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Notizie di cronaca

 

 

Nave dei veleni, i pescatori protestano a Catanzaro. La Mare Oceano ha finito gli esami. Fonti sentito per due ore

28 ott 09 Alcune centinaia di pescatori hanno manifestato davanti alla sede dell'Assessorato regionale all'Agricoltura e alla pesca della Calabria per evidenziare la situazione di pesante crisi determinatasi nel settore dopo la vicenda delle cosiddette 'navi dei veleni'. Il sit-in e' stato organizzato per sollecitare alla Regione iniziative a sostegno del settore in forte stallo, con cali generalizzati di vendita del prodotto e fermo forzato per le imbarcazioni, non solo per quanto riguarda gli operatori della fascia tirrenica cosentina ma anche per quanti vivono di pesca in tutta la Calabria. Una delegazione di manifestanti, tra i quali il presidente nazionale di Legapesca, Ettore Iani', il presidente regionale Salvatore Martilotti, e la presidente regionale di Confcooperative, Katia Stancato, vicepresidente nazionale di Federcoopesca, sono stati ricevuti dall'assessore regionale Pietro Amato. Nel corso dell'incontro sono state poste alcune richieste come l'istituzione nella Giunta regionale di un tavolo per il coordinamento dell'emergenza; l'accelerazione e il decollo degli ammortizzatori sociali a favore dei lavoratori imbarcati; l'attivazione di aiuti 'de minimis' a sostegno delle imprese; il finanziamento della legge regionale; l'attuazione di urgenti certezze ai consumatori sulla sicurezza alimentare dei prodotti ittici e la destinazione al settore ittico della quota parte delle risorse statali decentrate nel fondo unico regionale Agricoltura e Pesca. Al termine dell'incontro con l'assessore Amato i partecipanti hanno sciolto il sit-in che si e' svolto in maniera pacifica e senza creare problemi alla circolazione stradale.

La Mare Oceano conclude gli esami. Si concludera' giovedì 29, tempo permettendo, la missione della Mare Oceano, la nave inviata dal ministero dell'Ambiente per compiere una serie di accertamenti sul relitto individuato al largo della costa di Cetraro. Per domani, infatti, secondo quanto si e' appreso da bordo della nave, e' prevista la conclusione delle operazioni condotte dal rov, che prevedono la ripresa particolareggiata di tutto lo scafo ed il prelevamento di campioni di sedimenti e di quanto piu' materiale possibile dalla nave e dalle sue vicinanze. Il materiale sara' poi consegnato ai vigili del fuoco dello speciale nucleo Nbcr, che si occupa di radioattivita', per un esame piu' approfondito. La consegna avverra' nel porto di Vibo Valentia, dove i vigili del fuoco hanno gia' allestito una loro struttura. Gli esiti finale della campionatura e dell'analisi saranno poi comunicati ai magistrati della Dda di Catanzaro che stanno indagando sulla vicenda.

Fonti sentito per due ore dalla DDA. Francesco Fonti, il pentito della 'ndrangheta che ha parlato del relitto al largo di Cetraro, è stato ascoltato oggi, per più di due ore, dalla Direzione Nazionale Antimafia a Roma. Fonti aveva sostenuto di essere stato lui stesso a far affondare nel 1991 una nave contenente un carico di 120 fusti con materiale radioattivo. Il pentito aveva detto che la nave affondata nel '91 era la Cunski ma proprio ieri i rilievi disposti dal Ministero dell'Ambiente avrebbero escluso tale ipotesi. All'interrogatorio erano presenti anche i procuratori di Reggio Calabria e Catanzaro, Giuseppe Pignatone e Giuseppe Borrelli. Il legale di Francesco Fonti, Claudia Conidi, non si è sbilanciata sui contenuti dell'interrogatorio, ma ha tenuto a precisare come il suo assistito sia ancora senza un'adeguata protezione

