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Per la sanità, una "linea del Piave"

 

 

Sulla sanità una linea del Piave”: ecco la ricetta di Loiero per superare il deficit

15 nov 09 “Addiverremo a una conciliazione con il governo soltanto se saranno accettate le nostre proposte”. Così il presidente della Regione Calabria Agazio Loiero spiega a che punto stanno le cose nella trattativa col governo per il piano di rientro del deficit sanitario. “Ieri ho relazionato sullo stato dell’arte e ho raccolto gli umori e i suggerimenti della Giunta e degli autorevoli esponenti del Consiglio regionale presenti, nonostante fosse sabato sera. Mercoledì, come mi sono impegnato, presenterò alla Giunta la mia “linea del Piave”, che attraverso un articolato breve e comprensibile, dettaglierà tutta una serie azioni ben definite e una tempistica certa, che la Regione si impegna a rispettare, se anche lo Stato vorrà assumere gli impegni che noi esplicitamente gli chiederemo nel quadro di una collaborazione finalmente leale e responsabile” “In questo senso – assicura Loiero - sarà un piano di rientro veramente innovativo rispetto a quelli che sono stati prodotti dalle altre Regioni meridionali e che sono tutti miseramente falliti al momento della loro attuazione”. Il presidente della Regione si è soffermato sui principali nodi in discussione, personale, rete ospedaliera, forniture e servizi.

PERSONALE. E’ un comparto – spiega Loiero – che oggi pesa sulla spesa sanitaria per 1,3 mld. Non accetteremo ipotesi di blocco delle assunzioni che mettano a repentaglio il raggiungimento LEA o che siano d’ostacolo a quell’esigenza di ricambio generazionale della classe dirigente che i Calabresi ci chiedono a gran voce e cui l’Amministrazione deve tendere, chiunque sia a guidarla, anche e soprattutto nel corso dei tre anni di vigenza del piano di rientro. Pretendiamo che ci siano poste a disposizione da subito le necessarie risorse umane per il rafforzamento del Dipartimento regionale, che dovrà adempiere ai gravosi compiti di indirizzo e controllo imposti dal piano. Inoltre cercheremo e proporremo al Governo una Regione che ci affianchi in questo difficile cammino. Irrinunciabile è anche l’esigenza di portare a termine il processo di stabilizzazione in atto, che riguarda personale precario in servizio spesso da svariati lustri, che è il vero anello debole della catena e che non può rappresentare la vittima sacrificale di un sistema che non ha funzionato come avrebbe dovuto.

RETE OSPEDALIERA. Le criticità che coinvolgono un nutrito numero di ospedali o di reparti – aggiunge il presidente della Regione – non possono essere affrontati con la logica del “tanto peggio, tanto meglio”. Le chiusure immediate devono riguardare solo quei punti dove il fattore di rischio è massimo. Il processo inoltre deve essere accompagnato da interventi di riconversione che la Regione ha già autonomamente messo in piedi, con l’istituzione delle Case della salute. Dei restanti presidi dovrà discutersi nel tempo dovuto e nelle forme più appropriate. Non è estraneo al discorso, ad esempio, sapere cosa s’intende fare per l’immediata cantierizzazione dei quattro ospedali che lo Stato si era impegnato a realizzare entro il 31 dicembre 2009, attraverso un Commissariamento di Protezione civile. Né sapere quali rimedi ci saranno dati per compensare alla mancata spendita delle risorse ex art. 20, attratte alla competenza della struttura commissariale per essere destinate al potenziamento tecnologico ed alla messa in sicurezza dei presidi. Vorrei solo ricordare che il senso di indignazione e di impotenza che è montato in tutti gli operatori sanitari e nella società civile ha fatto sì che la Giunta arrivasse all’estrema conseguenza di denunciare alla Magistratura penale e contabile lo stato di completa paralisi in cui si versa dall’inizio dell’anno ad oggi. Nella riorganizzazione della rete ospedaliera s’inserisce poi il nodo dell’ospedalità e dell’assistenza privata, che è un fenomeno molto diffuso in Calabria, anche e soprattutto per le molte inefficienze del pubblico. In questo settore, la nostra intenzione è di rimuovere completamente gli sprechi, che ancora ci sono, concentrandosi sull’acquisto delle sole prestazioni veramente complementari e sostitutive rispetto a quelle rese dal pubblico, in modo da non creare doppioni e da costituire un freno alla mobilità dei malati fuori Regione. Non accetteremo tagli indiscriminati, che avrebbero l’unica conseguenza di alimentare l’emergenza sociale ed occupazionale e di mettere al tappeto l’imprenditoria sana che opera nel settore. La riorganizzazione, infine, dovrà andare di pari passo con la realizzazione di interventi incisivi sulla rete dell’emergenza e dell’urgenza e sul rischio clinico, attraverso il potenziamento delle strutture preposte, con l'assegnazione di risorse aggiuntive, che non possono che provenire dai fondi dell’art. 20. Anche per questa materia, dal 2007 affidata ad una gestione commissariale, prima di ogni decisione, la Regione vuole conoscere cosa il Governo intende fare.

FORNITURE E SERVIZI. Secondo Loiero è una voce di spesa che vale oltre 600 mila euro all’anno. “Dimostreremo al Governo – afferma il presidente – come è possibile ridurla senza andare a discapito delle prestazioni assistenziali, razionalizzando il sistema, concentrando le gare ed accorpando la gestione del magazzino da parte delle varie Aziende, il tutto attraverso uno strumento prezioso di cui la Regione si è già dotata (la SUA). Insomma, afferma il presidente Loiero “le manovra che proporrò mercoledì alla Giunta servirà, in tre anni, a dare ai Calabresi una sanità più moderna ed efficiente, senza sprechi o ruberie”. Un discorso a parte, per il presidente, però deve essere fatto per la copertura del debito pregresso. “I conti – dice – devono essere ancora fatti con la dovuta precisione e in tal senso accelereremo ogni processo in corso. Finora però un dato di partenza è chiaro ed incontestabile: la stragrande totalità del passivo si è formata in un periodo in cui ha governato il centro-destra. Quel periodo, per capirci, in cui le Giunte regionali che si succedevano in carica si guardavano bene dall’esaminare i bilanci delle Aziende sanitarie, che venivano approvati per silenzio assenso e che riportavano dati contabili in pareggio, se non addirittura in attivo, trasmessi a Roma a dimostrare la virtuosità della Regione”. “Ebbene – conclude Loiero – quel debito oggi pesa non solo nella sua dimensione storica, ma per effetti devastanti che ne derivano in termini di interessi passivi e di contenziosi aperti, che giungono solo adesso a sentenza di condanna. Anche di questo si dovrà discutere, per trovare una soluzione che ponga una linea di demarcazione netta tra il debito che questa gestione ha trovato ed il debito che comunque essa ha prodotto”.

 

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