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Notizie di cronaca

 

 

Licenziate dall’ospedale perché parenti a mafiosi, s’incatenano in 16 a Locri

18 nov 09 Si sono incatenate davanti all’ingresso dell’Ospedale di Locri sedici donne dipendenti di tre Cooperative sociali che si occupano delle pulizie dei bagni e dei reparti del nosocomio licenziate dalle loro cooperative perchè un’informativa interdittiva della Prefettura di Reggio Calabria evidenzia i loro rapporti di parentela con persone che hanno avuto problemi con la giustizia o ritenute contigue ad ambienti mafiosi. Una condizione esistente già un decennio addietro al momento della loro assunzione e che ora, dicono, viene segnalata “come fatto ostativo” perchè le cooperative possano continuare ad avere l’appalto delle pulizie con l’Azienda Sanitaria. Le lavoratrici interessate ieri mattina hanno pensato d’incatenarsi davanti all’Ospedale locrese per dare più incisività alla loro protesta, che dura ormai da 10 giorni. Non riescono a capire - dicono - come sia possibile che nella Locride, dove da anni si stanno sperimentando - col placet del Ministero della Giustizia - progetti di inclusione sociale per il recupero degli ex detenuti e per offrire opportunità di lavoro ai loro familiari, oggi si adottino provvedimenti che tagliano completamente le gambe non solo a chi intende redimersi ma anche a chi con la giustizia non ha mai avuto problemi. “Si tratta di licenziamenti - spiegano - i cui motivi non sono contemplati né dallo Statuto dei Lavoratori né dal Diritto costituzionale. Noi vogliamo solo lavorare ed essere di buon esempio per i nostri figli che, diversamente, non sapranno quale strada seguire: o anche loro dovranno essere marchiati a vita?”. Nei giorni scorsi ha chiesto la formazione di un tavolo permanente il presidente della Fondazione Zappia, Piero Schirripa, soggetto partner del “Patto penitenziario per la Locride” che mira al recupero sociale delle categorie svantaggiate. Molte le firme di solidarietà raccolte fino ad oggi dalle manifestanti davanti all’Ospedale di Locri.

Uccise la madre dopo essere stato dimesso: due psichiatri a giudizio

18 nov 09 E' iniziata davanti al giudice di Catanzaro Abigail Mellace l’udienza preliminare a carico di due psichiatri chiamati a rispondere di aver lasciato tornare a casa Stefano Costantino, oggi 26enne, il giovane catanzarese che, pochi giorni dopo essere stato dimesso dalla struttura sanitaria, uccise la madre a coltellate. In aula, a costituirsi parte civile con l’avvocato Nunzio Raimondi, c’era anche Saverio Costantino, il padre di Stefano, che perse sua moglie, Anna Russo, quel 2 novembre del 2004, nella loro villetta per le vacanze che si trova a Sellia Marina (costituitosi assieme all’altra sua figlia). È stato proprio il genitore, del resto, a dare il via all’inchiesta che ha portato i due sanitari in aula, con una denuncia sporta dopo il matricidio perchè si verificasse se potessero configurarsi responsabilità in capo ai due medici, che avevano dimesso Stefano nonostante le perplessità dei suoi genitori, i quali erano molto preoccupati per le sue condizioni. Fu l’allora sostituto procuratore Luigi de Magistris, che già si stava occupando del matricidio, a coordinare le indagini dei carabinieri di Sellia Marina. Oggi è stato invece il collega Vincenzo Capomolla a chiedere il rinvio a giudizio dei due medici. Si tratta di Giuseppe Giannini, 69 anni, di Catanzaro, indagato in qualità di dirigente del servizio psichiatrico di diagnosi e cura dell’Azienda ospedaliera Pugliese-Ciaccio, e del dottore Francesco Chillà, 58 anni, di Catanzaro, dirigente medico dello stesso servizio. L’ipotesi di reato a loro carico è concorso in rifiuto di atti d’ufficio, per non aver prolungato il ricovero del giovane Costantino al servizio psichiatrico di diagnosi e cura per quei “gravi disturbi psichiatrici” che i due medici già conoscevano, per aver già visto più volte il ragazzo. Stefano entrò nella struttura il 9 ottobre, e ne uscì il 22 ottobre, una manciata di giorni prima di uccidere sua madre con un impressionante numero di coltellate, dopo che lei si era recata a trovarlo nella casa al mare di famiglia. I genitori di Stefano, secondo l’accusa, avevano insistito perché il ragazzo rimanesse ricoverato, poiché ritenevano che potesse essere un pericolo per sé e per gli altri. Su tutto, comunque, dopo il confronto tra accusa e difesa (gli imputati sono assistiti da Gregorio Viscomi, Nicola Cantafora e Massimo Scuteri) dovrà pronunciarsi il giudice, davanti al quale si tornerà il 20 gennaio.

