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Archivio Genchi

 

Archivio Genchi, la Procura di Roma avvia due inchieste

14 mar 09 Sono due le inchieste che la procura della Repubblica di Roma ha avviato nei confronti del consulente Gioacchino Genchi, al quale ieri i carabinieri del Ros hanno perquisito l'abitazione e l'ufficio di Palermo. La prima indagine in cui Genchi è indagato per abuso d'ufficio, riguarda la consulenza che ha svolto per conto del pm di Catanzaro Luigi De Magistris, nel quale, secondo il capo d'accusa formulato dai magistrati, avrebbe operato "in violazione delle disposizioni" che prevedono "la preventiva richiesta di autorizzazione alla camera di appartenenza per l'acquisizione di tabulati di comunicazioni di membri del Parlamento". La seconda inchiesta riguarda ipotetiche violazioni all'anagrafe tributaria, segnalata dall'Agenzia delle entrate il 5 marzo scorso alla procura di Roma, e per la quale adesso i pm accusano Genchi di accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico. Quest'ultima indagine è coordinata dal procuratore Nello Rossi, dall'aggiunto Achille Toro e dai sostituti Andrea De Gasperis e Maria Cristina Palaia.

Da Procura Marsala nessuna segnalazione. "Nessuna segnalazione scritta, verbale o telefonica o di altro genere è stata mai fatta dalla procura di Marsala alla procura di Roma che procede autonomamente". Lo afferma il procuratore di Marsala, Alberto Di Pisa, in riferimento alla perquisizione effettuata ieri dai carabinieri del Ros nell'ufficio e nell'abitazione del consulente Gioacchino Genchi, smentendo il fatto che una delle due inchieste avviate dai pm di Roma è stata aperta su indicazione dei magistrati di Marsala. "Per quanto riguarda le dichiarazioni rese dall'avvocato Repici, difensore dell'indagato Genchi - afferma Di Pisa - e che fanno riferimento al sottoscritto, provvederò nelle sedi opportune"

