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Lezioni di legalità

 

Il Procuratore Grasso incontra gli studenti calabresi in Consiglio regionale "Vicino ai giovani, testimoni di legalità"

19 mag 09 ''Noi adulti non possiamo delegare solo ai giovani la costruzione del futuro. Dobbiamo invece essere loro vicini, impegnandoci a lavorare per una vera realtà del merito. E non basta essere buoni maestri, ma occorre essere coerenti testimoni di vita". E' quanto ha affermato il procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso, partecipando oggi nella 'sala Calipari' del Consiglio regionale della Calabria ad un incontro con studenti di ogni ordine e grado, organizzato dall'Ufficio scolastico regionale, sui temi della legalità. "La presenza della 'ndrangheta in Calabria e della mafia in Sicilia - ha proseguito Grasso - e' una realtà incombente ed opprimente, e pone i giovani di queste terre in evidente condizione di svantaggio rispetto a quelli di altre regioni". Grasso, sottolineando come la criminalità organizzata sia ben strutturata, ha posto l'accento "sul pericolo che rappresenta per molti giovani la caduta nell'indifferenza e nella logica del 'farsi i fatti propri. Bisogna invece impegnarsi, a partire dal mondo della scuola e della cultura, per rendere chiaro il pericolo che viene dalla ndrangheta per la democrazia. Contro l'assuefazione, allora, i giovani vanno aiutati e sostenuti con esempi positivi di trasparenza e di moralità, per questo sono inaccettabili i favoritismi, il finanziamento illegale della politica, la compravendita degli appalti, solo per fare qualche esempio". "Ma ai giovani - ha concluso Grasso - dico: abbiate sempre un buon rapporto con voi stessi che vi dica serenamente che avete fatto tutto il possibile per avere la coscienza tranquilla ed avere messo in pratica il senso del dovere"

