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Recuperati dai CC 7000 reperti archeologici
Recuperati dai CC nel vibonese 7.000 reperti archeologici. Sequestrato il Museo di Nicotera. Tre denunce 22 mag 09 Settemila reperti archeologici sono stati recuperati dai carabinieri del Nucleo regionale tutela patrimonio culturale della Calabria nel corso di una serie di perquisizioni compiute in alcuni centri in provincia di Vibo Valentia. Nell'ambito delle attività è stato sequestrato il Museo di Nicotera. I militari del nucleo regionale, guidati dal capitano Raffaele Giovinazzo, hanno recuperato il materiale a seguito di perquisizioni effettuate a Cessaniti, Tropea e Capo Vaticano. Museo sequestrato: L'ex Museo Civico di Nicotera, sequestrato dai carabinieri nell'ambito di un'operazione che ha portato al recupero di 7000 reperti archeologici, è un piccolo gioiello espositivo allestito nelle sale del Castello Ruffo. Dal 2002, dopo la chiusura, il museo ha riaperto con il nome "Museo provinciale di mineralogia e petrografia". Al suo interno sono custoditi materiali di provenienza locale relativi ad un arco di tempo cronologico molto ampio che va dalla preistoria fino all'età medievale, coprendo un periodo dall'800 avanti Cristo al 400 dopo Cristo, tra cui i reperti relativi all'epoca arcaica in cui nella marina di Nicotera doveva trovarsi l'Emporion della colonia di Medma. Presente nel museo anche una raccolta numismatica e frammenti di ceramica medievale oltre a varie ceramiche romane del quarto secolo avanti Cristo. Esposti i resti fossili di mammiferi preistorici e un frammento di osso parietale di un bambino del tipo Neanderthal, ma anche corredi dell'Età del bronzo finale della necropoli di Torre Galli e quelli dell'Età del ferro. Dalle tombe a fossa delle zone vicine provengono coppelle, fusaiole, pendagli bronzei, fibule e armi come lance e grandi pettorali. Raccolto in una delle sale anche materiale del sesto e quinto secolo avanti Cristo, proveniente dagli scavi della zona marina. Custodite nel piccolo museo anche statuette con soggetti mitologici, prodotte dalla scuola artigiana di Medma e di cui i pezzi più pregiati sono conservati nel Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria. Tre denunce. Sono tre le persone denunciate in stato di libertà dai carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale della Calabria, in provincia di Vibo Valentia, per impossessamento illecito di beni archeologici a seguito dell'operazione che ha portato al sequestro di 7.300 reperti e al sequestro dell'ex Museo civico di Nicotera attualmente denominato "Museo provinciale di mineralogia e petrografia". L'indagine, coordinata dalla procura della Repubblica di Vibo Valentia, dallo scorso mese di novembre ad oggi si è articolata in tre scaglioni e ha portato al recupero di beni archeologici e paleontologici illecitamente detenuti. Già a novembre i militari avevano perquisito la struttura museale di Nicotera dove avevano sequestrato 123 reperti archeologici e 593 paleontologici dopo avere rilevato la mancanza di atti autorizzativi da parte della struttura. Ad aprile, in seguito a perquisizioni domiciliari, erano stati sequestrati altri 6.600 di reperti provenienti da siti di Cessaniti, Nicotera, Ionadi, Capo Vaticano, Briatico, Tropea. I risultati dell'operazione sono stati illustrati ai giornalisti dal Procuratore della Repubblica di Vibo, Mario Spagnuolo, dal sostituto procuratore Enrica Medori, dal comandante del Nucleo tutela culturale Raffaele Giovinazzo e dalla Soprintendente archeologa della Calabria, Caterina Greco. PG Spagnuolo "Enorme patrimonio". "Il territorio della provincia di Vibo Valentia racchiude un patrimonio storico culturale che bisogna preservare e tutelare per le future generazioni". Lo ha detto il Procuratore della Repubblica Mario Spagnuolo incontrando i giornalisti per illustrare i risultati dell'operazione condotta dai carabinieri del nucleo tutela patrimonio culturale. "Questa terra - ha aggiunto Spagnuolo - non è solo luogo di illegalità diffusa ma anche luogo di cultura millenaria dove esiste un patrimonio forte che crea un ponte con il passato. Nostro obiettivo è quello di preservare questa grande ricchezza di cui la città deve essere orgogliosa". Per la Soprintendente archeologa della Calabria, Caterina Greco "il sequestro operato è straordinario sia sotto il profilo quantitativo che sotto quello qualitativo". Secondo il comandante del nucleo carabinieri per tutela patrimonio culturale della Calabria, Raffaele Giovinazzo, "si tratta del più grande sequestro di reperti archeologici compiuto in Calabria e di uno dei più consistenti per quanto riguarda la paleontologia a livello europeo"
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