La Regione fa il punto sui progetti POR

Guarda il servizio web TV18 nov 09 Fare il punto sulle previsioni di spesa dei vari dipartimenti della Regione oltre che sui controlli e le verifiche sui Por. Questo l'obiettivo – è scritto in una nota dell’ufficio stampa della Giunta regionale - della riunione svoltasi a Palazzo Alemanni, che ha visto intorno al tavolo il presidente Agazio Loiero, il dirigente generale del Dipartimento di Programmazione Nazionale e Comunitaria e Autorità di Gestione del Por 2007-2013 Salvatore Orlando, i dirigenti dei dipartimenti interessati ai fondi europei oltre che vari dirigenti di settore. Tre ore circa di valutazioni e approfondimenti che hanno visto i responsabili dei vari settori impegnati a presentare le relative previsioni di spesa. “La riunione di oggi è stata convocata dal presidente in prima persona per attuare una verifica sull'andamento della spesa con i dipartimenti competenti della gestione del Fesr e dell'Fse 2007/2013 – ha detto Marinella Marino, dirigente del dipartimento Lavoro e Politiche Sociali - dal momento che il prossimo 31 dicembre ci sarà la prima verifica sulla spesa dei due programmi comunitari. Lo stesso presidente Loiero sta analizzando le situazioni dei vari dipartimenti per fare in modo che si conseguano gli obiettivi previsti”. Una seduta speciale rispetto a quelle ordinarie, come ha spiegato anche Orlando. “Facciamo ormai periodici incontri con tutti i direttori generali e i dirigenti di settore che hanno responsabilità di attuazione del Programma Fesr 2007-2013 – ha spiegato – per verificare gli avanzamenti della spesa nell'attuazione del programma e anche lo stato dei controlli. La riunione di oggi voluta dal presidente Loiero è una seduta speciale per verificare non solo lo stato di avanzamento della spesa ma anche per individuare tutte le misure necessarie per accelerare la stessa spesa dipartimento per dipartimento”. Quanto all'esito della riunione “è stato abbastanza positivo – ha aggiunto il dirigente – ora dobbiamo accelerare ulteriormente rispetto a quello che stiamo già facendo. Fino a giugno scorso, il nostro impegno è stato tutto sul 2000-2006, per chiudere il programma e raggiungere gli obiettivi di spesa che prevedeva. Adesso siamo entrati nel vivo dell'attuazione del nuovo programma, e posso dire che siamo a un buon livello per quanto riguarda la selezione e l'avvio dei progetti. Dobbiamo raggiungere un target di spesa di 178 milioni entro il 2009 e siamo fiduciosi di poterlo raggiungere, ovviamente con uno sforzo congiunto di tutti i dipartimenti”. Quanto ai controlli, ha poi concluso Orlando- abbiamo fatto il punto sugli esiti relativi al programma 2000-2006 e stiamo aumentando sia quelli di primo che quelli di secondo livello”.

