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Emergenza meduse nel mediterraneo
Emergenza meduse nel mediterraneo 30 mag 09 E' caccia alle meduse. Dopo i massicci fenomeni dei primi anni '80, ogni estate, da almeno da 8 anni a questa parte, nel Mediterraneo l' 'invasione' di questi organismi gelatinosi, è assicurata. Diverse le specie che si alternano. E se quest'anno uno dei primi grandi avvistamenti, a largo, riguarda la velella-velella, nel Mediterraneo occidentale, a largo della Corsica, innocua per l'uomo, e qualche esemplare della urticante caravella portoghese, in Spagna, nelle tre trascorse stagioni protagonista è stata la pelagia noctiluca dai lunghi tentacoli urticanti. E contro l'emergenza meduse l'Italia entra in campo. Parte infatti dal nostro Paese la prima rete di osservazione "Occhio alla medusa" che coinvolgerà vacanzieri, stabilimenti balneari, ricercatori, e il popolo del web, operatori del mare. L'obiettivo è avere la situazione in tempo reale per cercare di creare una mappa e studiare il fenomeno. Lo ha annunciato Ferdinando Boero, professore ordinario di zoologia e biologia marina dell'Università del Salento, uno dei massimi esperti di meduse in Italia, responsabile della campagna che ricade nell'ambito della Commissione scientifica sul Mediterraneo di cui è presidente il Principe Alberto di Monaco. La fase pilota della campagna sarà lanciata ufficialmente alla rassegna 'Stelle di mare lungo il fiume' organizzata a Roma dal 16 al 20 giugno dall'associazione Marevivo in collaborazione con Consorzio Nazionale Interuniversitario Scienze del Mare. "La campagna - ha spiegato Boero - è stata ideata per far fronte alla carenza di dati sulla presenza di meduse nel Mediterraneo. Il poster verrà distribuito negli stabilimenti balneari, nei porti turistici, nelle capitanerie e nei laboratori di ricerca. Si chiede a chiunque avvisti un banco di meduse di fare una segnalazione". E, visto che, ha sottolineato l'esperto "non ci sono ricerche finanziate per lo studio delle meduse cercheremo di sopperire alla mancanza di dati ufficiali attraverso le segnalazioni del pubblico". Sono 14 le specie disegnate in dettaglio nel manifesto: 5 con la scritta rossa per indicare che sono urticanti e 9 con la scritta bianca (innocue). Si chiede in modo schematico e molto comprensibile di inviare una e-mail indicando: il nome della medusa (che si può ricavare dal disegno), il luogo di osservazione (per questo il Mediterraneo è stato suddiviso in tanti caselle numerate), la formazione (se avvistamenti singoli o in gruppi) e la distanza approssimativa tra le meduse per capirne la concentrazione. "Ogni anno è sempre peggio e ce ne sono sempre di più - ha detto Boero - e ormai il fenomeno è mondiale. Non è una questione di mancanza di predatori o di clima quanto di assenza di competizione. Il problema è che abbiamo rimosso i pesci, che sono più bravi ad accaparrarsi le risorse, e senza più pesci le meduse prendono il sopravvento". E sulla variazione di presenza di specie: "A volte una vince sull'altra". Tre gli ordini di pericoli per la presenza massiccia di meduse: per i bagnanti, in merito al rischio urticante; per i pesci, perché le meduse mangiano le loro uova e quindi si impedisce la riproduzione delle specie; per gli impianti che usano acqua di mare, come le centrali nucleari. "E' accaduto che in Israele e in California - ha riferito Boero - la presenza enorme di meduse abbia bloccato due centrali atomiche"
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