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Beni per 10 mln sequestrati al'ex consigliere Mimmo Crea
Beni per 5 mln sequestrati all’ex consigliere regionale Domenico Crea 03 nov 09 Beni per dieci milioni di euro sono stati sequestrati dai carabinieri a Domenico Crea, di 58 anni, ex consigliere regionale della Calabria, ed ai suoi familiari. Le indagini che hanno portato al sequestro anticipato dei beni trae origine dall'omicidio di Francesco Fortugno, il vicepresidente del Consiglio regionale ucciso a Locri il 16 ottobre 2005. Per quella inchiesta Crea non è stato indagato. Gli elementi raccolti, tuttavia, hanno portato all'inchiesta "Onorata sanità" su presunti intrecci tra politica e 'ndrangheta nella gestione del settore della sanita' nel reggino, per la quale Crea fu arrestato nel gennaio 2008, consentendo, secondo gli investigatori, di evidenziare l'operatività di un'associazione mafiosa finalizzata al controllo elettorale, anche in occasione delle regionali del 2005, ed alla gestione amministrativa del comparto della sanità pubblica e privata. Le indagini, secondo l'accusa, hanno documentato le attività di alcuni dei principali "locali" di 'ndrangheta della zona jonica di Reggio Calabria, tra cui la cosca Morabito-Zavettieri, impegnati per sostenere la candidatura di Crea. Tra i reati ipotizzati in quella inchiesta, vi sono anche truffa, falso, abuso d'ufficio ed altro, posti in essere nella gestione della clinica privata "Villa Anya", di proprietà della famiglia Crea, già posta sotto sequestro cautelare il 28 gennaio 2008. Sequestrata la villa di Crea e "Villa Anya". Il sequestro, richiesto dalla DDA, è stato disposto con urgenza con decreto del presidente della sezione Misure di Prevenzione del tribunale di Reggio Calabria. Il concreto pericolo di dispersione, sottrazione ed alienazione del patrimonio ha indotto la magistratura ad emettere un decreto d’urgenza. Tra i beni sottoposti a sequestro anche la residenza di Crea, una villa, ubicata a Melito Porto Salvo, lungo la statale 106, composta da una ventina di stanze, con piscina ed arredi di pregio. Il provvedimento, inoltre, ha riguardato anche la struttura che ospita la clinica “Villa Anya” di proprietà della famiglia Crea, le cui partecipazioni erano state preventivamente sequestrate nel gennaio del 2008, in occasione dell’arresto dell’ex assessore regionale. Gli accertamenti di natura patrimoniale del Reparto Operativo del comando provinciale dei carabinieri di Reggio hanno disegnato una situazione “oggettiva e completa dell’evidente sproporzione tra le entrate dichiarate della famiglia Crea e la loro complessiva possidenza patrimoniale e, come ha evidenziato il tribunale giudicante, esistono i presupposti per affermare allo stato che una parte assai consistente della disponibilità finanziaria accumulata negli anni dal Crea, poi da questi utilizzata direttamente ovvero trasferita ai congiunti, sia di provenienza illecita”. Ingenti depositi inspiegabili. Secondo i carabinieri, Domenico Crea, medico ed uomo politico (è stato assessore regionale al Turismo oltre che consigliere regionale), si sarebbe “appropriato di fondi regionali destinati ad un gruppo consiliare” ed avrebbe dimostrato una “spiccata propensione ad usare strumentalmente il suo ruolo politico - istituzionale in chiave clientelare ed enfatizzando le interessenze personali”. Gli inquirenti, inoltre, parlano di “inspiegabilità degli ingenti depositi che questi ha versato sui conti correnti personali”. Tra i beni sottoposti a sequestro anche lotti di terreno e conti correnti. Crea viene indicato come “concorrente esterno” alla potente cosca Morabito - Zavettieri, operante ad Africo e Roghudi, con il coinvolgimento dei Cordì di Locri e dei Talia di Bova Marina. Associazione finalizzata a procurare voti, “in occasione delle consultazioni elettorali del maggio 2005, per l’elezione dei componenti del Consiglio regionale della Calabria, nonché alla realizzazione di interessi economici attraverso l’acquisizione diretta o indiretta del controllo di attività economiche, di appalti e servizi pubblici, con particolare riferimento alla gestione del settore della sanità pubblica della Regione Calabria”. Sempre secondo le indagini che poi hanno portato all’arresto dell’uomo politico reggino, “Crea decideva di transitare dagli appoggi forti, seppur limitati territorialmente, del clan Iamonte a quelli, di maggiore peso criminale e territoriale del gruppo Morabito - Zavettieri”. Gli accordi politico - malavitosi stabiliti da Crea “hanno consentito un’infiltrazione della ‘ndrangheta nell’area istituzionale sanitaria e sovrapponendosi ai rispettivi ordini, ne ha potuto minare le scelte decisionali”. In Consiglio regionale Domenico Crea, candidato nella lista della Margherita, era subentrato a Francesco Fortugno, il vice presidente del Consiglio regionale assassinato a Locri il 16 ottobre 2005. Si era dimesso dopo l’arresto.
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