Diamante presente alla borsa del turismo archeologico

18 nov 09 Diamante sarà presente alla XII Borsa Mediterranea del Turismo Archelogico che si terrà dal 19 al 22 novembre. La manifestazione, giunta alla 12° edizione, è tra le più importanti del settore e si pone l’obiettivo di promuovere il turismo legato a siti e destinazioni archeologiche creando l’integrazione fra diverse culture. L’amministrazione Provinciale di Cosenza, con l’adesione di oltre 50 comuni, presenterà a Paestum il ricco patrimonio archeologico, storico e culturale del suo territorio. Anche il Comune di Diamante sarà presente negli spazi espositivi messi a disposizione dalla Provincia di Cosenza con la brochure “Cirella, un paese, una storia”. La pubblicazione, sponsorizzata dall’Assessore alla Cultura Battista Maulicino, è stata realizzata dall’Associazione Culturale “Cerillae”, il cui presidente è il Prof. Franco Errico. Il piccolo volume offre un esaudiente ed accurato quadro sulla storia di Cirella, l’antica Cerillae e consente di conoscere le straordinarie testimonianze archeologiche che rendono, da questo punto di vista, questa località tra le più importanti dell’intera Calabria. La particolare attenzione dell’Amministrazione Comunale di Diamante per la Borsa del Turismo Archeologico, alla luce delle opportunità offerte da questo evento turistico - culturale, sarà testimoniata dalla presenza nei prossimi giorni a Paestum di una folta delegazione guidata dal Sindaco di Diamante, l’Avv. Ernesto Magorno e dall’Assessore alla Cultura Battista Maulicino unitamente alla Sopraintendenza per i beni archeologici di Scalea e all’Associazione culturale “Cerillae” . Un vivo ringraziamento va al Presidente della Provincia Mario Oliverio e all’Assessore alla Cultura Maria Francesca Corigliano per l’intelligente e lungimirante attenzione rivolta ad un settore turistico-culturale che- se adeguatamente valorizzato - può rappresentare una valida alternativa alla crisi che attraversa il turismo in generale, oltre ad offrire un’occasione di crescita qualitativa per tutto il comprensorio.

