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Gli studenti continuano la protesta contro DDL Gelmini

 

 

Gli studenti contro il DDL Gelmini “No alla privatizzazione delle università”

19 nov 09 “L’unica lettura che riusciamo a cogliere dal DdL Gelmini è quella della privatizzazione dell’Università pubblica”. E’ quanto denuncia il collettivo degli universitari dell’Ateneo di Reggio Calabria in un comunicato. “La cultura –affermano- diventa prodotto aziendale. Gli studenti che ruolo avranno in questa grande impresa? Fruitori di un servizio e titolari di un diritto? Il ddl presenta questa grande contraddizione, citando l’art.33 Cost. che identifica il diritto allo studio per poi vanificarlo nel contenuto,palesando la volontà di spingere il sapere nelle mani di fondazioni di diritto privato. Il Governo palesa la volontà di disfarsi di un settore chiave per lo Stato considerato come un peso. La riforma rafforza il sistema delle autonomie, che è la vera causa delle baronie, in quanto viene delegittimato il Senato Accademico,declassandolo ad organo con nessun potere decisionale. Al contrario Rettore e Consiglio di Amministrazione assumono un ruolo centrale insindacabile. La gestione economica e didattica sarà saldamente concentrata nelle mani di questi due organi, dei quali il C.d.A dovrà essere formato da una quota non inferiore al 40% di membri esterni:la gestione della didattica è posta di fatto sotto il controllo di logiche imprenditoriali e di profitto del tutto estranee al mondo della cultura. Il ddl prevede che i criteri di nomina del Rettore e dei membri esterni del C.d.A vengano stabiliti dal regolamento del singolo Ateneo. Chi spiegherà ai baroni che dovrebbero defenestrarsi da soli? Nello specifico delle realtà meridionali gli effetti negativi verranno ad essere maggiormente amplificati nel momento in cui si porrà la necessità di individuare i privati che potranno sostenere una fondazione, che purtroppo sono facilmente individuabili in quei soggetti che già si pongono come colonizzatori della nostra terra senza portare un reale sviluppo economico, culturale, sociale. Il virtuosismo non viene individuato nella qualità dell’offerta didattica, ma nella capacità di far quadrare i conti. L’unica via d’uscita rimane il costituirsi in fondazioni di diritto privato. Questa operazione porterà l’allontanamento dal processo di istruzione superiore di tutti quei soggetti che non potranno sostenere l’aumento dei costi (tasse in primis) naturalmente legato alla privatizzazione. Il Governo vuole un’Università di classe che escluda tutti i soggetti deboli che possano così essere sfruttati dalle imprese come manodopera a basso costo. Da studenti del Sud chiediamo un’Università Statale e Pubblica, dove lo studio e la cultura ritrovino il loro ruolo naturale e rispondano alle reali esigenza di studenti e territorio”.

 

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