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Dir.resp. Pippo Gatto |
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DDA certa, nessun dubbio sul relitto di Cetraro
Relitto di Cetraro, DDA rasicura “Nessun dubbio, quella è la Catania” 04 nov 09 “Il relitto individuato dalla nave della Regione Calabria a largo di Cetraro (Cosenza) è esattamente quello su cui sono stati effettuati i rilievi da parte della nave inviata dal ministero dell’Ambiente. Il relitto in questione non contiene alcun fusto ed in esso, come nell’area circostante, non sono state rilevate radiazioni pericolose, nè alfa, nè beta e nè gamma”. A ribadire queste certezze, oggi, sono stati i vertici della Procura di Catanzaro, che stanno portando avanti le indagini relative al ritrovamento di quella che si temeva potesse essere la “nave dei veleni”, cioè un’imbarcazione affondata dalla 'ndrangheta con a bordo un carico di rifiuti radioattivi, e che si avviano verso la conclusione perchè la nave, allo stato, risulta del tutto innocua. Volendo lasciare da parte ogni commento sulle illazioni che si stanno rincorrendo in questi giorni sugli organi di informazione, il procuratore capo Vincenzo Lombardo, ed il suo aggiunto, Giuseppe Borrelli, hanno invece fugato ogni dubbio sulle attività di indagine fin qui condotte. A parte le varie libere interpretazioni, le apparenti rivelazioni non fondate su argomenti certi e razionali, ed i ritorni al passato che creano solamente confusione, “noi – ha detto il procuratore - dobbiamo parlare sulla scorta di riscontri oggettivi. Abbiamo lavorato molto seriamente ed in maniera trasparente, ed ogni passaggio è stato cristallizzato in atti giudiziari. Avevamo il compito di identificare il relitto rinvenuto a Cetraro e di verificare che non fosse pericoloso, e questo abbiamo fatto. Si tratta della nave passeggeri “Catania”, affondata nel 1917; non contiene alcun fusto o altro genere di rifiuti sospetti. Era il nostro obiettivo e lo abbiamo raggiunto con la massima attenzione. Attendiamo adesso gli ultimi dati in merito all’eventuale presenza di pericoli, e cioè i risultati delle indagini scientifiche sui campioni prelevati in mare, e poi il caso sarà chiuso”. I due magistrati hanno parlato con carte alla mano, mostrando alcuni degli esiti delle verifiche effettuate per spiegare come i dubbi sollevati da qualcuno siano infondati. A partire dai rilievi fotografici effettuati sia dalla Regione che dal Ministero che, specie relativamente alle immagini dei dettagli del relitto, mostrano come il soggetto delle fotorilevazioni sia identico. Quanto alla discrepanza fra le coordinate fornite dalla “Copernault Franca” (la nave della Regione Calabria) e dalla “Mare Oceano” (la nave del ministrero dell’Ambiente) per indicare il posizionamento del “Catania”, il “mistero” è facilmente spiegato. Le misurazioni sono state effettuate con strumentazioni diverse, e quella del Ministero può considerarsi più precisa, mentre quella dell’Arpacal indica coordinate per approssimazione - come indica la stessa sigla accanto ai numeri di riferimento -. Ma, soprattutto, una si esprime in centesimi, e l’altra in sessantesimi, motivo per cui le coordinate appaiono diverse, e comunque in maniera talmente lieve da non consentire di poter seriamente dubitare di trovarsi in presenza di due navi distinte. “Per intenderci – hanno spiegato i magistrati -stiamo parlando di apparenti differenze di pochi metri, non certo di chilometri”.
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