La Provincia di Cosenza presente alla manifestazione sui desaparecidos a Roma

18 nov 09 Si è tenuta oggi, 18 novembre, presso la I° Corte di Assise di Roma la seconda udienza dibattimentale del processo contro l’Ammiraglio Emilio Massera, accusato di omicidio volontario premeditato e aggravato dalle sevizie e dalla crudeltà in relazione alla morte di tre italo-argentini negli anni della dittatura tra il 1976 e il 1983, in cui sparirono almeno trentamila persone. La vicenda, già costata la condanna all’ergastolo a quattro militari argentini (Jorge Eduardo Acosta, Alfredo Ignacio Astiz, Antonio Vanek, Jorge Raul Vildoza), appartenuti al “Grupo de Tarea 3.3.2” istituito presso l’Esma (Escuela superior de mecanica de la armada), riguarda la morte della 56enne Angela Maria Aieta, scomparsa il 5 agosto del ‘76 e quella di Giovanni e Susanna Pegoraro, rapiti il 18 giugno ‘77. Oltre ai familiari delle vittime e all’Associazione delle Nonne di Plaza de Majo, anche la Provincia di Cosenza, la Regione Calabria e la Presidenza del Consiglio dei Ministri si sono costituiti Parte Civile nel processo. L’Avv. Ernesto Magorno è difensore di parte civile della famiglia di Angela Maria Aieta e della Regione Calabria. Angela Maria Aieta fu una desaparecida, di origine calabrese (è nata infatti a Fuscaldo); una delle 5 mila e 500 persone sequestrate e torturate presso l'Esma (Escuela Superior de Mecanica de la Armada), uno dei trecento centri di detenzione clandestina in cui venivano recluse le anime considerate sovversive in Argentina, all'epoca della dittatura militare imposta dopo il golpe del 24 marzo 1976. Angela Maria Aieta fu sequestrata perché combatteva per i diritti umani e perché era madre di Dante Gullo, all'epoca leader della Gioventù Peronista. Dopo mesi di detenzione e torture fu uccisa in uno dei voli della morte che partivano ogni mercoledì dall'ESMA: i prigionieri venivano addormentati e poi gettati da aerei nell'oceano. Oggi una piazza e la scuola elementare onorano la memoria di Angela Maria rispettivamente nella capitale argentina e nel comune di Fuscaldo. A sottolineare la necessità di non dimenticare tali vicende si è tenuta, sempre a Roma, nella stessa giornata di oggi, alle ore 17.00 presso la Sala del Consiglio “Giorgio Fregosi” di Palazzo Valentini, la manifestazione “Desaparecidos: Memoria e Giustizia”, promossa dall'Associazione 24 marzo (www.24marzo.it , rivista on-line di informazione sulle iniziative che si svolgono in Italia sui desaparecidos in Argentina). L’importante iniziativa ha visto la presenza dei Presidenti dei Consigli provinciali di Roma, e di Cosenza. Hanno partecipato inoltre: il Consigliere regionale dell'Emilia-Romagna Gianluca Borghi, i parenti delle vittime, gli avvocati di parte civile: Ernesto Magorno, Giancarlo Maniga, Marcello Gentili, Nicola Brigida, Lorenzo Catizone (in sostituzione dell’avv. Pignanelli per la Provincia di Cosenza) e Adolfo Santoro. All’ iniziativa hanno preso parte anche Gabriel Aguilera, compositore, liutaio e chitarrista cileno, Patrizia Rivadeneira, attrice cilena e responsabile Cultura IILA, Carolina di Monte, attrice italo-argentina e figlia di desaparecidos, e gli studenti del Colegio Nacional de Buenos Aires.

Ernesto Magorno difensore dei desaparecidos

18 no v09 Si è tenuta oggi, 18 novembre, presso la I° Corte di Assise di Roma la seconda udienza dibattimentale del processo contro l’Ammiraglio Emilio Massera, accusato di omicidio volontario premeditato e aggravato dalle sevizie e dalla crudeltà in relazione alla morte di tre italo-argentini negli anni della dittatura tra il 1976 e il 1983, in cui sparirono almeno trentamila persone. La vicenda, già costata la condanna all’ergastolo a quattro militari argentini (Jorge Eduardo Acosta, Alfredo Ignacio Astiz, Antonio Vanek, Jorge Raul Vildoza), appartenuti al “Grupo de Tarea 3.3.2” istituito presso l’Esma (Escuela superior de mecanica de la armada), riguarda la morte della 56enne Angela Maria Aieta, scomparsa il 5 agosto del ‘76 e quella di Giovanni e Susanna Pegoraro, rapiti il 18 giugno ‘77. Oltre ai familiari delle vittime e all’Associazione delle Nonne di Plaza de Majo, anche la Provincia di Cosenza, la Regione Calabria e la Presidenza del Consiglio dei Ministri si sono costituiti Parte Civile nel processo. L’Avv. Ernesto Magorno è difensore di parte civile della famiglia di Angela Maria Aieta e della Regione Calabria. Angela Maria Aieta fu una desaparecida, di origine calabrese (è nata infatti a Fuscaldo); una delle 5 mila e 500 persone sequestrate e torturate presso l'Esma (Escuela Superior de Mecanica de la Armada), uno dei trecento centri di detenzione clandestina in cui venivano recluse le anime considerate sovversive in Argentina, all'epoca della dittatura militare imposta dopo il golpe del 24 marzo 1976. Angela Maria Aieta fu sequestrata perché combatteva per i diritti umani e perché era madre di Dante Gullo, all'epoca leader della Gioventù Peronista. Dopo mesi di detenzione e torture fu uccisa in uno dei voli della morte che partivano ogni mercoledì dall'ESMA: i prigionieri venivano addormentati e poi gettati da aerei nell'oceano. Oggi una piazza e la scuola elementare onorano la memoria di Angela Maria rispettivamente nella capitale argentina e nel comune di Fuscaldo. A sottolineare la necessità di non dimenticare tali vicende si è tenuta, sempre a Roma, nella stessa giornata di oggi, alle ore 17.00 presso la Sala del Consiglio “Giorgio Fregosi” di Palazzo Valentini, la manifestazione “Desaparecidos: Memoria e Giustizia”, promossa dall'Associazione 24 marzo (www.24marzo.it , rivista on-line di informazione sulle iniziative che si svolgono in Italia sui desaparecidos in Argentina). L’importante iniziativa ha visto la presenza della Presidente del Consiglio provinciale di Roma, Giuseppina Maturani e del Presidente del Consiglio Provinciale di Cosenza, Orlandino Greco. Hanno partecipato inoltre: il Consigliere regionale dell'Emilia-Romagna Gianluca Borghi, i parenti delle vittime, gli avvocati di parte civile: Ernesto Magorno, Giancarlo Maniga, Marcello Gentili, Nicola Brigida, Lorenzo Catizzone, Adolfo Santoro. A tale iniziativa hanno preso parte anche Gabriel Aguilera, compositore, liutaio e chitarrista cileno, Patrizia Rivadeneira, attrice cilena e responsabile Cultura IILA, Carolina di Monte, attrice italo-argentina e figlia di desaparecidos, e gli studenti del Colegio Nacional de Buenos Aires.

