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Tentata fuga, si cercano i complici

 

 

Tentata fuga boss Zagari, si cercano i complici

25 nov 09 Si stanno concentrando sulle pistole e sulla possibile rete dei fiancheggiatori le indagini del commissariato di Palmi e della squadra mobile di Reggio Calabria sulla tentata evasione di Giuseppe e Pasquali Zagari avvenuta ieri mentre i due fratelli venivano trasferiti dal carcere di Palmi al tribunale di Reggio Calabria. Giuseppe e Pasquale Zagari, che stanno scontando la pena dell'ergastolo per la faida di Taurianova, sono stati arrestati per tentato omicidio, tentata evasione e porto abusivo di arma clandestina. Nel corso del tentativo di evasione sono stati feriti tre agenti della polizia penitenziaria due dei quali sono ricoverati nell'ospedale di Gioia Tauro. Le due pistole utilizzate dai fratelli Zagari sono calibro 6,35 ed hanno la matricola cancellata. Nel corso della tentata evasione sono stati sparati quattro colpi alcuni dei quali hanno ferito agli arti inferiori due agenti di polizia penitenziaria. Le armi sono state inviate ora alla polizia scientifica di Reggio Calabria per compiere gli accertamenti balistici. Gli investigatori stanno cercando di accertare le modalità con le quali i due ergastolani sono entrati in possesso delle armi. Le indagini sono finalizzate anche ad accertare l'eventuale rete di fiancheggiatori che avrebbero dovuto aiutare i fratelli Zagari dopo la loro evasione. Gli investigatori ritengono che l'evasione sia stata programmata nei minimi dettagli e che i due ergastolani contassero sulla complicità di altre persone per la fuga.

Interrogazione della Napoli "Sembra assurdo continuare a premiare per 'buona condotta' detenuti, quali i fratelli Zagari, che hanno alle spalle un curriculum criminale tale ad averli portati all'inflizione dell'ergastolo". A sostenerlo è la deputata Angela Napoli in una interrogazione ai ministri della Giustizia e dell'Interno in merito al tentativo di evasione di Giuseppe e Pasquale Zagari, avvenuto ieri mentre venivano portati dal carcere di Palmi al Tribunale di Reggio Calabria. La parlamentare ricorda che Giuseppe e Pasquale Zagari, "detenuti presso il carcere di Voghera, sarebbero giunti al carcere di Palmi sabato scorso e, lo scorso mese, sarebbero stati accompagnati a casa della madre, a Taurianova, quale premio per la 'buona condotta' tenuta durante la detenzione". "I due detenuti - afferma la Napoli - sono importanti elementi dell'omonima cosca di Taurianova ed hanno, altresì, una sorella fidanzata con il latitante Ernesto Fazzalari, ricercato dal 1992. Giuseppe e Pasquale Zagari sono stati responsabili di una guerra tra due cosche che negli anni tra il 1988 e il 1991 ha portato a ben 20 omicidi e 10 tentati omicidi e che ha fatto rimbalzare sulle cronache nazionali Taurianova per aver portato nel 1991 all'omicidio di Rocco Zagari, padre di Giuseppe e Pasquale, ed ex consigliere comunale della Dc e nel giorno successivo di altre tre persone, ad una delle quali è stata staccata la testa dal tronco a fucilate". La Napoli chiede quindi ai ministri di sapere "se non ritengano di dover fare avviare la procedura per sottoporre i due ergastolani all'applicazione del regime del 41 bis; se non ritengano di dover informare il Parlamento su come i detenuti siano riusciti ad entrare in possesso di ben due pistole calibro 6,35; se non ritengano di dover rivisitare la norma ed il sistema di benefici di cui godono i detenuti per la 'buona condotta'; se non ritengano, infine di poter incoraggiare all'uso delle video conferenze per le fasi processuali che riguardano in particolare i detenuti condannati per associazione mafiosa".

