta i primi risultati delle analisi svolte dal ministero dell’ Ambiente che escluderebbero tracce radioattive mettendo anche in dubbio che in quei fondali ci sia davvero la nave Cunsky. "Si deve indagare fino in fondo nella vicenda - spiega l'ambientalista - mettendo in luce anche i collegamenti perversi tra 'ndrangheta e malgoverno. La sostanza, infatti, non cambia: la Calabria al momento sembra rappresentare la pattumiera dell'Italia". "Sorprende poi l'ottimismo del governo che parla di allarmismo dei comitati locali e degli ambientalisti, ignorando - afferma Pesacane - che nei fondali del Mediterraneo esistono decine di navi dei veleni, fatto certificato da atti parlamentari e frutto di traffici di rifiuti tossici e radioattivi che hanno interessato il nostro Paese". "Quindi - conclude - l'esecutivo acceleri i lavori di recupero e metta in sicurezza il prima possibile la salute della popolazione locale".

Garavini (PD) “Accertamenti continuino”. ''Sulle navi dei veleni tutti gli accertamenti devono andare avanti. Non bisogna fermarsi davanti ad ipotesi sull'identita' delle navi, ma recuperare almeno parte del carico ed utilizzare ogni strumento scientifico a disposizione per capire esattamente quale nave sia affondata al largo di Cetraro e quando''. A sostenerlo e' il capogruppo del Pd in Commissione Antimafia Laura Garavini, commentando l'audizione del procuratore nazionale antimafia Piero Grasso. ''Solo cosi' - ha aggiunto - potremo ottenere una verita' completa e decidere se e come procedere ad una bonifica ambientale della zona e delle altre zone eventualmente coinvolte''

Iaconetti (Fare Ambiente) “Notizie confortanti”. “Le notizie diffuse dal Ministro Prestigiacomo in merito ai primi risultati dei rilievi condotti nelle acque del Tirreno al largo di Cetraro ci confortano”. Così Antonio Iaconetti, componente dell’assemblea provinciale di Calabria Riformista e coordinatore regionale di Fare Ambiente. “Siamo sempre stati contrari alla politica dell’allarmismo i cui effetti negativi si ripercuotono sulla economia del territorio. In questo momento invece, bisogna agire con cautela e prudenza, proseguendo nell’azione di ricerca sia nei fondali marini, sia sul territorio, dove l’aumento di casi di tumore inducono a far pensare che ci siano discariche incontrollate di materiali nocivi. Siamo convinti che il Governo proseguirà nel monitoraggio intrapreso che dovrà essere puntuale e capillare e dovrà portare all’accertamento di tutta la verità”.

