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Dir.resp. Pippo Gatto |
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Primo risultato per i lavoratori del "Papa Giovanni"
Istituto Papa Giovanni, Intervento Giunta regionale primo risultato per i lavoratori. Protesta delle associazioni contro denigrazione lavoratori 20 mar 09 "La Cisl e le altre sigle sindacali hanno preso atto del progetto illustrato dal presidente della Regione, Agazio Loiero, in relazione alla vertenza dell'Istituto Papa Giovanni XXIII in maniera positiva e favorevole". E' quanto afferma, in una nota, Natale Pace, segretario generale della Cisl Fp. "E' un primo importante risultato. Aveva ragione la Cisl - sostiene ancora Pace - a sollecitare l'intervento diretto della Giunta regionale, vista la complessità della vertenza. La lotta dei lavoratori, l'impegno del sindacato regionale, provinciale e aziendale unitario e il proficuo confronto con la Giunta regionale hanno realizzato questo risultato". "Ma La Cisl e le altre organizzazioni sindacali - prosegue Pace - hanno evidenziato problemi e difficoltà che potrà incontrare l'attuazione del progetto e dunque hanno proposto che il confronto diventi permanente, con convocazioni ad horas, per accompagnare l'attuazione di quanto proposto. Soprattutto c'é bisogno di fare presto" Associazioni “Basta con la denigrazione dei dipendenti”. Il Forum Salute Mentale della Calabria, l'associazione degli Amministratori di Sostegno "In direzione ostinata e contraria" e la Funzione Pubblica Cgil, in una nota congiunta, lamentano "il perdurare della campagna di denigrazione nei confronti del personale dell'Istituto Papa Giovanni XXIII, campagna supportata dall'Azienda sanitaria di Cosenza con il denaro dei contribuenti". "La mattina del 17 marzo - è scritto nel comunicato - il personale operante nei reparti è stato allontanato e invitato a non interferire con le operazioni di 'sgombero'. Gli 'Amministratori di Sostegno' non sono stati tenuti in nessun conto, tantomeno coinvolti costruttivamente, pur se accorsi immediatamente; neppure ascoltati e considerati in precedenza, allorché inviavano una Lettera Aperta a tutte le autorità competenti, resa pubblica dalla stampa". "Le cartelle cliniche - riporta ancora la nota congiunta - erano tutte presenti nei singoli padiglioni ma quella mattina, nonostante la presenza di due sanitari della struttura, il personale Asp non le ha richieste, né ha cercato di associare le singole cartelle a ciascun individuo, come prevede la procedura adottata in ogni trasferimento di routine o urgente. Le cartelle cliniche sono state prese dal personale Asp nei singoli reparti ormai vuoti e trasportate in maniera indistinta su mezzi aziendali: di ciò esiste prova filmata". "Lo stesso comportamento - è detto ancora nella nota - è stato tenuto dal personale Asp rispetto alla documentazione riferita alle terapie, conservata nelle infermerie e indispensabile nell'immediato per assicurare la continuità terapeutica a ogni persona trasferita. In questi giorni soltanto il senso di responsabilità di alcune operatrici ed operatori dell'Ipg ha consentito l'identificazione delle persone ricoverate, il ripristino della loro terapia e, in alcuni casi, anche interventi diretti sulle persone, per l'inadeguatezza delle strutture identificate dall'Asp come idonee, sui requisiti delle quali ci riserviamo di esprimerci in altra sede". "Quanto sopra dichiarato - prosegue il comunicato - ci risulta da testimonianze dirette e documenta l'approssimazione e il metodo disordinato con cui è stato eseguito e concluso in poche ore il trasferimento di circa 290 persone. La Asp di Cosenza vuole trovare giustificazioni per la modalità vergognosa e inqualificabile, messa in atto nei confronti di vite abbandonate, nell'esecuzione delle operazioni di sgombero: non potrà certo addebitarle al comportamento di altri ma solo alla sua inadeguatezza rispetto alle questioni sanitarie ed assistenziali. La ASP dovrebbe essere in possesso da tempo di tutti i dati e delle diagnosi delle persone ricoverate, perché attraverso i servizi per la salute mentale, per le disabilità e gli anziani condivide e autorizza i loro progetti terapeutici. Invece pare che ancora si incontrino difficoltà per un corretto inquadramento diagnostico e la conseguente destinazione di ciascuno: se oggi c'é bisogno di una commissione di esperti vuol dire che finora non è stato esercitato il ruolo di vigilanza che la legge prescrive a carico delle Aziende"
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del 28/01/2004
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