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Inchiesta collaudo, assolti Arena, Mignolli e Di Leo
Inchiesta "Collaudo": assolti Arena, Mignolli e Di Leo 07 ott 09 L’inchiesta sulla truffa milionaria alla 488, denominata “Collaudo” che portò in carcere in pieno agosto, in vacanze in Sardegna, il consigliere regionale Franco Pacenza e vide coinvolti alcuni professionisti Maurizio Arena, Guido Mignolli e Giuseppe De Leo, condannati in primo grado a pene comprese tra gli otto mesi e i due anni e quattro mesi di reclusione, si sgonfia definitivamente con la sentenza emessa dai giudici in secondo grado presso la Corte di Appello di Catanzaro, prima sezione penale (Chiaravalloti presidente, giudici a latere Garofalo e Galati) che a seguito del ricorso presentato dalla difesa hanno ribaltato la sentenza emessa dal Tribunale di Cosenza emessa il 26 settembre 2008 su richiesta del pm Cozzolino. Allora il giudice Politano inflisse a Maurizio Arena, che fu ritenuto la mente del raggiro milionario, una condanna a due anni e quattro mesi di reclusione con l’accusa di truffa aggravata. Guido Mignolli e Giuseppe di Leo a otto mesi ciascuno con l’accusa di falso ideologico. Secondo l’originaria accusa nella qualità di collaudatori avevano cioè certificato come nuovi dei macchinari vetusti. Così i giudici d’Appello hanno assolto tutti e tre gli imputati. Arena, Mignolli e Di Leo, con la formula “perché il fatto non costituisce reato”. Il procuratore generale Domenico Prestinenzi aveva insistito per la conferma della condanna di Mignolli e Di Leo. Per Arena, invece, pur ribadendo la fondatezza della condanna, aveva sollecitato una sentenza di non doversi procedere per intervenuta prescrizione del reato. “Una assoluzione piena anziché per come richiesto dal pg -sentenza di proscioglimento per prescrizione-, hanno ribadito i difensori di Arena, gli avvocati Sammarco e Onofrio, su di una sentenza, emessa in primo grado e basata su preconcetti, che faceva acqua da tutte le parti. Un’assoluzione dunque che –ribadiscono i legali - conferma la piena estraneità di Maurizio Arena rispetto all’attività criminale da altri posta in essere”. Sammarco e Onofrio, che hanno difeso anche il consigliere Franco Pacenza, per conto del quale hanno presentato richiesta di risarcimento per ingiusta detenzione, presenteranno anche per Arena la stessa richiesta. Infatti il commercialista ha subito gli arresti, tra carcere e domiciliari, per una sessantina di giorni. “Abbiamo dovuto attendere tre anni, hanno poi affermato i legali, per avere giustizia. Ad Arena tutta questa storia ha creato un infinità di problemi personali e professionali”. Stessa strada prenderà il difensore di Guido Mignolli, avv. Nunzio Raimondi, che adirà tutte magistrature per ottenere equa riparazione dei danni subiti dal suo assistito e dlla sua famiglia per un evento così altamente lesivo del suo decoro personale e professionale.
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