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Dalla Fondazione Campanella danni erariali per 90 mln

 

Fondazione Campanella: danno erariale da 90 mln di euro, lo denuncia la Finanza che segnala 6 dirigenti alla Corte dei Conti. De Magistris "Fonte di spreco"

15 09 Il nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Catanzaro, a conclusione di una complessa ed articolata attività investigativa, ha segnalato alla procura regionale della Corte dei Conti della Calabria la sussistenza di un danno erariale di 90 milioni di euro, riferibili alle prestazioni rese con i fondi del servizio sanitario della regione calabria. Tale grave nocumento e’ stato cagionato da una lunga serie di illegittimi finanziamenti erogati dalla Regione Calabria a favore della nota fondazione sanitaria “Tommaso Campanella”, ubicata nel nuovo polo infrastrutturale di “Germaneto”, alla periferia di Catanzaro.

La fondazione è stata costituita nel 2004, a seguito di un protocollo d’intesa siglato tra la Regione Calabria e l’università “Magna Graecia” di Catanzaro, al fine di realizzare e gestire in Calabria un centro oncologico “d’eccellenza” (per poi divenire “istituto di ricovero e cura a carattere scientifico” - I.R.C.C.S.), finalizzato allo studio ed alla cura dei tumori. Tale qualificata struttura mirava a porre rimedio, ovvero, quantomeno contenere il triste e conosciuto fenomeno dell’“emigrazione sanitaria” - c.d. “viaggi della speranza” - che tuttora vede molti calabresi “costretti” a recarsi al nord Italia, ovvero anche all’estero, nella speranza di ricevere livelli di assistenza medica ritenuti superiori rispetto a quelli presenti in questa regione.

Struttura privata che beneficia di fondi pubblici. La struttura sanitaria “Tommaso Campanella” - che pur svolgendo un servizio evidentemente pubblico, e’ una persona giuridica di natura privata e, come tale si e’ comportata, ad esempio, nelle assunzioni del proprio personale - è stata beneficiaria, a far data dal 2005, di numerosi e particolarmente cospicui finanziamenti pubblici. Dette erogazioni sono state effettuate dalla regione Calabria nonostante l’evidenza che la fondazione “T. Campanella” fosse priva degli indispensabili requisiti autorizzatori, stabiliti dalla legge, sia per esercitare l’attivita’ medica, che per operare per conto ed a carico del servizio sanitario pubblico.
Infatti, il d.lgs. 502/92 (disciplinante il sistema sanitario nazionale) stabilisce, fra l’altro, che per esercitare l’attivita’ sanitaria a carico del servizio pubblico e’ indispensabile non solo essere in possesso delle necessarie autorizzazioni (che presuppongono la titolarita’ di particolari requisiti tecnico-giuridici), ma che è anche necessario ottenere il cosiddetto “accreditamento istituzionale” (che riguarda l’idoneita’ a soddisfare ulteriori e speciali “standards” qualitativi). in proposito, gli accertamenti dei finanzieri hanno appurato come la fondazione “Tommaso Campanella” fosse priva sia di “autorizzazione”, che di “accreditamento”, come sopra intesi. L’erogazione di risorse pubbliche così ingenti, da parte della regione Calabria, si è rivelata particolarmente inefficiente e dannosa, se si considera che l’analisi delle rendicontazioni contabili della fondazione rivelano chiaramente come tali risorse milionarie (volte a soddisfarne i “costi”) siano sempre risultate pari al doppio del valore delle prestazioni sanitarie effettivamente somministrate. Significativo ed emblematico anche il fatto che la fondazione, nata - come accennato - per curare i tumori, in realtà dedicava a tale fine meno del 50% della sua attivita’.

Ricerca scientifica aleatoria. Inoltre, la vera e propria “ricerca scientifica” in materia oncologica (che sarebbe dovuta essere la peculiarita’ dell’ente) e’ risultata, per qualità e misura, trascurabile, aleatoria e minimale rispetto al complesso delle prestazioni fornite dalla fondazione. In definitiva, quindi, l’erogazione da parte della regione Calabria di notevoli finanziamenti alla fondazione “Tommaso Campanella” rappresenta un evidente impiego non funzionale e non efficiente delle pubbliche risorse, ancor più se si tiene conto che sono state erogate ad un soggetto privato non titolato a percepirle. All’esito degli approfonditi accertamenti svolti, il nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Catanzaro ha quindi segnalato alla procura regionale della corte dei conti sei dirigenti generali del dipartimento della salute della regione Calabria, alternatisi dal 2005 ad oggi, che hanno autorizzato, di volta in volta, l’erogazione dei finanziamenti pubblici alla fondazione “Tommaso Campanella” - peraltro deliberati all’unanimita’ dalle diverse giunte regionali succedutesi nel tempo -, per un danno erariale complessivo patito dalle pubbliche finanze pari ai suddetti 90 milioni di euro.

