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Nessuna pressione sui PM della DDA di Reggio

 

Assolti i cinque imputati accusati di aver fatto pressione su Magistrati della DDA

27 mag 09 Sono stati assolti i cinque imputati accusati di far parte di un presunto comitato d'affari che avrebbe tentato di condizionare alcuni magistrati della Dda di Reggio Calabria. La sentenza è stata emessa dal giudice per le udienze preliminari del tribunale di Catanzaro, Antonio Battaglia, al termine del processo con rito abbreviato. Il 3 novembre scorso il pm di Catanzaro, Vincenzo Capomolla, a conclusione della sua requisitoria, aveva chiesto la condanna a quattro anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa e minacce aggravate dalle modalità mafiose, dell'ex deputato del Psdi, Paolo Romeo, e del direttore del periodico Il Dibattito, Francesco Gangemi. L'assoluzione, per non avere commesso il fatto, era stata chiesta per l'ex deputato di Fi Amedeo Matacena, per il collaboratore del Dibattito, Riccardo Partinico, e per l'avv. Giorgio De Stefano. Il pm aveva chiesto l'assoluzione anche per l'avvocato Francesco Gangemi, omonimo e cugino del giornalista, che nel frattempo è deceduto. Nel corso del processo l'accusa ha sostenuto che la 'ndrangheta, dopo l'operazione Olimpia di metà anni '90, aveva attuato una strategia per delegittimare i magistrati che avevano condotto l'inchiesta ed i collaboratori di giustizia. I magistrati parte offesa nel processo sono Salvatore Boemi, Franco Mollace, Enzo Macrì e Roberto Pennisi. Le indagini, avviate dall'ex pm di Catanzaro, Luigi De Magistris, avevano portato anche all'arresto di alcuni degli imputati.

Legale “Concluso triste periodo”: "L'assoluzione del mio assistito da tutte le imputazioni oltre ad essere un atto di giustizia rappresenta la conclusione di un periodo, non soltanto investigativo, molto triste della nostra storia giudiziaria". Lo afferma l'avvocato Giuseppe Fonte, difensore di Paolo Romeo, assolto nel processo a Catanzaro per un presunto comitato d'affari a Reggio Calabria. "La costruzione - aggiunge - di teoremi accusatori giuridicamente alquanto improbabili è stata la peggiore testimonianza di una crisi del sistema giustizia, negli ultimi anni, molto forte sia nel distretto di Corte d'Appello di Catanzaro che di Reggio Calabria. Il 'caso Reggio' si conclude con l'assoluzione di tutti gli imputati e del mio assistito nei cui confronti, non deve essere sottaciuto, all'epoca, venne, addirittura, applicata la custodia cautelare in carcere"

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