Mancini (PDl) “Loiero chieda scusa ai calabresi”. “Quella di oggi è una giornata felice per la Calabria, infatti, i risultati delle analisi diffuse dal Ministro Prestigiacomo, l’inattendibilità del pentito certificata dal procuratore Grasso e la definitiva certezza che il relitto a largo di Cetraro non sia quello della Cunsky, lasciano intendere che il mare calabrese non sia radioattivo- così Giacomo Mancini del PDL. Tutto ciò provoca enorme soddisfazione – ha continuato Mancini- per aver (al momento) scongiurato il rischio di una catastrofe di proporzioni immani per la nostra regione, ma insieme aumenta l’indignazione nei confronti di coloro i quali, ad iniziare dall’onorevole Loiero e dal suo assessore all’ambiente, in queste settimane hanno diffuso un allarmismo ingiustificato che ha messo in ginocchio l’economia calabrese. E per questo –ha concluso Mancini- l’onorevole Loiero farebbe bene a chiedere scusa ai calabresi per non aver esitato a screditare la nostra terra, a distruggere la nostra immagine agli occhi dell’intero Paese e non solo, al solo fine di conquistare qualche voto in più.
Greco replica a Mancini “Posizione macchiettistica”. L’assessore regionale all’Ambiente Silvio Greco è intervenuto anche sulle dichiarazioni dell’ex parlamentare socialista Giancomo Mancini, passato nel centrodestra, sostenendo che né Loiero, né lui hanno alcunché di cui scusarsi per la vicenda della nave affondata al largo di Cetraro: “Noi vogliamo solo che si faccia luce”. “Continuando così – spiega Greco – la posizione del signor Mancini rischia di diventare macchiettistica quando, dicendosi soddisfatto di un risultato tranquillizzante che ancora non c’è, tenta di coprire i ritardi del governo. Ove mai fosse stato distratto gli ricordiamo infatti che il ministro Prestigiacomo non ha fornito elementi tali da rassicurare le popolazioni calabresi”. “Non si può ignorare poi che la Regione Calabria, per tutelare i propri cittadini, d’accordo con il procuratore della Repubblica di Paola Bruno Giordano e sollecitata dalle indagini che in passato erano state effettuate dal pm Francesco Neri e dalla Dda di Reggio Calabria, si è adoperata, sebbene il compito fosse del governo, per individuare, come è avvenuto, la cosiddetta nave dei veleni. Altro che allarmismo. Fare diversamente avrebbe significato non tenere in considerazione come continua a fare il signor Mancini la salute dei cittadini. Per questo siamo stati lieti di collaborare con la magistratura che, fino a prova contraria, non agisce su spinte politiche ed emozionali”. “Scoperta la nave – aggiunge Greco – sarebbe toccato al governo scendere in campo. Il governo, però, per più di un mese non ha fatto nulla. Eppure si tratta di una situazione che qualche preoccupazione avrebbe dovuto crearla. Poi sulla spinta della Regione, dei sindaci e della gente, ha inviato la nave Mare Oceano per verifiche non ancora concluse. Noi chiediamo, come ha sempre detto anche il presidente Loiero, proprio per evitare allarmismi, che si vada fino in fondo, in mare e a terra. Non ci accontentiamo di accertamenti parziali. Questi possono stare bene al signor Mancini, continuamente anelante ad accreditarsi con quella destra che la sua famiglia ha sempre avversato ma che adesso gli dovrebbe garantire, se mai lo farà, un futuro politico”.
La controreplica di Mancini: Mentre il ministro Prestigiacomo è alacremente al lavoro e comunica dati confortanti sulla salute del mare calabrese, l’assessore regionale all’ambiente si occupa dell’emergenza della Calabria andando in Australia. Sembra una barzelletta, ma purtroppo è la verità- è la controreplica di Giacomo Mancini del PDL.

Realacci (PD) “Stato intervenga per recupeare fusti”. ''Che non si tratti della Cunsky sara' una buona notizia solo quando si conoscera' con certezza cosa contiene il relitto di fronte a Cetraro''. Lo afferma il deputato del Pd Ermete Realacci commentando le dichiarazioni del ministro Prestigiacomo a proposito dei primi risultati forniti dalla nave oceanografica Mare Oceano. ''Solo recuperando i fusti all'interno dello scafo - aggiunge - sara' possibile escludere che non si tratti di una delle navi dei veleni. Per fare piena luce su questa vicenda, torniamo a ripetere che e' necessario l'intervento dello Stato ai massimi livelli''. Secondo Realacci, ''non si tratta di fare allarmismo o meno. I traffici di rifiuti tossici e radioattivi che hanno interessato il nostro Paese, le vicende delle navi misteriosamente affondate, la radioattivita' accertata su alcune aree della costa calabrese, sono fatti di straordinaria gravita', documentati in atti parlamentari e nelle inchieste condotte dalla magistratura da oltre 10 anni. Nella mozione bipartisan che abbiamo presentato insieme col collega Fabio Granata chiediamo al Governo di fare luce su questa drammatica vicenda una volta per tutte, con le risorse e i mezzi necessari e soprattutto coinvolgendo tutti i ministeri interessati''

Saraoufim (Pdci) “Recuperare i fusti”. ''Cunsky o non Cunsky cambia poco. Sotto il mare di Cetraro c'e' un relitto e ci sono dei fusti, per cui compito di un Governo serio e attento all'ambiente e alla salute dei cittadini e' quello di recuperarli il prima possibile''. A sostenerlo e' Claudio Saroufim, responsabile Ambiente del Pdci-Federazione della Sinistra. ''Gia' troppo - ha aggiunto - il tempo che si e' perso. Si fa presto, inoltre, a dire di non allarmarsi: la gente del posto vuole conoscere la verita' e sapere cosa c'e' in quei maledetti fusti. Fa bene l'assessore all'Ambiente della regione Calabria Greco a chiedere, a nome della Regione, di volere una parte dei campioni prelevati dalla nave oceanografica 'Mare Oceano' per svolgere indagini indipendenti. La vicenda lo merita''

 

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