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753 cadaveri senza nome in Italia

 

Sono 753 i cadaveri senza nome in Italia. 116 sono di migranti e gli altri?

28 mag 09 Morti senza un nome, spesso dimenticati per anni negli obitori e negli istituti di medicina legale o sepolti con lapidi anonime nei cimiteri. Il Commissario straordinario del Governo per le persone scomparse, prefetto Rino Monaco, sta provando a dare un'identità a questi corpi di sconosciuti, innanzitutto censendoli. E l'ultimo dato, aggiornato al 25 maggio, parla di 753 cadaveri non identificati in Italia: 116 sono di cittadini extracomunitari annegati mentre tentavano di raggiungere le coste del Sud Italia. Il Commissario ha avviato da tempo il lavoro di costruzione di un nuovo sistema informatico per la ricerca delle persone scomparse che consentirà, tra l'altro, l'incrocio dei dati sui cadaveri non identificati e gli scomparsi. Questi ultimi, dal 1974 ad oggi, ammontano a ben 24.801. Sono state inoltre sensibilizzate le procure, tramite circolari, a fornire le informazioni essenziali sui cadaveri ignoti per favorirne il confronto con quelle riguardanti i singoli casi di scomparsa. In questo modo, ad esempio, è stato possibile dare un nome ad un cadavere conservato da sette anni in una cella frigorifera della sezione di medicina legale dell'azienda ospedaliera di Pisa. Si trattava di un uomo sparito da casa nel 2001. L'identificazione é stata possibile grazie al confronto del dna del cadavere con quello delle figlie. Il censimento non è ancora completo, perché devono essere acquisiti i dati di alcuni Comuni, aziende ospedaliere ed istituti di medicina legale in ritardo, ma il numero dei corpi senza nome - fanno sapere dagli uffici del Commissario - non dovrebbe ormai salire di molto. I più numerosi si trovano nel Lazio (188); seguono Lombardia (130), Sicilia (110), Puglia (52), Veneto (45) e Campania (42). Il registro contiene le informazioni più significative, come i segni fisionomici particolari e le circostanze del ritrovamento, oltre ai riferimenti relativi alle procure e agli uffici che trattano il caso. Oltre a quelli conservati negli obitori ci sono anche diversi corpi che riposano nei cimiteri con lapidi prive di indicazioni. E sono soprattutto in Sicilia i cadaveri dei migranti annegati durante i viaggi della speranza degli ultimi anni. Corpi questi, quasi certamente destinati a rimanere senza un nome e per i quali il Commissario ha disposto gli accertamenti richiesti da parte del Servizio di cooperazione internazionale del Dipartimento della Pubblica sicurezza.

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