Il 20 anniversario dei Diritti dei Minori, iniziative dell’Ufficio Scolastico regionale

18 nov 09 Il prossimo 20 novembre ricorre il ventesimo anniversario della Convenzione Internazionale dei Diritti dei Minori, approvata dalle Nazioni Unite il 20 novembre 1989 e ratificata dall’Italia con la Legge 27 maggio 1991 numero 176. “La ricorrenza non può essere ignorata dalla scuola, - scrive in una nota indirizzata alle scuole della Regione il Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale Francesco Mercurio - a cui, nel suo irrinunciabile ruolo di formazione delle coscienze, spetta l’alto compito di sollecitare tutti i suoi Allievi alla riflessione più approfondita e seria sui Diritti Umani che spettano ad ogni persona, senza distinzione di razza, di lingua, di religione, di sesso, di appartenenza sociale e politica. La Convenzione Internazionale dei Diritti dei Minori, ha segnato una pietra miliare nella storia politico-sociale del mondo intero; - continua il Direttore Mercurio - Essa, infatti, nel rendere obbligatori e operativi gli intenti di provvedere all’assistenza, protezione e cura dei Minori, ha impegnato tutti gli Stati aderenti ( e sono la quasi totalità della Terra ), a cooperare sinergicamente affinché i Diritti in essa proclamati siano effettivamente esercitati dai Minori di tutti i paesi del mondo. Il vincolo, che nasce da una Legge, ci impone, altresì, di sensibilizzare l’intera opinione pubblica sia sui contenuti della Convenzione, sia per allacciare alleanze sui nostri territori perché non venga mai meno l’attenzione corale e la considerazione adeguata verso chi rappresenta la fascia debole della Società.” Per questo importantissimo anniversario il Direttore Mercurio raccomanda a tutte le scuole di adoperarsi “che in questa giornata si faccia memoria della Convenzione dei Diritti dei Minori, se ne illustrino i contenuti essenziali e si gettino le fondamenta di una formazione corretta tesa allo sviluppo completo e partecipe alla vita della comunità di tanti giovani Studenti.