Comitato De Grazia: recuperare relitto. Recupero integrale del relitto trovato al largo di Cetraro col suo carico ''per fugare qualsiasi dubbio''. A chiederlo e' il comitato ''Natale De Grazia'' alla luce delle dichiarazioni di ieri del ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo. Il Comitato, in una nota, chiede anche massima trasparenza sulle indagini aggiungendo che per ''fare questo occorre che a bordo della nave Oceano siano presenti tecnici delegati da enti rappresentativi come la Regione Calabria, l'Arpacal e da associazioni ambientaliste riconosciute. Questo al fine anche di comprendere meglio il protocollo scientifico adottato per portare avanti le analisi sul materiale recuperato a bordo del relitto''. Il Comitato auspica quindi ''che alle indagini in mare sia data la stessa attenzione di quelle che si stanno attualmente conducendo a terra nella valle dell'Oliva: in questi siti, infatti, le campionature verranno analizzate e comparate da quattro enti differenti, a garanzia di trasparenza e obiettivita'''. ''Resta comunque assodato - prosegue la nota - che il tentativo di ridurre l'allarme sul relitto di Cetraro, non distogliera' l'attenzione dal problema dello smaltimento illecito di sostanze tossiche e radioattive di cui esistono riscontri oggettivi. Ne sono prova i ritrovamenti di materiale contaminato da cesio 137, da metalli pesanti e da sostanze tossiche e nocive non prodotte in Calabria, sepolte in localita' Oliva, Valle del Signore, e in altri siti. Vicende che si sommano ai drammi dei rifiuti della Pertusola Sud di Crotone e la Marlane di Praia a Mare''. Secondo il Comitato, sulla vicenda delle 'navi a perdere' ''non bisogna dimenticare che esiste gia' una sentenza della Cassazione che ha condannato definitivamente nel 2001 gli armatori della Rigel per affondamento doloso, avvenuto a largo di Capo Spartivento (Reggio Calabria). Pertanto non tranquillizzano le dichiarazioni di quanti si affannano a smorzare l'allarme. Per questo nei prossimi giorni significheremo alle procure competenti la costituzione quale parte offesa nelle varie inchieste giudiziarie''

Callipo “Capire cosa contiene il relitto di Cetraro”. “Che non sia la Cunsky poco importa, essenziale è capire cosa contiene”. Così l’industriale Pippo Callipo, candidato Governatore della Regione Calabria. “Tranquillizzare i cittadini, afferma Callipo. Se il Governo si muove, doverosamente, lo si deve alla gente che si è mobilita su una questione che è di vita o di morte. L’emergenza ambientale calabrese riguarda altri siti ed è vasta. Francamente non capisco, in questo frangente drammatico per la Calabria, salvo che non si sia scherzato, cosa ci faccia l’assessore all’Ambiente della Regione in Australia “per motivi istituzionali”. Ci sono al momento “motivi istituzionali” più importanti e gravi dell’emergenza ambientale? Io questa Regione non la capisco e forse non la capirò mai, in un'Azienda seria queste cose non accadrebbero mai. Ma mi piacerebbe sapere come mai la Regione si priva del suo assessore, proprio in questi giorni di polemica e di contestazioni, spedendolo addirittura in Australia che, se non sbaglio, è a un giorno intero di volo da noi. E se il ministro dovesse convocarlo? Già non s’è presentato all’incontro col Sottosegretario ad Amantea, adducendo, come ho avuto modo di dire, ragioni di puntiglio e poco istituzionali, ora l’abbiamo inviato in missione in Australia. Ho l’impressione che in questa Regione allo sfascio che Loiero ci consegna, la mano destra non sappia quello che fa la sinistra e neppure gliene importa, tanto paga sempre Pantalone”.

Corbelli “Stupisce reazione Regione”. "Anziché tirare un sospiro di sollievo e rallegrarsi per la fine di un incubo la Regione e altri soggetti incredibilmente e irresponsabilmente sembra vogliano continuare ad alimentare l'ingiustificato allarmismo e la campagna di criminalizzazione della vecchia carcassa rinvenuta nel mare di Cetraro". E' quanto afferma, in una nota, il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, commentando le dichiarazioni del ministro Stefania Prestigiacomo che "ha escluso che il relitto di Cetraro sia la nave Cunski e che ha anche detto che non è stata rilevata nessuna radioattività sino a 300 metri di profondità nel mare della cittadina tirrenica". Il leader di Diritti Civili, nella nota, "si dice comunque stupito e sconcertato dalla reazione della Regione, dell'assessore regionale all'Ambiente, Silvio Greco, e di altri soggetti alla rassicurante comunicazione del Ministro Prestigiacomo". "Una reazione inspiegabile - prosegue Corbelli - che rischia di vanificare l'azione e l'iniziativa del Governo che, anche se con grave ritardo, pone fine alla campagna contro Cetraro. Si prenda atto che il relitto nelle acque di Cetraro non è la Cunski, non è la nave dei veleni, che non c'é nessun bidone di rifiuti tossici, nessuna radioattività, che quel tratto di costa è tra i più belli, puliti e sicuri".