Bova "La ndrangheta cancro quotidiano". "La Calabria è una terra che ha conosciuto immani disastri, alluvioni che hanno causato centinaia di morti, terremoti devastanti che l'hanno rasa al suolo. Malgrado questo, le generazioni che, di volta in volta, hanno dovuto affrontare simili tragedie, sono riuscite testardamente a ricostruire come e meglio di prima. La 'ndrangheta e' assai più grave e pericolosa di tutto questo. E' un cancro che abbiamo addosso ogni giorno". Lo ha affermato il presidente del Consiglio regionale, Giuseppe Bova, nel corso dell'iniziativa organizzata dall'Ufficio scolastico regionale, alla presenza del procuratore nazionale antimafia Piero Grasso. "Per combattere questo male gravissimo - ha aggiunto - che affligge la nostra società dobbiamo imparare a conoscerlo e poi contrastarlo senza paura. Serve l'audacia, che è qualcosa in più del coraggio: è la capacità di gettare il cuore oltre l'ostacolo". Nel parlare ad una platea di centinaia di ragazzi delle scuole superiori di tutta la regione, Bova ha sottolineato come questo impegno sia ancora più importante "perché bisogna vincere quel pregiudizio insopportabile che vuole che la Calabria sia una terra ormai perduta, quasi da escludere dal resto del Paese. Eppure nella nostra terra sono nate personalità come Nicola Calipari, cui è intitolata questa sala: onesti servitori dello Stato, persone di forti principi che non hanno esitato a sacrificare la loro vita per salvare quella degli altri. Ce ne sono tanti, di calabresi così. Tutto questo non può che renderci fieri della nostra identità. E a chi pensa che questa regione sia ormai irrecuperabile, a causa della gravità dei problemi di cui soffre, la risposta giunge dai fatti. Il protagonismo che, nel corso di questa legislatura, ha caratterizzato il mondo studentesco calabrese. All'indomani dell'efferato omicidio del vicepresidente del Consiglio regionale, Franco Fortugno, la prima reazione della società civile arrivò proprio dagli studenti di Locri, con la loro protesta silenziosa e il loro striscione bianco. Qualche tempo dopo stipulammo il protocollo d'intesa sui giovani legislatori tra il Consiglio regionale, l'Ufficio scolastico e le consulte studentesche". Negli ultimi anni, ha aggiunto il presidente, molte cose sono cambiate. "Lo Stato - ha detto - ha ottenuto importanti risultati processuali ed investigativi. Per l'uccisione del vicepresidente Fortugno ci sono state delle severe condanne. Numerosi latitanti sono finiti nella rete tesa dalla magistratura e dalle forze dell'ordine. Ed anche la Regione non é la più stessa. In particolare ci costituiamo sistematicamente parte civile nei processi contro le cosche. Per contrastare la pervasività della 'ndrangheta nei gangli vitali della pubblica amministrazione, abbiamo istituito la Stazione unica appaltante, alla cui guida c'é un magistrato di grande preparazione e di elevato spessore morale come Salvatore Boemi, da sempre in prima linea nella lotta alla mafia. Abbiamo varato un piano straordinario per la sicurezza finanziato con risorse del bilancio della Regione. L'Assemblea inoltre ha approvato un'importante normativa antiracket. Sul fronte istituzionale ha dato il via libera ad una serie di provvedimenti inediti, improntati ai principi di rigore e sobrietà dell'agire pubblico. Basti ricordare, tra l'altro, la legge antiparentopoli, la decadenza automatica dagli incarichi assembleari per i consiglieri anche solo rinviati a giudizio per reati di mafia, i tagli costi della politica. Ed ancora, il programma voucher per i migliori giovani laureati ed il concorso super-trasparente che stiamo portando avanti". Sempre in materia di istruzione e formazione, il Presidente ha preannunciato che "nel bilancio che prossimamente sarà portato in aula sarà previsto un piano, articolato in due periodi triennali, per la messa in sicurezza antisismica degli edifici pubblici, a partire proprio dalle scuole". Sulla 'ndrangheta, Bova ha stigmatizzato i ''troppi anni di sottovalutazioni, superficialità, ipocrisie e cinismo che hanno fatto crescere a dismisura la malapianta criminale in Calabria. Quando, negli anni Ottanta e Novanta, l'attenzione era rivolta a Cosa Nostra e alle vicende palermitane, la 'ndrangheta non era abbastanza tenuta in considerazione e cosi', in quella fase storica, ha potuto agire impunemente, accumulando enormi capitali attraverso i traffici illeciti. Oggi ci troviamo di fronte alla più pericolosa organizzazione criminale italiana, come ha avuto modo di spiegare il procuratore Grasso, che trae maggiore forza dalla sua impermeabilità al fenomeno del pentitismo. Ma anche in questo caso è possibile reagire, come é avvenuto a Palermo con la nascita di 'Addiopizzo' e di altre coraggiose associazioni antimafia". Il primo passo è "la conoscenza del fenomeno criminale, per non mitizzarlo ma per comprendere che è solo vigliaccheria, violenza, prevaricazione, mancanza assoluta di qualsiasi principio". In questo senso, dopo aver proceduto all'acquisto (al netto dei diritti d'autore) del volume di Nicaso e Gratteri "Fratelli di sangue", il Presidente ha fatto sapere che è intenzione del Consiglio regionale acquistare e diffondere nelle biblioteche calabresi l'ultimo libro del procuratore Grasso, "Per non morire di mafia". "Anche per questa via - ha concluso Bova, nel ricordare il prossimo anniversario della strage di Capaci - potremo proseguire l'opera di quei magistrati coraggiosi come Giovanni Falcone. Quest'ultimo aveva profetizzato che nel tempo ogni forma di mafia sarebbe finita. Noi, con la passione e l'impegno civile di questi giovani studenti, quella profezia possiamo e dobbiamo contribuire a farla avverare". .

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