Procedimento disciplinare della Polizia per Genchi. La procura di Roma firma un ordine di perquisizione nell'abitazione e negli uffici del consulente Gioacchino Genchi, indagato per abuso d'ufficio e violazione della legge sulla privacy. E nei confronti del vicequestore la Polizia apre un procedimento disciplinare. In mattinata i carabinieri del Ros, guidati dal colonnello Pasquale Angelosanto, sono entrati in azione a Palermo, in un palazzo di piazza Principe di Camporeale dove è situato il "quartier generale" di Genchi. Il consulente al momento dell'ingresso degli investigatori non c'era, ma si trovava a Milano da dove è giunto in serata. La perquisizione, ordinata dai procuratori aggiunti di Roma Achille Toro e Nello Rossi, secondo quanto si è appreso, trarrebbe origine anche da una segnalazione fatta dalle Agenzie delle Entrate per una intrusione nel sistema informatico e da una segnalazione della Procura di Marsala su presunti abusi nell'uso di password per svolgere accertamenti su persone non indagate. Ma nel decreto di perquisizione si parla anche del possibile aggiramento delle procedure di fronte al segreto di Stato opposto dalla Presidenza del consiglio. Gli inquirenti intendono verificare se l'acquisizione da parte di Genchi di tabulati telefonici, tra cui quello dell'ex direttore del Sismi, Nicolò Pollari, abbia violato le procedure che prevedono la possibilità di opporre il segreto di Stato. Sempre in ambienti giudiziari, si sottolinea che la verifica non riguarda il segreto di stato tout court ma soltanto la violazione delle procedure in relazione alla richiesta di Genchi di acquisizione di tabulati di appartenenti ai Servizi. La perquisizione è collegata anche all'ipotesi di reato contestato a Genchi di accesso abusivo al sistema informatico, per quanto riguarda le inchieste condotte dal Pm Luigi De Magistris 'Why Not' e 'Poseidone' nei confronti di parlamentari. La procura di Roma valuta in questo caso l'ipotesi di reato della violazione della legge Boato che prevede la necessità di consultare organi di controllo parlamentari, da parte di un ufficio giudiziario, prima di poter acquisire i tabulati dei parlamentari stessi. Genchi al suo arrivo a Palermo, davanti all'ingresso dell'ufficio, si è limitato a un commento gelido: "Finalmente hanno gettato la maschera". "Era tutto perfettamente legittimo. Sono stato sempre autorizzato - spiega - ad accedere all'anagrafe tributaria, per identificare le persone coinvolte nelle inchieste. Ottenevo una password per ciascuna indagine, su richiesta delle procure che mi assegnavano gli incarichi". Nel passaggio di un'intervista trasmesso in serata dal Tg di La7, poi, il consulente aggiunge: "Il motivo della mia delegittimazione nasce dalle inchieste sui mandanti esterni della strage di via D'Amelio in cui morì il giudice Borsellino e gli agenti della sua scorta". I carabinieri del Ros sono giunti a Palermo con alcuni tecnici ed hanno fatto ingresso al Centro servizi informatici, presente anche il difensore di Genchi. I carabinieri intendono anche individuare le procedure di elaborazione di questi dati. "I tecnici del Ros - ha detto Genchi, che assiste alle operazioni di copiatura di molti file dal suo archivio - stanno operando con la massima professionalità e cautela". Nell'appartamento di Genchi a Palermo, i Ros hanno anche trovato ed esaminato i dati che riguardano decine di consulenze fatte per diverse procure italiane. Da piazzale Clodio si precisa che i dati che non riguardano l'inchiesta della Procura di Roma, per la necessaria e doverosa riservatezza di indagini in corso in altre sedi giudiziarie, non potranno essere né visionati, né copiati, né trasferiti in alcun modo. Nel pomeriggio i carabinieri del Ros hanno perquisito anche l'ufficio della caserma della polizia in cui è in servizio il vice questore Genchi. I militari hanno controllato la stanza assegnata al funzionario, ma non vi hanno trovato nulla. In serata intanto si apprende che il Dipartimento della Pubblica sicurezza ha avviato un procedimento disciplinare contro Genchi, che è un funzionario di polizia. Il procedimento disciplinare - secondo quanto si è appreso - si riferisce al contenuto di una intervista, definita "non autorizzata", che Genchi ha rilasciato ad un settimanale. Nell'intervista, il funzionario ha espresso giudizi ritenuti lesivi nei confronti dell'Arma dei Carabinieri, ed in particolare del Ros. Tali giudizi - sempre secondo quanto si è appreso - sono definiti "inammissibili ed inqualificabili" da fonti autorevoli del Dipartimento della pubblica sicurezza. Secondo il capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, "é uno scandalo che una persona del genere lavori ancora all'interno dello Stato. Perché non è stato ancora arrestato?". "E' semplicemente incredibile che Genchi rimanga ancora in servizio nelle forze della PS", aggiunge Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera. Antonio Di Pietro, leader dell'Idv, invece si chiede: "Chi ha paura di Genchi?". A suo avviso, la colpa del consulente potrebbe "essere quella di essersi trovato al momento giusto nell'indagine 'sbagliata'. Un'indagine il cui esito avrebbe certificato l'esistenza di una nuova P2, attiva e saldamente alla guida delle più importanti funzioni dello Stato".

Accertamenti sempre autorizzati. "Era tutto perfettamente legittimo. Sono stato sempre autorizzato ad accedere all'anagrafe tributaria, per identificare le persone coinvolte nelle inchieste. Non avevo una password unica, ne ottenevo una per ciascuna indagine, su richiesta delle procure che mi assegnavano gli incarichi". Lo dice Gioacchino Genchi commentando l'ordine di perquisizione della procura di Roma. "Mi contestano - afferma Genchi - anche l'abuso d'ufficio, ma determinanti sono questi presunti accessi abusivi che sarebbero avvenuti nel corso delle indagini, coordinate dalla procura di Marsala, coordinata dal dottor Alberto Di Pisa. Ecco perché dico che hanno gettato la maschera e sono venuti allo scoperto. Non c'é più bisogno di indagare per capire perché si muovono così". Il consulente sostiene che, nel corso delle sue verifiche sui tabulati, aveva ricostruito numerosi elementi e intrecci che coinvolgerebbero magistrati siciliani, giornalisti, agenzie di informazione, uomini politici impegnati in un tentativo di depistaggio e di creazione di ostacoli nelle inchieste calabresi del pm Luigi De Magistris. "Il motivo della mia delegittimazione nasce dalle inchieste sui mandanti esterni della strage di via D'Amelio in cui morì il giudice Borsellino e gli agenti della sua scorta". Ha affermato Gioacchino Genchi, il consulente dell'ex pm di Catanzaro Luigi De Magistris, ai microfoni de La7. "Nell'inchiesta Why not, in cui ho collaborato con il procuratore De Magistris - aggiunge - ho ritrovato, senza volerlo, le stesse persone in cui mi ero imbattuto nelle indagini di Caltanissetta sui mandanti esterni di quella strage".

 

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