Vietati i funerali pubblici per il boss Costa

18 nov 09 Il Questore di Reggio Calabria ha vietato lo svolgimento dei funerali in forma pubblica e solenne del boss Pietro Costa, 59 anni, elemento di spicco della omonima 'ndrina operante a Siderno e nella locride. Costa, che era detenuto nel carcere di San Gimignano, in provincia di Siena, e' morto in seguito ad arresto cardiocircolatorio il 16 novembre scorso. Il divieto, secondo un comunicato della Questura, e' stato assunto "a garanzia dell'ordine e della sicurezza pubblica".

Il Sindaco di Diamante chiede confronto con Regione per crisi pesca

18 nov 09 Il Sindaco di Diamante, l’Avv. Ernesto Magorno, intende rinnovare le sue preoccupazioni per le problematiche che hanno investito il settore della pesca nel tirreno cosentino, a seguito della vicenda della cosiddetta “nave dei veleni”. A tal proposito il Sindaco ritiene necessario l’apertura di un confronto, in primo luogo con la Regione Calabria , da attuarsi in coordinamento con gli amministratori locali e con le associazioni di categoria, per studiare tutte le soluzioni possibili per uscire dalla crisi di uno dei settori economici più importanti del territorio. Soluzioni che devono portare allo studio di incentivi e risorse per gli occupati di un settore che ha subito un colpo tremendo da una vicenda che ha avuto un così grande risalto mediatico. Nel comparto ittico, com’è noto, si è arrivati ad un vero blocco delle vendite dei prodotti ed alla conseguente crisi che ha colpito l’intera categoria. Per questo, come sottolinea il Sindaco Magorno, invita la Regione e tutti gli enti preposti ad agire al più presto per far ripartire un settore vitale nel quale si gioca il futuro di tante imprese e di tante famiglie del tirreno cosentino.

Agente penitenziario assolto dall'accusa di usura

18 nov 09 Un ufficiale della polizia penitenziaria in servizio nel carcere catanzarese di Siano, Giuseppe Grandinetti, di 45 anni, è stato assolto dal gup Abigail Mellace dall’accusa di usura e estorsione ai danni di un imprenditore di Lamezia Terme. Grandinetti, difeso dall’avv. Francesco Gambardella, era accusato di aver prestato soldi all’imprenditore e di averlo poi minacciato per chiedere il pagamento degli interessi ed è stato assolto perché il fatto non sussiste al termine di un processo con rito abbreviato. L’ufficiale della polizia penitenziaria era stato arrestato dalla squadra mobile di Catanzaro il 15 novembre del 2004 insieme ad altre due persone, un altro agente della polizia penitenziaria, Vittorio Corigliano, di 45 anni, ed un imprenditore, Angelo Gencarelli, di 39 anni. Questi ultimi sono stati rinviati a giudizio dal gup e saranno processati con rito ordinario.

Farà caldo fino a domenica

18 nov 09 Tempo stabile e soleggiato almeno fino a domenica e nebbie diffuse su tutta la Penisola. Questo lo scenario meteorologico previsto dal Dipartimento della Protezione Civile per la settimana in corso. Persiste infatti un vasto campo di alta pressione di origine africana che garantisce temperature generalmente sopra le medie del periodo in particolare sulle zone alpine, dove lo zero termico si attesterà intorno ai 3000 metri e al centro-sud, dove non è escluso che le temperature massime possano raggiungere o superare i 20 C. Tuttavia, proprio a causa delle condizioni di stabilità, complici la debole ventilazione e l'alto tasso di umidità nell'aria, secondo la Protezione Civile, persisteranno diffusi fenomeni di nebbia e foschie durante le ore più fredde della giornata, vale a dire durante la notte e fino al mattino non solo sulle pianure del nord, ma anche sui settori litoranei e nelle zone vallive e fluviali del centro-sud. Per i possibili problemi di visibilità ridotta il Dipartimento raccomanda agli automobilisti di viaggiare con prudenza, ricordando di moderare la velocità, di rispettare e, se necessario, di aumentare le distanze di sicurezza, di fare un corretto uso delle luci anteriori e posteriori e di tenersi informati sulle condizioni meteo-climatiche attraverso i canali radiofonici dedicati e le informazioni fornite dai pannelli a messaggio variabile distribuiti lungo la rete autostradale. Una parziale attenuazione di questi fenomeni è prevista ad inizio della prossima settimana, quando l'ingresso di correnti nord-occidentali sul nostro Paese contribuirà ad aumentare la ventilazione e quindi a ridurre gli effetti dell'umidità trattenuta nell'atmosfera. Il Dipartimento della Protezione Civile seguirà l'evolversi della situazione in contatto con le Prefetture, le Regioni e le locali strutture di protezione civile.