PRC chiede “Bonifica e verità”. La manifestazione di Amantea è per tutte e tutti noi un buon viatico per ripensare alle sorti della Calabria e dei suoi abitanti, soprattutto delle giovani e future generazioni. Finalmente moltissimi calabresi non hanno delegato o mandato a dire ciò che pensano sul ruolo di pattumiera d'Italia e d'Europa, cui è stata relegata la loro Terra da un intrigo di affari nazionali ed internazionali. Ad Amantea c'erano tutte e tutti, studenti, insegnanti, agricoltori, pescatori, commercianti, consumatori, operai, imprenditori, giovani, anziani, nipoti, nonni, figli, padri, madri, associazioni ambientaliste, volontariato. È vero: c'era anche la mala politica, la 'ndrangheta, il mal governo locale e nazionale, ma per una volta sono stati relegati con ragione o con forza al ruolo di spettatori, a rappresentare solo se stessi e non certo il riscatto delle genti di Calabria dal sistematico avvelenamento di terre e mari, dalla devastazione e cementificazione del loro territorio, da sciagurate pratiche di incenerimento ed interramento in discariche dei rifiuti soli urbani, da quei politici e funzionari degli Enti pubblici che anziché tutelare l'ambiente naturale tramano e colludono con i poteri forti, intreccio tra borghesia massonico-affaristica, mafia e stato che caratterizza il blocco dominante del nostro paese. Il Governo nazionale sta chiaramente ostacolando la possibilità di fare piena luce sui rifiuti tossici e addirittura radioattivi che sono disseminati nel sottosuolo e nel fondo marino della Calabria (e non solo), al fine di nascondere il vero problema: che la malavita organizzata ha smaltito illegalmente i rifiuti prodotti da una certa industria pubblica e privata, che in nome del profitto e della globalizzazione di capitale e lavoro ha avvelenato popoli e terre fin quasi al punto di non ritorno. Il Governo Regionale non può limitarsi alla pur lodevole iniziativa dell’Assessore Greco, ma piuttosto deve porre le basi per chiudere con la devastazione e la cementificazione dei territori, mettendo in atto, se ne è capace, libero dai gioghi di bassa politica e dalle onnipresenti clientele affaristico-mafiose, una legge urbanistica che, non solo sulla carta ma anche nella sua attuazione, abbia gli strumenti per salvaguardare dagli scempi ambientali il territorio costiero e l'entroterra. Dall'Europa al Governo nazionale, dalla Regione a tutti gli Enti locali, si metta subito mano al portafoglio per reperire le risorse necessarie per una Bonifica Totale e si ricerchi la Verità su questa storia criminale, anche utilizzando le ricchezze sequestrate alla ‘ndrangheta. Nessuno pensi di imbrogliarci di nuovo come nel 2004, con l'aiuto magari di qualche organo d'informazione compiacente, dilatando i tempi e occultando e/o falsificando la realtà: siamo pronti a contrastare fermamente, insieme ai cittadini ed ai movimenti, questi tentativi che già oggi intravediamo. E, per il futuro, se ancora potremmo garantirne uno per noi e i nostri figli vogliamo una Calabria denuclearizzata, libera da centrali e scorie radioattive, una gestione dei rifiuti urbani come risorse, mettendo al bando inceneritori e discariche. La lotta di Amantea è una tappa della nostra battaglia di civiltà in Calabria e proseguirà il 19 dicembre prossimo, quando lo stesso popolo griderà al Governo berlusconiano il suo No al Ponte, alle grandi Opere distruttrici e devastanti, allo Sviluppo di Affari e Mafie, contrapponendo i suoi Sì alla Vita, al Benessere delle generazioni presenti e future, alla Sostenibilità delle scelte di carattere economico e sociale, alla ripubblicizzazione dei servizi idrici, alla Sovranità alimentare, alla Solidarietà tra i popoli.

