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Zone tossiche a Crotone, provvedimenti

 

Zone con scorie tossiche a Crotone: il Comune recinta le aree interessate. Preoccupa presenza arsenico

18 mag 09 La messa in sicurezza, attraverso forme di recinzione, delle aree e la copertura con materiale che possa inibire qualsiasi elemento di contaminazione all'ambiente circostante. Sono alcuni degli interventi decisi al termine di una riunione tecnica promossa dal Comune di Crotone a seguito dei provvedimenti adottati dalla magistratura nell'ambito dell'inchiesta Black Mountains. Gli interventi messi in campo - alla riunione ha partecipato anche l'Agenzia regionale per la protezione ambientale (Arpacal) - mirati a definire un intervento di messa in sicurezza in emergenza per i siti oggetto del provvedimento di sequestro, saranno realizzati dopo averli sottoposti all'autorità giudiziaria per l'autorizzazione. "Siamo intervenuti tempestivamente - ha affermato il sindaco di Crotone, Peppino Vallone - per scongiurare qualsiasi nocumento alla salute dei cittadini. Auspichiamo che si pervenga ad un rapido accertamento delle responsabilità penali per eventi che risalgono ad oltre un decennio fa".

Le nuove zone interessate. Sono un parcheggio adiacente alla scuola elementare San Francesco, un campetto sterrato ubicato tra alcuni edifici Aterp, in località Lampanaro, e quattro aree adiacenti a strade pubbliche in località Trafinello i siti sequestrati questa mattina, a Crotone, nel corso di un'operazione congiunta dei Carabinieri, della Guardia di finanza e del Nisa (nucleo investigativo sanità e ambiente) della Procura della repubblica. In essi, da quanto emerge dalle analisi, risulta grave anche l'inquinamento delle acque che sarebbero state contaminate da arsenico, ferro e manganese rilasciati dal cubilot.

Preoccupa presenza arsenico. "I risultati delle analisi non sono per niente tranquillizzanti: una presenza di arsenico, quasi generalizzata, che desta preoccupazioné. Lo ha detto il procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Crotone, Raffaele Mazzotta, illustrando i risultati delle analisi disposte nei siti sequestrati nel settembre scorso nell'ambito dell'indagine Black mountains. Sulla base di quelle analisi e della consulenza del professor Giovanni Sindona, direttore del Dipartimento di Chimica dell'Unical, il procuratore Mazzotta ed il sostituto procuratore Pierpaolo Bruni, hanno ottenuto dal giudice delle indagini preliminari Paolo De Luca il sequestro preventivo di altri sei siti (uno figurava già nell'elenco dei diciotto già sequestrati). "Bisogna - ha aggiunto Mazzotta - intervenire subito, specie dove il cubilot è presente in superficie, la situazione è estremamente pericolosa. Io non ho il potere di disporre la bonifica, ma starò molto attento che venga fatta, si deve affrontare sul serio una volta per tutte, noi proseguiamo sulla linea della repressione ma anche della prevenzione, non si può perdere un minuto". Mazzotta ha detto di aver scritto ai ministri del Welfare, della Pubblica Istruzione e del Lavoro e a tutte le autorità locali e regionali. Nel registro degli indagati restano i nomi delle stesse persone iscritte già nel settembre scorso con le accuse di smaltimento illegale di rifiuti pericolosi, disastro ambientale e avvelenamento delle acque.

Schifino “Preoccupato da esito carotaggi”. "Sono particolarmente preoccupato per le notizie che arrivano dalla Procura di Crotone sugli esiti dei carotaggi fatti nell'ambito dell'indagine denominata Black Mountains". E' quanto ha dichiarato il candidato presidente del Partito democratico per la Provincia di Crotone, l'onorevole Ubaldo Schifino. "In tal senso voglio chiedere alle istituzioni rappresentanti del territorio la tutela immediata dei cittadini coinvolti", ha aggiunto Schifino, chiedendo inoltre che "si affronti immediatamente il problema della bonifica dei siti inquinati e si accertino le responsabilità a tutti i livelli. Siano essi pubblici o privati".

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