Sconto di pena a ex sodnaco accusato di molestie

18 nov 09 Si è concluso con un ulteriore sconto di pena il secondo, processo davanti alla Corte d’appello di Catanzaro, alla quale era stato rinviato dalla cassazione per una ridefinizione della condanna, a carico di S. B., ex sindaco di un paese della provincia di Catanzaro accusato, nella sua qualità di insegnante di scuola elementare, di violenza sessuale a danno delle sue piccole alunne, che sarebbero state molestate durante le ore di lezione. I giudici hanno ridotto a due anni la pena per l’uomo, difeso dall’avvocato Nicola Cantafora, cui dunque è stata concessa la sospensione condizionale. Già una prima volta, il 12 luglio del 2007, la condanna di S. B. fu ridotta dalla Corte, che riconobbe le attenuanti generiche prevalenti sulle contestate aggravanti, e dunque ridusse la pena a due anni e quattro mesi di reclusione. Due anni e sei mesi erano stati invece inflitti all’uomo in primo grado, il 4 novembre del 2004, insieme all’interdizione perpetua dai pubblici uffici ed al risarcimento dei danni alle vittime, rappresentate dall’avvocato Arturo Bova che adesso, divenuta definitiva la sentenza, si appresta a chiederne la liquidazione. Il giudizio di colpevolezza era stato emesso dal Collegio del tribunale, che aveva inoltre riconosciuto all’imputato la diminuente del “fatto di lieve entità”. La vicenda giudiziaria era stata avviata dall’allora sostituto procuratore Roberta Zinno che, nel 2001, coordinò le investigazioni dei carabinieri nei confronti di del maestro elementare. Erano state le alunne dell’uomo, di età compresa fra gli 8 e i 9 anni, a far scattare con le loro dichiarazioni l’inchiesta, raccontando che il maestro le avrebbe sottoposte a ripetute molestie in classe. I carabinieri, in base alle parole delle bambine, ricostruirono poi una dinamica dei fatti incriminati secondo la quale l’insegnante avrebbe approfittato di loro quando le chiamava alla cattedra con la scusa di interrogarle o di farsi mostrare i compiti svolti a casa. In quei momenti l’uomo le avrebbe accarezzate nelle parti intime, insinuando le mani sotto ai grembiulini. Per chi respingeva le insane premure infine, sempre stando alle accuse, sarebbero scattate le minacce di un voto basso o di essere messe in castigo. L’imputato era stato denunciato in stato di libertà nel marzo 2001. A mettere gli inquirenti sulle sue tracce, stando a quanto fu reso noto, furono alcuni genitori che avevano notato nelle proprie figlie dei comportamenti anomali, sorprendendole a emulare strani movimenti che dissero di aver appreso a scuola. Dopo gli accertamenti dei carabinieri di Sellia Marina, l’uomo fu raggiunto da ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari con l’accusa di violenza sessuale su minori. L’imputato ha sempre sostenuto di essere innocente.