Trematerra (Udc) “Questione affonda in sterili polemiche”. “È davvero avvilente vedere la questione “navi dei veleni” affondare in un pantano di polemiche sterili e pretestuose. Che senso ha non voler prendere atto dei risultati emersi dai primi accertamenti compiuti dalla nave “Mare Oceano”, inviata dal ministero dell’Ambiente per effettuare i rilievi sul relitto al largo di Cetraro? Come si fa a non prestare ascolto a voci autorevoli come quelle del Ministro Stefania Prestigiacomo e del procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso?”. È quanto afferma Michele Trematerra, capogruppo dell’Udc alla Regione Calabria, sottolineando che “nessuno può lontanamente immaginare, del resto, che possano bastare i primi, per fortuna rassicuranti risultati delle indagini a tranquillizzare i calabresi, ad abbassare la guardia nella difesa dei nostri territori contro ogni forma di contaminazione e inquinamento. In una parola: nessuno s’illuda di chiudere il caso”. “Insieme ad altri esponenti di primo piano del mio partito - ricorda Trematerra - abbiamo aderito ufficialmente e partecipato di persona, sabato scorso, alla grande manifestazione di Amantea, per esprimere direttamente, in maniera tangibile, l’adesione convinta a una protesta contro quanti vorrebbero trasformare la Calabria in “pattumiera” d’Italia, forse d’Europa. L’abbiamo fatto anche per testimoniare direttamente la nostra più convinta solidarietà alle popolazioni e alle categorie già colpite o maggiormente esposte alle contaminazioni causate da vari “veleni” che suscitano apprensione in diverse zone della Calabria”. “Insomma - aggiunge l’esponente politico - noi l’allarme l’abbiamo raccolto ma non ci incaponiamo testardamente a non voler prendere atto che i primi risultati delle indagini tecnico-scientifiche sono per ora rassicuranti e fanno tirare un sospiro di sollievo, almeno per quanto riguarda il relitto scoperto a dodici miglia dalla costa di Cetraro”. “Pescatori, operatori turistici e popolazioni del Tirreno cosentino, certo hanno appreso con favore e soddisfazione questa novità e si sentono più tranquilli - continua Trematerra - sapendo che, come sostiene un magistrato serio e autorevole come il Procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso, il relitto non è sicuramente una nave a perdere affondata nel ‘92 ma con molte probabilità un piroscafo silurato nel corso della seconda guerra mondiale”. “Perchè c’è chi non intende accogliere queste verità accertate con serie indagini sottomarine? - si chiede il capogruppo regionale dell’Udc - Perchè tanta preconcetta ostilità anche verso le prime analisi ambientali che escludono contaminazioni radiottive fino alla profondità di 300 metri?”. “Noi - conclude Trematerra - con il senso di responsabilità che ci contraddistingue ne prendiamo invece volentieri atto, ma senza minimamente arretrare nell’esigenza di ottenere fino in fondo tutte le rassicurazioni necessarie e, se è il caso, la bonifica integrale di qualsiasi contaminazione o minaccia di inquinamento pericoloso per l’ambiente e per la salute delle popolazioni. D’altra parte lo stesso ministro dell’Ambiente ha riconosciuto che i primi esiti delle ricerche non escludono la probabilità che il relitto di Cetraro possa contenere rifiuti pericolosi o radioattivi e per questo il programma di indagini proseguirà col prelievo di sedimenti dai fondali, di carotaggi in profondità e col prelievo di campioni dai fusti. Così vorremmo che ci si rapportasse anche con tutti gli altri punti di crisi ambientale presenti in Calabria. Per non chiudere frettolosamente il “caso” non c’è bisogno di allarmismi sconsiderati o di negativi pregiudizi, ma di rigore, serietà e impegno concreto a risolvere le questioni”.

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