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Maxi sequestro di beni a Cassano

 

Maxi sequestro alla cosca Faillace a Cassano, confiscati 25 milioni di beni tra auto, terreni e società

14 ott 09 Gli investigatori dell’Ufficio Misure di Prevenzione e Sicurezza della Questura di Cosenza, diretto dal Vice Questore Aggiunto D.ssa Raffaella Pugliese, hanno dato esecuzione, ai sensi della normativa antimafia, alla confisca dei beni, intestati e riconducibili a tutti i soggetti, nei cui confronti, nei mesi scorsi era già stato operato, dallo stesso Ufficio Misure di Prevenzione, il sequestro dei beni ai sensi della normativa antimafia per un valore complessivo di oltre venticinque (25) milioni di Euro.
La complessa proposta di sequestro, pienamente accolta dal Tribunale Misure di prevenzione del capoluogo, presieduto dalla Dott.ssa Francesca Marrazzo, aveva  riguardato tutto il nucleo familiare ed i conviventi di Faillace Francesco, figlio del noto Faillace Federico, ucciso lo scorso mese di agosto, e di Forastefano Maria Giuseppina, attualmente convivente di Borrelli Giuseppe.
Nel corso delle indagini patrimoniali furono individuate altre società riconducibili al Faillace e fittiziamente intestate a terzi che furono destinatari di analogo provvedimento di sequestro preventivo antimafia.
Faillace Francesco risulta stabilmente inserito nella organizzazione criminale operante nel territorio del Comune di Cassano Ionio ( dedita, tra l’altro, alla commissione di delitti di estorsione e di usura). Attualmente agli arresti domiciliari, resosi inizialmente latitante, solo in data 20 gennaio 2008 fu tratto in arresto perché gravemente indiziato, nell’ambito del procedimento OMNIA, dei delitti di associazione per delinquere di tipo mafioso, rapina ed estorsione, aggravate dal metodo mafioso.
 In particolare, secondo la ricostruzione dell’indagine OMNIA, il Faillace aveva il compito di “eseguire gli ordini”( le” mmasciate”) dei vertici del sodalizio, specie in relazione alle azioni di intimidazione volte all’imposizione dei pagamenti a titolo estorsivo oppure per punire chi si contrappone agli interessi della consorteria; di assicurare la circolarità delle informazioni e, quindi, la comunicazione fra gli appartenenti al sodalizio”.
Secondo l’accusa, inoltre, grazie alle pressioni di Antonio Forastefano, a capo dell’omonimo clan, il Faillace si sarebbe accaparrato lavori di fornitura di cemento in quanto gestiva insieme al patrigno Borrelli Giuseppe un cementificio sito in Altomonte.
Tali accaparramenti avrebbero riguardato anche lavori di ammodernamento di tratti stradali fra i comuni di Villapiana e di Francavilla. Al Faillace, il Tribunale M.P., su proposta della Questura, ha altresì applicato la misura della sorveglianza speciale per anni quattro.
Tra i beni confiscati risultano, tra l’altro,  diversi complessi aziendali con le relative quote sociali e numerosi automezzi.

Questi i beni confiscati:

SOCIETÀ

Impresa individuale Forastefano Maria Giuseppina, avviata il 24.07.1995, con sede in Cassano allo Ionio Marina di Sibari Complesso Golf Village, avente ad oggetto centri e stabilimenti per il benessere fisico (escluso terme)

Intero complesso aziendale della Asfalti Beton s.r.l., avente partita I.V.A. 02790880781, con sede in Altomonte (CS) Zona Industriale contrada Serragiumenta s.n.c., costituita il 17.07.2006. I soci sono Faillace Francesco e Forastefano Maria Giuseppina

Quota di partecipazione di Forastefano Maria Giuseppina di € 10.000,00 nella Scaj s.r.l., avente partita I.V.A. 02685940781, con sede in Carolei (CS) via Puglia nr. 21, costituita il 05.01.2005

Intero complesso aziendale della Beton Scavi s.r.l., avente partita I.V.A. 02616860785, con sede in Cassano allo Ionio (CS) frazione Sibari contrada Tre Ponti s.n.c., costituita il 30.01.2004. I soci sono Borrelli Giuseppe e Forastefano Maria Giuseppina. Il 05.03.2007 Forastefano Giuseppina ha ceduto l’intera  propria quota di partecipazione a FRANCOMANO Francesco.

Intero complesso aziendale ( beni mobili, mobili registrati ed immobili) e relative quote sociali della società “GOLDEN CEM s.r.l., con sede in Altomonte C.da Serregiumenta.

Intero complesso aziendale e relative quote sociali della società “La RINASCENZA Calcestruzzi di BORRELLI Giuseppe” con sede in Altomonte località Tiro

Quota di partecipazione di RIZZO Aldo nella SCAJ s.r.l. con sede in Carolei ,Via Puglia 21

Le quote di tutte le società sottoposte alla misura patrimoniale

BENI  IMMOBILI

AUTOVEICOLI

  1. Audi A8 4.0 V8 TDI  Valore: € 40.000,00.
  2. BMW Serie 3 320D,
  3. Mercedes ML400 CDI,
  4. Trattore per semirimorchio cabinato con ralla,
  5. Motociclo Suzuki GSX-R 750 ,,
  6. Motociclo Yamaha XP 500,
  7. Autovettura Nissan Terrano II 2.7 TDI,
  8. Semirimorchio Acerbi AF89,
  9. Autovettura Fiat Panda 750,
  10. Autovettura BMW,
  11. Rimorchio Carenzi, ,
  12. Autovettura Mercedes C220 CDI,
  13. Autovettura Volkswagen Golf 1.9 TDI,
  14. Autocarro Daewoo FSO 1.9 D,
  15. Semirimorchio Calabrese
  16. Betoniera,
  17. Betoniera Fiat 330
  18. Betoniera Iveco 330 30 Van
  19. Autocarro cassonato OM 40
  20. Autocarro Fiat 35 10 Van
  21. Autocarro OM 40 35 Van con cassone ribaltabile .

Il valore dei beni si aggira sui 25 milioni di euro. Sono stati restituiti ai soggetti interessati soltanto quattro autovetture, il 50% di un terreno seminativo e due aziende, risultate inattive, per un valore complessivo di circa 24.000 Euro. Questi ultimi beni, secondo il Tribunale, erano pervenuti all’asse patrimoniale del nucleo familiare in periodo di molto antecedente l’epoca in cui il sodalizio mafioso di riferimento ha iniziato ad operare.
L’ufficio misure di prevenzione e sicurezza ha stamani operato con la collaborazione del Reparto Prevenzione crimine Calabria Settentrionale diretto dal V.Q.A. Dr. Michele ABENANTEed inpresenza degli amministratori giudiziali nominati dal Tribunale, appartenenti all’ordine dei commercialisti di Reggio Calabria.
Dall’inizio dell’anno ad oggi sono stati eseguiti diciotto sequestri ai sensi della legge antimafia e quattro confische per un valore di oltre settantacinque (75) milioni di Euro ed i relativi provvedimenti ablativi hanno riguardato pericolosi soggetti, tutti indiziati di appartenere a cosche mafiose operanti sul vasto territorio della provincia di Cosenza.

 

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