Operaio di Luzzi morto in un cantiere a Pavia

18 nov 09 Un operaio di 44 anni, Francesco Belcastro, di Luzzi, e' morto questa mattina in un infortunio sul lavoro. E' avvenuto in una stazione di servizio della Snam-Rete gas di Mortara (Pavia).Da una prima ricostruzione, sembra che l'operaio,dipendente della 'Riva e Mariani Group Spa',societa' specializzata nello smaltimento dell'amianto, sia precipitato da un'altezza di 8 metri e mezzo,mentre mentre stava rimuovendo alcune lastre di amianto dal tetto di un fabbricato.

Rumeno arrestato a Lamezia

18 nov 09 Agenti della Squadra di Polizia Giudiziaria del commissariato di Lamezia terme hanno proceduto all’arresto del cittadino rumeno Bogdan Calistru, di 25 anni. Il giovane era ricercato in campo internazionale dal mese di novembre del 2008 in quanto colpito da mandato di cattura europeo emesso, in esecuzione di una sentenza di condanna del Tribunale di Iasi (Romania), per il reato di furto aggravato commesso nel paese di origine in danno di alcuni connazionali. Al termine del processo svolto in Romania, l’arrestato era stato condannato alla pena di tre anni ed otto mesi di reclusione. Da allora si era reso irreperibile nel o paese di origine spostandosi in Italia dove, è stato localizzato e catturato nel corso di operazione di polizia giudiziaria svolta dagli investigatori lametini coordinati dal responsabile della squadra di polizia giudiziaria Saverio Mercurio. Dell’avvenuto arresto sono stati informati il Ministero della Giustizia italiano e la Corte di Appello di Catanzaro, competente per la convalida dell’arresto. Dopo le formalità di rito, la persona arrestata è stata associata alla Casa Circondariale di Lamezia Terme in attesa dell’attivazione delle procedure di estradizione che saranno richieste dalle autorità rumene.

Quindicenne in manette per furto a Lamezia

18 nov 09 Con le accuse di furto, estorsione e rapina, personale del Commissariato di Polizia di Lamezia Terme ha arrestato un quindicenne, C. M. L’arresto, secondo quanto reso noto, è avvenuto, nell’ambito di un’indagine, volta e contrastare e reprimere il e fenomeno dei furti con conseguente richiesta estorsiva per la restituzione della refurtiva, perpetrato nella città della piana da soggetti di etnia rom residenti nel comprensorio lametino. Gli agenti dell’Ufficio Controllo del Territorio e della Squadra di polizia giudiziaria hanno eseguito un’ordinanza di misura cautelare, richiesta dalla Procura della Repubblica per i Minorenni di Catanzaro ed emessa dal competente G.I.P. presso il Tribunale dei Minorenni di Catanzaro. L’operazione segue di poco tempo l’esecuzione del fermo, per gli stessi reati, eseguito 23 ottobre scorso a carico di Tonino Bevilacqua, 27 anni, nato a Lamezia Terme. All’epoca dei fatti alla vittima del reato (una donna) era stata sottratta dall’interno dell’abitacolo della propria auto una borsa contenente, oltre a denaro contante ed altri oggetti personali, anche due telefoni cellulari ed un blocchetto di assegni. Alla vittima, poi, per la restituzione del maltolto era stata fatta una richiesta estorsiva. Quando il marito della vittima si era recato all’accampamento nomadi di Contrada Scordovillo protestando in quanto dopo aver corrisposto la somma di denaro a titolo di estorsione aveva ritrovato all’interno della borsa p rubata solo parte della refurtiva, era stata strappata da un gruppo di nomadi capeggiato da Tonino Bevilacqua Tonino una catena in oro che portava al collo. L’attività investigativa effettuata successivamente anche con la preziosa collaborazione delle vittime ha consentito di delineare un quadro indiziario da ritenere attendibile, non solo sull’identità degli autori del fatto criminoso ma anche sulla ricostruzione dell’intera vicenda. Dopo l’arresto il minore è stato trasferito nel centro di giustizia minorile di Catanzaro.

 

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