De Magistris (Idv) "Una fonte di spreco". ''La notizia della denuncia alla Procura regionale della Corte dei Conti di sei dirigenti generali del dipartimento della Salute della Regione Calabria da parte della Guardia di Finanza di Catanzaro per un presunto danno erariale di circa 90 milioni di euro per i finanziamenti alla Fondazione Campanella, dimostra ancora una volta con quanto spregio dei cittadini, dei loro bisogni e delle loro sofferenze, vengono sprecate immense risorse da parte della classe politica ,che, da anni, governa la Calabria''. A sostenerlo e' Luigi de Magistris, europarlamentare di Italia dei Valori. ''Non meraviglia, infatti - prosegue de Magistris -, che la vicenda coinvolga diverse giunte regionali: sosteniamo da tempo che al governo della Regione Calabria, a fronte di una falsa alternanza politica, ci sono sempre gli stessi comitati di potere che fanno affari d'oro alle spalle dei cittadini calabresi. Ed e' ancora piu' odioso che il malaffare e la cattiva gestione delle risorse pubbliche avvenga nel settore della Salute: mentre i soldi finiscono nelle tasche dei soliti noti, la gente muore negli ospedali o e' costretta a disperati viaggi della speranza per potere curare fuori regione gravi patologie come quelle tumorali''. ''Al di la' delle responsabilita' personali nella vicenda, che dovranno essere accertate fino in fondo - conclude de Magistris -, ci sono gravissime ed evidenti responsabilita' morali e politiche, per le quali chi ha governato finora deve rispondere ai cittadini calabresi''.

Feraudo (Idv) "Scandalo colossale". ''E' inutile alimentare stucchevoli liturgie, parolaie e fumose. L'indagine della Guardia di Finanza sulla Fondazione Campanella sta facendo emergere uno scandalo colossale''. Lo sostiene Maurizio Feraudo, presidente del Gruppo Idv in Consiglio regionale della Calabria. ''Dalle ancora scarne notizie trapelate - dice Feraudo - sembra siano stati letteralmente dilapidati 90 milioni di euro. Una vergogna dalle dimensioni incommensurabili, che disvela non gia' una inqualificabile pagina di malgoverno, ma un inquietante intreccio di affarismo, che vede coinvolti dirigenti compiacenti, in un contesto, come quello della sanita', su cui da tempo ormai sono accesi i riflettori di una opinione pubblica non piu' disposta, ora che il pentolone del malaffare si sta scoperchiando, a continuare ad essere mortificata. Da una parte si preannunciano tagli da lacrime e sangue e dall'altra si scoprono frodi milionarie in un sistema sanitario piegato solo ed esclusivamente agli interessi di un ceto politico vorace ed insaziabile''. ''E allora basta. Loiero - conclude Feraudo - deve dimettersi''.

Adamo (PD) "Idv supera limiti della decenza". "Il limite è davvero superato: se Italia dei Valori vuole strumentalizzare l'indagine della Corte dei Conti sulla Fondazione Campanella, è davvero fuori pista e ciò e la prova che questo partito vuole fare leva sulle pulsioni più negative e qualunquistiche dell'opinione pubblica calabrese soltanto per racimolare voti e non per costruire un cambiamento democratico della Calabria". E' quanto afferma Nicola Adamo, capogruppo del Pd al Consiglio Regionale, dopo avere letto la dichiarazione del consigliere regionale Maurizio Feraudo di Italia dei Valori. "C'è il rischio - aggiunge Adamo - di favorire la tesi secondo cui di tutte le erbe si vuol fare un fascio per lasciare impuniti e indisturbati i veri corrotti e corruttori di questa terra. Per quanto mi riguarda non ho mai rinunciato a un confronto anche critico con il presidente Agazio Loiero, ma dover assistere a una richiesta di dimissioni per infondate ragioni mi induce a un sussulto di dignità e di coscienza". La dichiarazione rilasciata in serata da Nicola Adamo è molto severa nei confronti di Italia dei Valori. "Nella storia - afferma Adamo - a volte abbiamo visto che i cosiddetti professionisti dell'antimafia hanno provocato gli stessi danni delle azioni delittuose e criminali delle consorterie mafiose. I professionisti dell'antimafia, infatti, sono serviti in taluni casi a lasciare indisturbati e non consentire di contrastare con efficacia l'azione mafiosa", "La similitudine - spiega il capogruppo Pd Adamo - è d'obbligo con chi oggi si erge da tribuno a professionista e predicatore di legalità e moralità. Questo gioco, ovviamente, si svolge ancor più in Calabria dove ormai si ritiene che sia sufficiente utilizzare il linguaggio di tali professionisti per essere ascoltati, prendere voti, fare carriera politica e costruirsi una maschera di verginità". "Nessuno - aggiunge Adamo - vuole negare o sottovalutare il bisogno di un reale cambiamento in Calabria che parta innanzitutto dal presupposto di affermare il principio di moralità e legalità. Però e fin troppo evidente che alcuni non sono interessati a tale obiettivo ma sono interessati a strumentalizzare questo bisogno per affermare la loro ragion d'essere". Secondo Adamo "è il caso di leggere con questa lente la polemica sollevata da Italia dei Valori intorno alle vicende della Fondazione Campanella. Finora, di ufficiale si conosce, l'esistenza di una indagine della Corte dei conti affidata alla Guardia di finanza, impropriamente presentata da qualche media come un episodio di malasanità e di ruberie. Questa indagine vada avanti fino in fondo". "Però - conclude Adamo - una cosa è certa: che se dissipazione di danaro pubblico c'è stata, la responsabilità non può essere ascritta al presidente Loiero e alla sua giunta. Anzi sono state molteplici le iniziative di controllo messe in atto ed è stata perfino approvata dal Consiglio Regionale una legge di riforma della stessa fondazione. Questo IdV lo sa e per questo, esagerando, ha oltrepassato ogni limite di decenza".

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