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Dir.resp. Pippo Gatto |
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Gonfiavano rimborsi chilometrici, arrestati impiegati AFOR
Gonfiavano i rimborsi chilometrici, in manette due dipendenti Afor 09 nov 09 Due persone, Giuseppe Parini, 48 anni, di Reggio e Luciano Mancin, 54, nato ad Udine e residente a Reggio Calabria, addetti al servizio Ced dell’Afor, l’azienda forestale della Calabria, sono stati arrestati per truffa dai Carabinieri della Sezione P.G. della Procura della Repubblica di Reggio Calabria perchè gonfiavano i rimborsi chilometrici. I militari hanno operato nell’ambito di una indagine loro delegata dal Sostituto Procuratore Sara Ombra che indaga nei confronti di personale in servizio nella Direzione provinciale di Reggio Calabria dell’azienda. I due sono stati sottoposti ai domiciliari. Le indagini avrebbero consentito di acclarare che nel sistema informatico dell’Azienda erano stati inseriti ‘ad hoc’ dei dati falsi che non hanno poi trovato rispondenza nella relativa documentazione amministrativo-contabile. I due indagati gonfiavano i chilometri percorsi per aumentare l’indennità relativa attraverso i supporti informatici di pertinenza dell’ufficio e di cui avevano la piena disponibilità in funzione delle loro mansioni (infatti erano incaricati di elaborare le buste paga dei dipendenti), inserendo dei dati falsi, come provenienti dalla Direzione Provinciale Afor. Così avrebbero fatto risultare per anni la percorrenza di un numero di chilometri maggiore rispetto all’effettiva distanza tra la loro residenza e la sede di servizio e dichiarando falsamente di risiedere nei comuni di Bianco ed Africo, nel reggino. Il tutto sarebbe stato finalizzato al recepimento di una maggiore indennità chilometrica rispetto a quella prevista dal contratto collettivo nazionale del lavoro. Lo stratagemma aveva consentito loro di procurarsi un notevole profitto ai danni dell’Afor quantificato in circa 100.000 euro. L’Ufficio del Gip, ritenendo pienamente configurabile il reato di truffa informatica, ha disposto nei confronti dei due impiegati la misura cautelare degli arresti domiciliari disponendo, inoltre, quale equivalente dell’illecito profitto per i reati commessi, il sequestro preventivo dei beni, dei conti correnti, degli immobili di proprietà dei due nonchè delle loro autovetture.
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