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La ndrangheta anche a Modena
Traffico di droga, la ndrangheta ha interessi a Modena , arresti anche a Cosenza 05 mar 09 La 'ndrangheta calabrese aveva spostato il baricentro dei suoi interessi economici a Modena, dove aveva costituito una sorta di 'agenzia emiliana dedita al traffico internazionale di droga. Francesco Cannas e il cugino Fiorenzo Santoro, di 33 e 32 anni, incensurati, titolare e dipendente di una tabaccheria nel Modenese, erano in realtà ai vertici di quella che per gli inquirenti era un'associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti. Erano gli apripista e mantenevano stretti contatti con la 'casa madre', la cosca 'Farao-Marincola' di Cirò Marina (Crotone), per cui curavano il traffico di cocaina ed eroina destinata in Emilia ma anche a Lucca, Monza e Mantova. Secondo i carabinieri sono stati proprio loro a favorire la latitanza dell'esponente di spicco della cosca Giuseppe Cariati, inseguito da un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dalla Procura di Catanzaro e arrestato nel giugno 2007 proprio a Modena, in un palazzo presidiato dalle 'ronde' dell' organizzazione mafiosa. Cariati faceva la spola tra l'Emilia e la Calabria ogni quindici giorni per ritirare il denaro frutto dei traffici illeciti. Una protezione che i due cugini avrebbero garantito anche al capo cosca Cataldo Marincola, arrestato dopo un periodo di latitanza nel novembre del 2008 a Crotone. Di qui l'accusa di favoreggiamento personale, aggravato dall'aver agevolato l'organizzazione di stampo mafioso. L'operazione 'Vortice 2' è arrivata dopo un'inchiesta durata due anni e partita da una precedente indagine degli investigatori ferraresi su un gruppo di trafficanti albanesi. Gli inquirenti sono risaliti al livello superiore grazie alle intercettazioni telefoniche e alla collaborazione di un pentito. Dalle indagini è emerso il ruolo di apripista di Cannas e Santoro per spostare il baricentro degli interessi economici della cosca al di fuori dalla Calabria. L'organizzazione si riforniva di droga in Germania, Olanda, Albania, ma anche a Milano grazie agli appoggi del clan Mancuso. Tra gli arrestati della scorsa notte ci sono anche due esponenti del clan dei casalesi, i fratelli Antonio e Vincenzo Noviello (il primo già in carcere, il secondo arrestato in passato per tentato omicidio ma libero), entrambi residenti nel modenese. Nel corso dell'operazione è stato provato anche l' utilizzo da parte dei vertici della cosca del software 'Skype', un sistema sempre più in uso anche fra le organizzazioni criminali, che rende irrintracciabili le comunicazioni. Delle trenta ordinanze emesse dal Gip distrettuale di Bologna Alberto Gamberini, otto sono per associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di droga (alcune con l' aggravante di aver favorito la cosca). Due arresti sono stati eseguiti in provincia di Bologna (Pianoro e Galliera), dieci a Modena, quattro a Cosenza, due a Monza, Parma e Reggio Emilia, e uno a Lucca, Siracusa, Casal di Principe, Mantova, Crotone e Angri (Salerno). "Questa operazione ci ha consentito di stroncare un'organizzazione criminale piramidale in grado di muovere quintali di droga su tutto il territorio", hanno detto in un incontro stampa il Procuratore della Dda di Bologna, Silverio Piro, e il Pm di Ferrara Nicola Proto, dopo aver elogiato il lavoro dei carabinieri del Comando provinciale della città emiliana. Eseguiti dai CC 30 ordini di cattura. I
carabinieri del Comando provinciale di Ferrara hanno eseguito in tutt'Italia,
dalle prime ore di oggi, trenta ordinanze di custodia cautelare in
carcere (destinatari 24 italiani e sei albanesi) per associazione
a delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti,
con l'aggravante di aver agevolato l'attività dell'organizzazione
di stampo mafioso Farao-Marincola di Cirò (Crotone). Per tre
destinatari dei provvedimenti, c'é anche l'accusa di favoreggiamento
personale aggravato per aver aiutato gli ex latitanti Giuseppe Cariati
e il capocosca Cataldo Marincola, ora detenuti, a eludere le investigazioni
dell'autorità giudiziaria, consentendo loro di sottrarsi all'esecuzione
di ordinanze di custodie cautelare in carcere rispettivamente dei
gip di Catanzaro e Milano. Le trenta ordinanze sono state emesse dal
Gip del Tribunale di Bologna, su richiesta del Pm della Dda del capoluogo
emiliano. Le indagini, tra febbraio 2007 e febbraio 2008, hanno svelato
l'operatività di un gruppo italo-albanese dedito al traffico
e allo spaccio di cocaina ed eroina da Olanda, Germania e Albania,
direttamente riconducibile alla cosca Farao-Marincola. Otto italiani,
al vertice dell'organizzazione, risultano direttamente riconducibili
alla cosca della 'ndrangheta, secondo gli investigatori. Durante l'indagine
- denominata 'Vortice 2' - sono già stati arrestati nove corrieri
e un latitante, e sono stati sequestrati 6,6 kg di cocaina e sei di
eroina. E' stato inoltre documentato l'uso, da parte dei vertici dell'
organizzazione, del software 'Skype' e di e-mail, per le conversazioni
e le comunicazioni relative all' attività, in modo da eludere
le investigazioni.
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