UIL PA "Molti punti da chiarire". “Grande amarezza” degli agenti penitenziari - espressa in particolare da Eugenio Sarno, Segretario Generale della UIL PA Penitenziari - per la mancata eco, a livello istituzionale nonché mediatico, delle vicende che hanno visto coinvolti ieri due agenti capaci di sventare un tentativo di evasione di due pericolosi detenuti; necessità di far luce su alcuni punti delicati di quanto avvenuto, a partire dalla possibile corruzione di alcuni agenti. “È indubbio che il sangue freddo e la grande professionalità degli agenti coinvolti e feriti nel tentativo di evasione di Palmi ha evitato un sanguinoso spargimento di sangue. Questa è la risposta più alta, forte e concreta che il Corpo della polizia penitenziaria potesse fornire in risposta al massacro mediatico cui è sottoposto da alcune settimane. Purtroppo - sottolinea Sarno - il sacrificio e l’eroico comportamento degli agenti penitenziari, che si sono immolati pur di non far evadere due pericolosissimi ergastolani, non ha “bucato” l’informazione. Non possiamo non prenderne atto. D’altro canto se persino il Capo del DAP che ama autodefinirsi capo della polizia penitenziaria si limita ad una arida, quanto protocollare dichiarazione e il Ministro della Giustizia non pronuncia sillaba sull’accaduto, è consequenziale anche il minimizzare i fatti da parte della stampa”. “Solo in questa settimana - incalza il segretario della Uil Pa - gli agenti penitenziari hanno salvato dal suicidio tre detenuti. Hanno dovuto fronteggiare le rivolte di Lucca, Potenza, San Gimignano, Genova e Pescara nel più completo abbandono e in condizioni di grave carenza organica. Nonostante questo, il Ministro Alfano nelle sue dichiarazioni pubbliche e televisive, ieri, non ha trovato modo e tempo per rivolgere un pensiero alla “sua” polizia penitenziaria e alle criticità dell’universo carcerario. Questo è molto grave. E non solo dal punto di vista politico. Voglio sperare che la visita odierna del Vice Capo del DAP, Di Somma, ai due feriti di Palmi sia solo anticipatoria di più autorevoli visite. Di certo La Russa e Maroni, se questi fatti avessero toccato personale delle Difesa o dell’Interno non avrebbero taciuto, e credo si sarebbero precipitati dai feriti. Auspico che il pres. Ionta ed il Ministro Alfano trovino, almeno nel week end, il modo per recarsi in visita dai colleghi feriti ieri. Non posso, quindi, non ringraziare il Presidente della Repubblica Napolitano e il Segretario della UIL Angeletti per aver voluto far giungere ai protagonisti della vicenda i loro attestati di stima e vicinanza”.”Ma nonostante il tentativo di evasione sia stato sventato dal personale - aggiunge Sarno - molti punti restano da chiarire: tutti noi abbiamo ben presente la necessità di chiarire immediatamente le modalità attraverso le quali due detenuti traducendi, e di un non comune spessore criminale, siano potuti venire in possesso di due pistole. Occorre trovare subito la verità, anche se potrebbe non piacerci. Ma non vogliamo fare gli struzzi e siamo consapevoli che ci sono forti probabilità del concorso di agenti corrotti...”. Il segretario della Uil Pa riferisce poi che “in poche ore ci sono stati centinaia di contatti al nostro blog e molti commenti abbiamo preferito non pubblicarli per evitare derive giudiziarie. Ma è evidente la rabbia nei confronti di chi avrebbe il dovere di gestire politicamente ed amministrativamente il sistema penitenziario che invece si caratterizza per silenzio, inerzia ed immobilismo...Occorre recuperare, sinanche utilizzare, il patrimonio di esperienza, conoscenza e competenza del personale penitenziario e dei dirigenti che in periferia hanno saputo gestire le emergenze. Invece - chiude il Segretario Generale della UIL PAPenitenziari - ci si vuole arroccare nei palazzi, perseguendo in un incomprensibile silenzio e un più ancora ingiustificato immobilismo”.

 

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