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Tre relitti a Cetraro?

 

 

Nave dei veleni: sarebbero tre i relitti di fronte Cetraro. Ministro Prestigiacomo: valutiamo intervento a Maratea. L'avvocato di Fonti: i relitti sono tre

03 nov 09 Mentre il Ministro prende tempo sull’intervento della nave Mare oceano a Maratea e si alza il coro delle richieste di chi vuol vederci chiaro, escono fuori dalla polvere alcuni documenti segreti del 2006 relativi ad una seduta della Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti attinente ad alcune dichiarazione del pm Franco Greco rilasciate il 24 gennaio 2006. Già allora si parlava di tre relitti di fronte Cetraro e nessuna delle tre navi corrisponde alla lunghezza ed alla profondità della nave Catania presentata alcuni giorni fa in una conferenza stampa a Roma come l’unica nave presente sotto il mare nel punto indicato dal pentito Francesco Fonti. Ad avvalorare questa tesi il ritrovamento, allora, di alcuni fusti fatto dai pescatori.

"Ho cercato in tutti i modi di capire quale fosse il luogo preciso, dichiarava in Commissione il PM Francesco Greco. Mi sono state date delle coordinate, che ho riportato al consulente, per verificare il sito.... Ed è stato rilevato un corpo estraneo della lunghezza di 126 metri. I consulenti hanno escluso che si possa trattare di un oggetto naturale... non si spiegano cosa sia. Potrebbe essere una nave... si trova a 680 metri di profondità". Una nave, non l'unica nave. Infatti, si legge nel documento di un secondo ritrovamento: una nave lunga tra gli 88 e i 108 metri, larga dai 15 ai 20 metri, a 380 metri di profondità. Intorno alla pancia di questo relitto c'è un alone di 200 metri quadri, scuro, che - dice davanti alla commissione il Sostituto Procuratore Franco Greco - "non può essere liquido e deve per forza essere il carico della nave che appoggiandosi, si è aperto ed è fuoriuscito" .

Greco racconta di aver chiesto alla Capitaneria di Porto se c'erano navi da guerra affondate in quell'area. Alla Capitaneria non risultavano unità da guerra. Risultava solo una nave affondata nel 1989, a 15 miglia, verso Scalea. Incrociando dati con l'ufficio maridrografico di Genova, Greco scoprì che esisteva un relitto della prima guerra mondiale ma scoprì anche che la nave risulterebbe affondata nel 1920, cioè dopo la fine della guerra. Si chiamava "Federico II", ma gli atti sono "classificati, ossia coperti da segreto militare". Esiste ancora oggi questo "Top secret?"

La nave di cui parla Fonti sarebbe affondata nel '92. Le mappe nautiche riportano la Federico II dal 1993, come relitto non pericoloso con battente d'acqua sconosciuto. "Il che vuol dire - dice il pm Greco - che non sanno cos'è; ma allora come fanno a dire che non è un relitto pericoloso? Ho chiesto il motivo per il quale questa nave non è stata mai riportata nelle mappe nautiche e non mi hanno saputo dare una risposta". Di certo c'è che nella zona della nave Federico II la Capitaneria di Porto di Cetraro vietò la pesca per un anno e quattro mesi perché proprio lì le analisi hanno rilevato metalli pesanti, tra cui arsenico e mercurio, fuori dai livelli consentiti. Come mai proprio in quel punto la concentrazione dei metalli?

La seduta segreta tra Greco e la commissione si conclude con una domanda che lo stesso Presidente della Commissione rivolge al pm: "Dottore, mi faccia capire, mi sto perdendo. C'è quindi una nave certa, una che si vede e una che potrebbe esserci". E il pm risponde: " Sì, quello è il posto dove sono stati trovati i bidoni".

Il Ministro: Stiamo valutando intervento a Maratea. ''Stiamo valutando se intervenire a Maratea perche' e' la procura che ce lo chiede, e non intendiamo abbassare la guardia ma occorre maggiore chiarezza sulla fondatezza delle informazioni che giungono al ministero''. In questo modo il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo, a margine di un'audizione alla Camera, parla della possibilita' di intervenire a largo delle coste di Maratea, in Basilicata, su quella che potrebbe essere un'altra area con un relitto di una delle ''molte navi'', definite, 'a perdere' sparse nel Mediterraneo. ''Noi - osserva Prestigiacomo - non ci sottraiamo quando la procura ci chiede di collaborare''. Sulla vicenda della falsa nave dei veleni di Cetraro, il ministro ricorda che ''la nave Mare Oceano, messa a disposizione dal ministero, costa 40.000 euro al giorno'' e che probabilmente ''qualcuno pensava di attaccare il governo'' con la storia del finto ritrovamento della nave Cunsky

L’avvocato di Fonti “Le navi sono tre”. L'avvocato di Francesco Fonti Claudia Conidi intende sollevare quanto prima davanti alla magistratura la questione della presenza di almeno tre navi affondate davanti a Cetraro e della presenza "certa" di residui tossici pericolosi in mare oltre a bidoni. L'avvocato commenta con l'ANSA la seduta segreta del 24 gennaio 2006 dove il pm Franco Greco, che all'epoca aveva aperto l'inchiesta sulla nave di Cetraro, rivelò davanti alla commissione per le ecomafie la presenza di tre navi e il "balletto" di nomi attribuito ai relitti. La novità, segnalata dal sito de "La Repubblica" ha spinto l'avvocato a decidere per riaprire la questione anche sulla base di una trasmissione di una Tv locale che ha reso note, in diretta, le telefonate di diversi pescatori della zona che hanno affermato di aver portato in superficie diversi bidoni. "Mi sembra che si sia stati un po' troppo spicci nel chiudere la questione. Ora questa audizione finora segreta riapre il tutto e segnaleremo a chi di dovere il documento. Che ci sia qualcosa che non quadra la abbiamo capito tutti ma ora la questione si pone su basi concrete. Si faccia una 'mappatura' seria delle navi affondate al largo di Cetraro. Questa novità non fa altro che confermare le perplessità sul fatto che troppi elemento sono stati ignorati, non so se volutamente o no, da chi ha fatto gli accertamenti- Tutto questo è tale da porre il problema di una sorte di 'incidente probatorio'. I dati raccolti a suo tempo dal Pm Greco dove sono andati a finire?".

* Fonte dei verbali quotidiano "Repubblica.it"

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